L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

Musica Contemporanea e concerti in Ateneo

 

MICO – Musica Insieme COntemporanea 2018

XIII edizione Cartolina

MIA – Musica Insieme in Ateneo 2018

XXI edizione Cartolina

25gennaio / 12 aprile 2018

 

Parafrasando una celebre frase di Vinicius de Moraes, potremmo definire la musica come “l’arte dell’incontro”. L’incontro che Musica Insieme, nei suoi ormai trentun anni di attività, promuove e persegue, è quello ‘vivo’ e vibrante fra l’artista e il suo pubblico nel momento del concerto, momento irripetibile in un’epoca di infinità ripetibilità della riproduzione musicale, e momento di crescita culturale per un’intera comunità. Per questo, accanto alla stagione dei Concerti di Musica Insieme, si snodano iniziative come Musica per le Scuole, volta a favorire la fruizione dei concerti da parte degli studenti degli istituti medi superiori, Invito alla Musica, per i residenti di oltre trenta comuni della Città metropolitana, e da quest’anno Che musica, ragazzi!, rivolta ai giovanissimi alunni delle primarie e medie.

Per questo presentiamo oggi la ventunesima edizione di MIA– Musica Insieme in Ateneo e la tredicesima di MICO – Musica Insieme COntemporanea, che non a caso vanno ‘a braccetto’, condividendo intenti e collaborazioni. Innanzitutto il primo incontro, quello fra l’artista e il pubblico: non solo musica, ma anche formazione, con le conversazioni introduttive ai concerti, spesso tenute appunto dagli interpreti stessi, e con il ricorso a ‘media’ differenti e innovativi (video, teatro recitato, live electronics).

Musica Insieme va poi incontro ai giovani talenti da scoprire e promuovere, invitando ad esibirsi i vincitori dei principali concorsi, programmando prime esecuzioni assolute (nel 2018 saranno tre: quelle di Guarnieri, Panni e Sollima/Andaloro) ed intessendo relazionicon le principali istituzioni educative e culturali del territorio: in primis l’Università di Bologna, con la quale abbiamo stretto già nel 1997 un accordo pionieristico che ha dato la luce a MIA, mentre continua sempre più fecondo il rapporto con l’Orchestra del Collegium Musicum Almae Matris, compagine ufficiale dell’Ateneo bolognese, o la collaborazione con il Centro La Soffitta del Dipartimento delle Arti, che ci portano a proporre per MIA una musica per i giovani, interpretata dai giovani e spiegata ai coetanei dai giovani studenti stessi, così fornendo loro una vera e propria ‘palestra’ oratoria per sviluppare competenze che saranno loro di fondamentale utilità, qualsiasi sarà la professione che sceglieranno di affrontare.

Musica Insieme, non da ultimo, va incontro a un nuovo pubblico, quello degli studenti e dei giovani, a loro rivolgendosi con particolari agevolazioni, come la partecipazione gratuita a tutti i concerti di MIA e il prezzo simbolico di 5 euro per l’accesso ai concerti di MICO.

MIA Musica Insieme in Ateneo e MICO – Musica Insieme COntemporanea si realizzano grazie al contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna, e con il sostegno di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Cassa di Risparmio in Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, ConfcommercioAscom Bologna,Unicredit SpA e SOS Graphics.


MICO – Musica Insieme COntemporanea 2018

XIII edizione

Oratorio di San Filippo Neri (Via Manzoni, 5 Bologna)

25 gennaio – 15 marzo 2018

La XIII edizione di MICO – Musica Insieme COntemporanea, coerente con la sua vocazione di vetrina dell’oggi in tutte le sue declinazioni, propone un viaggio che dal Novecento squarciato dai conflitti mondiali attraversa il 1948, anno dell’entrata in vigore della nostra Costituzione, per arrivare al ’68 dei movimenti sociali, politici e culturali che hanno impregnato di sé l’intera Europa per i decenni a venire. Due anniversari che si intrecciano in questo 2018, ricordandoci che l’uno è in certo modo filiazione dell’altro, poiché nel ’68 non sono solo le nuove generazioni che chiedono a gran voce un cambiamento, ma anche quelle precedenti, che per i loro Paesi avevano magari combattuto in prima persona. E le generazioni future ne raccoglieranno l’eredità.

