L’Ape musicale

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LA STAGIONE DA CAMERA

La Stagione da Camera 2022-2023 offre diciotto appuntamenti con i più grandi artisti in circolazione, con un parterre di pianisti unico al mondo, diverse compagini formate dai professori d’Orchestra e del Coro di Santa Cecilia, violinisti, violoncellisti, una serata dedicata ai Lieder di Schubert e Beethoven e molto altro. L’inaugurazione, il 27 ottobre in sala Santa Cecilia, vedrà la partecipazione del Coro, dell’ensemble di percussioni e di sei giovani pianisti dei Corsi di perfezionamento dell’Accademia, tutti diretti da Piero Monti,per un programma che impagina Les Noces e la Sinfonia di Salmi (in cartellone anche nella stagione sinfonica il 9, 10 e 11 marzo) di Stravinskij, qui proposta nella trascrizione di Šostakovi
per coro e pianoforte a quattro mani, oltre a Ionisation di Varèse, eseguito alla Carnegie Hall di New York nel ’33 e di cui Varese affermò “Ionisation rappresenta […] il mistero dei cieli d’America”. Il 7 novembreBeatrice Rana, artista in residenza per la stagione 2022-2023, si esibirà al pianoforte insieme ad Antonio Pappano, in un programma che oltre al Quintetto per pianoforte e archi op. 81 di Dvořák, prevede la suite per pianoforte a quattro mani Ma mère l’Oye di Ravel e il celebre Carnevale degli animali di Saint-Saëns (inciso qualche anno fa da Pappano insieme a Martha Argerich per Warner Classics) insieme ai Solisti di Santa Cecilia. Continua in questa stagione l’affascinante percorso “Bach, 12 capolavori spiegati e suonati da Mario Brunello”, il più celebre violoncellista italiano,che il 16 novembre rilegge le Suites nn. 2 e 4 e la Partita n. 2BWV 1004 utilizzando, oltre al suo strumento, il violoncello piccolo (accordato come un violino ma che suona un’ottava più bassa). Il 30 novembrei Solisti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia interpreteranno L’arte della fuga di Johann Sebastian Bach, composizione avvolta dalla leggenda composta tra il 1749 e il 1750, anno di morte del compositore, al quale Bach non ha potuto dare un assetto definitivo anche a causa della cecità che lo aveva colpito.
Il 7 dicembre, da non perdere il debutto romano del giovane Alexander Gadjiev. Nel 2018 ha trionfato al Monte-Carlo World Piano Masters Competition, vetrina d’élite riservata a pianisti già vincitori di altri premi, e recentemente si è aggiudicato il secondo premio nell’ultima edizione del Concorso Chopin di Varsavia. Il pianista, nato a Gorizia nel 1994, proporrà un programma con composizioni di Chopin e in chiusura la celebre Fantasia op. 17 di Robert Schumann. Il 12 dicembre continua la sfilata delle grandi star del pianoforte con il pianista russo Mikhail Pletnev che eseguirà alcuni brani di Dvořák e Brahms. Il nuovo anno si apre il 9 gennaio con i Violoncelli dell’Accademia di Santa Ceciliaaffiancati da Kian Soltani, in un concerto che fonde lo spirito europeo (con musiche di Vivaldi, Strauss, Sollima e altri), a quello americano (brani di Bacharach, Piazzolla, Gardel e Villa-Lobos).Il 16 gennaio è in cartellone il ritorno, dopo tre anni di assenza, del pianista ungherese András Schiff. Artista di raffinata eleganza e virtuosismo, si esibirà con un programma a sorpresa che annuncerà e spiegherà soltanto prima di sedersi alla tastiera.

