L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

I bambini ci guardano

Un ritorno, anzi una prima volta. Arriva in tv la “Médée” di Luigi Cherubini su libretto di François-Benoît Hoffmann diretta da Michele Gamba con la regia di Damiano Michieletto, che il Teatro alla Scala ha messo in scena per la prima volta nella versione originale francese e senza i tagli di tradizione nel gennaio 2024. Uno spettacolo che Rai Cultura propone venerdì 21 giugno alle 21.15 in prima tv su Rai 5. Protagonista è Claire de Monteil, accanto al Jason di Stanislas de Barbeyrac al debutto scaligero. Nel cast anche Nahuel di Pierro come Créon, Martina Russomanno come Dircé, Ambroisine Bré come Néris e Greta Doveri e Mara Gaudenzi come Confidantes de Dircé.    
La Scala aveva presentato la versione tradotta dell'opera in prima italiana nel 1909 e poi con Maria Callas nel 1953. Per la prima della versione originale francese acanto al regista Michieletto, ci sono il drammaturgo Mattia Palma, lo scenografo Paolo Fantin, la costumista Carla Teti e il light designer Alessandro Carletti.
“Eseguiamo la versione originale, senza i recitativi di Lachner - spiega il Direttore d'orchestra Michele Gamba - I numeri musicali rimangono integri, secondo le indicazioni del compositore presenti sulla partitura autografa e sulle parti utilizzate alle prime di Parigi e Vienna. L’intento è aderire al dettato di una partitura già di per sé iperbolica nella scrittura, resistendo alle sirene dell’ipertrofismo retorico". 
In un serrato dialogo con lo psichiatra e saggista Vittorio Lingiardi, Damiano Michieletto posa lo sguardo sulle figure neglette dei bambini che saranno al centro dello spettacolo: “Quale visione e consapevolezza possono avere della madre?" si chiede il regista. "Come vivono la relazione con il padre che ora si risposa? In Euripide ci sono molti momenti in cui i bambini sono presenti in scena ma non parlano. Al tempo stesso hanno rapporti con tutti i personaggi, che spesso si rivolgono a loro. Tutto ruota attorno a loro, mi sono detto. Allora ho deciso di dare più importanza a questi bambini, ho cercato di raccontare i loro pensieri. Al posto dei dialoghi recitati tipici della forma opéra-comique di Cherubini ho introdotto le voci e i pensieri dei bambini. A partire da testi scritti da Mattia Palma, a cui avevo indicato dei punti specifici del libretto, abbiamo creato un linguaggio, immaginato il mondo interno dei figli di Medea. La mia intenzione era quella di fare dei due bambini dei personaggi e non delle appendici liriche”.


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