L’Ape musicale

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Una nuova stagione, una nuova avventura

Con la Sinfonia n. 2 di Mahler diretta da Jakub Hrůša si inaugura la stagione 2021/2022 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Otto appuntamenti con il Direttore Musicale Antonio Pappano e un cartellone ricco di nomi prestigiosi, di grandi interpreti e di interessanti debutti: l’Accademia riparte con 28 concerti sinfonici, 18 da camera e la Turandot in forma di concerto diretta da Pappano con Jonas Kaufmann.

Jakub Hrůša è il nuovo Direttore Ospite Principale dell’Istituzione

Il concerto di inaugurazione della Stagione Sinfonica (7 ottobre) verrà trasmesso in diretta da Rai Cultura su RAI5 e in diretta su RAI Radio 3.

 

Un carnet di proposte ricchissimo con ventotto concerti sinfonici, diciotto da camera, un’opera in forma di concerto e uno speciale concerto di Natale, due importanti tour europei, ventidue direttori tra i nomi più autorevoli del panorama internazionale – da Kirill Petrenko a Sir John Eliot Gardiner, da Daniele Gatti a Myung-Whun Chung e Daniel Harding – che si alterneranno sul podio, ai quali si aggiungono Philippe Herreweghe, Michele Mariotti , Lorenzo Viotti e Jaap van Zweden tra i debutti alla guida dell’Orchestra di Santa Cecilia in questa nuova stagione di concerti 2021-2022.

Grande soddisfazione per la nomina di Direttore Ospite Principale a Jakub Hrůša, da anni presenza costante nei concerti dell’Accademia, che dirigerà Orchestra e Coro nei concerti di apertura con una composizione simbolicamente foriera di speranza, la Sinfonia n. 2 “Resurrezione” di Mahler, e in un’altra produzione a giugno. Sir Antonio Pappano sarà alla testa della sua Orchestra e del suo Coro per otto concerti, il primo dei quali in programma a fine novembre con il Concerto per pianoforte n. 1 di Brahms, eseguito dal fuoriclasse Daniil Trifonov, e guiderà l’Orchestra in due tournée internazionali che faranno tappa nelle più prestigiose sale da concerto europee: al Musikverein di Vienna, alla Philharmonie di Monaco, alla Elbphilharmonie di Amburgo, al Palau de la Musica di Barcellona, alla Philharmonie di Parigi e al Barbican di Londra. Inoltre dirigerà un brano di rara esecuzione come la Messa di Gloria di Rossini, composizioni di Richard Strauss, Haydn, Bruckner (continuando il suo percorso dedicato al compositore austriaco), una serata dedicata alla Gran Bretagna (con brani di Vaughan Williams, Elgar, Britten) riservando la consueta attenzione anche alla musica contemporanea (con brani di Ambrosini, il Concerto per pianoforte di Adès eseguito da Kirill Gerstein e la Faust-Cantata di Schnittke, prima esecuzione a Santa Cecilia). A marzo, invece, dirigerà Orchestra e Coro – quest’ultimo istruito dal Maestro Piero Monti e che sarà presente in stagione in 12 produzioni –, nella Turandot di Puccini in forma di concerto per la prima volta eseguita a Santa Cecilia. Un evento unico che segnerà il debutto di Jonas Kaufmann nel ruolo di Calaf e quello di Sondra Radvanovsky nel ruolo di Turandot.

Interpreti di assoluto prestigio, quindi, tra importanti ritorni e grandi debutti che si cimenteranno in un programma che spazia dal Barocco al Romanticismo, dalla musica inglese e italiana del XX secolo a repertori inusuali e rarità, con un focus sulla musica dedicata alla fiaba. Da rimarcare la presenza, per il terzo anno consecutivo, di Kirill Petrenko , a testimonianza dello stretto rapporto che il direttore principale dei Berliner Philharmoniker ha stretto con l’Accademia. Vanno menzionati, inoltre, due ambiziosi programmi affrontati da Sir John Eliot Gardiner e Manfred Honeck: il primo sarà impegnato nella direzione della Creazione del Mondo di Haydn nella versione italiana di un intellettuale dell’epoca, Giuseppe Carpani, amico personale del compositore, mentre Honeck affronterà un complesso percorso spirituale incontrando, attraverso il Requiem di Mozart, anche altre musiche e parole legate alla tradizione cattolica. Stanislav Kochanovsky e Juraj Valcuha saranno i protagonisti di “Fiabe in musica”, rassegna dedicata alle grandi narrazioni musicali come La fanciulla di neve di Čajkovskij, musica di scena per la commedia di Ostrovskij, con la voce narrante di Milena Vukotic, Il bacio della fata di Stravinskij e la Cenerentola di Prokof’ev. Saranno diverse le partecipazioni di attori, come voce narrante, nei concerti di stagione. Valerio Aprea leggerà i sonetti che lo stesso Vivaldi scrisse come programma per Le Quattro Stagioni, in occasione del concerto di Gil Shaham che eseguirà anche una rarità in prima esecuzione italiana: il Concerto per violino e orchestra, op. 8 n. 9 di Joseph Boulogne Chevalier de Saint-Georges, primo compositore mulatto nel panorama parigino del XVIII secolo. Un altro noto nome del teatro, Walter Malosti, sarà protagonista del concerto diretto da Philippe Herreweghe con una sua personale lettura del Sogno di una notte di mezza estate, in cui lo stesso Malosti guiderà l’ascoltatore nella drammaturgia dell’opera shakespeariana interpretando i personaggi del capolavoro del bardo inglese accompagnato dalle musiche di Mendelssohn.

Numerose le bacchette che debuttano in questa nuova stagione: Jaap van Zweden, Direttore Musicale della New York Philharmonic, Michele Mariotti, Lorenzo Viotti, Markus Stenz , Maxim Emelyanychev, classe 1988 e Direttore Principale dell’ensemble Il Pomo d’Oro. Tra le voci, non mancheranno nomi noti come la star della lirica Rachel Willis Sørensen, Wiebke Lehmkuhl, Raffaele Pe, Eleonora Buratto, Teresa Iervolino, Michael Spyres, Michele Pertusi, Saimir Pirgue Michele Pertusi. In occasione del centenario dalla scomparsa di Enrico Caruso, Javier Camarena omaggerà il grande tenore nel Concerto di Natale diretto da Riccardo Frizza. Il cartellone si arricchisce, inoltre, di prestigiosi nomi del concertismo internazionale: Janine Jansen, Lisa Batiashvili, Emmanuel Tjeknavorian, Hilary Hahn, Leonidas Kavakos, Paul Lewis, Kirill Gerstein che rappresentano solo alcune delle punte di diamante che si esibiranno in questa stagione. Ivo Pogorelich sarà il protagonista del concerto di apertura della Stagione da Camera, il 18 ottobre, ma è solo il primo di una parata di stelle che andranno ad arricchire il cartellone da Camera: tra gli altri ricordiamo Maurizio Pollini, Lang Lang, Jean-Yves Thibaudet, Arcadi Volodos, Angela Hewitt (al suo debutto a Santa Cecilia), Mario Brunello, Giovanni Sollima, Simone Rubino, Janine Jansen, Seong-Jin Choe Grigory Sokoloval quale è affidato il concerto conclusivo della stagione.


LA STAGIONE SINFONICA

Dopo il concerto inaugurale diretto da Jakub Hrůša, il 13 ottobre (repliche il 15 e il 16) il Direttore Principale dei Berliner Philharmoniker Kirill Petrenko torna - per il terzo anno consecutivo - sul podio dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per dirigere Calma di mare e viaggio felice di Mendelssohn, Ouverture ispirata da un poema di Goethe e il Concerto per pianoforte n. 2 di Brahms con Boris Giltburg al pianoforte. Il pianista israeliano nato a Mosca, che debutta a Santa Cecilia, è apprezzato in tutto il mondo come un interprete profondamente sensibile e convincente. I critici hanno elogiato la sua "linea di canto, la varietà di tocco e l'ampia tavolozza dinamica capace di grandi esplosioni di energia" (Washington Post). Completa il programma La Mer di Debussy, tra le più innovative, intime e introspettive composizioni del compositore francese. Il primo debutto sul podio in questa stagione sarà quello del russoMaxim Emelyanychev, la cui visibilità internazionale è dovuta anche alla fortunata e proficua collaborazione con l’ensemble “Il Pomo d’Oro” e che il 21, 22 e 23 ottobre dirigerà il Concerto per violoncello n. 1 di Schumann, solista il giovane virtuoso austro - iraniano Kian Soltani, la Sinfonia n. 1 di Brahms e The Chairman Dances, del compositore contemporaneo americano John Adams. Debutto alla guida dell’Orchestra anche per Philippe Herreweghe, ospite del cartellone sinfonico nelle passate stagioni con ensemble ospiti. Il direttore belga, il 28, 29 e 30 ottobre sarà impegnato alla guida dell’Orchestra e del Coro (femminile) dell’Accademia Nazionale di Santa Ceciliaper dirigere il Concerto per pianoforte di Schumann, con il pianista Alexander Lonquich e Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn, con l’attore e regista teatrale Walter Malosti, che interpreterà, con un proprio adattamento, il capolavoro shakespeariano. Prima volta a Santa Cecilia anche per i protagonisti dei concerti del 4, 5 e 6 novembre. Lorenzo Viotti, Direttore principale della Netherlands Philharmonic Orchestra, della Dutch National Opera e presente sui podi delle più prestigiose orchestre internazionali, debutta a Santa Cecilia con l’Ouverture del Pipistrellodi Johann Strauss e la suite del Rosenkavalier di Richard Strauss. A completare il programma, La Valse di Ravel e il Concerto per violino di Korngold, che segnerà il debutto sul palcoscenico romano anche della giovane violinista tedesca Veronika Eberle. I concerti dell’11, 12 e 13 novembre sono dedicatialla musica contemporanea con il Premio Oscar Tan Dun che dirigerà e presenterà in esclusiva italiana la sua Buddha Passionin collaborazione con il Romaeuropa Festival. Grande attesa per la violinista Hilary Hahn, la cui ultima apparizione a Santa Cecilia risale al 2002, che sarà impegnata nell’esecuzione del Concerto per violino n. 1 di Prokofiev sotto la guida di Stephane Denève (18, 19 e 20 novembre). Il concerto si completerà con Ma mère l'Oye, suite di Ravel e la Sinfonia n. 4 di Čajkovskij. Dopo i concerti di Antonio Pappano del 25, 25 e 27 novembre e il tour in Austria e Germania, sale sul podio Markus Stenz. Direttore Principale della Netherlands Radio Philharmonic Orchestra e della London Sinfonietta, ha collaborato con le più importanti Istituzioni internazionali sia in cartelloni sinfonici che operistici. Il Direttore tedesco debutta a Santa Cecilia il 10, 11 e 12 dicembre con un programma in cui dirigerà Clair de lune di Debussy orchestrata da Stokowski, Le Poème de l'extase di Skrjabin, Berçeuse élégiaque di Busoni, in cartellone l’ultima volta nel 1971 a Massenzio, e completerà il mosaico con il Concerto per pianoforte n. 3 di Rachmaninov con Andrei Korobeinikov.