Citare la frase di Piero Calamandrei – «La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare» – per introdurre un itinerario musicale, come quello della XIII edizione di MICO, è una maniera per rammentarci appunto la stratificazione generazionale, politica, sociale, culturale, che caratterizzò quel momento. L’aria della libertà – L’Italia di Piero Calamandrei, che inaugurerà il 25 gennaio la rassegna, è un concerto multimediale sui testi preparati da Nino Criscenti, giornalista e autore televisivo per le reti Rai, e da Tomaso Montanari, storico dell’arte, docente all’Università di Napoli e autore per La Repubblica e Rai5. A settant’anni dall’entrata in vigore della Costituzione italiana, questo spettacolo ne ricorda la gestazione, sulle macerie della guerra e con l’energia della ricostruzione, intrecciando immagini e cinegiornali d’epoca ad alcuni capolavori cameristici tra gli anni ’20 e ’40. Sulla scena un inconsueto organico strumentale di pianoforte (MarcoScolastra), violino (Francesco Peverini), violoncello (Valeriano Taddeo) e clarinetto (Luca Cipriano). Da Stravinskij, con gli iconici Tre pezziper clarinetto solo, a Casella, a Hindemith, i brani in programma hanno segnato un’epoca, e di quell’epoca recano a loro volta i tragici segni, come nel caso del Trio n. 2 di Šostakovič o del Quatuor di Messiaen.

Non solo protesta, non solo rabbia. Al contrario, la protesta si nutre della linfa, che arriva spesso da radici antiche, quali quelle del canto popolare: le raccoglie Dario Fo come Roberto Leydi e Gianni Bosio, che nel ’62 raccolgono un repertorio di canzoni delle differenti tradizioni regionali, mentre nel 1964 Berio compone le sue celebri Folk Songs. Con Viaggio in Italia – Nuovo Canzoniere Popolare. Un’antologia, il 22 febbraioAlda Caiello e Maria Grazia Bellocchio contribuiranno quindi ad ampliare una ricerca e un repertorio che proprio negli anni che precedettero il ’68 mise le sue radici. Tarantelle, pizziche, villanelle, tammurriate, saltarelli: l’itinerario di MICO nel cuore dell’Italia prosegue con un’antologia di canti popolari italiani, testimonianza di vita ed esperienza collettiva legata al ritmo delle stagioni, alla natura, alle tradizioni. Le due interpreti hanno chiesto ai principali compositori italiani, da Azio Corghi a Ennio Morricone, di rielaborare i canti regionali, infondendo così nuova linfa a un patrimonio già prezioso. In un’antologia di melodie che tutti noi portiamo in un certo senso impresse nella carne e nel cuore, ascolteremo anche due primeesecuzioniassolute di Marcello Panni (con un ‘classico’ laziale come Me pizzica me mozzica) e Adriano Guarnieri, prolifico compositore naturalizzato bolognese, che non a caso dedicherà le sue partiture all’Emilia-Romagna. A raccontarci questa storia musicale di un Paese, la voce impareggiabile diAlda Caiello, già interprete prediletta di Berio per le sue Folk Songs e applaudita nel 2015 al Teatro Comunale per Il suono giallo di Alessandro Solbiati, Premio Abbiati della Critica italiana. Accanto a lei il pianoforte di Maria Grazia Bellocchio, fra le maggiori specialiste del panorama contemporaneo, membro stabile del Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli e presenza regolare nei maggiori festival italiani ed europei.

