L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Ritratti di donne

DOMENICA 17/10/2021

Domenica con Vincenzo Salemme 

La Tv di cui si sente “figlio” e che accomuna personaggi del teatro, della musica e del cinema entrati nel suo immaginario e nella sua stessa storia, da Totò a Eduardo, da Gilberto Govi a Monica Vitti. Volti e storie del piccolo schermo che Vincenzo Salemme propone nel suo palinsesto per “Domenica Con”, lo spazio curato da Giovanni Paolo Fontana ed Enrico Salvatori, in onda domenica 17 ottobre dalle 14 alle 24 su Rai Storia. Si comincia alle 14 con il ricordo degli inizi della Tv con un montaggio dei notiziari del 1954 e del 1957. Alle 14.15 Salemme ripercorre con alcuni spezzoni di “Studio Uno” il debutto Tv di due personaggi della musica, Rita Pavone, e Gianni Morandi. Salemme si sofferma, inoltre, sull’importanza che hanno avuto molti attori e uomini di cultura, nel tenere vivo il dialetto e le tradizioni locali. In Tv ammirava, e ammira ancora, un attore ligure, Gilberto Govi, che ricorda con un frammento di una sua commedia e con la presenza al Musichiere di Mario Riva. Nella memoria televisiva di Salemme ci sono anche alcuni capisaldi calcistici come la “sfortunata” Italia-Corea del 1966, Italia-Germania del 1970 e i Mondiali del 1982, ma non mancano i grandi sceneggiati televisivi come “Belfagor” e “La famiglia Benvenuti”. E un evento che fu seguito in Tv da milioni di persone in tutto il mondo, l’allunaggio dell’Apollo 11. Salemme si sofferma poi sul suo primo vero incontro con il teatro e con Eduardo De Filippo, del quale ripropone la commedia in un atto unico “Il Cilindro”. Alle 17.25 il primo film del giorno è “Siamo uomini o caporali”. Protagonista è Napoli, con i suoi vicoli, i suoi segreti, le sue tradizioni, raccontata da due monumenti della recitazione come Paolo Stoppa e Totò. Uno spazio speciale è riservato a un personaggio che tutti immaginano napoletano, ma è pugliese, Renzo Arbore, ricordato attraverso alcune trasmissioni storiche come “L’altra domenica”, “Indietro Tutta” e “Quelli della notte” in onda alle 19.15. Ma la televisione è anche spensieratezza. Un esempio per tutti, le comiche. Salemme apprezza in particolare quelle di Stanlio e Ollio che ripropone alle 20.10 Ma ama soprattutto il cinema tanto da vedere ogni giorno un film. E per la prima serata, la sua scelta va a “Qualcosa è cambiato” con Jack Nicholson. L’emozione di un incontro, quello con Monica Vitti - alla quale è dedicato un omaggio alle 23.40 - chiude la “Domenica con” di Vincenzo Salemme.

LUNEDI’ 18/10/2021

Le storie di Passato e Presente. Roma dal vecchio al nuovo impero

Aureliano, Diocleziano e Costantino sono i protagonisti del nuovo appuntamento con “Le storie di Passato e presente”, in onda lunedì 18 ottobre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. In primo piano le vicende degli imperatori che, nel III secolo d.C., un’epoca attraversata da crisi economiche, pestilenze e scontri con i popoli barbari che premono ai confini, si distinguono nel tentativo di rafforzare le difese dell’Impero, costruendo mura e fortificazioni, ma anche le sue istituzioni, creando nuove forme di governo. Aureliano costruisce nuove mura per difendere Roma. Diocleziano, per controllare un Impero troppo vasto, crea la tetrarchia, con due imperatori, gli augusti, e due vice, i Cesari. Costantino trasforma la tetrarchia in una monarchia, si lega alla Chiesa Cristiana e crea una nuova capitale, Costantinopoli.

Elementi italiani del patrimonio culturale immateriale Unesco - Pillole. L'opera dei Pupi 

Uno dei 14 elementi italiani iscritti nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. In onda da lunedì 18 ottobre, in testa al programma di prima serata.