Fiabe in Musica” è l’appuntamento del 16, 17 e 18 dicembre con Stanislav Kochanovsky, che ritorna sul podio dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e un cast internazionale composto da Agunda Kulaeva, Alexander Mikhailov e Milena Vukotic, come voce narrante nell’esecuzione di La fanciulla di neve (“Snegurochka”) op. 12 di Čajkovskij, musica di scena per la commedia del drammaturgo russo Alexadr Nikolaevi

Ostrovskij, per la prima volta nei concerti dell’Accademia. Il Concerto di Natale, il 22 dicembre, sarà un appuntamento speciale per rendere omaggio a una leggenda della musica: Enrico Caruso, nell’anno del centenario della scomparsa. Sul palco salirà il tenore Javier Camarena, diretto da Riccardo Frizza. Il programma include alcune arie che furono cavalli di battaglia del grande tenore tratte da: Lafanciulla del West e La Bohème di Puccini, La Favorita di Donizetti, Rigoletto e La Traviata di Verdi, Carmen e da Les pêcheurs de perles di Bizet, per citarne alcune. Juraj Valcuha dirige il secondo appuntamento di “Fiabe in Musica” il 7, 8 e 9 gennaio. Il programma prevede Il bacio della fata di Stravinskij, la Cenerentola di Prokofiev e Menuet Antique di Ravel.

Appuntamento da non perdere quello con Sir John Eliot Gardiner che ritorna sul podio di Santa Cecilia per un concerto unico nel suo genere: il 13, 14 e 15 gennaio, il direttore inglese dirigerà La Creazione del mondo di Haydn nella versione in italiano su libretto di Giuseppe Carpani. Insieme ad Orchestra e Coro dell’Accademia di Santa Cecilia, un cast internazionale composto dal soprano Lenneke Ruiten, dal tenore Giovanni Sala e dal baritono Roberto Lorenzi per quella che sarà la prima ripresa moderna di questa edizione. Dopo i concerti del Maestro Pappano e la tournée internazionale, l’Orchestra fa ritorno in sede il 17, 18 e 19 febbraio dove Myung-Whun Chung dirigerà la Sinfonia n. 6 di Bruckner e il Concerto per violino di Mendelssohn, la star dell’archetto Leonidas Kavakos. Ancora Mendelssohn per un altro gradito ritorno sul podio ceciliano: quello di Daniele Gatti il 24, 25 e 26 febbraio con la Sinfonia n. 4 “Italiana” di Mendelssohn e la Sinfonia n. 1 “Titano” di Mahler. Debutta a Santa Cecilia Michele Mariotti, tra i nomi più interessanti della scena contemporanea fresco di nomina come Direttore Principale dell’Opera di Roma, che il 14, 15 e 16 aprile sarà impegnato nella direzione del Concerto per pianoforte di Britten con Alessandro Taverna e Prokof’ev Ouverture su temi ebraici, Čajkovskij Sinfonia n. 2 “Piccola Russia”. Ritorna anche Sakari Oramo il 28, 29 e 30 aprile con un programma molto accattivante che alla Sinfonia n. 1 “Primavera” di Schumann abbinerà la musica di Kaja Saariaho, compositrice finlandese tra le più importanti in attività, della quale verrà eseguita Ciel d’hiver, in prima esecuzione italiana. Il mosaico si completerà con un’altra rarità: il Concerto per violino n. 2 “I Profeti” di Castelnuovo-Tedesco, opera che ha consacrato le carriere dei più importanti violinisti della storia moderna e che sarà eseguita da Emmanuel Tjeknavorian, il cui virtuosismo è stato già apprezzato a Santa Cecilia. Il 5, 6 e 7 maggio Tugan Sokhiev, Direttore del Teatro Bol'šoj di Mosca, dirigerà Orchestra e Coro dell’Accademia di Santa Cecilia in un programma interamente dedicato al grande sinfonismo russo: la cantata La Primavera di Rachmaninov con il baritono Garry Magee, le Danze Polovesiane di Borodin e la Sinfonia n. 5 di Čajkovskij. Tra i programmi più ambiziosi e innovativi di questa stagione rientra quello che verrà proposto da Manfred Honeck il 14, 15 e 16 maggio. Il Direttore austriaco, infatti, dirigerà Orchestra e Coro in un viaggio tra musica e parole interamente dedicato a Mozart. Un programma spirituale e trascendentale che dal Requiem di Mozart sviscererà il rapporto tra il compositore austriaco e la morte attraverso una rilettura delle sue parole e non solo. Quella di Honeck non sarà una mera interpretazione ma una rilettura totale dell’opera e un suo nuovo collocamento nello spazio musicale. Il 20, 21 e 22 maggio Gil Shaham sarà protagonista della prima esecuzione italiana del Concerto per violino e orchestra, op. 8 n. 9 del compositore Joseph Bologne Chevalier de Saint-George, primo compositore mulatto nel panorama parigino del XVIII secolo, nato a Guadalupe da una relazione clandestina tra un ricco proprietario terriero e una schiava di origine senegalese. Boulogne si trasferì a Parigi molto giovane e ricevette un’educazione molto rigida e trasversale. Grazie alla sua abilità nella spada divenne presto ufficiale della Guardia del Re e contemporaneamente portò a compimento lo studio della musica, diventando grande virtuoso del clavicembalo, del violino e infine direttore d’orchestra. Sempre nello stesso concerto, Le Quattro Stagioni di Vivaldi vedranno la partecipazione dell’attore Valerio Aprea, il quale leggerà i sonetti che lo stesso Vivaldi aveva scritto come base programmatica per le sue composizioni. Infine, troviamo il celebre brano di Arvo Pärt “Fratres”. Il 26, 27 e 28 maggio debutta Jaap van Zweden, Direttore principale della New York Philharmonic, che dirigerà due “Sinfonie n. 5”, quella di Beethoven e quella di Šostakovič. Dopo il secondo concerto del nuovo Direttore Ospite Principale, Jakub Hrůša, il 9 giugno, sarà la volta di Daniel Harding, altro atteso ritorno sul podio ceciliano, a dirigere l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia per l’ultimo concerto di Stagione. Il 16, 17 e 18 giugno saranno le note di Ein Heldenleben di Strauss e del Concerto per pianoforte di Grieg, eseguito dal virtuoso Paul Lewis, a concludere un anno di appuntamenti con la grande Musica.


LA STAGIONE DI MUSICA DA CAMERA

Nel solco della tradizione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di ospitare i grandi interpreti della scena mondiale, anche la Stagione di Musica da Camera 2021-22presenta una lista di appuntamenti di assoluto rilievo e di grande interesse nei contenuti.

Uno dei percorsi che attraversano questa stagione è quello dei recital pianistici affidati ai grandi della tastiera: 11 concerti di solo pianoforte. Si comincia, come inaugurazione della stagione, il 18 ottobre 2021con Ivo Pogorelichin un “tutto” Chopin. Il pianista croato ha da alcuni anni ripreso la sua attività concertistica ritrovando quello smalto tecnico e interpretativo che assieme all’originalità delle sue letture ne hanno fatto uno dei casi più singolari del panorama concertistico internazionale. A seguire troviamo Seong-Jin Cho, ultimo vincitore del Concorso Chopin (2015) e che ha al suo attivo una sfolgorante carriera che lo ha portato in tutto il mondo. Con l’Accademia di Santa Cecilia Cho ha sviluppato un’intensa attività negli ultimi anni, specialmente come solista con l’orchestra, ma l’8 novembre eseguirà il suo primo recital nelle stagioni dell’Accademia. In programma l’iperbolico Gaspard de la nuit di Ravel e i 4 Scherzi di Chopin.

A una settimana di distanza, il 15 novembretroviamo Jean-Yves Thibaudet. Il pianista francese, interprete raffinato e autentico del repertorio pianistico del suo Paese, propone in un’unica serata tutti i Préludes di Debussy (Livre I e II). Il 29 novembreè la volta di Arcadi Volodos. Con Brahms e Schubert il pianista russo conferma il suo nuovo percorso artistico che, partito dall’esplorazione di un repertorio di spiccato virtuosismo, sta virando verso un approfondimento di pagine più introverse e delicate, come quelle proposte in questo recital. Sorretto da quella tecnica di acciaio di cui Volodos resta dominatore, le sue interpretazioni di pagine del Romanticismo tedesco risultano di straordinario valore musicale. Fuori abbonamento il 6 dicembre, il pubblico romano potrà ascoltare Lang Lang, assente dalla Capitale ormai da molti anni. Le apparizioni di questo straordinario pianista, la sua intensa attività social, hanno sin dai suoi esordi suscitato l’interesse non solo del pubblico più esperto ma di tanti giovani e giovanissimi che affollano i suoi concerti in ogni parte del mondo.

Nel 2022 ad aprire la sfilata di grandi interpreti del pianoforte sarà Angela Hewitt (19 gennaio). La pianista britannica ha da sempre dedicato una grande attenzione al repertorio barocco divenendo un’apprezzatissima e ricercata interprete della musica di Bach, che naturalmente occupa grande parte di questo suo programma romano. Accanto a Bach, però, si potranno ascoltare altri gioielli della musica di quell’epoca con pagine di Couperin e del “nostro” Scarlatti. Il 7 febbraiouno degli appuntamenti più attesi da tutti gli appassionati sarà quello con Maurizio Pollini. Il grande pianista italiano ritorna a Roma dopo qualche anno di assenza. Il programma è ancora da definire ma è certo che il concerto sarà, come sempre quando suona Pollini, un sold-out. Concerto molto speciale sarà quello del 14 febbraioe che vede sul palco della Sala Santa Cecilia l’eccezionale duo pianistico costituito da Daniil Trifonov eSergei Babayan: la giovane star del concertismo internazionale incontra il collega più anziano, pianista di culto tra gli appassionati della tastiera, in una serata tutta dedicata alle scintillanti e virtuosistiche pagine per due pianoforti di Rachmaninov.

