L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

pianofortissimo 2017

note al programma

“La Russia può apparire in uno stato di caos quasi permanente, ma una cosa che non è cambiata dall'epoca sovietica è la sua capacità di produrre brillanti vincitori di concorsi internazionali. Uno degli ultimi è Georgy Tchaidze, che ha trionfato al Concorso Honens in Canada. Sotto il suo aspetto da cherubino si nasconde un musicista profondo e serio: entra in scena con aria preoccupata e scruta la tastiera concentrandosi prima di attaccare le fioriture che aprono i Racconti delle Fate di Medtner con tenerezza e il giusto peso sonoro. In Prokof'ev rivela la sua straordinaria capacità di essere ironico, affettuoso e distaccato allo stesso tempo”. Così scrive il critico Ivan Hewett del Telegraph dopo un recente recital alla Wigmore Hall di Londra. Eccolo ora per l'inaugurazione di pianofortissimo 2017: nativo di San Pietroburgo, oggi ventinovenne, Tchaidze ha studiato in patria con Sergei Dorensky e a Berlino con Klaus Helwig, ha vinto numerosi concorsi, fra cui l’Honens di Calgary e il “Top of the World” di Tromsø, in Norvegia. A Bologna suonerà Mozart, Schumann e i Quadri di un'esposizione di Mussorgsky, uno dei suoi cavalli di battaglia.

Anche il quotidiano The Guardian si è espresso sulla pianista genovese Elisa Tomellini, definita “fra i più brillanti talenti di questa eccezionale generazione di giovani pianisti”. Sarà un debutto assoluto a Bologna anche per lei, che è stata allieva di Laura Palmieri e Vincenzo Balzani e che ha frequentato master class con Lonquich, Achúcarro, Pollini, Richter e Berman. Impostasi in numerosi concorsi fra cui il Viotti Valsesia, il Cantù e il Città di Pavia, Elisa Tomellini è stata definita dalla rivista Piano Time una “promessa del pianismo italiano”. Dopo un lungo periodo sabbatico dedicato a esplorare e scalare montagne in molte località del mondo, Elisa è tornata di recente al concertismo militante debuttando al Kennedy Center di Washington e al Gewandhaus di Lipsia. Ma la montagna è ancora nel suo cuore: di questi giorni la notizia che Elisa Tomellini si appresta a realizzare “Il concerto più alto al mondo” sulla cima del Monte Rosa a 4.600 metri di altezza.

Molto affascinante è il suo programma a pianofortissimo, dal titolo “La leggierezza”: è sì il titolo del celebre Studio da Concerto di Liszt che si trova nel cuore del concerto accanto alla prima versione di uno Studio trascendentale da Paganini, ma Elisa Tomellini offrirà una serie nutrita di “fogli d'album” di Scarlatti, Schubert, Rachmaninov e Gershwin e chiuderà con un vero e proprio omaggio ad Astor Piazzolla coi suoi rari Preludi e i celeberrimi Adiós Nonino, Oblivión e Libertango.

È da poco reduce dalle fatiche del Concorso Arthur Rubinstein di Tel Aviv un altro grande talento del nostro tempo, il ventisettenne Daniel Petrica Ciobanu, “un extraterrestre fra i concorrenti – tenuta da rockettaro e capelli raccolti in uno chignon – è soprattutto un personaggio ispirato, un colorista, un ammaliante inventore” (Martine Dumont-Mergeay). Ciobanu in pochi mesi ha concluso il suo corso di

studi al Royal Conservatoire of Scotland di Glasgow dove ha studiato con Aaron Shorr, Petras Geniusas e Steven Osborne, e ha poi conseguito il diploma superiore all'École Normale “Alfred Cortot” di Parigi. Più ancora degli esami superati nell’arco di pochi mesi e dell'impressionante carrellata di concorsi vinti, di Daniel Ciobanu colpisce la vivace personalità di musicista istrionico e inventivo, capace al contempo di meditazioni profonde e raffinate. Non sorprende sia stato notato da Lang Lang nel 2011 e scelto per esibirsi alla Royal Festival Hall di Londra. A Bologna aprirà il suo recital con Baccanale del rumeno Constantin Silvestri e lo chiuderà con il Pipistrello di Johann Strauss II trascritto da Alfred Grünfeld.