Storia delle nostre città. Catania

Catania, una delle perle del Mediterraneo, la città nera costruita con la scura pietra lavica dell’Etna, il mastodontico vulcano che veglia sulla città da millenni. Una città con una storia tutta da scoprire nell’ultimo appuntamento con “Storia delle nostre città”, in onda lunedì 18 ottobre alle 21.10 su Rai Storia. La città venne fondata dai greci nel 729 a.C., e ha una storia intensa come pochi altri luoghi al mondo. In ogni angolo è possibile ammirare la ricca eredità culturale lasciata da greci, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi, angioini, aragonesi e spagnoli. La città oggi, ha un’impronta prevalentemente settecentesca, frutto della ricostruzione dopo il terremoto del 1693, ma mantiene intatti i tanti monumenti che hanno scandito la sua storia, dalla cattedrale di Sant’Agata al castello Ursino o la fontana dell’elefante.

I sette re, la leggenda di Roma. Su Rai Storia (canale 54) la nascita dell’Urbe

Le origini di Roma si confondono nella leggenda. La tradizione, ripresa dagli storici latini di età imperiale, attribuisce la fondazione della città ad un re di origine divina, Romolo, che il 21 aprile del 753 a.C. traccia alle pendici del colle Palatino il recinto sacro che delimita il nuovo villaggio. A lui succedono tre re di origine latina, Numa Pompilio, Tullo Ostilio e Anco Marzio, e tre re di origine etrusca, Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo. Quest’ultimo viene cacciato nel 505 a. C. quando Roma diventa una Repubblica. I dati archeologici indicano che il Palatino, il colle su cui sorge Roma, era già occupato da una comunità di pastori nel 1000 a.C. Gli scavi hanno però rivelato la presenza delle fondazioni di un muro che delimita il colle, databile alla metà dell’VIII, l’epoca della mitica fondazione. Con la guida di Cristoforo Gorno e con l’ausilio di storici e archeologi, “I sette re, la leggenda di Roma” - di Cristoforo Gorno, scritto con Giancarlo Di Giovine per la regia di Graziano Conversano - in onda lunedì 18 ottobre alle 22.10, vuole riscoprire gli eventi leggendari legati alla nascita della città eterna, confrontarli con i dati scientifici e le scoperte archeologiche, comprendere e analizzare i passaggi e i motivi della fortuna di Roma. Gli episodi tramandati dalla tradizione e dagli storici latini, il ratto delle sabine come la sfida tra gli Orazi e i Curiazi, vanno infatti letti e interpretati come momenti diversi della crescita di Roma: lo scontro e l’integrazione tra le diverse tribù presenti nella zona, il consolidamento delle istituzioni e l’espansione militare. Quella della Roma dei re è un’avventura avvincente, scandita da episodi leggendari e personaggi fantastici, attraverso i quali si raccontano i momenti e le caratteristiche della crescita di Roma e del suo dominio sul territorio.

MARTEDI’ 19/10/2021

Le storie di Passato e Presente. Il progetto di conquista del III Reich

L’incendio del Reichstag nel 1933, la politica di appeasement verso la Germania di Hitler che culmina nel patto di Monaco del 1938, e l’incontro del Brennero del 1940 tra Mussolini e Hitler, sono tre momenti emblematici del disegno di conquista del Terzo Reich in Germania e in Europa. Dopo l’incendio del Reichstag del 1933, il nazismo dilaga e prende rapidamente possesso delle istituzioni statuali, con il consenso di gran parte del popolo tedesco totalmente sedotto dal carisma del Fuhrer. Il potere di fascinazione esercitato da Hitler non fa breccia però solo tra i tedeschi. Penetra anche in altri Paesi che mostrano benevolenza, quando non addirittura aperta simpatia nei confronti del Cancelliere tedesco, che ne approfitta per imporre le proprie decisioni e tracciare la via che porterà al più drammatico conflitto del XX secolo. Il progetto di conquista del III Reich è al centro dell’appuntamento con “Le storie di Passato e presente” in onda martedì 19 ottobre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Elementi italiani del patrimonio culturale immateriale Unesco - Pillole. Il saper fare liutario di Cremona

Uno dei 14 elementi italiani iscritti nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. In onda martedì 19 ottobre, in testa al programma di prima serata.