Il pianista russo Nikolai Luganskyè erede di una tradizione straordinaria, quella della scuola russa che nel tempo ha visto la nascita di eccezionali interpreti e che Lugansky con alto magistero tecnico ed interpretativo prosegue nei nostri tempi. Il programma che potrà essere ascoltato il 16 marzocomprende oltre a due Sonate di Beethoven, la 101 e l’“Appassionata”, il Preludio Corale e Fuga di Franck e si chiude con gli impervi Etudes tableaux di Rachmaninov. Chiude questa stellare rassegna di grandi pianisti Grigory Sokolov, l’11 aprile. Il programma non è ancora noto ma Sokolov rappresenta un punto di riferimento al quale il pubblico romano da molti anni riserva un’attenzione speciale e anche questa volta si può essere certi che saprà incantare gli ascoltatori con il suo pianismo dal tocco calibratissimo, dalle mille sfumature coloristiche e dal timbro argentino.

Un altro tema che percorre la Stagione di Musica da Camera è quello degli artisti italiani. È stato già citato Maurizio Pollini con il suo recital del 7 febbraio ma assieme a lui troviamo altri straordinari musicisti che danno lustro al nostro Paese. Ad iniziare la serie di artisti italiani, due campioni del violoncello, amati dal pubblico di tutte le età, capaci di suscitare un entusiasmo straordinario per le loro esecuzioni travolgenti, raffinate e originali: per la prima volta assieme Mario Brunello eGiovanni Sollima (25 ottobre) in un programma eclettico dal titolo “Suite Italienne” che comprende pagine di autori italiani o ispirate all’Italia come la Suite di Stravinsky che dà il titolo al concerto. Le curiosità non si fermano solo al repertorio eseguito ma culminano con un omaggio al “pop” costituito dalla Bohemian Rhapsody dei Queen e che vede i due interpreti cambiare strumento mano mano che il programma si sviluppa.

Il giovane e strabiliante percussionista Simone Rubino,che ha conquistato vittorie su vittorie in tutti i concorsi internazionali ai quali ha partecipato, è un fenomenale musicista e il suo recital si annuncia (il 3 novembre) come un vero one man show. Tra varie pagine dedicate alle diverse famiglie degli strumenti a percussioni, di autori come Tan Dun, David Lang, Xenakis, ascolteremo una singolare trascrizione per percussioni della celebre Ciaccona di Bach dalla Partita n. 2 per violino solo.

I percorsi della stagione si incrociano con il concerto del 24 novembrenel quale abbiamo il primo appuntamento “barocco” della stagione, questa volta tutto italiano non solo per il programma, la Juditha Triumphans di Vivaldi - l’unico oratorio sopravvissuto dei quattro scritti dal Maestro veneziano per le giovani dell’ospedale della Pietà - ma anche per gli interpreti che, salvo eccezioni, sono tutti italiani, dal direttore Federico Maria Sardelliad alcune delle interpreti vocali di questo autentico capolavoro del compositore veneziano. Sul palcoscenico L’Accademia Barocca e ilCoro di Santa Cecilia.

Un concerto imperdibile che aiuta a mettere a fuoco l’importanza di Vivaldi anche nella musica vocale oltre a confermare la straordinaria audacia e varietà del compositore nella sperimentazione di una combinazione strumentale e timbrica particolarmente ardita. Il 15 dicembre con un programma di grande intensità gli Archi di Santa Cecilia, guidati come sempre da Luigi Piovanorenderanno omaggio ad Astor Piazzolla nei 100 anni dalla nascita, a Stravinskij nei 50 dalla morte e chiuderanno con la suadente e poetica Serenata per archi di Čajkovskij. L’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia annovera tra le sue fila alcuni eccezionali solisti che insieme il 12 gennaio 2022daranno vita a una serata interamente dedicata alla musica di Francis Poulenc. Il compositore francese ha dedicato molte pagine agli strumenti a fiato che costituiscono oggi un punto di riferimento essenziale nel repertorio di ogni strumentista di questa famiglia dell’orchestra. Con il pianista Pietro De Mariatroviamo infatti Andrea Oliva(flauto), Francesco Di Rosa(oboe), Alessandro Carbonare(clarinetto), Francesco Bossone(fagotto) e Guglielmo Pellarin(corno), ognuno impegnato in un brano dedicato al proprio strumento e poi tutti assieme nel magnifico ed elegante Sestetto.

Italiano è anche il Quartetto Adorno (3 febbraio), formazione giovanissima che si è guadagnata il plauso delle più importanti platee mondiali. I quattro musicisti propongono alcune pagine cruciali del repertorio per quartetto d’archi come l’op. 130 (con la Grande Fuga op. 133) di Beethoven e il Quartetto n. 14, op.142 di Šostakovi

accanto alle miniature delle Sei Bagatelle op. 9 di Webern.

Il secondo appuntamento barocco della stagione è anch’esso tutto italiano e ci porta alla scoperta di un repertorio prezioso e raro: quello delle canzoni, delle arie e dei mottetti di Claudio Monteverdi. Interprete d’eccezione è il controtenore Raffaele Pecontornato dai musicisti dell’ensemble La Lira d’Orfeo, il 23 febbraio 2022.

Tra i grandi solisti di questa stagione va infine ricordato il concerto del 23 marzodella violinista olandese Janine Jansen(impegnata anche sul fronte sinfonico con Pappano nei giorni adiacenti) e del pianista russo Denis Khozhukinche eseguiranno, tra le altre cose, la celeberrima “Kreutzer” di Beethoven.


I CONCERTI ALL’ESTERO

Il progressivo e atteso miglioramento della situazione pandemica consentirà anche la ripresa di una attività che negli ultimi dieci anni ha caratterizzato, in una misura estremamente importante, la vita, il nome e il prestigio dei complessi artistici dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia: quello delle tournée.

Già alla fine di novembre 2021 (dal 29 novembre al 4 dicembre)l’Orchestra guidata da Antonio Pappanoe con Daniil Trifonov, solista al pianoforte, affronterà un giro di concerti europeo che toccherà le città di Vienna, al Musikverein il 29 novembre, alla Philharmonie di Monaco di Baviera (30 novembre), alla Elbphilharmonie di Amburgo (1° dicembre), a Düsseldorf (3 dicembre) e Francoforte (4 dicembre). È un segnale importante che testimonia come le richieste di ospitare la nostra orchestra (ma anche il nostro Coro) nelle principali sedi di concerti e nelle sale più importanti d’Europa sia sempre vivo.

Europeo è anche il secondo tour previsto nel febbraio 2022e che vedrà la nostra Orchestra eseguire concerti in altre importanti capitali e città europee: si comincia da Madrid l’8 febbraio, dove l’Orchestra torna dopo 15 anni, poia Barcellona (al Palau de la Musica) il 9, a Parigi (l’11 alla Philharmonie)e a Londra (12 febbraio) al Barbican. Sul podio Antonio Pappanocon un’alternanza di violoncellisti del calibro di Sol Gabetta, Jean-Ghuien Queyrase Narek Hakhnazaryancon musiche di Dukas, Saint-Saëns e Sibelius.

Il 1° e 2 aprile2022l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia sarà nuovamente ospite, come accade ormai da tempo, del Festival Rostropovich di Mosca. Questa volta sul podio troviamo Daniele Gattiinsieme al il violoncellista Kian Soltani. Due diversi programmi dedicati al pubblico moscovita in questo breve tour: il primo con la Sinfonia n. 4 Italiana” di Mendelssohn assieme alla Concertante di Haydn e la Seconda Sinfonia di Beethoven, il secondo con il Concerto per violoncello n. 1 di Šostakovič e la Sinfonia n. 1 “Titano” di Mahler.

Anche il Coro dell’Accademia di Santa Cecilia, diretto da Piero Monti, effettuerà una tournée recandosi a La Valletta per l’esecuzione del Requiem di Mozart con l’Orchestra Filarmonica di Malta (2 aprile).


OTTO VOLTE PAPPANO

Sono otto le produzioni che vedranno impegnato il Direttore Musicale dell’Accademia nella nuova stagione. Sir Antonio Pappano offrirà al pubblico l’interpretazione di un vasto repertorio che si estende dal Belcanto di Rossini al Romanticismo austro-tedesco, al repertorio inglese della prima metà del Novecento con Benjamin Britten e Ralph Vaughan Williams fino alla musica contemporanea di Thomas Adès, Alfred Schnittke e Claudio Ambrosini. Inoltre, Pappano salirà sul podio di Orchestra e Coro affiancati da un cast internazionale per dirigere – per la prima volta – la Turandot di Giacomo Puccini.

Il primo appuntamento che lo vede protagonista è a fine novembre (25, 26 e 27), prima di una lunga tournée con tappe in Austria e Germania. Sir Tony dirige l’Orchestra nella Sinfonia n. 1 di Jean Sibelius ma nella prima parte del concerto tornerà a Santa Cecilia un ospite d’eccezione, il richiestissimo fuoriclasse del pianoforte – assente dalle stagioni ceciliane dal 2018 dopo una lunga e acclamata tournée in Asia – Daniil Trifonov che si cimenterà in un suo cavallo di battaglia: il Concerto per pianoforte n. 1 di Johannes Brahms. A gennaio (27, 28, 29) spazio per una grande passione del Maestro che dedicherà questo concerto a un autore simbolo del melodramma italiano: Gioachino Rossini. Insieme a un cast stellare composto dal soprano Eleonora Buratto, dal contralto Teresa Iervolino, dai tenori Javier Camarena e Michael Spyres e dal basso Carlo Lepore, dirigerà la Messa di Gloria di Rossini, che verrà incisa per Warner Classics. Sempre di Rossini verranno eseguite le Arie "Quali accenti - Bella imago degli dèi" dalla Semiramide, "E a tanto giunger puote" da Otello, e la Sinfonia da Armida. Sarà questa l’occasione per dedicare all’ex Presidente di Santa Cecilia Bruno Cagli una giornata di studi rossiniani.

