La patria e l’anima: l’Italia e Dante nelle parole di Victor Hugo
Giovedì 25 marzo alle 19.30 il Museo Teatrale alla Scala partecipa al Dantedì presentando in streaming la lettera indirizzata da Victor Hugo al Sindaco di Firenze per le celebrazioni dantesche del 1865.
Pierluigi Panza racconta la storia del documento, che sarà letto da Laura Marinoni, mentre Orazio Sciortino eseguirà brani di Liszt ispirati a Dante e Hugo.
Il 25 marzo, indicato dai dantisti come il giorno dell’anno in cui inizia il viaggio nell’aldilà della Commedia, è stato scelto dal Consiglio dei Ministri come Dante dì, giorno di celebrazione nazionale del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri.
Il Museo Teatrale alla Scala partecipa alla giornata con “La patria e l’anima”, presentazione in streaming (sui social media del Museo e del Teatro dalle 19.30) della lettera che Victor Hugo scrisse al Sindaco di Firenze nel 1865 in occasione delle celebrazioni per i 600 anni dalla nascita del poeta. La lettera, probabilmente appartenuta ad Arrigo Boito, sarà presentata da Pierluigi Panza, che l’ha ritrovata tra le carte del Museo, e letta in italiano dall’attrice Laura Marinoni. Il pianista Orazio Sciortino eseguirà tre brani di Franz Liszt ispirati ai due poeti sul pianoforte appartenuto al compositore.
La lettera
Nel maggio del 1865, in occasione delle celebrazioni per la nascita di Dante, lo scoprimento della statua di Dante davanti a Santa Croce a Firenze e anche per l’Unità d’Italia, Victor Hugo - che era in esilio a Guernsey - scrisse una “Lettera su Dante”. Hugo, rivolgendosi al “Gonfaloniere” della città che era appena divenuta capitale dell’Italia unita, parla del nostro Paese come uscito dall’Inferno, invita gli italiani a venerare le loro città e cita Michelangelo, Colombo, Galileo e Beccaria. Ricorda come l’Italia abbia saputo essere, benché oppressa, un faro artistico, poetico e anche civile grazie al Dei delitti e delle pene. e celebra i grandi poeti Dante, Goethe e Shakespeare come alfieri di una comunità culturale europea che contribuirà a un mondo in cui esisterà una sola patria e nessuno sarà straniero.
Della “Lettera su Dante”, in francese, scritta da un copista e firmata Victor Hugo esistono, in realtà, più copie. Almeno due. Una copia della “Lettera su Dante” fu inviata al Gonfaloniere di Firenze, da persona terza, il 10 maggio 1865 per essere pubblicamente letta. E fu letta, in francese, dalla celebre attrice Adelaide Ristori, come riporta “La Nazione” di martedì 16 maggio 1865. Fu anche pubblicata in francese, parzialmente, in “Le Centenaire de Dante”, Actes et Paroles; vol.II, “Pendant l’exil”. Questa copia è conservata alla Biblioteca delle Oblate di Firenze.
Curiosamente abbiamo scoperto che esiste una seconda copia di questa “Lettera su Dante”, con una lettera di accompagnamento diversa e di pugno di Victor Hugo che è quella dell’Archivio del Museo Teatrale alla Scala. Quest’altra copia, sempre scritta da un copista, è identica ma deve essere stata la prima in ordine di stesura poiché contiene correzioni a mano di Hugo che l’altra non ha. Nella lettera che accompagna quest’altra copia, di mano di Hugo e datata 4 maggio, non si capisce tutto: non compare a chi sia indirizzata, ma si chiede chiaramente che la “Lettera su Dante” allegata venga tradotta in italiano anche prima della pubblica lettura. La cosa non avvenne, sebbene in una piccola pubblicazione interna del Comune di Firenze, "Firenze. Rassegna del Comune", numero del 1935, la lettera è effettivamente tradotta da tale sig. E.Gaspari-Campani.
Per quanto riguarda, infine, come una copia sia giunta all’Archivio della Scala l’ipotesi più probabile è che quest’altra copia della “Lettera su Dante”, con relativa lettera di accompagnamento, sia stata indirizzata da Hugo al librettista di Verdi Arrigo Boito. Esiste infatti nell’Archivio della Scala una seconda lettera di Hugo a Boito, sempre dello stesso anno e sempre scritta dall’esilio di Guernsey. Alla morte, Boito lasciò le proprie carte all’Archivio della Scala. Ovviamente, questa copia della “Lettera a Dante”, manoscritta, con relativa lettera di accompagnamento, ritrovata alla Scala, non è mai stata vista.
