L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Giovani voci Alla francese


TEATRO ALLA SCALA, RIDOTTO DEI PALCHI “ARTURO TOSCANINI”

MERCOLEDÌ 28 APRILE 2021 - ore 18

Nell’ambito di Accademia 20x20

ALLA FRANCESE

Concerto in streaming sui canali social e

sui siti del Teatro alla Scala e dell’Accademia Teatro alla Scala

A cura di ALEXANDRE DRATWICKI

e in collaborazione con il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française

SOLISTI DELL’ACCADEMIA DI PERFEZIONAMENTO PER CANTANTI LIRICI DEL TEATRO ALLA SCALA

PIANISTI DEL CORSO PER MAESTRI COLLABORATORI DELL’ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA

Mercoledì 28 aprile 2021, alle 18, giunge al terzo appuntamento Accademia 20x20,il palinsesto di eventi online promosso per celebrare 20 anni dall’istituzione della Scuola scaligera come FondazioneSul sito e sui canali social sia dell’Accademia sia del Teatro alla Scala verrà trasmesso dal Ridotto dei Palchi “A. Toscanini” del Teatro alla Scala il concerto Alla francese, con i Solisti dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala e i pianisti del Corso per maestri collaboratori dell’Accademia.

Il concerto è il frutto di un percorso di approfondimento del repertorio romantico francese che gli allievi hanno potuto compiere nel mese di marzo sotto la guida di Alexandre Dratwickidirettore artistico del Palazzetto Bru Zane di Venezia, centro di ricerca che promuove la riscoperta e la diffusione del patrimonio musicale francese dell’Ottocento. Lo stesso concerto verrà ospitato il 21 maggio a Venezia alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista.

La masterclass ha interessato complessivamente dodici allievi dell’Accademia: il soprano Noemi Muschetti, il mezzosoprano Andrea Niño, i tenori Brayan Avila Martinez e Paolo Antonio Nevi, i baritoni Ettore Chi Hoon Lee e Paul Grant, accompagnati dai pianisti Eric Foster, Hyeona Lee, Francesco Manessi, Emma Principi, Marco Schirru e Lorenzo Tomasini.

IL PERCORSO ALLA RISCOPERTA DI UN REPERTORIO INEDITO

L’obiettivo della collaborazione tra il Palazzetto Bru Zane e l’Accademia Teatro alla Scala era triplice: in primo luogo, presentare agli studenti (nel corso di tre conferenze) la storia dell’opera francese (i luoghi emblematici, i cantanti più importanti, le particolarità specifiche di ogni repertorio); quindi, proporre un lavoro su quei due generi complementari che sono la mélodie e l’opera lirica, esplorandone esempi assai poco noti (di Benjamin Godard, Louis Dietsch, Léo Delibes, Reynaldo Hahn, André Messager); infine, fornire ai cantanti e ai pianisti le chiavi dello  stile francese, per dotarli di un bagaglio tecnico molto concreto che consentisse loro, in futuro, di affrontare questo repertorio con piena sicurezza. È stato così realizzato un meticoloso lavoro sull’articolazione delle consonanti, la formazione delle vocali, lo scoglio dei dittonghi e degli iati, la necessità di arrotare le “r”, il modo esatto di emettere le consonanti sonore. Ci si è interrogati sulla tradizione interpretativa delle grandi arie più famose del Faust, della Carmen, dei Racconti di Hoffmann per rimetterne in discussione le basi e spiegarne la persistenza.

Il repertorio proposto, raramente registrato e in qualche caso addirittura inedito, ha permesso di lavorare indipendentemente dalle tradizioni stabilite dai modelli delle generazioni passate, sollecitando piuttosto la creatività, la soggettività e, in una certa misura, la responsabilità dei cantanti e dei pianisti, ai quali è stata data piena libertà di “appropriarsi” dei brani a modo loro, senza lasciarsi intimidire da illustri precedenti. È stata anche un’occasione per convincerli che anche le opere dimenticate dai posteri possono rivelarsi interessanti e attraenti tanto per l’interprete quanto per il pubblico.

Il programma si divide in due momenti distinti, l’uno dedicato alla mélodie, l’altro all’opera lirica.