Nel mese di febbraio (3, 4 ,5)Pappano presenta una prima esecuzione italiana: il Concerto per pianoforte e orchestra di Thomas Adès, che nel 2012 salì sul podio di Orchestra e Coro dell’Accademia per dirigere alcune sue composizioni. Il Concerto per pianoforte è stato commissionato al compositore britannico dalla Boston Symphony Orchestra per il pianista russo-americano Kirill Gerstein che siederà al pianoforte anche in questa occasione. Completato nel 2018, è stato diretto il 7 marzo 2019 dallo stesso compositore nella prima mondiale alla Symphony Hall di Boston. Accolto con grande entusiasmo da pubblico e critica, il Boston Globe lo ha definito "un felice incontro tra giganti" (tra Adès e Gerstein) mentre il Boston Classical Review ha aggiunto: “l'effetto è ipnotizzante e il Concerto si pone come il più grande risultato di Adès fino ad oggi.” Completano il programma L’apprenti sorcier di Paul Dukas e Also sprach Zarathustra di Richard Strauss. Il mese di marzo vedrà Sir Tony impegnato in tre produzioni con le compagini ceciliane, una delle quali legata a un’altra incisione discografica Warner Classics: la Turandot di Giacomo Puccini in forma di concerto (fuori abbonamento). Il 12 marzo, al termine delle sessioni di registrazione, Pappano dirigerà un cast internazionale con Jonas Kaufmann e Sondra Radvanovsky al debutto rispettivamente nel ruolo di Calaf e di Turandot, Ermonela Jaho (Liu), Michael Spyres (Altum), Gregory Bonfatti (Pang), Siyabonga Maqungo (Pong), Michael Spyres (Altum), Mattia Olivieri (Ping) e Michele Pertusi (Timur).

A marzo un’altra prima esecuzione a Santa Cecilia sotto la bacchetta del suo Direttore Musicale: il 17, 18 e 19 Pappano dirige la Faust-Cantata, una delle composizioni più importanti del russo Alfred Schnittke;composta nel 1983, è una riflessione del compositore sui temi del Bene e del Male, della colpa e della redenzione. A seguire, Pappano continua il suo viaggio nella musica di Anton Bruckner, contrapponendo alla Faust-Cantata la sacralità bruckneriana con l’esecuzione della monumentale Sinfonia n. 9, testamento sinfonico incompiuto del compositore austriaco dedicata “Al buon Dio”, confermando l’intimo legame che sussiste tra il suo sinfonismo e la fede cattolica. Il 24, 25e26 marzoun programma tutto inglese con autori del ‘900 quello con Janine Jansen che torna a Roma per cimentarsi nel Concerto per violino di Benjamin Britten, pezzo di rara esecuzione che manca dai cartelloni dell’Istituzione dal 1978. Completano il programma le Enigma Variatios di Edward Elgar che contengono il famoso Nimrod, uno dei bis preferiti dal Maestro Pappano durante le tournée all’estero, e Fantasia on a theme by Thomas Tallis di Ralph Vaughan Williams che prendeva spesso spunto da temi popolari inglesi o composizioni rinascimentali per i suoi lavori e per questa Fantasia scelse un inno di Thomas Tallis, tra i maggiori compositori e polifonisti del rinascimento inglese. Ancora un concerto per violino, questa volta con Lisa Batiashvili, artista con cui Pappano collabora stabilmente: il 7, 8 e 9 aprile, oltre alla prima esecuzione assoluta del compositore veneziano Claudio Ambrosini Dosàna nóva, Pappano dirige l’Orchestra e Lisa Batiashvili nel Concerto per violino n. 3 di Camille Saint-Saëns che manca dai cartelloni dell’Accademia dal 1976. A chiudere il programma, la Sinfonia n. 4 di Johannes Brahms. È un programma tutto italiano quello del 21, 22 e 23 aprile, dove Pappano, l’Orchestra e il Coro dell’Accademia, il tenore Saimir Pirgu e il baritono Mattia Olivieri eseguiranno la Messa di Gloria di Giacomo Puccini (ultima esecuzione a Santa Cecilia nel 1990), opera giovanile in cui si manifesta già tutta la futura grandezza del compositore. Dopo le prime esecuzioni, accolte con favore da pubblico e critica, non venne quasi più eseguita fino al 1952 con concerti a Chicago e poi a Napoli. Puccini in seguito utilizzò alcuni dei suoi temi in altre sue opere: l’Agnus Dei nella Manon Lescaut e il Kyrie in Edgar. Il programma prevede, inoltre, l’Elegia di Amilcare Ponchielli e il poema sinfonico di Victor De Sabata Juventus composto nel 1919 e dedicato al fratello Libero, in quel periodo sotto le armi. Poco dopo la prima esecuzione, il poema è stato diretto da Arturo Toscanini alla Scala di Milano, da Richard Strauss in una tournée sudamericana e da Walter Damrosch negli Stati Uniti con la New York Philharmonic Orchestra.


JAKUB HRŮŠA

DIRETTORE OSPITE PRINCIPALE

Definito dalla rivista musicale “Gramophone” uno dei migliori direttori d’orchestra nel panorama musicale internazionale, il direttore cecoJakub Hrůša è appena stato nominato Direttore Ospite Principale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. L’incarico, di durata triennale, lo vedrà impegnato in almeno tre produzioni a stagione, in alcuni progetti speciali e in una tournée nazionale o internazionale.

Direttore principale dei Bamberger Symphoniker e ospite nei cartelloni delle maggiori orchestre, come i Wiener e i Berliner Philharmoniker, la Chicago Symphony Orchestra, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks e la Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, Hrůša è tra i direttori più acclamati del momento, ed è ben noto al pubblico romano e alla critica musicale per la superba interpretazione – al suo debutto sul podio dell’Orchestra dell’Accademia – del poema sinfonico di Smetana Ma Vlast (2016), oltre ad altri concerti di grande successo nel 2018, nel 2019 e del 5 giugno 2021 che ha fatto registrare il sold out nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Inoltre, Hrůša è salito sul podio dell’Orchestra ceciliana il 1° giugno scorso in occasione del concerto tenutosi nei giardini del Quirinale per le celebrazioni del 75° anniversario della Repubblica Italiana alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il primo impegno del nuovo Direttore Ospite Principale sarà l’inaugurazione della Stagione Sinfonica: il 7, 8 e 9 ottobre Hrůša dirigerà l’Orchestra, il Coro – istruito da Piero Monti – e le voci soliste di Rachel Willis-Sørensen (soprano) e Wiebke Lehmkuhl (contralto) nella Sinfonia n. 2 in do minore “Resurrezione”di Gustav Mahler. Il secondo appuntamento che lo vedrà protagonista si terrà a giugno (9, 10 e 11) per un concerto con l’Orchestra e il Coro dell’Accademia e un programma dedicato alla sua terra che impagina la Sinfonia n. 9 "Dal Nuovo Mondo" di Antonin Dvořák – ultima e celeberrima sinfonia del compositore boemo – e la Missa Glagolitica di Janáček, di rara esecuzione, ascoltata nella stagione sinfonica di Santa Cecilia l’ultima volta nel 1996. Il cast dei cantanti sarà composto da Kateřina Kněžíková, Jarmila Balážová, Richard Samek e Jozef Benci.

Nato in Repubblica Ceca, Jakub Hrůša è Direttore Principale dei Bamberger Symphoniker, Direttore Ospite della Filarmonica Ceca e Direttore Ospite Principale della Philharmonia Orchestra. Collabora regolarmente con le principali orchestre del mondo. Tra le sue collaborazioni più recenti segnaliamo i suoi brillanti debutti con la Filarmonica di Vienna, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, l’Orchestre de Paris e la NHK Symphony, dalle quali è stato subito reinvitato. Si esibisce regolarmente con i Berliner Philharmoniker, la Royal Concertgebouw Orchestra, la Mahler Chamber Orchestra, la Cleveland Orchestra, la New York Philarmonic e la Chicago Symphony. Come direttore d’opera è stato ospite del Glyndebourne Festival, dirigendo Vanessa, La piccola volpe astuta, Sogno di una notte di mezza estate, Carmen, Il giro di vite, Don Giovannie La Bohème, e ha lavorato come Direttore Musicale del Glyndebourne on Tour per tre anni. Ha inoltre diretto diverse produzioni in scena al Royal Opera House-Covent Garden (Carmen), alla Staatsoper di Vienna (L’affare Makropulos), all’Opera di Zurigo (L’affare Makropulos) e all'Opéra National de Paris (Rusalkae La vedova allegra). Collaborazioni con solisti e cantanti di altissimo livello hanno incluso, nelle recenti stagioni, apparizioni con Behzod Abduraimov, Pierre-Laurent Aimard, Piotr Anderszewski, Leif Ove Andsnes, Emanuel Ax, Lisa Batiashvili, Joshua Bell, Jonathan Biss, Yefim Bronfman, Rudolf Buchbinder, Renaud Capuçon, Isabelle Faust, Bernarda Fink, Martin Fröst, Julia Fischer, Vilde Frang, Sol Gabetta, Véronique Gens, Christian Gerhaher, Kirill Gerstein, Vadim Gluzman, Karen Gomyo, Augustin Hadelich, Hilary Hahn, Barbara Hannigan, Alina Ibragimova, Janine Jansen, Karita Mattila, Leonidas Kavakos, Sergey Khachatryan, Denis Kozhukhin, Lang Lang, Igor Levit, Jan Lisiecki, Albrecht Mayer, Johannes Moser, Viktoria Mullova, Anne-Sofie Mutter, Kristine Opolais, Stephanie d’Oustrac, Emmanuel Pahud, Olga Peretyatko, Jean-Guihen Queyras, Josef Spacek, Jean-Yves Thibaudet, Daniil Trifonov, Simon Trpčeski, Mitsuko Uchida, Klaus Florian Vogt, Yuja Wang, Frank Peter Zimmermann e Nikolaj Znaider.

