L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

Ottobre 2024 - Sab 12 (19.30) A, Dom 13 (15.00) C, Mer 16 (19.30) L,

Ven 18 (19.30) B, Dom 20 (15.00) F

Teatro Ivo Chiesa

Inaugurazione congiunta della Stagione Lirica e Balletto 2024-25 dell’Opera Carlo Felice Genova e della Stagione Teatrale 2024-25 delTeatro Nazionale di Genova

GIRO DI VITE

Racconto di Henry James, traduzione e adattamento di Carlo Sciaccaluga

Produzione del Teatro Nazionale di Genova in collaborazione con la

Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova e il Palau de les Arts Reina Sofía di València

Personaggi e interpreti: Istitutrice Linda Gennari, Mrs. Grose Gaia Aprea, Peter Quint

AlephViola, Miss Jessel Virginia Campolucci, Flora Ludovica Iannetti, Miles Luigi Bignone

Regia Davide Livermore

Scene Manuel Zuriaga

Costumi Mariana Fracasso

Luci Antonio Castro

Musiche Giua, Mario Conte

THE TURN OF THE SCREW

Opera in un prologo e due atti di Benjamin Britten,

libretto di Myfanwy Piper dal racconto di Henry James

Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova in collaborazione con il

Teatro Nazionale di Genova e il Palau de les Arts Reina Sofía di València

Personaggi e interpreti:QuintValentino Buzza, The GovernessKaren Gardeazabal, MilesOliver Barlow, FloraLucy Barlow, Mrs. GrosePolly Leech, Miss JesselMarianna Mappa

Regia Davide Livermore

Scene Manuel Zuriaga

Costumi Mariana Fracasso

Luci Antonio Castro

Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice

Maestro del coro Claudio Marino Moretti

Il Teatro Carlo Felice e il Teatro Nazionale di Genova effettueranno una inaugurazione congiunta con lo stesso titolo, The Turn of the Screw – racconto scritto da Henry James nel 1898 – alternando un adattamento teatrale in prosa fedele al testo originale e la versione musicata da Benjamin Britten in un unico allestimento presso il Teatro Ivo Chiesa, dando modo al pubblico genovese di assistere alternativamente alla versione musicale e alla versione in prosa. Tale importante iniziativa è unica a livello nazionale ed in linea con gli obiettivi statutari del Carlo Felice, tesi alla cooperazione integrata tra istituzioni culturali.

The Turn of the Screw (Il giro di vite) è un’opera in un prologo e due atti composta nel 1954 da Benjamin Britten, su libretto di Myfanwy Piper dall’omonimo racconto di Henry James. La prima rappresentazione si tenne al Teatro La Fenice di Venezia nel settembre dello stesso anno, con Britten alla direzione dell’English Opera Group e con Peter Pears nella parte di Peter Quint. L’opera riprende la trama di James, della quale sono protagonisti un’istitutrice, i bambini che le vengono affidati, Flora e Miles, la governante Mrs. Grose e due fantasmi, Miss Jessel e Peter Quint, che rappresentano due manifestazioni del Male. Lo scrittore esplora i temi dell’infanzia, dell’inconscio e della morte attraverso un crescendo di inquietudine che si dissolve tragicamente solo alla fine. La struttura dell’opera di Britten è complessa e singolare: al prologo che introduce i personaggi e l’azione, seguono due atti dalla conformazione simmetrica, costituiti ciascuno da otto scene alle quali si alternano quindici interludi musicali, variazioni del tema esposto dopo il prologo. Ogni variazione cambia tonalità, secondo un moto che ascende lungo i gradi della scala cromatica dalla tonalità di la minore alla tonalità di la maggiore. La scrittura orchestrale è di grande raffinatezza e si articola attraverso un sistema di rimandi tra temi, colori e timbri finalizzato a sottolineare quello stesso crescendo orrorifico che determina l’azione drammaturgica. The Turn of the Screw è l’opera di Britten più vicina ai modelli di Bartók e Berg, la cifra sperimentale risulta particolarmente evidente nella struttura improntata al serialismo, dove trovano però ampio spazio soluzioni personali e innovative, a fare di questo titolo uno dei più rappresentativi del teatro musicale del compositore.

