L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Sessantacinque primavere

di Giuseppe Guggino

L’Orchestra Sinfonica Siciliana inaugura la sua 65-esima stagione con l’imponente Terza di Mahler sotto l’efficace guida di Hartmut Haenchen, festeggiatissimo tanto dal pubblico quanto dalle masse artistiche in grande spolvero.

Palermo, 8 novembre 2024 - Il colpo d’ala nella programmazione registrato dell’Orchestra Sinfonica Siciliana nelle più recenti stagioni pare confermarsi anche nell’inauguranda 65-esima, senza che l’ennesimo commissariamento sembri aver fatto registrare alcun apprezzabile contraccolpo.

Anzi, a differenza delle ultime inaugurazioni, tenute a battesimo da pianisti di primo piano – da Martha Argerich a Lilya Zilberstein e Barry Douglas – si vuole alzare ulteriormente l’asticella, puntando sullo schieramento dell’organico a ranghi ultra completi, in una pagina di grandissimo impegno per le masse quale è certamente la Terza sinfonia di Gustav Mahler.

Sul podio autorevole è la bacchetta di Hartmut Haenchen, direttore di lunghissimo corso sia sul versante sinfonico che su quello operistico, specie in ambito wagneriano, dal gesto asciutto ed efficiente e dall’assidua frequentazione di scritture orchestrali dense e magmatiche. Nelle sue mani la duttile compagine orchestrale si presenta in grande spolvero in tutte le sezioni, opportunamente rimpolpate da numerosi aggiunti, riuscendo a soddisfare anche le richieste di trasparenza del suono che Haenchen sembra voler analiticamente sollecitare, a detrimento della facile platealità, sin dallo smisurato primo tempo, conclusosi con un tanto irrituale quanto spontaneo applauso.

Nella seconda parte della sinfonia pregevole è l’apporto di Anke Vondung, che intona il testo di Nietzsche con apprezzabili intenti espressivi e che successivamente si fonde con le ottime prove del Coro di voci bianche della Sinfonica Siciliana e con il Coro femminile dei Solisti di Operalaboratorio, rispettivamente preparati da Riccardo Scilipoti e Fabio Ciulla.

Non fa in tempo a dissolversi il lieve diminuendo sull’ultimo pedale di re maggiore che, un poco troppo tempestivamente, fioccano applausi convinti e meritati da parte di una sala assai gremita, via via ritmandosi alle numerose uscite, quando anche orchestra e coro omaggiano Haenchen alla ribalta.


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