In campo discografico, alcune delle sue più importanti pubblicazioni includono Vlast di Smetana con i Bamberger Symphoniker (Tudor) e i Concerti per Orchestra di Bartók e Kodály con la RSB Berlin (Pentatone). Ha inoltre registrato la Symphonie fantastique di Berlioz, la Alpensinfonie di Strauss e la Asrael Symphony di Suk con la Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra (Octavia Records), i Concerti per violino di Čajkovskij e Bruch con Nicola Benedetti e la Filarmonica Ceca (Universal), oltre a nove dischi di repertorio ceco con la PKF-Prague Philharmonia (Pentatone e Supraphon), dove è stato Direttore Musicale dal 2009 al 2015. Tra le sue più recenti uscite discografiche sono comprese le Sinfonie di Dvořák e Brahms con i Bamberger Symphoniker (Tudor), la Asrael Symphonydi Suk con la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks (BR Klassik) e il Requiem e il Te Deumdi Dvořák con la Czech Philharmonic (Decca). Nel 2020 due delle sue incisioni – i Concerti per pianoforte di Dvořák e Martinů con Ivo Kahánek e i Bamberger Symphoniker (Supraphon), e l‘opera Vanessa di Samuel Barber eseguita con la London Philharmonic Orcehstra e il Glyndebourne Chorus (Opus Arte) – si sono aggiudicati il BBC Music Magazine Award.

Jakub Hrůša ha studiato direzione all’Academy of Performing Arts di Praga, tra l’altro con il celebre Jiří Bĕlohlávek. Attualmente è Presidente dell’International Martinů Circle e della Dvorak Society, ed è stato il primo vincitore del Sir Charles Mackerras Prize.


LA MUSICA DI OGGI

Nelle stagioni concertistiche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia non manca mai uno sguardo riservato alla creatività contemporanea. È del compositore americano John Adams- tra le figure più autorevoli del panorama contemporaneo e appena nominato Accademico Onorario di Santa Cecilia - il primo brano che troviamo in cartellone, nel concerto diretto da Maxim Emelyanychev il 21, 22 e 23 ottobre, dal titolo The Chairman Dances. Scritto nel 1985, durante la lavorazione alla sua opera Nixon in China, è sottotitolato "foxtrot for orchestra". Nell'opera, la musica raffigura Chiang Ch'ing, ex attrice e futura Madame Mao, che si intrufola a un banchetto presidenziale, appende delle lanterne di carta ed esegue una danza seducente; il presidente Mao fuoriesce dal suo ritratto e i due ballano un foxtrot. Siamo ancora in Estremo Oriente con l’appuntamento dell’11, 12 e 13 novembre: è il caso del grande affresco di Tan Dun Buddha Passion, realizzato in collaborazione con il Romaeuropa Festival, che lo stesso compositore dirigerà in una prima esecuzione italiana. Basandosi sui racconti della vita del Buddha, sui suoi insegnamenti e sui concetti universali di amore, perdono, sacrificio e salvazione Tan Dun ha composto questa moderna “passione” (sulla falsariga di quelle di Bach) studiando per anni i manoscritti musicali conservati in uno dei templi buddisti più antichi, quello di Dunhuang (Patrimonio dell’Unesco) situato sulla Via della seta, dove si trovano anche le grotte di Mogao sulle cui pareti, in secoli di pellegrinaggi, sono state scritte e dipinte tante storie del Buddha. Altra importante prima esecuzione italiana è quella del Concerto per pianoforte e orchestra del compositore inglese Thomas Adèstra le figure di spicco della creatività musicale di oggi. Ne sarà interprete Kirill Gerstein e sul podio troviamo il Direttore Musicale dell’Accademia Antonio Pappano (3, 4, 5 febbraio 2022). Pappano si dedicherà anche all’esecuzione, per la prima volta nei concerti dell’Accademia, della singolare Faust-Cantatadell’eclettico compositore russo Alfred Schnittke, morto nel 1998, che mette in scena la storia secentesca del Dr. Faust e del suo incontro con il diavolo attraverso una caleidoscopica partitura piena di parodie e citazioni, di riletture e imitazioni che attingono ad ogni genere musicale della storia, dal pop al jazz, dalla polifonia alla scrittura seriale (17, 18, 19 marzo).

Tra i diversi brani di compositori viventi, troviamo in cartellone una commissione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia affidata al compositore veneziano Claudio Ambrosini, recentemente nominato Accademico Effettivo e premiato nel 2007 con il Leone d’oro alla Biennale Musica di Venezia, dal titolo Dosana novache verrà eseguita in prima assoluta il 7, 8, 9 aprile 2022con la direzione di Antonio Pappano. Tra gli elementi che caratterizzano ormai da decenni il lavoro di Ambrosini si evidenzia l’idea del suono “cangiante” – cioè la continua trasformazione dei timbri strumentali – l’uso di prospettive sonore, la creazione di illusioni acustiche (che Ambrosini chiama: “trompe-l’oreille”). Tutti aspetti poi da convogliare nella creazione di una forma, un flusso di energia, uno stream, a evidenziare il senso profondo del titolo Dosana nova. In proposito Ambrosini ha scritto: “L’acqua del mare, due volte al giorno, viene a “visitare” Venezia: per sei ore cresce, entrando nella laguna, e nelle sei ore successive esce, riattraversando tutti i canali della città. La marea che ritorna al mare in veneziano si chiama dosana, e quindi dosàna nóva significa “onda nuova” (nouvelle vague, new wave…). Simbolicamente: un riabbracciare la natura dopo aver attraversato un mondo di storia e di cultura. Naturalmente il progetto, nato in epoca pre-Covid, assume un significato particolare dopo la pandemia.Prima esecuzione italiana anche per Ciel d’hiver(2002) della compositrice finlandese Kaja Saariaho- Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 2021 e forse la più importante figura femminile (con Sofia Gubaidulina) tra le compositrici oggi in attività - che sarà diretto da Sakari Oramo il 28, 29 e 30 aprile 2022. Infine, troviamo il celebre brano di Arvo Pärt Fratres, divenuto ormai quasi un classico, nel concerto che Gil Shaham dirigerà (e nel quale suonerà il suo strumento: il violino) il 20, 21 e 22 maggio 2022.Anche nella Stagione di Musica da Camera potremo ascoltare creazioni musicali degli anni a noi vicini. Nel concerto del percussionista Simone Rubino infine - e non poteva essere diversamente dati gli strumenti sul palcoscenico - troviamo in programma brani di David Lang, Tan Dun, Cangelosi, Xenakis e Curtoni,tutti autori della nostra epoca.

Claudio Ambrosini, compositore veneziano. Dopo gli studi liceali classici e quelli presso il Conservatorio di Venezia, si è laureato in Lingue e Letterature Straniere (Milano) e in Storia della Musica (Venezia). Frequenti, a Venezia, gli incontri con Bruno Maderna e Luigi Nono (che annoverava Ambrosini tra i suoi compositori preferiti). Ha composto lavori vocali, strumentali, elettronici, opere liriche, radiofoniche, oratori e balletti, ricevendo numerosi riconoscimenti e partecipando alle principali rassegne internazionali, come il Festival di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, di Strasbourg, Avignon, Lyon, Bruxelles, Helsinki, Stockolm, Vancouver, Montreal, New York, Chicago, Los Angeles, Sidney e altri. Ha inoltre ripetutamente ricevuto commissioni da istituzioni come la RAI, La Biennale di Venezia, la WDR di Colonia, il Ministero della Cultura francese, l’Accademia Filarmonica Romana, l’Orchestra Scarlatti di Napoli, il Festival delle Nazioni, Milano Musica, Grame. Le sue musiche sono state dirette, tra gli altri, da R. Abbado, Luisi, Muti, Masson, Reck, Spanjaard, Störgards, Valade nei programmi dell'IRCAM di Parigi, della Scala di Milano, delle Fondazioni Gulbenkian di Lisbona e Gaudeamus di Amsterdam, del Mozarteum di Salisburgo, dell’Akademie der Künste di Berlino, della Carnegie Hall di New York, di "Perspectives du XX siècle" di Radio France, dell'Autunno Musicale di Varsavia, del Maggio Musicale Fiorentino. Nel 1977 inizia ad occuparsi attivamente di computer music presso il Centro di Sonologia Computazionale dell'Università di Padova. Dal 1979 dirige l'Ex Novo Ensemble, e dal 1983 il CIRS, Centro Internazionale per la Ricerca Strumentale, che ha entrambi fondato a Venezia, oltre al recente gruppo vocale Vox Secreta (2007). Nel 1985 è stato il primo musicista italiano a essere insignito del Prix de Rome e a soggiornare a Villa Medici. Nel 1986 ha rappresentato l’Italia alla Tribuna Internazionale dei Compositori dell’UNESCO.

Premi recenti:

2007 Leone d’Oro per la Musica del Presente della Biennale di Venezia.

2008 Music Theatre Now Prize (Berlino) per il libretto e la musica dell’opera Il canto della pelle - Sex Unlimited

2010 Premio Abbiati: Migliore Novità Teatrale, per il libretto e la musica dell’opera Il killer di parole.

2015 Premio Play It! per l’insieme del suo lavoro.

2019 Premio Abbiati: Miglior Cd di Nuova Musica per Tromper l’oreille

Tra le sue composizioni: Il killer di parole (2008-2010), su libretto proprio, presentato al Teatro La Fenice a conclusione della pentalogia operistica di cui fanno parte anche: Big Bang Circus (2001), opera commissionata dalla Biennale di Venezia e dall'UNESCO; Il canto della pelle - Sex Unlimited (2005), commissionata dal Ministero della Cultura francese, Apocalypsis cum figuris (2012) e Il giudizio universale (1996), opera buffa commissionata dal Festival delle Nazioni.


I debutti

Maxim Emelyanychev

Maxim Emelyanychev è nato nel 1988 in una famiglia di musicisti. Ha ricevuto la sua educazione musicale nella sua città natale, Nizhny Novgorod, e in seguito ha frequentato la classe di direzione di Gennady Rozhdestvensky al Conservatorio Čaikovskij di Mosca.

Poco dopo il suo debutto come direttore all'età di 12 anni, è stato invitato a dirigere alcune delle orchestre barocche e sinfoniche russe. Quindi, nel 2013, è diventato Direttore principale dell'orchestra barocca Il Pomo d'Oro e Direttore principale dell'Orchestra da camera dei solisti di Nizhny-Novgorod.

Nel 2014 ha diretto con grande successo il Don Giovanni di Mozart al Teatro de la Maestranza di Siviglia, e da allora ha iniziato una rapida carriera internazionale con prestigiosi impegni in tutta Europa. Nel 2016 ha debuttato all'Opernhaus Zürich nell'Entführung aus dem Serail, e successivamente ha diretto LaClemenza di Tito al Grand Théâtre di Ginevra e LeNozze di Figaro al Théâtre du Capitole de Toulouse. Ha diretto l'Orchestra of the Age of Enlightenment in due delle maggiori istituzioni liriche internazionali: il Glyndebourne Festival (Rinaldo di Händel) e la Royal Opera House (Agrippina di Händel).

Fra gli impegni più rilevanti della sua carriera ricordiamo inoltre i concerti con l’Orchestra della Svizzera Italiana, Orchestre National de Lyon, Sinfonica di Milano LaVerdi, National de Belgique, Filarmonica di San Pietroburgo, Netherlands Philharmonic, Tokyo Symphony, Royal Liverpool Philharmonic, Orchestre National du Capitole de Toulouse, Berliner Konzerthausorchester e Seattle Symphony.

Inoltre ha collaborato con Il Pomo d'Oro per un tour internazionale con Joyce DiDonato.

Nella stagione 2019/20 Maxim ha iniziato il suo mandato come Direttore Principale della Scottish Chamber Orchestra.

Nelle stagioni 20/21 e 21/22 sono previsti numerosi debutti con importanti orchestre internazionali: Orchestre de Paris, Toronto Symphony, Atlanta Symphony, Münchner Philharmoniker, Gulbenkian Orchestra, London Philharmonic Orchestra, Luxembourg Philharmonic Orchestra, Swedish Radio Symphony, Royal Concertgebouw, Hessischer Rundfunk Frankfurt, Deutsches Symphonie-Orchester e Deutsche Kammerphilharmonie Bremen.

Philippe Herreweghe

Philippe Herreweghe è nato a Gand, dove ha studiato sia all'Università che al Conservatorio di musica. Già da studente ha iniziato a dirigere e nel 1970 ha fondato il Collegium Vocale Gent, riscuotendo subito un grande successo come interprete di musica barocca.

Nel 1977 ha fondato a Parigi l'ensemble La Chapelle Royale, con cui ha eseguito musiche dell'Età dell'Oro francese (XVI sec.). Ha fondato diversi ensemble con i quali ha interpretato un repertorio che va dal Rinascimento alla musica contemporanea. Ricordiamo l'Ensemble Vocal Européen, specializzato in polifonia rinascimentale, e l'Orchestre des Champs Élysées, fondata nel 1991 con l'obiettivo di suonare il repertorio preromantico e romantico su strumenti originali. Tra i momenti salienti della stagione 2021/22 vi sono le apparizioni come direttore ospite con i Wiener Philharmoniker, Münchner Philharmoniker, la Staatskapelle Dresden, l'Orchestre Philharmonique de Radio France, la Philharmonia Orchestra London e la Mahler Chamber Orchestra. Inoltre, nel maggio 2022, in occasione del suo 75° compleanno, Philippe Herreweghe presenterà insieme all'Orchestre des Champs-Élysées Das Lied von der Erde di Mahler. Inoltre, sarà in tournée in Europa con la Passione secondo Matteo di Bach con il Collegium Vocale Gent. Nel settembre 2021, Philippe Herreweghe tornerà al Musikfest Bremen con concerti insieme all'Orchestre des Champs-Élysées e al Collegium Vocale Gent. Philippe Herreweghe ha ricevuto numerosi riconoscimenti: nel 1990 la stampa musicale europea lo ha nominato "Personalità musicale dell'anno", nel 1993 è stato nominato Ambasciatore culturale delle Fiandre insieme al Collegium Vocale Gent. Un anno dopo è stato insignito dell'ordine belga di Officier des Arts et Lettres e nel 1997 ha ricevuto un dottorato onorario dall'Università Cattolica di Lovanio. Nel 2003 ha ricevuto il titolo francese di Chevalier de la Légion d'Honneur. Nel 2010 la città di Lipsia gli ha conferito la sua Bach-Medaille per il suo grande impegno come interprete di Bach. Nel 2017 ha ricevuto un dottorato honoris causa all'Università di Gent e nel 2021 riceve il Musikfest Award Bremen.

Lorenzo Viotti

A partire dalla stagione 2021/22, a soli 30 anni, Lorenzo Viotti è il nuovo direttore principale della Netherlands Philharmonic Orchestra e della Dutch National Opera (DNO) ad Amsterdam.

Viotti ha fatto il suo debutto con la Dutch National Opera a settembre 2019, sostituendo Sir Mark Elder nel doppio cartellone verista Pagliacci / Cavalleria rusticana.

Il giovane direttore franco-svizzero, già Direttore Musicale della Gulbenkian Orchestra di Lisbona dalla stagione 2018/19, si è imposto all'attenzione internazionale con la vittoria di alcuni concorsi: Nestlé e Salzburg Festival Young Conductors Awards 2015 all'età di 25 anni; nonché Cadaqués International Conducting Competition e MDR Conducting Competition nel 2013.

Nel 2017 ha ricevuto l'International Opera Newcomer Award.

Lorenzo Viotti ha già diretto importanti orchestre internazionali tra cui l'Orchestra del Concertgebouw, la BBC Philharmonic di Manchester, la Royal Liverpool Philharmonic, la Tokyo Symphony Orchestra, l'Orchestre National de France, l'Orchestra Sinfonica di Bamberg, l'Orchestra del Gewandhaus, i Münchner Philharmoniker, l'Orchestra Tonkünstler, Rotterdam Philharmonic Orchestra, Danish National Radio Symphony Orchestra, Camerata Salzburg, ORF Vienna Radio Symphony Orchestra, Wiener Symphoniker, Staatskapelle Dresden, Gustav Mahler Youth Orchestra, Royal Philharmonic Orchestra, Filarmonica della Scala, Staatskapelle Berlin, Netherlands Philharmonic, Orchestra Gulbenkian.

I recenti debutti statunitensi con la Cleveland Orchestra e in Canada con l'Orchestre Symphonique de Montréal sono stati acclamati da pubblico e critica. Alla fine di febbraio 2020 Lorenzo Viotti ha anche diretto per la prima volta i Berliner Philharmoniker a Berlino e Baden-Baden.

Oltre a numerosi concerti che spaziano dal repertorio classico a quello contemporaneo, Viotti ha recentemente diretto Romeo e Giulietta di Gounod (La Scala, Milano), Manon Lescaut (Oper Frankfurt), Rigoletto (Staatsoper Stuttgart e Semperoper Dresden), Werther (Oper Frankfurt e Opernhaus Zürich), Tosca (Oper Frankfurt e New National Theatre Tokyo), Carmen (Staatsoper Hamburg e Opéra national de Paris), Die Csárdásfürstin (Opernhaus Zürich) e Faust (Opéra national de Paris, registrazione e trasmissione televisiva).

Oltre ai suoi impegni concertistici in tutto il mondo, i suoi progetti futuri includono Der Zwerg di Alexander von Zemlinsky e Missa in tempore belli di Joseph Haydn (De Nationale Opera Amsterdam, produzione di apertura della nuova stagione, la prima come direttore principale) e Thaïs (Teatro alla Scala).

Lorenzo Viotti è nato a Losanna in una famiglia di musicisti franco-italiani. Ha studiato pianoforte, canto e percussioni a Lione e ha frequentato corsi di direzione d'orchestra a Vienna, dove si è esibito come percussionista in varie importanti orchestre, tra cui i Wiener Philharmoniker. Ha continuato la sua formazione di direttore d'orchestra con Nicolás Pasquet al Conservatorio di Weimar.

Markus Stenz

Markus Stenz ha ricoperto incarichi prestigiosi con diverse orchestre internazionali e teatri d'opera: è stato infatti Direttore Principale della Netherlands Radio Philharmonic Orchestra (2012-2019), Principal Guest della Baltimore Symphony Orchestra (2015-2019) e Conductor-In-Residence della Seoul Philharmonic Orchestra (2016- 2020). È stato Direttore Musicale Generale della Città di Colonia e Gürzenich-Kapellmeister per 11 anni (dal 2003-2014), Direttore Ospite Principale dell'Orchestra Hallé (2010-2014), Direttore Artistico e Direttore Principale della Melbourne Symphony Orchestra (1998-2004), Direttore Principale della London Sinfonietta (1994-1998) e Direttore Artistico del Festival di Montepulciano (1989-1995).

Ha fatto il suo debutto operistico nel 1988 alla Fenice di Venezia dirigendo in prima assoluta la versione riveduta di Elegia per giovani amanti di Henze. Da allora è apparso in molti dei principali teatri d'opera del mondo e festival internazionali tra cui Teatro alla Scala di Milano, La Monnaie a Bruxelles, English National Opera, San Francisco Opera, Stuttgart Opera, Frankfurt Opera, Glyndebourne Festival Opera, Chicago Lyric Opera ed Edimburgo Festival Internazionale.

A Colonia ha diretto il Ring, Lohengrin, Tannhäuser e Die Meistersinger di Wagner, così come Jenufa e Katya Kabanova di Janáček, Don Giovanni di Mozart e L'amore e altri demoni di Eötvös.

Ha diretto molte prime mondiali tra cui Das verratene Meer di Henze, Venus und Adonis per l'Opera di Stato bavarese, L'Upupa und der Triumph der Sohnesliebe al Festival di Salisburgo, Die Eroberung von Mexico di Wolfgang Rihm e Caligula di Detlev Glanert per l'Opera di Francoforte e Solaris al Festival di Bregenz.

Recentemente è tornato alla Bayerische Staatsoper di Monaco per Die Gezeichneten di Schreker e nella stagione 18/19 ha diretto la tanto attesa prima mondiale di Fin de Partie di Kurtág alla Scala, a Milano e all'Opera Nazionale Olandese.

