Dilettevoli madrigali al Museo Medievale
Lunedì 28 settembre alle ore 21.00, presso il museo Medievale di Bologna, l'ensemble Dramatodia presenterà il ciclo madrigalistico la Barca di Venetia per Padova di Adriano Banchieri.
Il biglietto è di 10 euro e il ricavato della serata verrà destinato alla realizzazione di un video su Il giocondo e florido convito, opera carnascialesca di Giulio Cesare Croce con le musiche di Orazio Vecchi e Adriano Banchieri.
Per maggiori informazioni www.dramatodia.it
Barca di Venetia per Padova
Dilettevoli Madrigali à cinque Voci
Ensemble Dramatodía
Maria Dalia Albertini & Francesca Santi, soprani
Jacopo Facchini, alto
Alberto Allegrezza & Riccardo Pisani, tenori
Guglielmo Buonsanti, basso
Michele Vannelli, clavicembalo
Francesco Bocchi, attore
Alberto Allegrezza, direzione musicale, regia e costumi
La Barca di Venetia per Padova, pubblicata a Venezia nel 1605 per i tipi di Ricciardo Amadino, costituisce la settima silloge a stampa di musica profana di Adriano Banchieri; monaco olivetano del convento bolognese di San Michele in Bosco, compositore e teorico musicale fra i più illustri del primo Seicento, fra le sue opere ascrivibili al genere della commedia madrigalesca la Barca spicca per la ricca cornice narrativa nella quale sono incastonati i diversi brani.
La musica dà voce a una variopinta serie di personaggi riuniti in un immaginario viaggio fluviale fra i due centri principali della Serenissima Repubblica. Banchieri ambienta la sua commedia su uno di quei burchielli che nei primi anni del Seicento navigavano attraverso il Brenta trasportando ogni genere di passeggeri: mercanti, cortigiane, studenti, ebrei, forestieri. Di questi caratteri Banchieri offre una vivida rappresentazione musicale che si esprime nelle forme più varie: dalle vivaci sezioni dialogiche, ove a ciascuna linea vocale corrisponde un personaggio, agli artificiosi madrigali scritti a imitazione dei più celebri autori coevi; dai duetti intonati dagli ‘amorosi’ alle arie burlesche punteggiate da interventi onomatopeici che fingono il liuto.
Nell’organizzazione di tale complesso dispositivo drammaturgico e musicale, Banchieri si rivela un contrappuntista raffinato, capace di maneggiare sia uno stile basso e popolare laddove è necessario descrivere le scene tipiche della Commedia dell’Arte, sia le tecniche più ricercate della polifonia proprie della tradizione rinascimentale. Risale al 1623 la seconda versione di quest’opera, modificata limitatamente ad alcuni ‘numeri’ musicali e fornita di una parte di basso continuo ‘per lo spinetto o chitarrone’: una riedizione indicativa dell’attenzione riservata dall’autore alla Barca e del successo seguito al suo primo varo.
(dalle note di Alberto Allegrezza)