Il ’68 è stato, dunque, un punto di arrivo e un punto di partenza. Anche in musica: che si tratti di progressive rock o delle opere di Berio e Nono, la temperie ideologica è la medesima, come ci dimostra il concerto di Giovanni Sollima, protagonista di una carriera straordinaria sia come solista al fianco di Abbado e Sinopoli, che come performer e compositore capace di attraversare i generi da Bach al rock; al suo fianco Giuseppe Andaloro, vincitore dell’impervio Concorso “Busoni” e solista con compagini come la London Philharmonic e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il 15 marzo i due passeranno senza soluzione di continuità dall’omaggio al 100° anniversario della morte di Debussy (altra ricorrenza importante, che si intreccia alle già citate in questo anno 2018), proponendone una delle sue ultime e più ispirate Sonate, accostata a quella di Eliodoro Sollima, compositore fecondissimo di oltre trecento lavori, e a due brani del figlio Giovanni, ovvero il violoncellista e autore italiano più eseguito al mondo: il Tema III dal Bell’Antonio, e “Anphesibene” dalla suite Il bestiario di Leonardo. Sollima e Andaloro – che saranno anche impegnati in una prima esecuzione assoluta ‘a quattro mani’ per MICO, la Sonata per il “2050” – esploreranno poi, in una nutrita antologia di songs, un altro volto essenziale del Sessantotto in musica, le cui propaggini toccano il rock progressivo di band britanniche divenute di vero ‘culto’ come The Queen, Gentle Giant o King Crimson, ma anche di un fenomeno tutto italiano come gli Area di Demetrio Stratos.

I biglietti per tutti i concerti di MICO saranno in vendita pressol’ORATORIO DI SAN FILIPPO NERI il giorno del concerto a partire dalle 19,30.

Posto unico € 15.

Abbonati Musica Insieme € 10.

Studenti Università e Conservatorio, Under 30 € 5.


MIA Musica Insieme in Ateneo 2018

XXI edizione

Laboratori delle Arti / Auditorium (Piazzetta P.P. Pasolini 5)

1 febbraio / 12 aprile 2018

Giunta alla sua ventunesima edizione, MIA – Musica Insieme in Ateneo sviluppa il suo mosaico aggiungendo nuovi, significativi tasselli. L’articolazione della rassegna, del resto, ha trovato un costante e favorevole riscontro negli studenti dell’Ateneo felsineo, cui in primo luogo è destinata. Due le indicazioni fondamentali alla base della programmazione: offrire a quel particolarissimo pubblico elementi utili a comprendere l’estensione e la profondità del repertorio musicale occidentale, e dargli il modo di affrontare un viaggio così affascinante sotto la guida di artisti di comprovata esperienza e reputazione. Non si tratta, è bene rammentarlo, di una sorta di ‘visita guidata’. Piuttosto, MIA – Musica Insieme in Ateneo vuole essere una vera e propria stagione concertistica, i cui programmi abbiano un carattere sì divulgativo, ma non per questo ‘minore’. Così, tornando al mosaico, presentando i nuovi tasselli, ecco che le architravi del repertorio ci sono tutte: il quartetto d’archi, il recital pianistico, il duo, l’orchestra, lo sguardo sempre attentissimo ai talenti fra i più interessanti delle ultime generazioni.

Aprono infatti i giovani archi dello statunitense Omer Quartet, premiato all’ultima edizione del “Borciani”, che giovedì 1 febbraio omaggia Gioachino Rossini nel 150° anniversario della morte, eseguendone la terza delle sei Sonate a quattro, sbalorditivi saggi di scrittura quartettistica di un compositore ancora dodicenne. L’Omer vi affiancherà il terzo Quartetto di Bartók, tenuto a battesimo proprio in America, per concludere con un capolavoro come il secondo dei Quartetti “Razumovskij”. Premiato in prestigiosi concorsi internazionali, tra cui il “Concours International de Quatuor à cordes” di Bordeaux nel 2016 e il già citato “Borciani” di Reggio Emilia nel 2017, l’Omer Quartet tiene concerti e tournée in Europa, Canada e Stati Uniti, collaborando con celebri solisti e compositori in progetti originali.