Fra le molte orchestre internazionali con cui ha collaborato ricordiamo Royal Concertgebouw Orchestra, Berliner Philharmoniker, Münchner Philharmoniker, NHK, Symphony Orchestra of the Bayerischer Rundfunk, Gewandhaus Orchestra Leipzig, London Philharmonic, Tonhalle Orchestra Zürich, Vienna Symphony, Symphony Orchestra of the Hessischer Rundfunk e NDR. Negli Stati Uniti ha diretto le orchestre di Baltimora, Boston, Chicago, Cincinnati, Dallas, Houston, San Diego, St. Louis Symphony Orchestra, Los Angeles Philharmonic, Minnesota Orchestra e recentemente anche la Pittsburgh Symphony. Più di recente ha debuttato con l'Orchestre National de Lyon, Filarmonica di Bergen e Orchestra Sinfonica di Barcellona, e ha diretto una produzione di Death in Venice alla Deutsche Oper Berlin.

Markus Stenz è anche tornato in Cina con la Filarmonica di Hangzhou e ha intrapreso una tournée in Russia con la Seoul Philharmonic Orchestra.

Prossimi i suoi debutti con la Taiwan Philharmonic Orchestra e la Luxembourg Philharmonic e un ritorno alla BBC National Orchestra of Wales. Inoltre dirigerà alla Bayerische Staatsoper di Monaco (Fidelio di Beethoven) e tornerà con l'Orchestre National de Lyon e dirigerà all’Elbphilharmonie di Amburgo. Altri impegni includono apparizioni con la Dresdner Philharmonie, Dortmunder Philharmoniker e la MDR-Sinfonieorchester, quest'ultima nell'ambito del Mahler Festival 2021 ospitato dal Gewandhaus di Lipsia.

La sua vasta discografia comprende molte registrazioni premiate, tra cui il ciclo completo delle sinfonie di Gustav Mahler per Oehms Classics con l'Orchestra Gürzenich (la Quinta ha ricevuto un premio della critica tedesca). La loro prima registrazione per Hyperion (Don Chisciotte e Till Eulenspiegel di Strauss) ha avuto un’ottima accoglienza ed è stata seguita da una altrettanto celebre registrazione dei Gurrelieder di Schönberg, pubblicata nel 2015 (Gramophone Awards 2016).

Markus Stenz ha studiato alla Hochschule für Musik di Colonia con Volker Wangenheim e a Tanglewood con Leonard Bernstein e Seiji Ozawa. È stato insignito della Honorary Fellowship del Royal Northern College of Music e del “Silberne Stimmgabel” (Silver Diapason) dello stato del Nord Reno/Westfalia.

Michele Mariotti

A partire dalla Stagione 2022/2023 Michele Mariotti sarà il nuovo Direttore Musicale del Teatro dell’Opera di Roma.

Pesarese, ha concluso gli studi umanistici e si è diplomato in composizione al Conservatorio della sua città, dove ha anche studiato direzione d’orchestra sotto la guida di Manlio Benzi. Contemporaneamente si è diplomato in direzione d’orchestra presso l’Accademia Musicale Pescarese con Donato Renzetti.

Nel 2005 ha fatto il suo debutto nel teatro di Salerno dirigendo Il barbiere di Siviglia. Nel 2007 ha inaugurato, con il Simon Boccanegra di Verdi, la stagione del Comunale di Bologna, teatro in cui è stato Direttore principale dal 2008 e successivamente Direttore musicale dal 2015 al 2018. In questi anni a Bologna ha diretto i principali titoli del repertorio lirico: da Verdi a Rossini, da Mozart a Donizetti nonché numerosi concerti sinfonici. Ha guidato l’Orchestra e il Coro del Comunale di Bologna in tournée a Tokyo (I puritani Carmen), a Mosca, a Parigi (L’Italiana in Algeri) e in Italia a Pesaro (Rossini Opera Festival), Torino (Lingotto Musica) e Bergamo (Fondazione Donizetti). Sempre con l’orchestra bolognese ha inciso diversi CD per etichette come Decca (con Juan Diego Flórez), Sony (con Nino Machaidze) e nel 2018 l’album “Rossini Overtures” per l’etichetta Pentatone.

Ha diretto nei principali teatri d’opera e festival italiani ed internazionali, fra cui La Scala di Milano, Regio di Torino, San Carlo di Napoli, Rossini Opera Festival di Pesaro, Metropolitan di New York, Royal Opera House di Londra, Opéra di Parigi, Bayerische Staatsoper di Monaco, Deutsche Oper di Berlino, Lyric Opera di Chicago, Opera di Los Angeles, Teatro Real di Madrid, Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, Festival de Saint-Denis. Festival di Salisburgo.

In ambito sinfonico è salito, fra l’altro, sul podio dell’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, dell’Orchestre National de France, dei Münchner Symphoniker, dell’OSN della Rai, dell’Orchestra dei Pomeriggi Musicali.

Tra i più recenti impegni ricordiamo i concerti nel 2020 con l’Orchestra dell’Opera di Roma e del Teatro alla Scala per il Concerto di Natale (trasmesso su Rai 1); nel febbraio 2021 Aida all’Opéra di Parigi, Luisa Miller all’Opera di Roma, la Filarmonica Arturo Toscanini a Parma e l’Orchestra della Rai a Torino. A settembre 2021 debutterà alla Wiener Staatsoper con Il barbiere di Siviglia e a novembre inaugurerà la stagione del San Carlo di Napoli con l’Otello di Verdi.

L’Associazione Nazionale Italiana Critici Musicali gli ha assegnato il 36° Premio Abbiati come Miglior direttore d’orchestra del 2016.

Jaap van Zweden

Jaap van Zweden è attualmente direttore musicale della New York Philharmonic, incarico iniziato nel 2018, nonché direttore musicale della Hong Kong Philharmonic dal 2012.

Van Zweden è apparso come direttore ospite con molte altre importanti orchestre in tutto il mondo, tra cui Orchestre de Paris, Royal Concertgebouw di Amsterdam, Gewandhausorchester di Lipsia, Chicago Symphony, Cleveland Orchestra, Los Angeles Philharmonic, Wiener e Berliner Philharmoniker e la London Symphony Orchestra.

Jaap van Zweden ha realizzato numerose registrazioni di successo, le più recenti delle quali sono state realizzate con la New York Philharmonic per Decca Gold: la prima mondiale de Il Prigioniero di David Lang (2020) e di Fire in my mouth di Julia Wolfe, (2019). Nel 2018 con la Hong Kong Philharmonic, ha completato un progetto quadriennale dirigendo le prime esecuzioni in assoluto a Hong Kong del Ring di Wagner, pubblicate per Naxos. Ha inoltre inciso con successo anche altri titoli wagneriani: Lohengrin, Die Meistersinger e Parsifal (Edison Award per la migliore registrazione d'opera nel 2012).

Nato ad Amsterdam, Jaap van Zweden è stato nominato all'età di diciannove anni come il più giovane primo violino della Royal Concertgebouw Orchestra. Ha iniziato la sua carriera di direttore quasi vent'anni dopo, nel 1996. Attualmente è Direttore Principale Onorario della Netherlands Radio Philharmonic, dove è stato Direttore Principale dal 2005-2013, è stato Direttore Principale della Royal Flanders Orchestra dal 2008-11, e dal 2008-2018 è stato Direttore Musicale della Dallas Symphony Orchestra, dove attualmente detiene il titolo di Conductor Laureate. Van Zweden è stato nominato Direttore dell'anno 2012 di Musical America e nel 2018 è stato oggetto di un video profilo della CBS per la serie 60 Minutes. Di recente, gli è stato assegnato il prestigioso Concertgebouw Prize 2020 e la Hong Kong Philharmonic sotto la guida di Jaap van Zweden è stata nominata Orchestra dell'anno 2019 da Gramophone.

Nel 1997, Jaap van Zweden e sua moglie Aaltje hanno fondato la Fondazione Papageno, con l'obiettivo di sostenere le famiglie di bambini con autismo.

Boris Giltburg Pianoforte

Pianista israeliano nato a Mosca, Boris Giltburg padroneggia un vasto repertorio ed è considerato come uno dei principali interpreti di Rachmaninov.

Per celebrare l'anniversario di Beethoven nel 2020, Giltburg ha deciso di registrare e filmare tutte le 32 sonate, documentando la sua impresa sul suo blog. Il ciclo è uscito per Naxos. Sempre per omaggiare l’anniversario di Beethoven ha inciso i Concerti per pianoforte (esecuzione integrale con la Royal Liverpool Filarmonica e Vasily Petrenko), e li ha eseguiti in tre serate consecutive con la Filarmonica di Bruxelles al Flagey Piano Festival 2020; inoltre è apparso nella serie TV della BBC "Being Beethoven".

Suona regolarmente in recital nelle sale più prestigiose del mondo, in particolare l'Amsterdam Concertgebouw, Carnegie Hall, Elbphilharmonie di Amburgo, Londra Southbank Centre, Auditorium Radio France, Bozar Bruxelles, Teatro Colon, Shanghai Oriental Arts Centre, Tokyo Toppan Hall e Wiener Konzerthaus.

Ha collaborato con i maggiori direttori e orchestre di tutto il mondo, tra cui la Philharmonia Orchestra, London Philharmonic, Czech Philharmonic, Deutsche Kammerphilharmonie, WDR, Filarmonica di Rotterdam, Filarmonica di Oslo, Israel Philharmonic, NHK Symphony ed è stato ospite ai Proms della BBC.

In campo discografico ha iniziato nel 2015 una proficua collaborazione con Naxos Records, pubblicando opere di Beethoven, Schumann, Liszt, Rachmaninov e Šostakovi

. Il suo album War Sonatas di Prokof’ev è stato nominato per un Classical Brits Award e inoltre recentemente ha vinto un Opus Klassik per il suo cd di Rachmaninov (Concerti ed Etudes Tableaux); un Diapason d'Or (concerti di Šostakovi

) e un Gramophone Award per il Dvorak Piano Quintet (Supraphon) con il Pavel Haas Quartet.

Il suo blog “Musica classica per tutti” si rivolge a un pubblico non specializzato; inoltre pubblica articoli sulle riviste Gramophone, BBC Music Magazine, Guardian, Tempi e Fono Forum. Durante il periodo di lockdown nella primavera del 2020, Giltburg ha eseguito regolarmente spettacoli dal vivo e masterclass in streaming da casa, totalizzando oltre un milione di visualizzazioni.

Kian SoltaniVioloncello

Kian Soltani è regolarmente invitato dalle principali orchestre, direttori e sale concertistiche del mondo ed è uno dei più richiesti violoncellisti sulla scena internazionale.