I brani musicali
Dei brani eseguiti al pianoforte da Orazio Sciortino, il primo è la trascrizione per pianoforte del Lied di Hans von Bülow (direttore, pianista e compositore che aveva sposato la figlia di Liszt e Marie d’Agoult, Cosima) sui versi del sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare” dalla Vita nova.
Il secondo fa parte di un ciclo di Lieder su testi di Victor Hugo scritto da Liszt nel 1847, il "Buch der Lieder für piano allein". “Oh! Quand je dors”, brano di apertura del ciclo, contiene un riferimento al Petrarca: “Oh! quand je dors, viens auprès de ma couche / Comme à Pétrarque apparaissait Laura…”.
La celebre Fantasia quasi una sonata Après une lecture de Dante fa parte del secondo volume della raccolta Années de pélerinage, dedicato all’Italia. Dante fu un riferimento costante nello sforzo di Liszt di creare una “musica poetica”. Egli stesso eseguì al pianoforte un Fragment dantesque nel 1839, ma fu tra il 1849 e il 1954 che giunse all’elaborazione definitiva, in cui la prima parte riecheggia i lamenti dei dannati e la seconda i canti delle anime del Paradiso, e al titolo, che riprende quello della poesia di Victor Hugo del 1816.
I protagonisti
Laura Marinoni è tra i volti più noti del teatro italiano. Dopo il debutto con Franco Patroni Griffi, che la dirige tra l’altro nei Sei personaggi, Giorgio Strehler la chiama al Piccolo per Il Campiello e L’isola degli schiavi. Collabora quindi con Giorgio Albertazzi e Gabriele Lavia, fino all’incontro con Luca Ronconi che la vuole al Piccolo per Lolita da Nabokov (che le vale un premio Ubu), Candelaio e I due gemelli veneziani e a Siracusa per Prometeo incatenato. Attiva al cinema (con i fratelli Taviani per Le affinità elettive) e in televisione (La piovra), è tornata a Siracusa nel 2019 per Elena di Euripide con la regia di Davide Livermore che l’ha chiamata anche alla Scala per la serata …a riveder le stelle lo scorso 7 dicembre.
Docente di estetica e critica d’arte presso diversi atenei, dottore di ricerca in Conservazione dei beni culturali, romanziere, Pierluigi Panza scrive sulle pagine culturali del Corriere della Sera del 1996. Nel 2006 ha pubblicato per Rizzoli Un palco all’opera - Storia della Scala e nel 2008 ha vinto il premio Selezione Campiello per La croce e la sfinge, biografia di Giovanni Battista Piranesi cui ha dedicato nel 2020 le mostre Giovanni Battista Piranesi Architetto senza tempo a Bassano del Grappa e Piranesi a Milano alla Biblioteca Braidense.
Nel 2018 ha curato con Fulvio Irace la mostra La magnifica fabbrica, 240 anni di storia del Teatro alla Scala, da Piermarini a Botta al Museo Teatrale alla Scala.
Pianista, compositore, direttore d’orchestra, Orazio Sciortino è una figura non comune di musicista completo ed eclettico, presente in diversa veste nelle principali istituzioni italiane. Nel 2015 presenta al Teatro Coccia di Novara la sua opera La Paura, su libretto di Alberto Mattioli da Federico De Roberto, mentre nel giugno 2016 la Fondazione Spinola Banna gli commissiona l’opera breve MeetHer e nel dicembre dello stesso anno il Teatro Lirico di Cagliari presenta Sol Invictus per Coro e Orchestra. Nel 2016 i Cameristi della Scala eseguono al Piermarini la favola musicale La Gattomachia. Come pianista ha inciso per Sony Classical un CD di trascrizioni lisztiane e il disco monografico Self Portrait. Claves ha pubblicato un album con le sue composizioni da camera. Oltre che come solista, si esibisce spesso in duo con il violinista Domenico Nordio.
Si ringrazia Rolex, Partner istituzionale del Museo Teatrale alla Scala