L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

L'Italia di Giuseppe Verdi

DOMENICA 04/08/2024

Sergio Zavoli, a passo d'uomo”

In occasione dell’anniversario della scomparsa – 4 agosto 2020 - Rai Cultura ricorda Sergio Zavoli con “Sergio Zavoli, a passo d’uomo”, in onda domenica 4 agosto alle 16.15 su Rai Storia.

Lo Speciale rilegge la vita di un uomo che fu prima di tutto giornalista e cronista, ma anche scrittore, presidente della Rai, senatore della Repubblica e grande protagonista della storia della radio e della televisione italiana. Un ricordo che va dai radio-documentari degli anni Cinquanta alle cronache per la Tv, dove approda nel 1961, alla formidabile stagione di “Processo alla tappa” che reinventa il racconto dello sport. Da programmi come “Nascita di una dittatura” e “La notte della Repubblica” alla sua carriera di dirigente e politico.

Passato e Presente
L'incidente del Tonchino

Una delle più colossali “fake news” della storia, dalle conseguenze devastanti. Nell’estate del 1964 il coinvolgimento americano nella guerra civile del Vietnam è ancora marginale, ma nel giro di poche settimane tutto cambia: il 2 agosto il cacciatorpediniere americano Maddox, mentre svolge una missione di spionaggio nel Golfo del Tonchino, è attaccato in acque internazionali da tre torpediniere nordvietnamite. Una pagina di storia analizzata da Paolo Mieli e dalla professoressa Giordana Pulcini a “Passato e Presente”, in onda domenica 4 agosto alle 20.30 su Rai Storia.

Due giorni dopo, secondo la versione ufficiale statunitense, la stessa imbarcazione viene attaccata di nuovo. Il presidente Johnson reagisce dopo poche ore: chiede e ottiene una risoluzione del Congresso che lo autorizzi a intervenire militarmente nel sudest asiatico. L’escalation della guerra in Vietnam ha così inizio. Ma come si scoprirà in seguito, la seconda aggressione al cacciatorpediniere Maddox non è mai avvenuta e, probabilmente, Johnson ne era da subito consapevole. 

Binario cinema
La tenda rossa”

La tragica spedizione del dirigibile Italia al Polo Nord, nel 1928. La racconta Michail Kalatozov nel film “La tenda rossa” con Sean Connery, Claudia Cardinale, Hardy Krüger, Peter Finch, in onda domenica 4 agosto alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Il film ricevette una nomination al Golden Globe nel 1972. andrà

LUNEDI’ 05/08/2024

Storie della Tv
Domenico Modugno, a braccia aperte

Il rivoluzionario della canzone italiana, non solamente a livello musicale: Domenico Modugno è il protagonista di “Storie della Tv”, il programma sui personaggi e sui programmi che hanno reso unica la Tv italiana, raccontata da Aldo Grasso e dai suoi testimoni, riproposta lunedì 5 agosto alle 13 su Rai Storia in occasione del 30° anniversario della scomparsa avvenuta il 6 agosto 1994. La puntata, curata da Caterina Intelisano, parte dal suo exploit del 1958 all’ottavo Festival della Canzone di Sanremo con ‘Nel blu dipinto di blu’, un brano nuovo come il gesto che accompagna l’esecuzione, due braccia aperte che mimano il ritornello ‘Volare’ e che diventano simbolo di un’epoca nuova, dominata dalla televisione. Ma, al di là di quella che è diventata la canzone italiana di maggior successo di tutta la storia, la carriera di Modugno - attore diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia – è fatta anche di interessanti e poco conosciute incursioni nella neonata Tv (lo sceneggiato “L’alfiere” e “Invito a bordo”, del 1956) e nella commedia musicale, dove coniuga musica e recitazione, e infine nella cosiddetta “trilogia siciliana” degli anni ‘70 e ‘80: “Il marchese di Roccaverdina” (1972), “Don Giovanni in Sicilia” (1977) e “Western di cose nostre” (1984), sceneggiati dove Modugno si fa interprete di quella sicilianità che l’ha sempre caratterizzato agli occhi del pubblico, pur essendo pugliese nativo di Polignano a Mare.

La puntata ospita le testimonianze del cantautore Don Backy, che ricorda cosa abbia rappresentato Modugno per la canzone italiana; di Gigliola Cinquetti, che ha diviso con lui la vittoria a Sanremo 1966 con “Dio come ti amo”; Liana Orfei, sua partner nella commedia musicale del 1965 “Scaramouche”; Tuccio Musumeci, attore nello sceneggiato “Il marchese di Roccaverdina”; Alessandra Cacialli, che ha recitato con Modugno nello sceneggiato “Don Giovanni in Sicilia”.

