L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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NOTE al programma

Nessuno avrebbe potuto immaginare che la decima edizione di Lumezzane per Giacinto Prandelli sarebbe stata sospesa, nella sua realizzazione teatrale, da un'emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il decimo anniversario della scomparsa del tenore non ci avrebbe trovati insieme in teatro per ricordarlo.

Non abbiamo voluto fermarci, però.

Fin dalla prima edizione, uno dei principi cardine di Lumezzane per Giacinto Prandelli è stato quello di un dialogo fra passato e presente, di una memoria attiva. A nulla serve commemorare con rimpianto i grandi del passato se non si riflette sulla loro esperienza, se non diventa stimolo per il presente e il futuro. Allora, abbiamo ascoltato la voce di Prandelli, in teatro, insieme con quella di giovani talenti, li abbiamo fatti dialogare, anche inserendo le registrazioni d'epoca nella drammaturgia, come quando i soprani di oggi chiamati a incarnare Cio Cio San o Violetta nelle selezioni di Madama Butterfly e della Traviata hanno condiviso, in un certo senso, la scena del teatro Odeon con il Pinkerton e l'Alfredo evocati dalle registrazioni del tenore lumezzanese.

Finora avevamo unito la tecnologia alla fisicità del teatro per mettere in relazione passato e presente. Oggi, impossibilitati a viaggiare, a fare musica insieme e a condividerla con il pubblico, ci si è posta una nuova sfida: provare ad annullare le distanze nello spazio oltre che nel tempo.

Non abbiamo voluto sostituire un concerto, imitare un concerto. L'esperienza della musica dal vivo è unica, irripetibile, irrinunciabile. La natura del canto lirico è nella proiezione della voce in teatro, nell'unione della voce al gesto e alla presenza scenica. Anche quando questo diventa impossibile, però, l'arte continua a vivere, a rappresentare un ponte che annulla le distanze e le differenze.

“Verranno a te sull'aure | i miei sospiri ardenti, | udrai nel mar che mormora | l'eco dei miei lamenti”. Questi versi da Lucia di Lammermoor ci parlano di sintonie che superano ogni confine, ogni avversità.

Registrare a distanza, ciascuno la propria parte per poi assemblare un'unica registrazione, non è affatto facile. L'entusiasmo con cui tutti gli artisti si sono lanciati nell'impresa di lasciare un segno in omaggio a Prandelli in questa lontananza forzata ci auguriamo abbia vinto tutti i problemi tecnici, oltre che musicali e interpretativi, sui quali ci siamo confrontati quotidianamente.

Il programma è stato pensato con spirito positivo: anche quando si tratta di brani provenienti da opere serie e tragiche, il sentimento prevalente è di reazione, amore, speranza, rapporto con la natura. E, come sempre, una rete di riferimenti si apre in ogni pagina, come per l'esotismo di Lakmé, che proviene come quello di Madama Butterfly da un racconto di Pierre Loti (ed entrambe le opere contengono un “duetto dei fiori”), o per L'italiana in Algeri, il cui librettista Angelo Anelli era nato a Desenzano, e quindi bresciano come Prandelli (e come due dei nostri interpreti di quest'anno).

In chiusura, simbolico bis, abbiamo inserito lo stesso brano che chiudeva la prima serata Lumezzane per Giacinto Prandelli, il 14 giugno 2011: “E lucevan le stelle” da Tosca. Un addio alla vita, è vero, ma anche un inno d'amore per la vita.

Ci auguriamo che questo nostro omaggio possa essere apprezzato. Omaggio a un grande artista come Giacinto Prandelli, ma anche a tutti coloro che hanno sofferto e stanno soffrendo per l'emergenza coronavirus e gesto di augurio e speranza per una rinascita nel segno dell'arte.

Io, personalmente, non posso che rivolgere un pensiero particolarmente grato a tutti gli interpreti, ma anche agli artisti che hanno partecipato ai concerti degli anni passati e che non hanno mancato di farci sentire il loro affetto e la loro vicinanza. Non posso che ringraziare tutti coloro che hanno, in questi dieci anni, creduto in questo progetto, dall'amministrazione comunale al pubblico, alla famiglia Prandelli. Alla signora Annamaria va una dedica particolare per l'affetto con cui ci ha seguiti, moglie di un grande tenore e musicista ella stessa di grande intelligenza e sensibilità.

Roberta Pedrotti

direttrice artistica


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