Nella prima parte, protagonista è il repertorio che veniva eseguito di fronte al pubblico ristretto dei salotti della seconda metà dell’Ottocento e che utilizzava testi poetici di grandi autori della letteratura francese come Victor Hugo e Alphonse de Lamartine: l’interpretazione impone un colore intimo che permetta di esprimere al meglio il carattere lirico dei brani, in particolare per i pezzi di Jules Massenet (Amoureuse) e Reynaldo Hahn (Quand la nuit n’est pas étoilée e Si mes vers avaient des ailes), a cui se ne affiancano due di Gabriel Fauré (Clair de lune e Chanson du pêcheur) e uno di Camille Saint-Saëns (Aimons-nous).

Nella seconda parte, dove la dimensione privata lascia spazio ad un’ambizione vocale più ampia ed estesa, si esplorano tutti gli stili dell’opera lirica romantica francese: da quelli più autoctoni ed originali a quelli che si ispirano al modello italiano, come Dans ce port, à l’abri des tempêtes … da Le vaisseau fantômedi Pierre-Louis Dietsch che ricorda La favorita di Donizetti, o a quello tedesco, come Le jour, sous le soleil béni da Madame Chrysanthème di André Messager. Ciò che colpisce è soprattutto la rarità delle opere selezionate, un repertorio difficilmente eseguito in Italia e che il Palazzetto Bru Zane promuove con grande impegno attraverso l’attività di ricerca, di produzione di eventi e di progetti discografici. Oltre a quelle citate, si ascolteranno arie di Massenet (Allez, laissez-moi seul … Cœur sans amour da Cendrillon) e Benjamin Godard (Ah ! De tous mes espoirs il ne me reste rien e Nos généreux espoirs seraient-ils vains ? … da Dante e Caché dans cet asile da Jocelyn). Chiudono il concerto due terzetti: uno tratto da Jean de Nivelle di Léo Delibes (Le rossignol et la fauvette… Les cris de la colère) e l’altro da Le tribut de Zamora di Charles Gounod (Ô jeu du sort ! … Je veux ma fiancée).

Accademia 20x20 prevede un calendario di venti trasmissioni in streaming di concerti e spettacoli, che rimarranno fruibili per una settimana sui canali social e sui siti del Teatro e dell’Accademia.

Il progetto, che vede la presenza della Fondazione Cariplo al fianco della Scuola scaligera, ha l’obiettivo di consentire a un pubblico più ampio possibile di fruire non solo di contenuti musicali di alta qualità, ma anche di approfondire il repertorio proposto, grazie ad incontri introduttivi di carattere divulgativo affidati a musicologi, critici e artisti.

20 ANNI COME FONDAZIONE. OLTRE 200 ANNI DI STORIA

La vocazione del Teatro milanese a coltivare un vivaio di giovani destinati a calcare i palcoscenici più importanti del mondo risale al 1813, anno in cui nasce la Scuola di Ballo, che, nel tempo, ha formato i più grandi talenti della danza. La storia dell’Accademia scaligera vanta dunque oltre 200 anni e, dopo la nascita nel 1946 della Scuola di canto (dal 1953 scuola de “I Cadetti della Scala”) e negli anni ’70 del Corso di scenografia, è per volontà del Sovrintendente Carlo Fontana che, in seguito al progressivo allargamento dell’offerta didattica del Teatro alla Scala durante gli anni ’90, l’Accademia nel 2001 assume l’attuale fisionomia, come Fondazione, con la distribuzione dei corsi in quattro dipartimenti (Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori, Management) e oltre trenta proposte formative che abbracciano tutte le professioni legate allo spettacolo dal vivo. Oggi l’Istituzione, presieduta da Giuseppe Vita e diretta da Luisa Vinci, accoglie studenti provenienti da ogni parte del mondo per accompagnarli alla carriera professionale e i dati di placement sono particolarmente confortanti, più che mai in questo periodo di profonda incertezza.

Ne sono Soci Fondatori, oltre al Teatro alla Scala, Regione Lombardia, Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano, Intesa Sanpaolo, UBI Banca, Fondazione Milano per la Scala, Fondazione Bracco, Fondazione Berti, Università Commerciale Luigi Bocconi, Politecnico di Milano.


 

 

 
 
 

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