info e biglietti: www.operacarlofelicegenova.it

Novembre 2024 - Ven 15 (20.00) A, Dom 17 (15.00) C, Ven 22 (20.00) B, Dom 24 (15.00) F

LUCIA DI LAMMERMOOR

Dramma tragico in tre atti di Gaetano Donizetti,

libretto di Salvatore Cammarano dal romanzo The Bride of Lammermoor di Walter Scott

Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova in coproduzione con la

Fondazione Teatro Comunale di Bologna e l’ABAO-OLBE di Bilbao

Personaggi e interpreti: Enrico Franco Vassallo, Lucia Nina Minasyan, Edgardo Iván Ayón Rivas, ArturoPaolo Antognetti, Raimondo Luca Tittoto, Alisa Alena Sautier,

Normanno Manuel Pierattelli

Maestro concertatore e direttore Francesco Ivan Ciampa

Regia Lorenzo Mariani

Scene Maurizio Balò

Costumi Silvia Aymonino

Luci Linus Fellbom

Video Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii

Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova

Maestro del coro Claudio Marino Moretti

Lucia di Lammermoor è la terza opera seria di Gaetano Donizetti, composta nel 1835 (dopo le precedenti Anna Bolena, del 1830 e Lucrezia Borgia, del 1833). Il compositore aveva all’attivo un totale di quarantatré opere, quando decise di mettere in musica un soggetto, The Bride of Lammermoor di Walter Scott, che già aveva ispirato diverse precedenti trasposizioni musicali. Donizetti lavorò con il librettista Salvatore Cammarano, che introdusse varianti minori rispetto alla fonte letteraria, spostando l’azione indietro nel tempo, dall’originario 1689 alla fine del Cinquecento. L’opera è ambientata in Scozia, dove le due famiglie Ashton, con i fratelli Enrico e Lucia, e Ravenswood, di cui è erede Edgardo, sono aspre rivali. Lucia e Edgardo sono innamorati, ma le loro famiglie non possono sopportare la loro unione, continuamente messa alla prova. Mentre Edgardo è lontano, Lucia viene tratta in inganno e convinta a sposare un altro; durante la cerimonia nuziale, Edgardo ritorna inaspettato e, constatato il tradimento, maledice Lucia, che impazzirà di dolore finendo per uccidere il marito e suicidandosi. Quando Edgardo verrà a sapere del tragico epilogo dell’amata, si toglierà a propria volta la vita. Il tema centrale è quello della pazzia per amore, un tema forte e caratterizzante del genere opera seria, qui esplorato con grande acume. Sin dalla prima rappresentazione, avvenuta al Teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835 con un cast d’eccezione, fu chiaro che Lucia di Lammermoor si sarebbe subito affermata come titolo di riferimento nel catalogo di Donizetti e più in generale nel panorama musicale italiano. La scrittura del compositore si distingue in quest’opera sia nell’orchestrazione sia nel disegno delle linee vocali. La parte di Lucia, in particolare, raggiunge un altissimo livello espressivo che emerge tanto nelle arie quanto nei recitativi. Sono poi di grande rilievo i momenti d’insieme e i momenti corali.

info e biglietti: www.operacarlofelicegenova.it

Dicembre 2024 - Ven 13 (20.00) A, Dom 15 (15.00) C, Mar 17 (20.00) B

IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE

Farsa musicale in quattro atti di Nino Rota, libretto proprio e di Ernesta Rinaldi

dalla commedia Un chapeau de paille d’Italie di Eugène Labiche e Marc Michel

Nuova versione dell’allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova

in collaborazione con l’Opéra Royal de Wallonie-Liège

Personaggi e interpreti principali: Fadinard Marco Ciaponi, Nonancourt Nicola Ulivieri, Beaupertuis/Emilio Paolo Bordogna, Lo zio Vezinet Didier Pieri, Felice David Ferri Durà, Achille di Rosalba/Una guardia Blagoj Nacoski, Elena Benedetta Torre, Anaide Giulia Bolcato,