Il 1° febbraio il pianista Martin Helmchen, già ospite della stagione sinfonica ceciliana nel 2016, e Julian Prégardien si esibiranno in una serata liederistica; aprirà il concerto il ciclo di Lieder An die ferne Geliebte,il più consapevole e ambizioso contributo beethoveniano alla letteratura liederistica che esprime momenti di rimpianto nostalgico per una donna amata ma lontana. Quindi sarà la volta dello Schwanengesang (Il canto del cigno) di Schubert, quattordici Lieder composti da Schubert nel 1828, anno della sua morte. A dar voce alle poesie di Jeitteles, Heine e Rellstab e alle musiche di Beethoven e Schubert, malinconiche ma anche dai cenni spensierati, sarà il tenore JulianPrégardien, nato a Francoforte nel 1984 e tra gli artisti più interessanti della sua generazione. L’appuntamento dell’8 febbraio è dedicato alla musica per quartetto, con brani dei compositori cèchi Martinů e Dvořák e dell’ungherese Bartók eseguiti dal Pavel Haas Quartet, cèco anch’esso, fondato nel 2002 e che a partire dalla vittoria ottenuta al Prague Festival Spring Competition nel 2005 si è distinto come una delle più apprezzate e festeggiate formazioni per quartetto. Il 13 febbraio è in cartellone il prestigioso e attesissimo ritorno di Igor Levit cheeseguirà le ultime tre sonate per pianoforte di Beethoven. Levit nel 2018 è stato nominato Gilmore Artist e “Strumentista dell'anno” dalla Royal Philharmonic Society e il New York Times lo ha descritto come uno degli “artisti più importanti della sua generazione”. Nel 2019 ha inciso per la Sony un’acclamata registrazione dell'integrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven che in seguito ha suonato, con grande successo di pubblico e critica, alla Philharmonie di Berlino, alla Elbphilharmonie di Amburgo e ai Festival di Lucerna e Salisburgo. Il 22 febbraio il pianista nato in Russia nel 1987 ma trasferitosi giovanissimo in Germania passerà il testimone ad un altro pianista russo, Evgeny Kissin, alla sua diciottesima presenza sul palcoscenico ceciliano, dove ha debuttato nel 1991. Kissin eseguirà La Fantasia cromatica e fuga BWV 903 di Bach, la Sonata K 311 di Mozart, Estampes di Debussy e alcune composizioni di Rachmaninoff.
Il 1° marzo nuovo concerto di Mario Brunello nel suo secondo appuntamento con la musica di Bach, di cui eseguirà la Prima e la Terza suite per violoncello e la Terza sonata per violino BWV 1005 (eseguita al violoncello piccolo). L’8 marzo fa ritorno l’affiatato duo composto da Enrico Pace che al pianoforte accompagnerà il violinista Leonidas Kavakos in un programma che prevede la Prima sonata per pianoforte e violino di Beethoven, la Seconda Sonata di Bartók e di Ravel e in conclusione la Sonata per violino e pianoforte di César Franck. Il 13 marzo è interamente dedicato alle musiche di Chopin, in un concerto monografico che alternerà i dodici Studi dell’op. 10, ultimati da Chopin poco dopo il suo arrivo a Parigi nel 1831 e scritti con l’intenzione di fondere virtuosismo ed espressività poetica, ad alcuni dei più struggenti Notturni del compositore franco-polacco. Alla tastiera il giovanissimo Jan Lisiecki definito dal New York Times un pianista che sa fare in modo che ogni nota conti”. E dopo Lisiecki, nato in Canada ma da genitori polacchi, sarà la volta di un artista polacco a tutto tondo (passato nel 2016 anche dietro la macchina da presa per esplorare il suo rapporto con la nativa Varsavia, producendo il film Je m'appelle Varsovie), il pianista Piotr Anderszewski (classe 1969) che il 22 marzo ci accompagnerà in un viaggio musicale tra Germania e Austria che attraversa duecento anni di letteratura pianistica partendo dalla Partita n. 6 di Bach scritta nel 1730 circa (incisa anni addietro da Anderszewski e nominata ai Grammy), passando per la Sonata op. 110 di Beethoven e le Sette fughette di Schumann, fino alle Variazioni op. 27 composte da Anton Webern nel 1936. Il 29 marzo nuovo appuntamento con gli Archi di Santa Cecilia diretti da Luigi Piovano, primo violoncello dell’Orchestra di Santa Cecilia e reduce dal recente successo ottenuto sul podio dell’Orchestra Mozarteum di Salisburgo, e la pianista Gile Bae nata in Olanda nel 1984, qui al suo debutto ceciliano. In programma la giovanile Sinfonia per archi in re minore di Mendelssohn, il Concerto per pianoforte BWV 1054 di Bach, laSimple Symphonydi Brittene in chiusura una delle più celebri composizioni di Mozart, laPiccola serenata notturna.
Chiuderà il cartellone della stagione da camera il concerto del 3 aprile del pianista russo Grigory Sokolov che,come sempre, annuncerà il suo programma solo poche settimane prima della data del concerto.


 

 

 
 
 

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