Il segno delle donne – Fernanda Gattinoni 

Durante la Seconda guerra mondiale, andando totalmente controcorrente, con grande coraggio, Fernanda Gattinoni, una delle prime creative della moda, apre il suo magnifico atelier di 850 metri quadri, staccandosi definitivamente dalla moda francese imperante fino a quel momento, creando una moda del tutto italiana. È lei - alla quale dà voce e volto Elisabetta De Palo nella conversazione “impossibile” con Elena Stancanelli – la protagonista del nuovo appuntamento con la serie “Il segno delle donne”, in onda in prima visione martedì 19 ottobre alle 21.10 su Rai Storia.

Madame Gattinoni, come amava essere chiamata, è l’essenza stessa di eleganza, dedizione al lavoro, generosità e umanità, con i suoi collaboratori e con le sue clienti, che ameranno non solo i suoi abiti da sogno, ma anche la donna. Fernanda Gattinoni stringe amicizia con le grandi star del cinema; Ingrid Bergman, Anna Magnani, Roberto Rossellini, Audrey Hepburn, con cui condivide segreti, amori e paure. La “Hollywood sul Tevere” la decreta una diva fra le dive, anzi sopra le dive e la sua determinazione e dedizione al lavoro, fisseranno nella storia la Maison Gattinoni. “Il Segno delle Donne” è una co-produzione Anele e Rai Storia, realizzata da Anele. Prodotta da Gloria Giorgianni. Coordinamento editoriale Rai Alfonso Notari. Delegato di produzione Rai Serena Valeri. Soggetto di Gloria Giorgianni, Massimo Favia e Andrea Martelli. Sceneggiature di Giorgia Colli (Fernanda Gattinoni, Colette Rosselli), Flaminia Padua (Angela e Luciana Giussani, Carina Massone Negrone), Federica Tuzi (Liala, Alida Valli), con la consulenza storica di Silvia Salvatici. Regia di Marco Spagnoli, Gisella Gobbi, Mario Vitale.

SeDici Storie. Angela Casella, come solo una madre - Nata Chic. Jole Veneziani

Da Angela Casella, “Mamma Coraggio”, alla stilista Jole Veneziani. Sono loro le protagoniste dell’appuntamento con “SeDici Storie” in onda martedì 19 ottobre alle 22.10 su Rai Storia. Angela Casella, madre di Cesare, un ragazzo di Pavia rapito negli anni ‘80 dalla ‘ndrangheta, fu soprannominata “Mamma Coraggio”. Era il periodo dei sequestri di persona, che foraggiavano le organizzazioni criminali, in particolare la ‘ndrangheta. Si arrivarono ad avere decine di sequestri contemporaneamente e non tutti videro i rapiti tornare a casa. “Mamma Coraggio” andò nella Locride a parlare con le donne, si incatenò a San Luca in piazza, divenne un simbolo di resistenza, amore per i figli, legalità e impegno civile. Una sfida che commosse l’Italia e diede un colpo importante alla patina di omertà che avvolgeva la Locride. Le donne di quella zona furono solidali con lei, e la sua battaglia contribuì alla liberazione del figlio Cesare, dopo quasi due anni di prigionia. Angela Casella è scomparsa nel 2011. La ricorda Enzo Ciconte, scrittore, docente e già deputato della Repubblica Italiana.
Jolanda Anna Maria Veneziani, (1901 – 1989) è stata una stilista italiana. È tra le fondatrici dell'Alta moda italiana, avendo partecipato, tra i pochi prescelti da Giovanni Battista Giorgini, alla prima sfilata presso Villa Torrigiani a Firenze, nel 1951. È uno dei personaggi più rappresentativi della moda italiana degli anni Cinquanta e Sessanta. La sua vicenda umana e professionale incarna il contributo dato dall'imprenditorialità femminile alla nascita, ai successi e al consolidamento della moda italiana in quel periodo. Jole comprende che anche negli anni più bui della guerra cresce fra la gente un desiderio di rinascita, un ritorno a celebrare le gioie della vita. Lavora intensamente e finita la guerra la sua fama travalica i confini nazionali: le vengono dedicate le copertine di Life, Harper's Bazaar e Vogue. La Veneziani non si limita alla sola vendita, ma come una vera e propria stilista, dà consigli alle clienti-amiche su come indossare le pellicce, gli abiti, gli accessori. Tra le sue clienti più note: Lucia Bosè, Maria Callas, Wally Toscanini, Marlene Dietrich, Elsa Martinelli, Anna Proclemer, Ljuba Rizzoli, Emanuela Castelbarco, Sandra Milo, Franca Rame, Ornella Vanoni. Ottiene premi e riconoscimenti, tra cui nel 1970 quello di Cavaliere al merito della Repubblica