La modista Marika Colasanto, La Baronessa di Champigny Sonia Ganassi

Maestro concertatore e direttore Giampaolo Bisanti

Regia Damiano Michieletto

Scene Paolo Fantin

Costumi Silvia Aymonino

Luci Luciano Novelli

Orchestra, coro, e tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova

Maestro del coro Claudio Marino Moretti

Il cappello di paglia di Firenze è una delle più celebri opere di Nino Rota. Composta nel 1945 su libretto proprio e della madre, Ernesta Rinaldi, l’opera venne rappresentata per la prima volta solo dieci anni più tardi, il 21 aprile del 1955, al Teatro Massimo di Palermo. Con un’ottima accoglienza da parte del pubblico, Il cappello venne presto ripreso in altri teatri italiani da registi affermati come Giorgio Strehler alla Piccola Scala e all’estero. Il libretto è tratto dalla farsa Un chapeau de paille d'Italie di Eugène Labiche e Marc-Michel, del 1851, e si articola in quattro atti. Splendido esempio di commedia alla francese, la vicenda vede protagonista il giovane Fadinard, che il giorno delle proprie nozze con Elena si trova a dover rincorrere per tutta la città un cappello di paglia di Firenze, imbattendosi in vari personaggi, fra travestimenti, gelosie e inganni, fino a quando uno zio sordo non arriverà a salvare la situazione in tempo per il matrimonio. La trama si presta perfettamente alla trasposizione musicale, e Rota sfrutta la drammaturgia innata del soggetto, di stampo ottocentesco, per creare una ricchissima rievocazione anche parodica della storia dell’opera, riprendendo diversi stili da Mozart a Rossini a Mascagni. L’abilità del compositore sta nella capacità di restituire un’opera dal carattere personale e unitario, seppur mantenendo chiari i rimandi e le citazioni che la caratterizzano. Un altro aspetto evidente è il dinamismo drammaturgico, dovuto sì al ritmo della narrazione stessa, ma anche all’espressività musicale che il compositore padroneggiava grazie alla consistente carriera cinematografica.

info e biglietti: www.operacarlofelicegenova.it

Dicembre 2024 - Sab 21 (15.00) F, Sab 21 (20.00) A, Dom 22 (15.00) C, Dom 22 (20.00) B

LO SCHIACCIANOCI

Balletto in due atti di Pëtr Il’ič Čajkovskij,

dal racconto Nußknacker und Mausekönig di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann

Armenian National Opera and Ballet Theatre

Direttore Karen Durgaryan

Coreografia Georgy Kovtun da Marius Petipa

Scene e costumi Vyacheslav Okunev

Orchestra, coro di voci bianche e tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova

Maestro del coro di voci bianche Gino Tanasini

Lo schiaccianoci è un balletto in due atti risalente ai primi anni ’90 dell’Ottocento, Čajkovskij lo compose ispirandosi al racconto Schiaccianoci e il re dei topi di E.T.A. Hoffmann, nonché alla Storia di uno schiaccianoci di Dumas, a propria volta tratta da Hoffman. A fianco del compositore lavorarono i coreografi Marius Petipa e Lev Ivanov. Čajkovskij aveva già sperimentato la composizione di balletti con Il lago dei cigni, del 1875-6 e con La bella addormentata, del 1889; titoli oggi ben noti ma non del tutto compresi durante la vita del compositore. Anche la prima rappresentazione de Lo schiaccianoci non riscosse molto successo, mentre la prima esecuzione della suite orchestrale dal balletto conquistò immediatamente il pubblico della prima, il 7 marzo 1892. La storia, ormai celebre, ripercorre le avventure della piccola Clara, che durante una festa di Natale riceve in dono uno schiaccianoci a forma di soldatino. Durante la notte, la bambina sogna incredibili avventure: a fianco del soldatino, animato e trasformato in un principe, sconfiggerà il temibile Re dei topi, insieme si avvicenderanno poi nel Regno dei Dolciumi, del quale diventeranno sovrani. Tra gli aspetti più affascinanti del balletto si ritrovano le musiche di Čajkovskij – la cui sensibilità musicale era particolarmente affine alla dimensione fiabesca che caratterizza Lo schiaccianoci – e la grande sintonia tra musica, espressività coreografica e narrazione.

info e biglietti: www.operacarlofelicegenova.it

Gennaio 2025 - Dom 12 (20.00) A, Mar 14 (20.00) L, Mer 15 (20.00) f.a., Gio 16 (20.00) f.a.,

