L’Ape musicale

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Chovanščina alla Scala

La fortuna europea di Chovanščina segue le rappresentazioni di San Pietroburgo del 1911 e la produzione di Diaghilev a Parigi nel 1913, dominate da Šaljapin nella parte di Dosifej. Un altro grande basso, Marcel Journet, fa parte della compagnia della prima scaligera del 1926 in italiano diretta da Ettore Panizza con la regia di Alessandro Sanine. Nel 1933 dirige Vittorio Gui e Mario Frigerio firma la regia, mentre nel 1949 e 1950 direzione e regia sono concentrate nelle mani di Issay Dobrowen: Chovanskij è Nicola Rossi Lemeni, come Marfa si ascoltano prima Fedora Barbieri poi Giulietta Simionato. Primo paladino dell’opera nel dopoguerra è Gianandrea Gavazzeni che la dirige nel 1967 e 1971 con la regia di Josif Tumanov e Nicolai Ghiaurov come Chovanskij e Irina Arkhipova come Marfa. Nel 1973 il Teatro Bol’šoj porta la sua produzione diretta da Boris Chajkin con la regia di Oleg Moroliov e Elena Obratzsova nei panni di Marfa. Nel 1981 il Musorgskij Festival voluto da Claudio Abbado include una memorabile messa in scena di Jurij Ljubimov diretta da Ruslan Raicev. L’ultima apparizione del titolo alla Scala risale al 1998 con la regia di Leonid Baratov e una locandina d’eccezione: sul podio Valery Gergiev, in scena Paata Burchuladze, Vladimir Galouzine, Nicolai Putilin, Larissa Diadkova e Hasmik Papian.


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