Giovanni Bollea e Roma dall'Impero al Regno d'Italia
Soggetto donna. Donne e movimento
RaiStoria ore 13:00
"Soggetto donna" ripercorre gli anni Settanta e il movimento di conquiste civili che li caratterizza
Passato e presente
Rai3 ore 13:15 e RaiStoria ore 20:30
Il 3 febbraio 1871 il Parlamento del Regno d’Italia, riunito a Palazzo Vecchio, a Firenze, decreta il trasferimento della capitale a Roma, città da poco sottratta al potere temporale del Papa Pio IX. Inizia così un percorso lungo e complesso per adeguare la città, rimasta immutata per secoli, al nuovo compito che la attende. A 150 anni da quella data storica, Paolo Mieli e il professor Lucio Villari ripercorrono i mutamenti politici e urbanistici di Roma capitale a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 3 febbraio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. La trasformazione della città in capitale del Regno, infatti, riguarda non solo la struttura amministrativa dello Stato, ma anche le infrastrutture della città.
Passato e presente
RaiStoria ore 14:00
Paese dichiaratamente neutrale, il Brasile del dittatore Getulio Vargas, entra sorprendentemente nella Seconda Guerra Mondiale il 22 agosto 1942, dichiarando guerra a Germania e Italia.
Libro e moschetto. La cultura durante il fascismo.
RaiStoria ore 15:00
Stile novecento: Libro e moschetto di Giuliano Manacorda (1975) - Le vicende storiche che hanno portato all'avvento del fascismo, come l'impresa di Fiume e la nascita dei Fasci di combattimento
a.C.d.C
RaiStoria ore 16:00
Con Alessandro Barbero: Storia del mondo. Guerra e buonsenso
a.C.d.C
RaiStoria ore 16:50 e 23:15
Con Alessandro Barbero: Revolution! Dall'ardore al Terrore
#Maestri
RaiStoria ore 17:45
Rita Cucchiara: L'Intelligenza Artificiale - Andrea Giardina: La crisi dell'Impero Romano. La nascita e lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale, e la fine dell'Impero Romano: sono le lezioni che Rita Cucchiara e Andrea Giardina propongono per "#Maestri". Rita Cucchiara analizza le macchine intelligenti, capaci di "estrarre conoscenza dall'ambiente e di lavorare attraverso l'internet delle cose, riuscendo a intraprendere azioni. Una realtà che nasce per poter essere controllata ed essere trasparente e compresa dall'essere umano. Andrea Giardina si sofferma invece, sulla fine dell'Impero Romano, nel 476 d.C., quando l'Italia vede svanire quello che Roma era riuscita a fare: unificare un Paese fatto di popoli diversi tra loro, ma tutti "avvolti" nello stesso mantello della romanizzazione
Italiani. Giovanni Bollea
RaiStoria ore 21:10
Dieci anni fa, il 6 febbraio, moriva Giovanni Bollea, il primo e il più celebre neuropsichiatra infantile italiano. Un personaggio al quale Rai Cultura dedica la puntata di “Italiani”, in onda in prima tv mercoledì 3 febbraio alle 21.10 su Rai Storia, con un’introduzione di Paolo Mieli. A tracciarne il ritratto sono due tra i migliori allievi di Giovanni Bollea, il professor Vincenzo Leuzzi, ordinario di Neuropsichiatria infantile presso l'Università di Roma ed attuale direttore del celebre Istituto di Neuropsichiatria infantile di Via dei Sabelli; e la professoressa Teresa Carratelli, Neuropsichiatra infantile, e precedente direttrice dell'Istituto di via dei Sabelli. Oltre a loro, il dottor Matteo Fiorani storico della medicina, Marika Carniti Bollea, la seconda moglie; la figlia Maria Rosa Bollea; Walter Veltroni e Giovanna Lo Sapio, psicologa allieva di Bollea.