Ven 17 (20.00) B, Sab 18 (15.00) F, Dom 19 (15.00) C

LA TRAVIATA

Melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi, libretto di Francesco Maria Piave

dal romanzo La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio

Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova

Personaggi e interpreti principali: Violetta Valery Olga Peretyatko / Elena Schirru(14,16,18), Flora Bervoix Carlotta Vichi, Annina Chiara Polese, Alfredo Germont Francesco Meli / Klodjan Kaçani(14,16,18), Giorgio Germont Roberto Frontali / Leon Kim(14,16,18),

Gastone Roberto Covatta, Barone Douphol Claudio Ottino, Marchese d’Obigny Andrea Porta, Dottor Grenvil Francesco Milanese

Maestro concertatore e direttore Renato Palumbo

Regia Giorgio Gallione

Scene e costumi Guido Fiorato

Luci Luciano Novelli

Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova

Maestro del coro Claudio Marino Moretti

La traviata fa parte, insieme a Rigoletto e al Trovatore della cosiddetta “trilogia popolare” di Giuseppe Verdi. Le tre opere risalgono ai primi anni Cinquanta dell’Ottocento, e rappresentano un momento di svolta nel percorso artistico del compositore. Era l’inizio del 1853, Verdi iniziava la composizione per conto del Teatro La Fenice, avvalendosi della collaborazione del librettista Francesco Maria Piave per la riduzione del best seller La Dame aux camélias, pubblicato da Alexandre Dumas figlio l’anno precedente. Il soggetto piaceva molto al compositore, che tuttavia era consapevole delle possibili controversie: la trama era ambientata nella contemporaneità, e venivano trattate tematiche che facilmente si sarebbero scontrate con certe forme di moralismo. Il principale stratagemma narrativo, in tal senso, fu lo spostamento dell’azione al XVIII secolo. Nonostante una prima rappresentazione di scarso successo (il 6 marzo 1853), La traviata iniziò presto a circolare in tutta Italia, anche se con modifiche importanti (al Regio di Parma venne addirittura rappresentata con il titolo Violetta) e rimane ad oggi uno dei titoli d’opera più rappresentati al mondo. La portata rivoluzionaria dell’opera si trova sia nelle tematiche – la protagonista, Violetta, racchiude in sé i significati più profondi dei temi principali: amore e morte, ma la sua è una dimensione delicata, a tratti scabrosa – sia nelle tecniche compositive attraverso le quali Verdi articola il racconto. Elemento centrale è il dialogo interiore dei personaggi, espresso sin nelle più profonde sfumature dall’orchestra. Anche quando il sentimento non è esplicitato, la scrittura orchestrale anticipa e suggerisce al pubblico ciò che i personaggi temono di rivelare persino a sé stessi. Questa forma di coesione tra azione scenica e azione musicale anticipa alcuni tra gli sviluppi più significativi dell’opera tardo-ottocentesca.

info e biglietti: www.operacarlofelicegenova.it

Febbraio 2025 - Gio 6 (20.00) A, Dom 9 (15.00) C, Mer 12 (20.00) B, Sab 15 (15.00) F

ANDREA CHÉNIER

Dramma storico in quattro quadri di Umberto Giordano, libretto di Luigi Illica

Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Bologna e dell’Opéra Garnier Monte-Carlo

Personaggi e interpreti principali: Andrea Chénier Fabio Sartori, Carlo Gérard Amartuvshin Enkhbat / Stefano Meo (9,12), Maddalena di Coigny Maria Josè Siri, La mulatta Bersi Cristina Melis, La contessa di Coigny Siranush Khachatryan, Madelon Manuela Custer, Roucher Nicolò Ceriani, Fléville Matteo Peirone, Fouquier Tinville Marco Camastra, Matthieu Luciano Roberti, Un incredibile Didier Pieri, L’abate Gianluca Sorrentino, Schmidt Andrea Porta

