Il Quartetto di Cremona all'Università
Sabato 24 gennaio 2015, ore 17.30
Aula Magna – Sapienza Università di Roma
Piazzale Aldo Moro 5
Quartetto di Cremona
"Esplorando Beethoven"
Quartetto in do minore op. 18 n. 4
Quartetto in fa minore op. 95
Grande fuga in si bemolle maggiore op. 133
Rassegna “Sapienza in Musica"
Quarto concerto del ciclo "Esplorando Beethoven" col Quartetto di Cremona, uno di migliori interpreti di queste opere: in programma tre capolavori della giovinezza, della maturità e dell'ultimo periodo
Sabato 24 gennaio alle 17.30 nell'Aula Magna della Sapienza Università di Roma (piazzale Aldo Moro 5) prosegue il ciclo della IUC dedicato a Ludwig van Beethoven col Quartetto di Cremona, iniziato nella scorsa stagione e giunto ora alla sua quarta tappa.
Il Quartetto di Cremona è considerato uno dei migliori interpreti attuali di Beethoven, di cui sta incidendo l'intera serie dei quartetti, accolta molto positivamente dalla stampa internazionale. Nato nel 2000 presso l'Accademia Stauffer di Cremona e perfezionatosi con Piero Farulli del Quartetto Italiano e con Hatto Beyerle dell'Alban Berg Quartett, si è affermato in breve come una delle realtà cameristiche più interessanti sulla scena internazionale, viene invitato dai principali festival e rassegne di tutto il mondo in Europa, in America del nord e del sud e in Australia: tra i palcoscenici su cui si è esibito il quartetto sono Beethovenhaus e Beethovenfest di Bonn, Bozar di Bruxelles, Festival di Turku, Kammermusik Gemeinde di Hannover, Konzerthaus di Berlino, Wigmore Hall di Londra, Perth Festival in Australia. I giudizi della critica sono immancabilmente positivi, spesso entusiastici: "interpreti di tale statura virtuosistica in una compilazione così sbalorditiva costituiscono un evento raro e prezioso", "suonano con straordinaria bravura, caldi di timbro, determinati nel virtuosismo acrobatico..."
Il Quartetto di Cremona ha base a Genova ma ha scelto il suo nome in omaggio alla città in cui i suoi membri hanno studiato e si sono incontrati e in cui lavorarono i più grandi liutai di tutti i tempi, come gli Stradivari, i Guarneri e i Guadagnini (il primo violino ha la fortuna di suonare proprio un Guarneri del Gesù del 1737 e il secondo violino un Guadagnini del 1757).
Il titolo di questo ciclo di concerti, "Esplorando Beethoven", vuole significare che i diciassette quartetti di Beethoven non sono presentati in ordine banalmente cronologico ma vengono accostati in modo da evidenziare i diversi aspetti della personalità e dello stile di questo gigante della musica.
In questo concerto si potranno ascoltare tre quartetti che appartengono ai periodi iniziale, centrale e finale della vita e dell'arte di Beethoven.
Il Quartetto in do minore op.18 n. 4 fa parte del primo gruppo di quartetti di Beethoven, composto nel 1798-1800. Vi si riconosce l'influsso dei grandi e ancora recenti capolavori di Mozart e soprattutto di Haydn, ma già affiora prepotentemente la personalità di Beethoven. La tonalità è la stessa di alcuni dei massimi capolavori beethoveniani, quali la Sonata "Patetica" e la Quinta Sinfonia, che hanno una grande tensione drammatica e un tono fortemente patetico: ma in questo Quartetto solo l'Allegro, ma non tanto iniziale corrisponde a questi caratteri espressivi, mentre gli altri tre movimenti hanno un andamento più lieve e disteso.
Il Quartetto in fa minore op. 95, composto nel 1810 ed eseguito in pubblico per la prima volta solo nel 1814, è uno dei lavori più intensi e vigorosi del periodo centrale di Beethoven. L’appellativo "Serioso", con il quale Beethoven stesso definì il terzo movimento, è stato esteso all'intero Quartetto ed è giustificato dalla sua severità espressiva, dalla sua struttura compatta ed essenziale, dal suo linguaggio austero, privo di decorazioni, di ritornelli, di lunghe frasi melodiche. Alcuni critici collegano questo suo carattere al dolore di Beethoven per il crollo dei suoi progetti matrimoniali con Teresa Malfatti.
La Grande fuga in si bemolle maggiore op. 133 costituiva originariamente il movimento conclusivo del Quartetto op. 130. Il pubblico fu sgomentato dalla sua straordinaria modernità e la critica la giudicò "incomprensibile come il cinese" e "una confusione di Babele". Beethoven fu costretto dal suo editore a sostituirla all'interno dell'op. 130, ma la Grande fuga venne poi pubblicata a parte. Solo nel ventesimo secolo il suo messaggio straordinariamente in anticipo sui tempo fu capito. Igor Stravinsky ha scritto: "... il perfetto miracolo di tutta la musica. Senza essere datata, né storicamente connotata entro i confini stilistici dell'epoca in cui fu composta, è una composizione più sapiente e più raffinata di qualsiasi musica ideata durante il mio secolo.(...) Musica contemporanea che rimarrà contemporanea per sempre". E Glenn Gould: "la Grande fuga è non solamente la più grande opera di Beethoven ma probabilmente il più stupefacente brano di tutta la storia della musica".
La mattina alle 11.30 il Quartetto di Cremona presenterà il concerto presso la Libreria Assaggi in via degli Etruschi 4.
Il concerto fa parte della rassegna "Sapienza in Musica", realizzata con il contributo della Regione Lazio.