MERCOLEDI’ 20/10/2021

Le storie di Passato e presente. Ritratti di donne del primo ‘900

La puntata propone i ritratti di tre donne che, con le loro battaglie, hanno contribuito al percorso di emancipazione femminile e al progresso sociale, culturale e artistico del nostro Paese. Tre storie al femminile che racchiudono percorsi di vita individuali ma anche vaste pagine della nostra storia contemporanea. Le protagoniste sono Sibilla Aleramo, che agli inizi del ‘900 denuncia la violenza sessuale subita e la pratica del matrimonio riparatore nel romanzo autobiografico “Una donna”; Rosa Genoni, stilista lombarda pioniera del Made in Italy e interprete di un percorso di emancipazione femminile che passa attraverso l’impiego e la tutela della donna nel settore della moda; e infine Maria Montessori, scienziata di fama internazionale e inventrice del metodo pedagogico applicato nelle scuole di tutto il mondo. Paolo Mieli ne ripercorre le biografie, le battaglie, i successi e le sconfitte in compagnia di tre esperte storiche: appuntamento con “Le storie di Passato e presente” mercoledì 20 ottobre alle ore 13.15 su Rai3 e alle ore 20.30 su Rai Storia.

Elementi italiani del patrimonio culturale immateriale Unesco - Pillole. La dieta mediterranea 

Uno dei 14 elementi italiani iscritti nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. In onda mercoledì 20 ottobre, in testa al programma di prima serata.

Italiani. Donne scienziate tra '800 e '900 – Maria Bakunin - Luisa Levi. Il rigore e la passione

Sono Maria Bakunin e Luisa Levi le protagoniste dell’ultimo appuntamento con la serie “Donne scienziate tra '800 e '900” in onda per il ciclo “Italiani”, introdotto da Paolo Mieli, mercoledì 20 ottobre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia.

Maria Bakunin, «Marussia per gli amici, la Signora per gli altri», è la (supposta) figlia terzogenita del filosofo e rivoluzionario russo Michail Bakunin. Nata in Siberia nel 1873, alla morte di Bakunin venne accolta, con la madre e i fratelli, dall’amico napoletano del padre, l’avvocato Carlo Gambuzzi. A Napoli vivrà tutta la sua vita, frequentando prima il liceo e poi l’università., facoltà di chimica. Si laurea nel 1895, sostenendo una tesi sulla stereochimica. Nel 1912 sarà la prima donna a salire sulla cattedra di chimica tecnologica applicata. Frequentatrice dell’ambiente intellettuale napoletano, fu molto stimata da Benedetto Croce.

