L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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carlo felice genova

Norma

Vincenzo Bellini

Gennaio 2018

24 (20.30 A), 27 (15.30 F), 28 (15.30 C), 30 (20.30 L), 31 (20.30 B)

Direttore d’Orchestra Andrea Battistoni

Regia Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi

Scene Federica Parolini

Costumi Daniela Cernigliaro

Personaggi e interpreti principali

Norma Mariella Devia (24, 28, 31)/ da definire (27, 30)

Adalgisa Annalisa Stroppa (24, 28, 31)/ Valentina Boi (27, 30)

Pollione Stefan Pop (24, 28, 31)/ Luciano Ganci (27, 30)

Oroveso Roberto Scandiuzzi (24, 28, 31)/Mihailo Šljivić(27, 30)

Allestimento Fondazione Teatro Massimo di Palermo – Arena Sferisterio di Macerata

Da me fuggire tentasti invano,

Crudel Romano, tu sei con me.

Un nume, un fato di te più forte

Ci vuole uniti in vita e in morte.

Sul rogo istesso che mi divora,

Sotterra ancora sarò con te.

Norma, Atto II

La Grecia e la Sicilia: una tradizione millenaria di scambi culturali ereditata da Bellini, catanese, nel suo capolavoro, Norma, opera intrisa di tematiche e atmosfere da tragedia greca. Tragico nel senso classico è il conflitto della protagonista, divisa tra il ruolo – oggi si direbbe istituzionale – di sacerdotessa dei Druidi e quello di madre e di donna innamorata e abbandonata. L’oggetto del suo amore, il padre dei suoi figli che l’ha lasciata e ora ama la giovane novizia Adalgisa, è il proconosole Pollione, un nemico del suo popolo (siamo ai tempi delle Gallie invase dai Romani): un sentimento, dunque, che mette in crisi la sua vita e la sua identità. È l’eterno contrasto tra il pubblico e il privato, vivo ancora oggi, come tutti i grandi temi affrontati dal teatro greco, da Edipoalla Medea(a cui Normadeve moltissimo). L’altezza del soggetto si riflette nella musica: recitativi maestosi, solenni cori religiosi, violenti cori guerreschi e un canto sublime che spesso è sospeso nello spazio e nel tempo, come nell’aria più famosa, “Casta diva”, invocazione quasi leopardiana alla luna. La regia dei siciliani Lugi Di Gangi e Ugo Giacomazzi mette in luce la modernità del dissidio di Norma e la mediterraneità della tragedia: temi antichi e musica ottocentesca che ancora ci parlano.


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