Maestro concertatore e direttore Donato Renzetti

Regia Pier Francesco Maestrini

Scene e video Nicolás Boni

Costumi Stefania Scaraggi

Coreografia Silvia Giordano

Luci Daniele Naldi

Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova

Maestro del coro Claudio Marino Moretti

Andrea Chénier è un’opera in quattro quadri che Umberto Giordano compose nel 1896, su un libretto di Luigi Illica ispirato alla vita del poeta francese André Chénier. L’opera fu il primo grande successo di Giordano, che dopo la prima rappresentazione al Teatro alla Scala il 28 marzo dello stesso anno, vide il suo lavoro ripreso in tutta Europa e negli Stati Uniti. L’azione si svolge nei pressi di Parigi al tempo della Rivoluzione francese. Gli ideali costituzionalisti del protagonista sono in forte contrasto con lo stile di vita corrotto della nobiltà parigina, e durante il Regime del terrore il poeta verrà perseguitato e poi giustiziato per la sua appartenenza politica. Sullo sfondo dei tragici avvenimenti storici, si sviluppa una storia d’amore con Maddalena, figlia della Contessa di Coigny. Andrea e Maddalena rimarranno insieme fino all’ultimo tragico istante. Il modello principale a cui Giordano si riferisce è il verismo italiano, del quale riprende un’orchestrazione volta a descrivere la gestualità dei personaggi e dell’azione piuttosto che la dimensione psicologica o emotiva. Se ne ricava un’opera di grande compattezza, dove la narrazione non è analizzata dalla musica stessa, quanto invece enfatizzata. Le linee vocali sono cantabili ed efficaci, al contempo si sviluppano in un contesto strutturale ben definito che mantiene un ponderato equilibrio dall’inizio alla fine.

info e biglietti: www.operacarlofelicegenova.it

Marzo 2025 - Ven 7 (20.00) A, Dom 9 (15.00) C, Mar 11 (20.00) L, Gio 13 (20.00) B

FALSTAFF

Commedia lirica in tre atti di Giuseppe Verdi, libretto di Arrigo Boito

dalla commedia The Merry Wives of Windsor e dal dramma The History of Henry the Fourth

di William Shakespeare

Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova

Personaggi e interpreti: Sir John Falstaff Ambrogio Maestri, Ford Ernesto Petti, Fenton Galeano Salas, Dottor Caius Blagoj Nacoski, Bardolfo Cristiano Olivieri,

Pistola Luciano Leoni, Alice Ford Erika Grimaldi, Nannetta Caterina Sala,

Mrs. Quickly Sara Mingardo, Mrs. Meg Page Paola Gardina

Maestro concertatore e direttore Riccardo Minasi

Regia Damiano Michieletto

Scene Paolo Fantin

Costumi Carla Teti

Luci Alessandro Carletti

Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova

Maestro del coro Claudio Marino Moretti

Falstaff è l’ultima opera di Giuseppe Verdi, composta tra il 1890 e il 1893 su libretto di Arrigo Boito da The Merry Wives of Windsor di William Shakespeare. La commedia lirica, in tre atti, ha un solo precedente nel repertorio del compositore, Un giorno di regno, risalente agli anni giovanili. Con Falstaff Verdi, ormai ottantenne, si assicurò un ultimo grande successo anche nel genere dell’opera buffa. La prima rappresentazione si tenne al Teatro alla Scala il 9 febbraio 1983, tra il pubblico sedevano i più celebri compositori e artisti del tempo, sul palco si esibì un cast d’eccezione e Falstaff riscosse sin da subito amplissimi consensi. La scelta del soggetto shakespeariano si deve a Boito, che per primo propose la commedia al compositore. La collaborazione tra i due funzionava molto bene, così che Verdi non ebbe niente da ridire sulle prime bozze del libretto e iniziò la composizione con grande entusiasmo. Rispetto alla commedia originaria, vennero effettuati solo i tagli necessari alla trasposizione. La trama si svolge attorno all’anziano protagonista, Sir John Falstaff, il quale tenta di sedurre per corrispondenza due ricche dame, che però ordiscono presto un inganno per smascherare lo sfacciato, coinvolgendo anche gli altri personaggi. Nell’allegro finale tutti si riappacificano, e tra i festeggiamenti il protagonista canta il suo celebre inno alla commedia: «Tutto nel mondo è burla!». Nonostante la collocazione all’interno del catalogo verdiano, l’opera è un incredibile esempio di innovazione stilistica, con Falstaff Verdi introduce un linguaggio lirico nuovo, che sembra voler salutare definitivamente il melodramma ottocentesco per aprire la strada ad un modo nuovo di intendere l’opera.