Maria Bakunin ha svolto ricerche ampie ed approfondite nel settore della chimica molecolare, anche applicata alla geologia (sua la prima mappa geologica d’Italia), della chimica organica e della fotochimica, collaborando, tra gli altri, col Ministero della pubblica istruzione, col Ministero dell’agricoltura industria e commercio, col CNR e con i più importanti esponenti del mondo industriale dell’epoca. Donna dalla forte personalità e dal carattere deciso, estremamente popolare nell'ambiente napoletano, Maria Bakunin è una figura di rilievo non solo per la sua statura di scienziata e di "maestra" temuta e stimata, ma anche per il ruolo di direzione di varie istituzioni scientifiche. Nel 1944 diventa presidente dell’Accademia pontaniana, nel 1947 fu la prima donna ad essere eletta socia dell’Accademia nazionale dei Lincei nella classe delle scienze fisiche. La sua fama cittadina è legata alla difesa del "suo" Istituto di chimica durante la Seconda guerra mondiale: quando i tedeschi misero a fuoco le biblioteche universitarie, la Bakunin si sedette in prossimità delle fiamme incrociando le braccia. Il tenente tedesco, stupefatto da tanto coraggio, dette ordine di ritirarsi e i danni furono meno gravi. Maria ebbe un ruolo importante anche nella vita – personale e professionale – del nipote a cui era molto legata, il noto matematico Renato Caccioppoli, figlio della sorella Giulia Sofia e del chirurgo napoletano Giuseppe Caccioppoli: nel 1938 intervenne presso le autorità per impedirne l’arresto per attività antifascista. Morirà a Napoli il 17 aprile del 1960, nella sua casa di via Mezzocannone a pochi passi dal suo Istituto.

Luisa Levi nasce  a Torino  nel   1898 ,  medico,  prima donna  neuropsichiatra e  fondatrice in Italia  della neuropsichiatria infantile, sorella amatissima di Carlo, medico e celebre autore del “Cristo si è fermato ad Eboli”. Luisa Levi sarà ricordata principalmente per essere stata il primo medico italiano a pubblicare un lavoro sull'educazione sessuale infantile dal titolo: "L'educazione sessuale: orientamenti per i genitori". Di facoltosa famiglia ebraica, imparentata con lo psichiatra Marco Treves, deve a lui la passione per gli studi medici. Dopo aver frequentato a Torino il liceo "Vittorio Alfieri" , si iscrive nel 1914 alla facoltà di Medicina presso l'Università degli studi di Torino,  suscitando indifferenza  tra i colleghi maschi. Si laurea l’8 luglio 1920, con il massimo dei voti e la lode, e si specializza in malattie nervose dei bambini, lavorando presso l’ospedale pediatrico di Torino, dando inizio alla sua carriera di neuropsichiatra infantile.si reca a Parigi per perfezionarsi in malattie mentali e in malattie nervose. Lavorerà in Veneto, iniziando a pubblicare articoli e testi sull’evoluzione della mente dei bambini. Dopo le difficoltà dovute al periodo bellico e all’emanazione delle leggi razziali, si iscrive all’UDI e nel 1962 pubblica “Educazione sessuale, orientamenti per i genitori”, frutto di anni di osservazioni cliniche. Fino al 1964 dirigerà il reparto psichiatrico dell’ospedale di Grugliasco. Muore a Torino nel dicembre 1983.

Storie della tv. Andrea Barbato e Giuseppe Marrazzo. Il racconto della notizia

Due giornalisti che sembrano non avere niente in comune, così diversi per stile e attitudini. Entrambi hanno legato il proprio nome alla stagione del Tg2, cominciata alla metà degli anni ’70: Andrea Barbato e Giuseppe Marrazzo sono i protagonisti di “Storie della TV”, la serie prodotta e realizzata da Rai Cultura con la partecipazione e la consulenza di Aldo Grasso, firmata da Fabrizio Marini, in onda mercoledì 20 ottobre alle 22.10 su Rai Storia. Intervengono Aldo Grasso, Fernando Cancedda, Manuela Cadringher, Piero Marrazzo, Ivana Monti, Enrico Perreca e Claudio Speranza. Andrea Barbato, conduttore garbato e rassicurante, si è formato sulla carta stampata, per poi ideare programmi come Tv7, partecipare alla diretta dello sbarco sulla Luna, e si legò al neonato Secondo Canale, dovendo “inventare” il telegiornale che sarebbe poi diventato con gli anni il tg2. Tra gli altri programmi, “Fluff” e “Cartolina”. Giuseppe Marrazzo è stato uno dei più grandi inviati della Rai, tra i primi a “scavalcare” la macchina da presa nei suoi reportage, che hanno prodotto decine di “dossier” sui temi della cronaca, in particolare sui temi legati alla mafia, alla camorra, alla ndrangheta, temi che aveva cominciato ad affrontare negli anni di “Az: un fatto come e perché”.

