Trittico di danza contemporanea

Bellezza, eleganza, passione, padronanza tecnica. A maggio la danza è protagonista su Rai5 con una serie appuntamenti dedicati a celebri balletti e grandi interpreti, in onda tutte le domeniche a partire dalle 10.00.

Si comincia domenica 3 maggio con due dei capolavori di Paul Taylor, icona della danza moderna americana, ripresi nel 2012 al Théâtre National de Chaillot: “Brandenburgs”, balletto eseguito per la prima volta nel 1988 su musiche di Bach, e “Beloved Renegade”, su Gloria di Francis Poulenc e ispirato alla vita e al lavoro di Walt Whitman. Regia di Andy Sommer. 

A seguire, Rai5 propone il balletto in un atto “White Darkness” di Nacho Duato, danzatore e coreografo contemporaneo fra i più apprezzati a livello internazionale nonché direttore artistico dello Staatsballett Berlin. Creato nel 2001 per la Compañía Nacional de Danza di Madrid, di cui Duato è stato direttore artistico dal 1990 al 2011, il lavoro è proposto nella versione eseguita nel 2018 dalla Compagnia dei Ballets de Monte-Carlo all’Opéra monegasca, con la regia di Thomas Klein, la scenografia di Jaffar Chalabi, i costumi di Nacho Duato e le luci di Joop Caboort. L’ossimoro del titolo (“Bianca oscurità”) rende poetica oltre che etica la visione di Duato, che concepisce il lavoro come un requiem per la perdita prematura di una sorella. L’opera è una riflessione a passo di danza sul mondo della droga e sull’effetto distruttivo che può avere nelle nostre vite. Avendo perso la fiducia nell’amore, l’eroina del balletto cerca l’oblio nella polvere bianca; ma il percorso che ha scelto non le porta gioia ma febbrile agitazione, seguita da delusione, alienazione e isolamento. In abiti scuri e immersi in un ambiente claustrofobico i dieci danzatori affiorano solo saltuariamente in coni di luce. Danzano la morte articolando una serie di passi a due interrotti da bruschi abbandoni, immersi nel lirismo esasperato della musica per archi del gallese Karl Jenkins (Adiemus Variations e Quartetto d’archi n. 2). Regia televisiva di Andreas Morell.