L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Otello uno e trino

di Gustavo Gabriel Otero

José Cura, propheta in patria, si presenta nella triplice veste di cantante, regista e scenografo di Otello al Teatro Colón di Buenos Aires per le celebrazioni del bicentanario verdiano. Chi però si fa apprezzare sono soprattutto Carlos Alvarez come Iago e Carmen Giannattasio come Desdemona, mentre permane qualche ombra sulle prove di Cura e del direttore Massimo Zanetti.

 

BUENOS AIRES, 18/07/2013 - Il teatro Colón di Buenos Aires ha programmato due opere di Verdi per omaggiarlo nel suo bicentenario: Un ballo in maschera, che con la messa in scena della Fura dels Baus chiuderà la stagione 2013, e questo Otello. Ha suscitato grandi aspettative la presenza dell'argentino José Cura non solo per il titolo e la difficoltà del ruolo ma anche perché il tenore di Rosario si è fatto anche carico della regia, della scenografia e del disegno luci. Purtroppo le attese non sono state soddisfatte in nessun modo e il poliedrico artista non ha brillato in nessuna delle sue sfaccettature.

Lo scenografo José Cura divide la scena in tre parti: una grande, che occupa quasi metà dell'impianto girevole, è un esterno da cui si vedono le mura della fortezza, la spiaggia, un grande albero e il molo; e due più piccole, uno studio con una grande tavola e l'appartamento di Otello. L'idea è molto buona, gli spazi belli e adeguati e permettono il rapido passaggio da una scena all'altra mostrando ciò che avviene contemporaneamente in diversi luoghi dell'isola di Cipro. Però, purtroppo, il regista Cura abusa durante tutta l'opera del perpetuo ruotare dell'impianto fino a stancare lo spettatore. I movimenti attoriali sono accurati e minuziosi, alcune soluzioni interessanti. La realizzazione scenica era completata dai costumi accettabili di Fabio Fernando Ruis e dalle luci di Cura e Roberto Traferri, che non sono andate al di là di un'attenta correttezza.

Massimo Zanetti è un direttore dignitoso e non molto più. Con alcuni tempi arbitrari, varii sfasamenti e ritegno espressivo ha potuto assemblare una lettura musicale accettabile e talvolta dimenticabile.

Nel ruolo protagonistico José Cura ha offerto un Otello di espressività impeccabile però d'intonazione erratica, con frasi più recitate che cantate, voce opaca ma ancora potente e poderosa, fraseggio irregolare e personale, ma commuovente.

Gli altri protagonisti non hanno mostrato cedimenti e sono risultati di altissimo livello. Così lo Iago di Carlos Alvarez ha combinato qualità vocale con bellezza timbrica, espressività con raffinatezza e compenetrazione attoriale con duttilità. Mentre Carmen Giannattasio ha abbagliato come Desdemona per la sua voce cristallina, la perfetta intonazione e la sicura musicalità.

Il più che dignitoso comparto argentino per gli altri ruoli ha mostrato assoluta qualità. Hanno brillato specialmente Enrique Folger (Cassio) e Guadalupe Barrientos (Emilia). I cori sono risultati adeguati.

Buenos Aires, 18/07/2013. Teatro Colón. Giuseppe Verdi: Otello, ópera en cuatro actos. Libreto de Arrigo Boito sobre la tragedia homónima de Shakespeare. José Cura, director escénico, diseño escenográfico y diseño de iluminación. Fabio Fernando Ruiz, vestuario. Roberto Traferri, iluminación. José Cura (Otello), Carmen Giannattasio (Desdémona), Carlos Álvarez (Iago), Enrique Folger (Cassio), Carlos Esquivel (Lodovico), Guadalupe Barrientos (Emilia), Fernando Chalabe (Roderigo), Mario De Salvo (Montano), Fernando Grassi (Un Heraldo). Orquesta y Coro Estables del Teatro Colón. Director del Coro: Miguel Martínez. Coro de Niños del Teatro Colón. Director del Coro de Niños: César Bustamante. Dirección Musical: Massimo Zanetti.

Hoffmann e l'ultima volta di Natalie

di Ramon Jacques

Annunciato il suo ritiro dalle scene, Natalie Dessay canta le sue ultime recite negli Stati Uniti e onora gli ultimi contratti. È a San Francisco come Antonia nei Contes d'Hoffmann dopo aver trionfato tante volte quale storia Olympia. Accanto a lei un superlativo Matthew Polenzani nello spettacolo di Laurent Pelly e con la concertazione di qualità di Patrick Fourniller.

Nabucco barocco in Garfagnana

di Roberta Pedrotti

Evento di punta del festival Opera Barga, la riscoperta dell'oratorio La caduta di Gierusalemme del bolognese Giovanni Paolo Colonna (1637-1695) svela un capolavoro in un'ottima esecuzione e in una messa in scena avvincente.

La scelta di Rosmene

di Roberta Pedrotti

 

Per la prima italiana della versione di Dublino dell'Imeneo di Händel Fabio Biondi sceglie la via della libertà più che del rigore. Come Rosmene, che la il testo della serenata vorrebbe al bivio fra virtù e piacere, ma in realtà, nel seguire il dovere, conduce in un percorso d'affetti più complesso e sottile. Brilla, nel cast, il Tirinto sfaccettato incarnato da Ann Hallenberg.

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