GIOVEDI’ 21/10/2021

Le storie di Passato e presente. Il primo dopoguerra

Novembre 1918: i cannoni tacciono, la Grande Guerra è finita. L'Italia ha vinto, ma passata l'euforia della vittoria si fanno i conti con i tanti problemi del dopoguerra: il debito pubblico, l'inflazione galoppante, la smobilitazione, il reinserimento dei reduci, la riconversione dell'industria bellica, la questione fiumana e l'occupazione delle fabbriche. La puntata, in onda giovedì 21 ottobre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, ripercorre il contesto e gli eventi che hanno segnato la storia dell’Italia postbellica, a partire dalle elezioni del 1919, con una vittoria elettorale socialista che non si trasformerà in egemonia politica, attraverso il violento scontro sociale che culmina nell’occupazione delle fabbriche, per giungere infine all’epilogo, gestito da Giovanni Giolitti, dell’occupazione dannunziana di Fiume.

Elementi italiani del patrimonio culturale immateriale Unesco - Pillole L'opera del 'pizzaiuolo' napoletano

Uno dei 14 elementi italiani iscritti nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. In onda giovedì 21 ottobre, in testa al programma di prima serata.

a.C.d.C.
1590-1643 Per la fede e per il trono. Alle origini dell’Europa moderna L’Europa in fiamme, 1635-1643

La Francia è direttamente coinvolta nella guerra dei Trent’anni. Si combatte sul suolo francese. Anna d’Austria, la consorte del re Luigi XIII, trasmette segretamente informazioni a suo fratello, re di Spagna e dei Paesi Bassi spagnoli, ma è smascherata dall’efficiente servizio di informazioni organizzato dal cardinale Richelieu. Il re è sul punto di ripudiarla, quando un evento scuote la corte e la Francia intera; sorprendentemente, dopo diverse gravidanze interrotte, la regina sta per dare alla luce un bambino, il futuro Luigi XIV, il “Re Sole”. Si chiude così “1590-1643 Per la fede e per il trono. Alle origini dell’Europa moderna”, la serie in onda per “a.C.d.C”, come di consueto introdotta dal prof. Alessandro Barbero, giovedì 21 ottobre alle 21.10 su Rai Storia.

a.C.d.C
Donne nella storia - Luisa Di Prussia

Una “regina di cuori” per il popolo, ma una guerrafondaia per i nemici: è Luisa di Prussia, protagonista di “a.C.d.C.”, il programma di Rai Cultura in onda giovedì 21 ottobre alle 22.10 su Rai Storia, con un’introduzione del professor Alessandro Barbero. Regina molto giovane, bellissima, sposa di un re che le voleva molto bene, Federico Guglielmo, in un Paese che nel’ 700 è stato militarista e filosofico e che nell’800, con il Romanticismo, si stava trasformando in qualcos’altro, Luisa non avrebbe mai voluto interessarsi alla politica ma fu costretta a farlo, trovandosi a vivere nel momento storico più difficile per la Prussia: la guerra con Napoleone. Alla sua morte, avvenuta a 35 anni, si narra che Napoleone avrebbe detto al Re che aveva perso il suo miglior ministro: “a.C.d.C” disegna il ritratto di una donna, poco conosciuta in Italia, ma che nella storia è poi diventata una vera e propria figura leggendaria.

VENERDI’ 22/10/2021

Le storie di Passato e presente La Rivoluzione francese

In questa puntata la Rivoluzione francese viene raccontata attraverso il suo evento simbolo e due suoi grandi protagonisti: l’appuntamento è per venerdì 22 ottobre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. La presa della Bastiglia, il 14 luglio 1789, è la scintilla che accende la miccia della Rivoluzione francese. Poche settimane dopo, l’Assemblea nazionale vota la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”, il manifesto di chi aspira a una nuova Francia democratica. Maximilien de Robespierre è uno dei rivoluzionari più attivi all’interno dell’Assemblea nazionale. La sua azione intransigente contro i privilegi dell’Ancien Régime dà un grande contributo alla Rivoluzione, ma lo porta a instaurare una sorta di dittatura personale, il cosiddetto “periodo del Terrore”. Durante i primi anni della Rivoluzione, Napoleone Bonaparte si dedica alla carriera militare. Quando, nel 1796, viene inviato in Italia a combattere gli austriaci, le sue vittorie e la conseguente occupazione francese saranno l’occasione per diffondere nella penisola gli ideali di democrazia e libertà dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese. Ospite di Paolo Mieli è il professor Gilles Pécout.