Nato nel 1913 in una famiglia povera a Cigliano, in provincia di Vercelli - dopo aver perduto nel 1933 il padre per una polmonite e due anni dopo la madre per un tumore - Bollea si laurea in medicina e chirurgia con lode e dignità di stampa. In gran fretta, per l’incombere delle leggi razziali fasciste, sposa Renata Jesi, di una famiglia della borghesia ebrea romana, e si trasferisce definitivamente a Roma. Qui la neuropsichiatria irrompe nella sua vita, dopo aver seguito una lezione di psicopatologia della schizofrenia: nel marzo del 1938, infatti, decide di iscriversi alla “Scuola di specializzazione in clinica delle malattie nervose e mentali” dell’Università di Roma dove si specializza con lode il 23 giugno 1941. Finita la guerra, saranno fondamentali per la sua idea di neuropsichiatria infantile i corsi e le lezioni di Lucien Bovet, Jean Piaget e di altri grandi specialisti. Dai modelli francesi, svizzeri, inglesi e statunitensi apprende il concetto di “lavoro in équipe”, che sarà per lui fondamentale negli anni a venire.
L’instancabile attività scientifica ed assistenziale – dalla direzione del primo “Centro medico-psico-pedagogico” nel ’47 alla partecipazione nella fondazione “Società italiana per l’assistenza medico-psico-pedagogica ai minorati in età evolutiva” nel ’48 - viene associata costantemente a un grande impegno politico e culturale, concepito da lui come parte integrante della sua professione.
Diventa il riferimento sulle questioni psichiatriche del Pci, a cui si era avvicinato, stringendo amicizia con Lombardo Radice, Aloisi e Pietro Ingrao. Dai primi anni ‘50 conosce e frequenta Carlo Levi, Alberto Moravia, Elsa Morante, Federico Fellini, Francesco Rosi ed altri intellettuali della sinistra. Nei primi anni ‘60 inizia a collaborare con il Ministero della Pubblica Istruzione per le riforme didattiche e i programmi della scuola media unificata, in particolare per le classi differenziali. L’Istituto di neuropsichiatria infantile diviene in breve tempo un punto di riferimento non solo per l’Italia, ma anche per l’estero. Collocato a riposo per limiti di età dall’Università di Roma nel 1989, Bollea due anni dopo viene nominato professore emerito. Dal 1990 in poi, nell’ultima fase della sua vita, si impegna nella divulgazione del suo pensiero: il suo volume più celebre resta “Le madri non sbagliano mai” (1995), più volte ristampato e tradotto anche all’estero. Giovanni Bollea scompare a Roma il 6 febbraio 2011, all’età di 97 anni.
Le grandi famiglie romane. I Colonna
RaiStoria ore 22:10
La famiglia Colonna: una tra le più importanti casate nobili italiane, legata a doppio filo alla storia della città di Roma, raccontata attraverso i luoghi in cui ha vissuto, mai aperti prima al pubblico. In compgnia di una guida d’eccezione, lo storico dell’arte Claudio Strinati, con il documentario “Le grandi famiglie romane. I Colonna”, in onda mercoledì 3 febbraio alle 22.10 su Rai Storia, si potrà accedere all’archivio e alla collezione personale della famiglia, nonché a luoghi privati, stanze, ambienti costruiti per una loro passione particolare, per scoprire tesori nascosti, dipinti, capolavori sconosciuti. Usando un linguaggio insolito per raccontare l’arte, prediligendo il format dei servizi di informazione del telegiornale, Strinati, tra cronaca e gossip, cercando tra documenti, carte e resoconti, porta alla luce alcuni personaggi centrali per il ruolo che hanno ricoperto e per i cambiamenti che hanno portato alla città. E con un linguaggio contemporaneo, avvicina il pubblico di oggi ai cittadini di allora, scoprendo come eventi storici così lontani, siano stati vissuti allora esattamente come oggi si sta vivendo la gestione dell’urbe. Un racconto che getta un ponte tra la storia e la vita contemporanea, per dare una nuova luce alle storie rivelate grazie ai documenti d’epoca, rendendole più fruibili per un pubblico non specializzato.