Tassello ormai immancabile e attesissimo del percorso di MIA è poi il rinnovarsi dell’appuntamento col Collegium Musicum Almae Matris, Coro e Orchestra ufficiale dell’Università di Bologna, cui prendono parte, ogni anno, più di trecento studenti italiani e stranieri. Il 15 febbraio l’Ensemble da camera del Collegium, sotto la guida di Roberto Pischedda, che ne è maestro preparatore, affronterà un programma tutto parigino (senza dimenticare il 200° anniversario della nascita di Gounod con la sua celebre Petite Symphonie per nonetto di fiati), in cui spicca quella brillantissima partitura di Milhaud, che ha per titolo: La Création du Monde, originale visione del mito africano della creazione del cosmo, fra ritmi caraibici e jazz, dal caos primordiale al trionfo dell’amore. Qui all’ensemble si unirà il sassofono contralto di Cristiano Arcelli, protagonista dei più prestigiosi festival internazionali, da Jazz at Lincoln Center di New York all’Umbria Jazz, al Cartagena Music Festival.

A Chopin e Schumann, con due capisaldi come la Fantasia in do maggiore op. 17 e i Ventiquattro Preludi op. 28, dedica invece l’1 marzo il suo recital Ivan Krpan, fresco vincitore nel 2017 di quel Concorso “Busoni”, che resta tra le maggiori e più impegnative competizioni al mondo. Nato a Zagabria da una famiglia di musicisti, Krpan ha inoltre ricevuto importanti riconoscimenti nei maggiori concorsi, dall’EPTA International Piano Competition di Bruxelles all’International Zhuhai Mozart Competition in Cina, al Concorso Internazionale “Fryderyk Chopin” di Mosca.

Il contributo di Bruno Canino alla storia dell’interpretazione può essere serenamente definito straordinario: fra i più apprezzati pianisti del nostro tempo, è attivo al fianco di personalità quali Accardo, Perlman, Muti e Chailly, e ha collaborato con i più grandi compositori, da Berio a Stockhausen, da Nono a Ligeti. Eccolo il 22 marzoper ilconcerto che rinnova la pluriennale collaborazione tra il Centro La Soffittadel Dipartimento delle Arti e la nostra Fondazione, in duo con il violinista Alessio Bidoli, solista ospite di importanti compagini in tutta Europa, con il quale peraltro Canino forma un duo stabile, incidendo per Sony Classical e Warner. Cuore del loro concerto è proprio un programma inciso per quest’ultima importante etichetta, che si snoda tra la Russia e la Francia, e comprende opere fondamentali come la Sonata op. 119 di Francis Poulenc, dedicata alla memoria del poeta Federico García Lorca, ucciso nel 1936 all’inizio della guerra civile spagnola, e la stravinskiana Suite Italienne, in cui echeggiano le melodie del balletto Pulcinella.

Il concerto conclusivo di MIA sarà affidato il 12 aprile al pianoforte di Maria Perrotta. Interprete bachiana di riferimento, la Perrotta ha ricevuto il plauso unanime della critica e della stampa specializzata con la sua incisione delle Variazioni Goldberg (eseguite proprio per MIA – Musica Insieme in Ateneo nel 2015). Perfezionatasi presso l’École Normale de Musique di Parigi, l’Accademia Pianistica di Imola e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Maria Perrotta si esibisce regolarmente al fianco delle principali orchestre in tutta Europa. Dopo la sua recente integrale del Clavicembalo ben temperato, la pianista cosentina si cimenta per MIA con quella dell’Arte della Fuga BWV 1080, l’incompiuto ‘testamento’ di Johann Sebastian Bach, puro esercizio della mente che nulla toglie tuttavia alla bellezza e all’espressività di una delle opere più enigmatiche della storia della musica occidentale.

Posto unico 7.

Studenti e personale docente e tecnico-amministrativo dell’Università di Bologna avranno diritto ad un biglietto gratuito dietro presentazione del proprio badge.

I biglietti saranno disponibili la sera del concerto a partire dalle 19,30 nel foyerdell’Auditorium dei Laboratori delle Arti. Non è prevista prenotazione.


 

 

 
 
 

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