Elementi italiani del patrimonio culturale immateriale Unesco - Pillole. L'arte musicale dei suonatori di corno da caccia

Uno dei 14 elementi italiani iscritti nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. In onda venerdì 22 ottobre, in testa al programma di prima serata.

1941: Italia in guerra. L’Africa e il crollo dell’impero 

La fine dell’Impero. La fine della “guerra parallela”. ows: 2; orphans: 2;" align="JUSTIFY"Il crollo del consenso del regime. La guerra che l’Italia combatte sui fronti dell’Africa nel 1941 è una lunga e drammatica sequenza di sconfitte e ritirate, sotto i colpi inferti da un nemico, l’esercito dell’Impero britannico, che si dimostra superiore per mezzi e tecniche di impiego militare: sui mari e sui cieli, via terra e sulle sterminate dune del deserto. Il dramma del Regio Esercito inizia tra il gennaio e il febbraio, sul fronte Settentrionale, quando l’avanzata dei britannici penetra per centinaia di chilometri in Libia e segna la perdita della Cirenaica, provocando lo sbando dei vertici militari e le dimissioni del generale Graziani. Prosegue in primavera con il crollo dell’Africa Orientale Italiana, il ritorno del negus Hailé Selassié a Addis Abeba, il 5 maggio, e la resa del Duca d’Aosta all’Amba Alagi. Si conclude a fine anno con nuove sconfitte in terra libica, dopo che l’arrivo di Rommel e dell’Afrika korps tedesco aveva prodotto una parziale riscossa, ma anche la totale perdita del comando delle operazioni da parte italiana. In mezzo al rumore delle armi si eleva il dramma e la voce di centinaia di migliaia di soldati, prigionieri e civili: italiani e coloni, libici ed etiopi, accomunati da un unico tragico destino. Il secondo appuntamento con la nuova serie “1941: Italia in guerra” andrà in onda venerdì 22 ottobre alle 21.10 su Rai Storia.

A ricostruire e spiegare la complessa trama di avvenimenti, grazie a testimonianze e documenti inediti, una straordinaria squadra di storici composta da Simona Behre, Mauro Canali, Umberto Gentiloni, Nicola Labanca; il Generale di Brigata Antonino Neosi Capo Ufficio Storico dell’Arma dei Carabineri, il Generale di Brigata Fulvio Poli, Capo Ufficio Generale Promozione Pubblicistica e Storia dello Stato Maggiore dell'Esercito; Federica Onelli, Archivista di Stato del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Infine, attraverso le pagine di diari inediti, Nicola Maranesi restituisce voce ai racconti dei soldati che hanno combattuto al fronte.

Generazione Caporetto. Storie di soldati, eroi, sbandati nei 15 giorni della disfatta