pianofortissimo ama far conoscere i talenti provenienti da tutto il mondo, in particolare i giovani pianisti che si affacciano nel grande agone internazionale: è questo il caso del ventiduenne pianista austriaco Aaron Pilsan, al suo debutto in Italia. Il quale, avendo intrapreso gli studi pianistici a cinque anni, è divenuto uno degli ultimi allievi del celebre didatta Karl-Heinz Kämmerling e successivamente di Lars Vogt. Nel 2014, a soli diciannove anni, l'etichetta francese Naïve ha pubblicato il suo primo disco con opere di Beethoven e Schubert che ottiene eccezionali riscontri critici. Uno per tutti quello del severo critico inglese Bryce Morrison che su Gramophone ha scritto: “la sua rimarchevole agilità tecnica è sempre al servizio di una purezza musicale assoluta”. Raffinato il programma del suo debutto in Italia, che apre con la prima Suite Francese di Johann Sebastian Bach, prosegue con la radiosa Suite n. 3 op. 18 (Pièces impromptues) del rumeno George Enescu e chiude con la monumentale Sonata n. 19 in do minore D. 958 di Franz Schubert.

Debutto a pianofortissimo 2017 con un Piano Solo per il friulano Glauco Venier, reduce dal successo del suo ultimo album ECM Miniatures. Dopo il diploma in conservatorio e studi americani, inizia a collaborare con alcuni dei più importanti esponenti del jazz mondiale. Insieme a Norma Winstone e Klaus Gesing ha inciso tre CD per ECM, vincendo una candidatura ai Grammy Awards. Con lo storico trio si è esibito in teatri come il Musikverein di Vienna, il Barbican di Londra, l'Olympia di Parigi, la Fenice di Venezia e in alcuni dei festival più rilevanti, come il London Jazz Festival.

Chiusura di prestigio per pianofortissimo 2017 col ritorno a Bologna dopo ben diciotto anni dalla sua ultima esibizione al Teatro Comunale, del grande pianista russo Alexander Kobrin, nato a Mosca nel 1980 e vincitore del primo premio assoluto nei concorsi Glasgow, Busoni e Van Cliburn. Formato alla celebre Scuola Gnessin con Tatiana Zelikman e al Conservatorio Tchaikovsky con Lev Naumov, Alexander Kobrin si è esibito in tutti i più importanti festival pianistici (Ravinia, La Roque d'Antheron, Hannover, Ruhr, etc.) e con tutte le maggiori orchestre, diretto da grandi direttori quali Juraj Valcuha e Mikhail Pletnev. Gramophone descrive Kobrin come “memorabilmente personale ed elegante” nonché “ipnotico”, e altri critici lodano il suo “tocco delicatissimo” e come egli riesca a “valorizzare tutte le strutture e le sfumature di colore creando contrasto e illuminando le tensioni tra luce e ombra, vivacità e malinconia in una moltitudine di livelli”. L'esperienza di ascoltarlo dal vivo è stata descritta al meglio da Nick Rogers: “L'abbagliante destrezza di Kobrin è sicuramente sovrannaturale da vedere, ma il suo talento e la sua esecuzione sono assolutamente umani”. Bellissimo il programma che suonerà a Bologna, con in apertura le struggenti Variazioni in fa minore di Haydn, poi la Sonata in la maggiore op. 101 di Beethoven, infine quel sommo capolavoro del Romanticismo musicale che sono gli Studi Sinfonici op. 13 di Robert Schumann, eseguiti con le cinque Variazioni postume.

Alberto Spano

Direttore artistico pianofortissimo


 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.