L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

 

IL SEGRETO DI SUSANNA

Intermezzo in un atto

Libretto di Enrico Golisciani

 

Musica di Ermanno Wolf-Ferrari

Personaggi Interpreti

La contessa Susanna soprano Anna Caterina Antonacci

Il conte Gil, suo marito baritono Vittorio Prato

Sante, servitore muto mimo Bruno Danjoux

LA VOIX HUMAINE

(La voce umana)

Tragédie lyrique in un atto

Libretto di Francis Poulenc

dall’omonima tragedia di Jean Cocteau

Edizione in lingua originale francese

 

Musica di Francis Poulenc

Personaggio Interprete

Una donna soprano Anna Caterina Antonacci

Direttore d’orchestra Diego Matheuz

Regia Ludovic Lagarde

Scene Antoine Vasseur

Costumi Fanny Brouste

VideoLidwine Prolonge

Luci Sébastien Michaud

Assistente alla regia Céline Gaudier

ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO

Allestimento Opéra Comique (Parigi) e Opéra Royal de Wallonie-Liège

Teatro Regio

Mercoledì 16 Maggio 2018 ore 20

Sabato 19 Maggio 2018 ore 15

Martedì 22 Maggio 2018 ore 20

Giovedì 24 Maggio 2018 ore 20

Domenica 27 Maggio 2018 ore 15

IL SEGRETO DI SUSANNA

di Ermanno Wolf-Ferrari

Il “segreto” del compositore Ermanno Wolf-Ferrari sta tutto nel suo doppio cognome, che ne rivela la doppia appartenenza a Italia e Germania. Ermanno Wolf nasce a Venezia il 12 gennaio 1876, suo padre è il pittore tedesco August Wolf; sua madre, Emilia Ferrari, è veneziana. Così deciderà di adottare un doppio cognome. Studia pittura e musica a Monaco di Baviera e a Roma. Due sono le sue “passioni”: Mozart e Goldoni. In un’Italia che stava scoprendo il verismo, Wolf-Ferrari è figura anomala e isolata, perché musica celebri commedie goldoniane come Le donne curiose, I quatro rusteghi, Gli amanti sposi, La vedova scaltra, Il campiello. È autore prolifico di pagine strumentali e da camera e di opere “più” drammatiche come I gioielli della Madonna e Sly. Intensa anche la sua attività di docente a Venezia, dove è stato anche direttore del Liceo Musicale, e a Salisburgo. Morì a Venezia il 21 gennaio 1948.

Così Carlo Parmentola ha sintetizzato la sua personalità: «Lontano dalle dispute dottrinarie, immerso nella sua ricerca dell’assoluto, desideroso solo di trasmettere il suo messaggio al numero maggiore di spettatori-ascoltatori, Wolf-Ferrari fu, in definitiva, un musicista solitario. Tedesco per parte paterna, ha vagheggiato un mondo senza frontiere, e ha scelto per guida il più italiano dei musicisti tedeschi (Mozart), arricchendo poi attraverso I gioielli della Madonna la sua scrittura di ulteriori caratteri di italianità. Egli può a pieno essere considerato musicista italiano, e più precisamente veneziano, appartenente, cioè, al punto di confluenza di più culture».

Il segreto di Susanna, su libretto di Enrico Golisciani, pensato per gli allievi del Liceo Musicale di Venezia, debutta a Monaco di Baviera il 4 dicembre 1909 all’Hoftheater (in tedesco, come Susannens Geheimnis). La prima italiana la dirige Arturo Toscanini al Teatro Costanzi di Roma il 27 settembre 1911, sempre Toscanini la propose poi al Dal Verme di Milano nel 1918. Nel 1920 l’opera debutta al Teatro Regio di Torino, con la diciassettenne Toti Dal Monte come protagonista (sul podio c’è Héctor Panizza). La brillantissima ouverture è stata spesso eseguita in programmi concertistici, e incisa da direttori come Victor de Sabata e Gianandrea Noseda. Il modello dell’opera è l’intermezzo La serva padrona di Pergolesi e la distribuzione in locandina è la stessa: un baritono (Gil, 30 anni, il marito di Susanna), un soprano (la contessa Susanna, 20 anni) e un mimo (il servo Sante, 50 anni). I riferimenti musicali vanno dall’amato Mozart a Rossini, e nella fresca leggerezza della commedia si possono cogliere ironiche citazioni, da Verdi a Debussy.

ATTO UNICO

Gil è rientrato precipitosamente a casa, ed è convinto di aver visto per strada sua moglie Susanna. Sono sposati da un mese, e lui non gradisce che lei esca da sola, eppure è convinto di averla vista, con la mantiglia grigia e il cappellino rosa. Susanna rientra di nascosto e dà al servo Sante la mantiglia, il cappellino e un pacchettino, poi va in camera a suonare il pianoforte. Gil la vede e si convince di essersi sbagliato, non poteva essere lei, però sente uno strano odore di tabacco. Lui non fuma, Susanna non fuma, nemmeno il servo Sante fuma, e quindi c’è solo una spiegazione: la moglie ha un amante che fuma. Gil è disperato e gelosissimo. Entra Susanna e Gil la spinge a ricordare i giorni felici del loro innamoramento, ma poi si turba perché la veste di Susanna sa di fumo. La donna confessa di avere un segreto ma di non volerlo svelare. Gil urla che andrà dalla suocera a protestare. Susanna si sente mortificata, mentre Gil rompe tazze e rovescia poltrone. Susanna va a piangere in un’altra stanza e Gil si accascia su una poltrona con la testa tra le mani, mentre Sante rimette a posto. Susanna porta al marito cappello, guanti e ombrello perché deve andare al circolo, e poi implora il suo perdono. Gil la bacia sulla fronte ed esce. Rimasta finalmente sola, la donna riceve il pacchettino che aveva dato a Sante e i due cominciano a fumare! Quello è il segreto di Susanna. Gil rientra precipitosamente e sente nuovamente odor di fumo: furioso, cerca invano il presunto amante; trovatosi a tu per tu con Susanna, le afferra la mano nascosta dietro la schiena e si scotta con la sigaretta accesa: finalmente Susanna confessa. Il geloso Gil si pente dei suoi sospetti e decide di fumare insieme a lei: “Tutto è fumo a questo mondo”.