Fra le tappe più prestigiose della sua recente carriera ricordiamo i debutti con la Filarmonica di Monaco, Chicago Symphony, Los Angeles Philharmonic, Filarmonica della Scala, la Hallé, KBS Symphony e Orchestra del National Centre for the Performing Arts di Pechino.

Inoltre ha collaborato con i Wiener Philharmoniker, London Philharmonic, Boston Symphony e Tonhalle Orchestra. Nel 2019 Kian Soltani è stato Artist in Residence della Royal Philharmonic Orchestra, mentre dall'autunno 2018 ha iniziato una Residenza pluriennale con Junge Wilde alla Konzerthaus di Dortmund.

Attivo anche come solista in recital, Kian Soltani ha recentemente debuttato alla Carnegie Hall, Festival di Salisburgo e Lucerna, Wigmore Hall e Boulez Saal. Nella stagione 2018/19 Kian Soltani si è esibito alla Philharmonie di Parigi, al Konzerthaus di Vienna, al Concertgebouw di Amsterdam, alla Elbphilharmonie di Amburgo, al Barbican Centre, alla Philharmonie di Colonia e nella Stockholm Concert Hall come parte del programma ‘ECHO Rising Stars’.

Nel 2017 Kian Soltani ha firmato un contratto discografico in esclusiva con Deutsche Grammophon: il suo primo disco, intitolato Home (2018) e comprendente opere per violoncello e pianoforte di Schubert, Schumann e Reza Vali, ha avuto un grande successo internazionale. La sua registrazione dei Quartetti per pianoforte di Mozart con Daniel e Michael Barenboim e Yulia Deyneka è stata pubblicata nell'agosto 2018. Nell'aprile del 2019, Warner Classics ha pubblicato un disco con i Trii per pianoforte di Dvorak e Čajkovskij, in cui Kian Soltani suona con Lahav Shani e Renaud Capuçon (registrato dal vivo all'Aix Easter Festival del 2018).

La carriera internazionale di Kian Soltani è decollata nel 2011, all'età di diciannove anni con acclamati debutti al Musikverein di Vienna e alla Schubertiade di Hohenems. Nel 2013 ha vinto il Concorso Paulo di Helsinki. Nel febbraio 2017 Kian Soltani ha vinto il Leonard Bernstein Award in Germania mentre nel dicembre dello stesso anno è stato insignito del prestigioso Credit Suisse Young Artist Award.

Nato a Bregenz nel 1992 da una famiglia di musicisti persiani, Kian Soltani ha iniziato a suonare il violoncello all'età di quattro anni e, a soli dodici anni, è entrato all'Accademia musicale di Basilea, nella classe di Ivan Monighetti. Ha ottenuto una borsa di studio della ‘Anne-Sophie Mutter Foundation’ nel 2014 e ha completato ulteriori studi come membro del Young Soloist Program presso l’Accademia Kronberg, in Germania.

Kian Soltani suona un violoncello Stradivari “London ex Boccherini 1694”, su gentile concessione della Beares International Violin Society.

Veronika Eberle Violino

Il talento eccezionale di Veronika Eberle e l'equilibrio e la maturità della sua musicalità sono stati riconosciuti da molte delle migliori orchestre, teatri e festival del mondo, nonché da alcuni dei direttori più eminenti. L’esordio internazionale è avvenuto nel 2006, a 16 anni, con Sir Simon Rattle e i Berliner Philharmoniker al Festival di Pasqua di Salisburgo con il Concerto di Beethoven.

Da allora ha suonato con la London Symphony (Rattle, Haitink), Concertgebouw (Holliger), New York Philharmonic (Gilbert), Montreal Symphony (Nagano), Munich Philharmonic e Gewandhaus Orchestra (Langree), Rundfunk Sinfonieorchester Berlin (Janowski), Hessischer Rundfunk Sinfonieorchester (P. Järvi), Bamberger Symphoniker (Ticciati, Nott), Tonhalle Orchester Zürich (M. Sanderling), NHK Symphony (Kout, Stenz, Norrington), Bayerischer Rundfunk Munich (Nézet-Séguin) e Rotterdam Philharmonic (Rattle, Gaffigan, Nézet-Seguin).

Recentemente ha debuttato con la Philadelphia, la San Francisco Symphony e la Philharmonia Orchestra, nonché con la Chamber Orchestra of Europe (Yannick Nézet-Séguin), la Swedish Radio Symphony Orchestra (Harding), la Luxembourg Philharmonic (Manze) e l'Orchestre National de Lille.

Si è inoltre esibita in Australia con l'Auckland Philharmonia, la Tasmani Symphony e la West Australian Symphony Orchestra, nonché con la Seoul Philharmonic Orchestra.

Nella stagione 2020/21 esegue in prima mondiale il Concerto per violino di Toshio Hosokawa con l'Hamburg Philharmoniker (Nagano), l'Orchestra Sinfonica della Radio di Praga (Liebrich) e la Tonkünstler Orchestra al Grafenegg Festival (Hosokawa).

Nata a Donauwörth nel sud della Germania, ha iniziato le lezioni di violino all'età di sei anni e quattro anni dopo è entrata al Conservatorio di Monaco per poi frequentare la Hochschule e studiare con Ana Chumachenco.

Veronika ha beneficiato del sostegno di una serie di prestigiose organizzazioni, è stata BBC Radio 3 New Generation Artist 2011-2013, nonché "Junge Wilde" del Konzerthaus di Dortmund 2010-2012.

Veronika Eberle suona uno Stradivari del 1693, messo a disposizione dalla Reinhold Würth Musikstiftung gGmbH.

Andreï KorobeinikovPianoforte

Nato in Russia nel 1986, Korobeinikov ha iniziato a studiare pianoforte a 5 anni, e ha debuttato solo tre anni dopo. Nel 2001 è entrato al Conservatorio Čajkovskij di Mosca, studiando con Andreï Diev. Dopo il diploma, ha ottenuto un diploma post-laurea presso il Royal College of Music di Londra.

Accanto alle sue eccezionali doti musicali, ha studiato giurisprudenza, laureandosi a soli 17 anni, inoltre è attivo come compositore e poeta.

Korobeinikov si esibisce regolarmente con molte delle principali orchestre del mondo. Recentemente ha suonato con la BBC Symphony Orchestra, Budapest Festival Orchestra, Konzerthausorchester Berlin, NHK Symphony Orchestra Tokyo, St. Petersburg Philharmonic Orchestra e Wiener Symphoniker, Orchestre de Paris, l'Orchestre National de France e l'Orchestre Philharmonique de Radio-France con direttori come Vladimir Ashkenazy, Jean-Claude Casadesus, Vladimir Fedoseyev, Iván Fischer, Lawrence Foster, Okko Kamu, Mikhail Pletnev, Andris Poga, Yuri Temirkanov e Antoni Wit.

In recital si è esibito nelle sedi più prestigiose: Concertgebouw Amsterdam, Teatro alla Scala, Tonhalle Zürich e Wigmore Hall di Londra, tra le altre. Inoltre Korobeinikov dedica parte della sua attività alla musica da camera. Suona stabilmente in trio con Vadim Repin (violino) e Alexander Kniazev (violoncello), e collabora con Boris Berezovsky, Henri Demarquette, Johannes Moser e il Borodin Quartet.

Le sue incisioni discografiche hanno ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Diapason d'Or de l'année. Korobeinikov ha registrato le opere complete per pianoforte solo di Skrjabin e i due concerti per pianoforte di Šostakovi

. Ha inoltre realizzato importanti registrazioni con i violoncellisti Alexander Kniazev (Brahms) e Johannes Moser (Rachmaninov e Prokof’ev).

Korobeinikov ha vinto oltre 20 premi internazionali, tra cui il Concorso Skrjabin, Mosca (2004), e il Concorso Rachmaninov, Los Angeles (2005).

Quartetto Adorno

Edoardo Zosi violino

Liù Pelliciari violino

Benedetta Bucci viola

Stefano Cerrato violoncello

Il Quartetto Adorno si è fatto conoscere a livello internazionale nel 2017 al Concorso Internazionale “Premio Paolo Borciani”. Nel 2018 vince la X Edizione del Concorso “Rimbotti” e diventa residente presso la Chapelle Musicale Reine Elisabeth di Bruxelles.

Nel 2019 il Quartetto riceve il Premio “Una vita nella musica giovani 2019” e viene supportato dal CIDIM.

Fondato nel 2015, il nome del gruppo è un omaggio al filosofo Theodor W. Adorno che, in un'epoca di declino, individuò nella musica da camera una chiave di salvezza per perpetuare un vero rapporto umano.

Il Quartetto Adorno ha tenuto concerti per importanti Società Musicali italiane ed estere come London Chamber Music Society e Wigmore Hall Londra, Ravenna Festival, Società dei Concerti di Milano, Fondazione I Teatri Reggio Emilia, MITO Festival, Festival dei Due Mondi Spoleto, Unione Musicale di Torino, Festival Echos, Festival di Portogruaro, Fazioli Concert Hall, Policontri Classica Torino, Amici della Musica di Perugia, Firenze e Cagliari, Allegro Vivo Festival Altenburg, Musica Insieme Bologna, Micat in Vertice – Fondazione Chigiana Siena, Associazione Scarlatti Napoli, MUCH Brussels, Fondazione Cini Venezia, Musikerlebnis Monaco.

Il Quartetto Adorno collabora con grandi artisti quali: Badura-Skoda, Bandini, Bronzi, Canino, Carbonare, Da Silva, Di Rosa, Gramaglia, Lortie, Meloni, Meyer, Oliva, Ragghianti, Sollima.

Nel 2019 viene pubblicato il primo cd del Quartetto per Decca Italia con il Quartetto n. 3 op. 19 di Zemlinsky e il Quintetto con Clarinetto di Brahms op. 115 insieme ad Alessandro Carbonare.

Nelle Stagioni 2019/20/21/22 il Quartetto Adorno è impegnato nell’esecuzione dell’integrale dei quartetti di Beethoven presso l’Associazione Musicale Lucchese, Viotti Festival a Vercelli, Amici della Musica di Cagliari, Festival di musica da Camera Urbino, Musikamera presso le Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia.

Si ringrazia Asmana Wellness World Firenze per il sostegno all’attività del Quartetto Adorno.


 

 

 
 
 

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