Myung-Whun Chung riporta Fidelio alla Scala
Dopo Verdi e Weber, il Maestro dirige Beethoven al Piermarini riprendendo lo spettacolo
di Deborah Warner con cui la Scala inaugurò la Stagione 2014/2015.
La regista incontrerà il pubblico alla Fondazione Feltrinelli venerdì 15 alle 18.30.
Ricarda Merbeth e Simone Schneider si alternano nella parte di Leonore,
al fianco del tenore Stuart Skelton come Florestan. Luca Pisaroni è Pizarro.
La Scala dedica la prima a Vittore Veneziani ed Erich Kleiber
nell’ottantesimo anniversario delle leggi razziali.
Dal 18 giugno al 7 luglio il Maestro Myung-Whun Chung dirige per la prima volta in versione scenica Fidelio di Ludwig van Beethoven, dopo aver conquistato il pubblico scaligero con recenti letture delle Sinfonie. L’inno beethoveniano all’amore e alla libertà torna nello stesso allestimento maestoso ed essenziale firmato da Deborah Warner per la regia e Chloé Obolensky per scene e costumi che nel 2014 segnò l’ultimo 7 dicembre di Daniel Barenboim come Direttore musicale. La versione dell’opera prescelta, come nel 2014, è in massima parte l’ultima del 1814 con i dialoghi di Treitschke ma con una differenza nella scelta dell’Ouverture, che sarà Leonore n° 3 invece della n° 2 che era stata preferita da Barenboim.
Nell’ottantesimo anniversario delle leggi razziali del 1938, che colpirono tanti artisti ebrei in Italia, il Teatro alla Scala, di concerto con l’ANPI, dedicherà la prima di Fidelio alla memoria di Vittore Veneziani ed Erich Kleiber. Nel 1938 Veneziani, allora Direttore del Coro del Teatro, fu allontanato proprio in ragione della sua origine ebraica. Nello stesso anno agli abbonati ebrei veniva richiesta la restituzione della tessera di abbonamento. Erich Kleiber, che avrebbe dovuto dirigere Fidelio nel marzo del 1939, rinunciò per protesta suscitando una vasta eco sulla stampa internazionale ma nessuna solidarietà in Italia. Sarà poi Toscanini a imporre il reintegro di Veneziani dopo la guerra. Riportiamo il testo del telegramma che Kleiber inviò alla Scala:
"Apprendo in questo momento che il Teatro alla Scala ha chiuso le sue porte ai vostri compatrioti israeliti. La musica è fatta per tutti, come il sole e l’aria. Là dove si nega a degli esseri umani questa fonte di consolazione così necessaria in questi tempi duri e questo soltanto perché essi appartengono a un’altra stirpe o a un’altra religione io non posso collaborare né come cristiano né come artista. Debbo di conseguenza pregarvi di considerare nullo il mio contratto, malgrado il piacere che avrei avuto di dirigere in questo magnifico teatro, che rammenta le più nobili tradizioni italiane”.
Nella parte di Leonore si alternano Ricarda Merbeth, già splendida Marie in Wozzeck alla Scala, e Simone Schneider, che dopo i primi passi come soprano lirico si sta affermando nei principali ruoli straussiani e beethoveniani: sarà infatti nuovamente Leonore a Berlino e Amburgo nei prossimi mesi. Florestan è Stuart Skelton, tenore australiano che ha recentemente interpretato Tristan con Sir Simon Rattle e i Berliner Philharmoniker e presto sarà Otello a Baden Baden con Daniele Gatti. La parte del malvagio Don Pizarro è affidata a Luca Pisaroni, applaudito dal pubblico scaligero come Leporello nel 2017 e conteso dai grandi teatri tra cui il Metropolitan, dove sarà Don Giovanni. Marzelline è Eva Liebau, ascoltata pochi mesi fa come Ännchen in Der Freischütz diretto da Chung, e Jaquino è Martin Piskorski già apprezzato alla Scala come Tamino ne Die Zauberflöte diretta da Ádám Fischer con l’Accademia, mentre il padre Rocco è interpretato da Stephen Milling il cui prossimo impegno è Hagen a Londra con Antonio Pappano. Infine Don Fernando è Martin Gantner, che sarà tra l’altro Beckmesser con Petrenko a Monaco.
Lo spettacolo è firmato dalla regista britannica Deborah Warner, che dopo essersi imposta nella prosa grazie alla sua collaborazione con la Royal Shakespeare Company si è dedicata con sempre maggiore assiduità all’opera realizzando tra l’altro una produzione di Death in Venice di Britten che aveva conquistato il pubblico del Piermarini nel 2011. E ancora con Britten la Warner si è aggiudicata l’International Opera Award 2018 per Billy Budd come migliore produzione, allestimento del Teatro Real di Madrid recentemente ripreso anche dall’Opera di Roma. Scene e costumi sono di Chloé Obolensky, allieva di Lila De Nobili e storica collaboratrice di Peter Brook, le luci di Jean Kalman.
Deborah Warner incontrerà il pubblico venerdì 15 alle ore 18.30 alla Fondazione Feltrinelli nell’ambito del ciclo “Note di storia” organizzato dalla Fondazione in collaborazione con il Teatro alla Scala. Con lei sarà Lucia Castellano, Dirigente Generale del Ministero della Giustizia, in un dialogo sui temi del potere, della giustizia e dell’affettività moderato da Alessandra Tedesco, giornalista culturale di Radio 24. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti.