L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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MICO – Musica Insieme COntemporanea 2018

XIII edizione

Oratorio di San Filippo Neri (Via Manzoni, 5 Bologna)

25 gennaio – 15 marzo 2018

La XIII edizione di MICO – Musica Insieme COntemporanea, coerente con la sua vocazione di vetrina dell’oggi in tutte le sue declinazioni, propone un viaggio che dal Novecento squarciato dai conflitti mondiali attraversa il 1948, anno dell’entrata in vigore della nostra Costituzione, per arrivare al ’68 dei movimenti sociali, politici e culturali che hanno impregnato di sé l’intera Europa per i decenni a venire. Due anniversari che si intrecciano in questo 2018, ricordandoci che l’uno è in certo modo filiazione dell’altro, poiché nel ’68 non sono solo le nuove generazioni che chiedono a gran voce un cambiamento, ma anche quelle precedenti, che per i loro Paesi avevano magari combattuto in prima persona. E le generazioni future ne raccoglieranno l’eredità.

Citare la frase di Piero Calamandrei – «La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare» – per introdurre un itinerario musicale, come quello della XIII edizione di MICO, è una maniera per rammentarci appunto la stratificazione generazionale, politica, sociale, culturale, che caratterizzò quel momento. L’aria della libertà – L’Italia di Piero Calamandrei, che inaugurerà il 25 gennaio la rassegna, è un concerto multimediale sui testi preparati da Nino Criscenti, giornalista e autore televisivo per le reti Rai, e da Tomaso Montanari, storico dell’arte, docente all’Università di Napoli e autore per La Repubblica e Rai5. A settant’anni dall’entrata in vigore della Costituzione italiana, questo spettacolo ne ricorda la gestazione, sulle macerie della guerra e con l’energia della ricostruzione, intrecciando immagini e cinegiornali d’epoca ad alcuni capolavori cameristici tra gli anni ’20 e ’40. Sulla scena un inconsueto organico strumentale di pianoforte (MarcoScolastra), violino (Francesco Peverini), violoncello (Valeriano Taddeo) e clarinetto (Luca Cipriano). Da Stravinskij, con gli iconici Tre pezziper clarinetto solo, a Casella, a Hindemith, i brani in programma hanno segnato un’epoca, e di quell’epoca recano a loro volta i tragici segni, come nel caso del Trio n. 2 di Šostakovič o del Quatuor di Messiaen.

Non solo protesta, non solo rabbia. Al contrario, la protesta si nutre della linfa, che arriva spesso da radici antiche, quali quelle del canto popolare: le raccoglie Dario Fo come Roberto Leydi e Gianni Bosio, che nel ’62 raccolgono un repertorio di canzoni delle differenti tradizioni regionali, mentre nel 1964 Berio compone le sue celebri Folk Songs. Con Viaggio in Italia – Nuovo Canzoniere Popolare. Un’antologia, il 22 febbraioAlda Caiello e Maria Grazia Bellocchio contribuiranno quindi ad ampliare una ricerca e un repertorio che proprio negli anni che precedettero il ’68 mise le sue radici. Tarantelle, pizziche, villanelle, tammurriate, saltarelli: l’itinerario di MICO nel cuore dell’Italia prosegue con un’antologia di canti popolari italiani, testimonianza di vita ed esperienza collettiva legata al ritmo delle stagioni, alla natura, alle tradizioni. Le due interpreti hanno chiesto ai principali compositori italiani, da Azio Corghi a Ennio Morricone, di rielaborare i canti regionali, infondendo così nuova linfa a un patrimonio già prezioso. In un’antologia di melodie che tutti noi portiamo in un certo senso impresse nella carne e nel cuore, ascolteremo anche due primeesecuzioniassolute di Marcello Panni (con un ‘classico’ laziale come Me pizzica me mozzica) e Adriano Guarnieri, prolifico compositore naturalizzato bolognese, che non a caso dedicherà le sue partiture all’Emilia-Romagna. A raccontarci questa storia musicale di un Paese, la voce impareggiabile diAlda Caiello, già interprete prediletta di Berio per le sue Folk Songs e applaudita nel 2015 al Teatro Comunale per Il suono giallo di Alessandro Solbiati, Premio Abbiati della Critica italiana. Accanto a lei il pianoforte di Maria Grazia Bellocchio, fra le maggiori specialiste del panorama contemporaneo, membro stabile del Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli e presenza regolare nei maggiori festival italiani ed europei.

Il ’68 è stato, dunque, un punto di arrivo e un punto di partenza. Anche in musica: che si tratti di progressive rock o delle opere di Berio e Nono, la temperie ideologica è la medesima, come ci dimostra il concerto di Giovanni Sollima, protagonista di una carriera straordinaria sia come solista al fianco di Abbado e Sinopoli, che come performer e compositore capace di attraversare i generi da Bach al rock; al suo fianco Giuseppe Andaloro, vincitore dell’impervio Concorso “Busoni” e solista con compagini come la London Philharmonic e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il 15 marzo i due passeranno senza soluzione di continuità dall’omaggio al 100° anniversario della morte di Debussy (altra ricorrenza importante, che si intreccia alle già citate in questo anno 2018), proponendone una delle sue ultime e più ispirate Sonate, accostata a quella di Eliodoro Sollima, compositore fecondissimo di oltre trecento lavori, e a due brani del figlio Giovanni, ovvero il violoncellista e autore italiano più eseguito al mondo: il Tema III dal Bell’Antonio, e “Anphesibene” dalla suite Il bestiario di Leonardo. Sollima e Andaloro – che saranno anche impegnati in una prima esecuzione assoluta ‘a quattro mani’ per MICO, la Sonata per il “2050” – esploreranno poi, in una nutrita antologia di songs, un altro volto essenziale del Sessantotto in musica, le cui propaggini toccano il rock progressivo di band britanniche divenute di vero ‘culto’ come The Queen, Gentle Giant o King Crimson, ma anche di un fenomeno tutto italiano come gli Area di Demetrio Stratos.

I biglietti per tutti i concerti di MICO saranno in vendita pressol’ORATORIO DI SAN FILIPPO NERI il giorno del concerto a partire dalle 19,30.

Posto unico € 15.

Abbonati Musica Insieme € 10.

Studenti Università e Conservatorio, Under 30 € 5.


 

 

 
 
 

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