info e biglietti: www.operacarlofelicegenova.it

Aprile 2025 - Dom 6 (20.00) A, Mer 9 (20.00) B, Dom 13 (15.00) C, Mer 16 (20.00) L

DIE LIEBE DER DANAE

Commedia mitologica in tre atti di Richard Strauss, libretto di Joseph Gregor

Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova

Prima rappresentazione italiana della versione originale con complessi artistici italiani

Personaggi e interpreti principali: Jupiter Scott Hendricks, Merkur Timothy Oliver,

Pollux Tuomas Katajala, Danae Angela Meade, Xanthe Valentina Farcas,

Midas John Matthew Myers, Erste König Albert Memeti, Zweite König Eamonn Mulhall,

Dritte König Nicolas Legoux, Vierte König Giovanni Battista Parodi, Semele Anna Graf,

Europa Agnieszka Adamczak, Alkmene Hagar Sharvit, Leda Valentina Stadler

Maestro concertatore e direttore Fabio Luisi / Michael Zlabinger (16)

Regia Laurence Dale

Scene e costumi Gary McCann

Coreografia Carmine De Amicis

Luci John Bishop

Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova

Maestro del coro Claudio Marino Moretti

Die Liebe der Danae (L’amore di Danae), penultima opera di Richard Strauss, è una commedia mitologica in tre atti composta nel 1940. Circa vent’anni prima, il poeta e drammaturgo Hugo von Hofmannsthal aveva proposto al compositore un canovaccio dal titolo Danae, o il matrimonio di convenienza, che però era stato accantonato in favore di altri progetti. Quando Strauss decise di realizzare l’opera, affidò la bozza di Hofmannsthal al librettista Joseph Gregor. Il lavoro procedette con difficoltà: dapprima per incomprensioni tra librettista e compositore, in seguito per la posticipazione della prima (inizialmente fissata in occasione del Festival di Salisburgo del 1944, e poi rimandata per via dei gravi avvenimenti bellici). L’opera poté finalmente andare in scena solo il 14 agosto 1952 a Salisburgo, tre anni dopo la morte di Strauss. La trama è tratta dalla tradizione greca, e vede protagonisti Danae, Mida, Giove e Giunone in un intreccio fatto di inganni, amore e desiderio. Anche se inizialmente la protagonista cerca solo di sfuggire alla condizione di povertà (avendo suo padre, Re Polluce, sperperato il patrimonio di famiglia), Danae si innamorerà sinceramente di Mida, e nonostante l’ira di Giove – invaghito della ragazza – riuscirà a far trionfare il proprio amore. Con una scrittura raffinata ed elegante, fatta di frasi morbide e suadenti e di timbri travolgenti, Strauss crea un racconto musicale vibrante di tensione. L’espressività è varia e si mantiene efficace nei momenti leggeri quanto nei momenti di maggiore pathos, l’unità dell’insieme è resa grazie al saggio uso di motivi tematici ricorrenti.

info e biglietti: www.operacarlofelicegenova.it

Maggio 2025 - Ven 16 (20.00) A, Sab 17 (20.00) L, Dom 18 (15.00) C, Ven 23 (20.00) B,

Sab 24 (15.00) F, Dom 25 (15.00) f.a

CARMEN

Opéra-comique in quattro atti di George Bizet,

libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy dalla novella di Prosper Mérimée

Allestimento della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma

Personaggi e interpreti principali: Don Josè Piero Pretti / Amadi Lagha(17,24),

Escamillo Luca Tittoto/Abramo Rosalen(17,24), Le Dancaire Saverio Fiore,

Le Remendado Armando Gabba, Morales Paolo Ingrasciotta, Zuniga Luca Dall’Amico,

Carmen Annalisa Stroppa / Caterina Piva(17,24), Micaela Giuliana Gianfaldoni / Angela Nisi(17,24), Frasquita Vittoriana De Amicis, Mercedes Alessandra Della Croce

Maestro concertatore e direttore Donato Renzetti

Regia Emilio Sagi

Scene Daniel Bianco

Costumi Renata Schussheim

Movimenti coreografici Nuria Castejón

Luci Eduardo Bravo

Orchestra, coro, coro di voci bianche e tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova

Maestro del coro Claudio Marino Moretti

Maestro del coro di voci bianche Gino Tanasini

Carmen di George Bizet è un’opéra-comique in quattro quadri su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy dall’omonima novella di Prosper Mérimée del 1845. Venne composta tra il 1874 e il 1875 per l’Opéra-Comique di Parigi, dove Bizet stesso curò la preparazione dell’allestimento durante i mesi di prove, continuando a rimaneggiare la partitura fino alla prima del 3 marzo 1875. La lavorazione continuò anche in seguito, e il compositore produsse una versione senza le canoniche sezioni parlate/recitate dell’opéra-comique in vista di un allestimento viennese, dove il genere era poco frequentato, sostituendo le parti parlate con recitativi. L’edizione del 1877, oggi la più rappresentata, si attiene alla “variante viennese”. L’adattamento della novella vide diverse modifiche, tra cui l’introduzione del personaggio di Micaela e il maggior rilievo dato al torero Escamillo. La vicenda si svolge a Siviglia attorno al 1820, dove il militare Don José viene sedotto dalla zingara Carmen, allontanandosi dal suo mondo e avvicinandosi a quello di lei in una spirale di gelosia e illegalità che lo porterà ad uccidere lei e a consegnarsi ai infine gendarmi. Il potere seduttivo della protagonista costituisce il fulcro attorno al quale si muovono gli altri personaggi, e sarà anche il motivo del suo tragico destino. Carmen è un’eroina libera, voluttuosa ma determinata e profondamente insubordinata a qualsiasi imposizione. Bizet utilizza diversi espedienti compositivi che nell’insieme rendono Carmen un’opéra-comique decisamente aggiornata e rivolta alla contemporaneità, con riferimenti alle innovazioni di Verdi, Wagner e del verismo italiano.

info e biglietti: www.operacarlofelicegenova.it

Giugno 2025 - Ven 13 (20.00) A, Sab 14 (15.00) F, Dom 15 (15.00) C, Ven 20 (20.00) B,

Sab 21 (20.00) L, Dom 22 (15.00) f.a.

DIE ZAUBERFLÖTE

Singspiel in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart, libretto di Emanuel Schikaneder

Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova

Personaggi e interpreti: Solisti dell’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale dell’Opera Carlo Felice Genova diretta da Francesco Meli

Maestro concertatore e direttore Giancarlo Andretta

Regia Daniele Abbado

Scene Lele Luzzati

Costumi Santuzza Calì

Luci Luciano Novelli

Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova

Maestro del coro Claudio Marino Moretti

Die Zauberflöte (Il flauto magico), composto nel 1790, è il secondo Singspiel del catalogo mozartiano dopo Il ratto dal serraglio, del 1780. La proposta di comporre questo titolo venne dal cantante e impresario viennese Emanuel Schikaneder, anche autore del libretto. Sebbene la trama fosse stata elaborata originariamente a partire dalla novella Lulu oder dieZauberflöte di Wieland, diverse e consistenti furono le modifiche fatte dal librettista, che raccolse numerose altre influenze letterarie, filosofiche e spirituali. Schikaneder si ispirò insieme a Mozart, suo confratello massone, a diversi rituali propri della Massoneria, accentuando per esempio la polarizzazione tra Bene (impersonato da Sarastro, gran Sacerdote del Regno della Saggezza) e Male (Astrifiammante, la Regina della notte). Il sottotesto di matrice massonica-orientale diventa fondamentale, tanto da rendere la vicenda un vero e proprio percorso iniziatico del protagonista Tamino verso i valori della bellezza e della sapienza. La prima rappresentazione, diretta da Mozart stesso, si tenne al Theater auf der Wieden il 30 settembre 1971, fu un grande successo che portò presto a numerose riprese. Il flauto magico riassume tutti i più significativi aspetti dell’opera del Settecento, sia sul piano stilistico sia sul piano formale. Per questo e per la cifra sperimentale e innovativa, l’opera si affermò presto come uno dei più influenti lavori mozartiani, in particolare per quanto riguarda gli sviluppi dell’opera romantica tedesca.

info e biglietti: www.operacarlofelicegenova.it


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