Cos’è stata la disfatta di Caporetto? Non esiste ricostruzione, inchiesta, cronaca che da sola possa restituire, a cento anni di distanza, l’immane portata della più drammatica sconfitta subita dal Regio Esercito durante la Prima guerra mondiale. Una tragedia che è costata all’Italia 300.000 prigionieri, 350.000 militari sbandati, 40.000 tra morti e feriti, più di 400.000 civili in fuga. Il documentario “Generazione Caporetto” di Nicola Maranesi è in onda venerdì 22 ottobre alle 22.10 su Rai Storia. È restituita voce a ciascuno di loro, recuperando le parole lasciate sulla carta nei diari e nelle lettere, nelle memorie scritte a caldo, dalle quali riaffiorano i sentimenti, le sensazioni, il vissuto che accompagnano la narrazione dei fatti. Sono voci custodite nel giacimento sconfinato dell’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano che raccontano la gloria, la codardia, l’eroismo, il caos, la paura, la morte. Ogni fatto, ogni esperienza, prende vita dall’esatto luogo degli avvenimenti, seguendo le tappe forzate di una ritirata lunga 150 chilometri. Dalla conca di Plezzo a Cividale del Friuli, da Pozzuolo del Friuli a Ragogna, dal Tagliamento al Piave. Sullo sfondo del racconto storico e geografico, la testimonianza di un soldato, l’artigliere Antonio De Maria, uno dei molti che hanno percorso l’itinerario della ritirata dall’inizio alla fine, fa da voce guida e da catalizzatore delle scritture dei commilitoni e dei civili, conducendo alla scoperta di cosa abbia rappresentato la disfatta di Caporetto, e la Grande Guerra, nell’intimo di chi l’ha vissuta sulla propria pelle: un’esperienza nella quale si è rispecchiato il male assoluto, ma nella quale ha trovato espressione anche il bene.

SABATO 23/10/2021

Passato e presente. Matteo Ricci missionario in Cina

Padre Matteo Ricci, missionario gesuita, è il primo europeo a stabilire un solido ponte culturale tra oriente e occidente. Sbarcato a Macao nel 1583, si stabilisce nel sud della misteriosa Cina dei Ming, dove, insieme al confratello Michele Ruggeri perfeziona lo studio del cinese e redige il primo dizionario cinese-portoghese. Il suo straordinario percorso è raccontato da Paolo Mieli e dalla professoressa Michela Catto nell’appuntamento con “Passato e presente” in onda sabato 23 ottobre alle 20:30 su Rai Storia. Mettendo in pratica gli insegnamenti di Alessandro Valignano, Visitatore delle missioni gesuitiche d’Oriente, Ricci si fa “cinese in Cina”: studia e assorbe la cultura e i costumi locali - laddove ciò non sia incompatibile con i dogmi e la morale evangelica, per entrare in contatto con quel popolo. Riesce persino a completare lo studio dei classici confuciani e, a 20 anni dal suo arrivo in Cina, viene finalmente ammesso nella capitale Pechino, città che non lascerà mai più. L’imperatore Wanli gli accorda protezione e il titolo di mandarino, in cambio della traduzione in cinese dei testi fondamentali del sapere occidentale. Ricci conduce una vasta opera di apostolato, con un approccio che, aspramente criticato in passato, in tempi recenti è stato definito “del dialogo religioso”.

Elementi italiani del patrimonio culturale immateriale Unesco - Pillole
La pratica agricola tradizionale della coltivazione della 'vite ad alberello' della comunità di Pantelleria

Uno dei 14 elementi italiani iscritti nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO.In onda sabato 23 ottobre, in testa al programma di prima serata.

Cinema Italia. Divorzio all’italiana

Ferdinando Cefalù, interpretato da Marcello Mastroianni, è un barone siciliano che vive nella città siciliana di Agramonte. Fefè, così è soprannominato, sposato da molti anni con Rosalia, una donna brutta e petulante, si innamora della bella e giovanissima Angela - Stefania Sandrelli - che lo ricambia. Il coronamento del loro amore comincia a prendere forma nella mente di Fefè con l’arrivo inaspettato di Carmelo Patané, pittore e vecchio spasimante di sua moglie: basterà indurre Rosalia al tradimento e liberarsi di lei uccidendola. D’altronde, l'articolo 587 del Codice Penale concede miti condanne per i delitti d'onore. Capolavoro di Pietro Germi, “Divorzio all’italiana” andrà in onda per il ciclo “Cinema Italia” sabato 23 ottobre alle 21.10 su Rai Storia.

Documentari d’autore. I bambini sanno

Le risposte dei bambini alle domande di oggi. Bambini tra i sette e i quattordici anni provenienti da tutta Italia e da ceti sociali differenti esprimono la loro visione su grandi e piccoli temi dell'esistenza. Un ritratto dell'Italia che verrà. Di Walter Veltroni, “i bambini sanno” andrà in onda sabato 23 ottobre alle 22.50 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”.


 

 

 
 
 

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