L’Ape musicale

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l'incoronazione di Poppea

L’opera

L’incoronazione di Poppea è titolo tra i più misteriosi e più interessanti della storia del melodramma. La prima opera che ha abbandonato i cieli della mitologia per scendere nel crogiuolo delle passioni di esseri umani realmente esistiti ci giunge in forma parziale, incompleta. La coronatione di Poppea andò in scena al Teatro dei SS. Giovanni e Paolo di Venezia nel 1643 ma l’unico documento che ce ne resta è un sunto della trama. Il libretto di Gian Francesco Busenello, soprendente per realismo, sensualità e disincanto, viene pubblicato nella raccolta Delle hore ociose nel 1656 ma senza l’indicazione del nome del compositore, che manca anche nelle due partiture manoscritte conservate a Venezia e a Napoli. Gli studiosi convergono ormai nel considerare antecedente il manoscritto veneziano che, attraverso diverse versioni intermedie oggi perdute e verosimilmente riferibili a riprese nella città lagunare realizzate nella cerchia di Francesco Cavalli (dalla cui Doriclea proviene la Sinfonia introduttiva) si arricchisce e si sviluppa fino a sfociare nell’edizione napoletana del 1651. Numerosi e diversi gli apporti musicali: oltre al citato Cavalli si fanno i nomi di Benedetto Ferrari, Francesco Sacrati e Filiberto Laurenzi, così che a Monteverdi non può essere attribuito più del 60% della partitura. Certamente non attribuibile a Monteverdi è il celebre duetto finale, il cui testo compariva già nel Pastor regio di Ferrari (1641) e sarebbe tornato nel Trionfo della fatica del Laurenzi (1647). Dopo decenni di studi e ricerche le versioni di Venezia e di Napoli restano non sovrapponibili, lasciando alla scelta degli esecutori la collazione dei numeri da eseguire. I casi più vistosi, come la scelta di una delle due sinfonie o l’inserimento o meno del coro degli Amori al termine (alla Scala si concluderà con il duetto), sono solo una piccola parte delle decisioni che il direttore deve assumere. Entrambe le partiture, inoltre, non indicano quali e quanti strumenti utilizzare e neppure da quali voci far interpretare i diversi personaggi.


 

 

 
 
 

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