LA VOIX HUMAINE

di Francis Poulenc

Nel 1930 non esistevano i cellulari, non esistevano gli Iphone, né le migliaia di suonerie che siamo abituati ad ascoltare ogni giorno: il telefono era un apparecchio ingombrante, fisso, con il suo filo, la linea poteva cadere, c’erano le centraliniste. In quell’anno, la genialità di Jean Cocteau diede vita a una pièce teatrale che vedeva in scena una donna, sola, che dialogava al telefono con l’amante che l’aveva lasciata; il pubblico in sala sentiva solo lei, e non chi c’era dall’altro capo del filo. Una sfida teatrale vinta da Cocteau, con un testo che avvinghia lo spettatore fin dal primo minuto, pronto a parteggiare per lei sentendola raccontare bugie, confessare un tentativo di suicidio, pronunciare i suoi disperati “ti amo”. La pièce debuttò alla Comédie-Française nel 1930, con Berthe Bovy come protagonista. Nonostante fossero amici da anni, solo nel 1957 Francis Poulenc (il compositore francese che con Milhaud, Honegger, Auric, Durey e Tailleferre faceva parte del Gruppo dei Sei) decise di mettere in musica questo monologo teatrale. Il compositore francese aveva alle spalle già due opere, entrambe basate su testi “importanti”: Les Mamelles de Tirésias da Apollinaire e Dialogues des Carmélites da Bernanos. In entrambe le opere la protagonista era stata Denise Duval, che fu anche la prima interprete de La Voix humaine (il direttore parigino delle edizioni Ricordi, Hervé Dugardin, voleva Maria Callas, ma per Poulenc la Duval era l’“interprete ideale”). Il debutto avvenne il 6 febbraio 1959 all’Opéra-Comique di Parigi. Non ci sono arie, è una sorte di flusso continuo che passa dal “recitar cantando” al declamato, dove alla voce si alterna lo xilofono che riproduce il trillo del telefono. Queste le indicazioni di Poulenc per l’interpretazione musicale: «La parte – unica – della Voce umana deve essere interpretata da una donna giovane ed elegante. Non si tratta di una donna matura abbandonata dall’amante. – Spetta all’interprete stabilire le lunghezze effettive delle pause, assai importanti in questa partitura. Il direttore d’orchestra dovrà prendere le sue decisioni in merito, anticipatamente, assieme alla cantante. – Tutti i passaggi senza accompagnamento sono in un tempo assai libero, in funzione della messa in scena. Bisogna passare repentinamente dall’angoscia alla calma e viceversa. – L’intera composizione deve sprofondare nella più grande sensualità orchestrale».

Opera per grandi cantanti attrici, in Italia è stata interpretata da Magda Olivero, Virginia Zeani e Renata Scotto: al Regio la protagonista sarà Anna Caterina Antonacci. Al pubblico italiano la pièce di Cocteau è nota per la straordinaria interpretazione che ne diede Anna Magnani nel 1948 in un episodio del film Amore di Roberto Rossellini. Cocteau rimase particolarmente colpito dal lavoro di Poulenc e sottolineò: «Mio caro Francis, hai fissato una volta per tutte il modo di rendere i miei testi».

ATTO UNICO

La scena – uno spazio ridotto – rappresenta l’angolo di una stanza femminile; una stanza tetra, azzurrognola – a sinistra un letto sfatto, a destra una porta socchiusa su un bagno bianco molto illuminato.

Una donna giace a terra davanti al letto, indossa una lunga camicia, prende il cappotto e sta per uscire: in quel momento suona il telefono e lei si precipita a rispondere: ma è qualcuno che ha sbagliato numero. Il telefono squilla di nuovo e finalmente la donna (il cui nome non viene mai citato) sente la voce dell’uomo che ama e che l’ha lasciata per un’altra. Lei mente raccontando di essere stata a pranzo fuori con l’amica Marta e di essere appena rientrata, lui vuole che lei gli restituisca le sue lettere, lei finge di essere forte e tranquilla. Lui mente dicendo di essere a casa, così quando cade la linea e lei lo richiama scopre dal cameriere Giuseppe che lui in realtà non c’è. Alla successiva telefonata, la donna confessa di aver preso troppi sonniferi, ma di aver poi chiamato l’amica Marta che, arrivata con un medico, l’ha salvata. Tra interferenze e linee che cadono, la donna ricorda i momenti felici, finge di essere coraggiosa, lo prega almeno di non andare con la nuova amante nello stesso loro albergo a Marsiglia. La telefonata si conclude con un ripetuto: “Io ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…” (il ricevitore cade in terra).

IL SEGRETO DI SUSANNA | LA VOIX HUMAINE

Prezzi dei biglietti

Recita del 16 maggio:€ 170 - 135 - 120 - 100 - 70 - 55

Recite del 19, 22, 24 e 27 maggio:€ 95 - 80 - 75 - 70 - 60 - 29

Biglietti ridotti del 20% per gli under 30 edel 10% per gli over 65

18app: posto unico € 25, e con 1 euro in più si può acquistare un secondo biglietto

Un’ora prima degli spettacoli, eventuale vendita di posti con una riduzione del 20% sul prezzo intero

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