Passato e Presente
L’Italia di Giuseppe Verdi

Giuseppe Verdi è il più grande musicista italiano dell’Ottocento - un artista prolifico che, con i suoi melodrammi, rivoluziona il mondo della lirica. Ma è anche un protagonista del Risorgimento italiano. Di Giuseppe Verdi e degli ideali politici che hanno avvicinato le migliori menti del suo tempo, Paolo Mieli parla con il professor Lucio Villari a “Passato e Presente”, in onda lunedì 5 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. La sua musica diventa la colonna sonora di un’epoca e le arie delle sue opere vengono spesso cantate come inni dai popoli in rivolta. La politica entra nei suoi libretti e, nel 1861, anche nella sua vita. In quell’anno, infatti, Verdi accetta la proposta di Cavour e diventa deputato nel parlamento del nascente Regno d’Italia.

Italia. Viaggio nella bellezza
Sublime Aquileia

Nel Nord Est d’Italia, a pochi chilometri dalla laguna, c’è uno scrigno di tesori: Aquileia, fondata dai romani e annoverata tra le più importanti dell’Impero. Una città al centro di “Italia. Viaggio nella bellezza” in onda lunedì 5 agosto alle 21.10 su Rai Storia. Centro di irradiazione del Cristianesimo originario, che da Aquileia si propagò raggiungendo l’Istria, la Dalmazia e il Nord Europa, fu poi, nel Medioevo, sede di un potente e influente patriarcato. La sua antica basilica, che risale alla prima metà del IV secolo d.C., conserva i più vasti mosaici pavimentali cristiani d’Occidente, visibili nelle navate della chiesa e nella cripta degli scavi. Un pavimento ricchissimo composto di minute tessere colorate, che costituiva un tempo il pavimento del primo complesso episcopale voluto dal vescovo Teodoro all’indomani dell’editto di tolleranza dell’imperatore Costantino. Vi sono raffigurati motivi geometrici, piante, animali e persone. L’immagine più famosa è quella di Giona, il profeta renitente che, in un mare pieno di pesci, viene prima inghiottito da un mostro marino e poi risputato. Una scena che rimanda con tutta probabilità alla Resurrezione di Cristo. Ad Aquileia l’uso del mosaico risale almeno al I secolo a.C. e attraversa cinque secoli. Sia gli edifici pubblici che le domus romane hanno restituito un numero cospicuo di pavimenti musivi di pregio tanto che la città può fregiarsi del titolo di “città dei mosaici”. Molti sono custoditi nel Museo archeologico nazionale. Un museo ricchissimo di reperti e di collezioni davvero uniche. Come quella dell’ambra la preziosa resina fossile, importata dal baltico e lavorata ad Aquileia, a cui i romani attribuivano proprietà apotropaiche. O quella delle gemme finemente incise e usate come sigillo. E poi i molti oggetti e monili in vetro, sia di fabbricazione locale che di importazione, che testimoniano l’origine di una tradizione che tanta fortuna ebbe poi nella vicina Venezia. Un’eredità incommensurabile tutelata dall’Unesco che nel 1998 ha inserito Aquileia nella lista dei luoghi patrimonio dell’umanità. Un patrimonio che rende questa città, che ha resistito a invasioni, guerre e terremoti, non solo fiera e culturalmente straordinaria ma anche un luogo del cuore, da visitare e impossibile da dimenticare.

Storie della Tv
Il decollo (1954-1963)

I primi cinque decenni della Televisione della Rai, nel ruolo di servizio pubblico attraverso i programmi, i personaggi, i dati e le date che hanno segnato la vita della Tv italiana e dell’Italia: dal lancio e dall’affermazione come medium nazionale, sotto il segno delle linee impartite dalla Bbc, “informare-intrattenere-educare”, alla riforma Rai nel ’75, che porta al pluralismo, al colore, e alla Terza Rete regionale. Un racconto affidato a “Storie della Tv”, la serie di Rai Cultura con la collaborazione di Aldo Grasso, in onda lunedì 5 agosto alle 22.10 su Rai Storia.

Ogni puntata affronta dieci anni di storia della TV, da un compleanno all’altro: si parte da domenica 3 gennaio 1954, il fatidico giorno dell’inizio ufficiale della TV italiana, e si arriva al decennale del 1964, poi al ventennale del 1974, al trentennale del 1984, al quarantennale del 1994 per finire al 3 gennaio 2004, giorno del cinquantenario della TV, festeggiato in pompa magna. La sesta e ultima puntata, in onda il 1° gennaio 2024 alle 22.10 su Rai Storia, è una macchina del tempo che riparte dagli anni 30, quando nell’Eiar fascista si inizia a sperimentare la “Radiovisione”: è l’inizio di una lunga fase di sperimentazione, interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale, che si concluderà con il fatidico 3 gennaio ’54.

Nella prima puntata - di llaria Dassi – si comincia con il periodo tra il 1954 e il 1963, quando la televisione italiana diventa il medium nazionale in un Paese in pieno sviluppo economico e sociale con sacche di arretratezza, nel segno del Servizio Pubblico, secondo i dettami della Bbc inglese. Testimoni della puntata sono Vito Molinari, uno dei registi del primo nucleo di lavoro della Televisione; Fabiano Fabiani, giornalista entrato nel Telegiornale nel 1955; Gabriella Farinon, annunciatrice dal 1961 al ’68, entrata con l’apertura del Secondo Canale Tv; Nicolò Bongiorno, che ricorda la figura del padre Mike; i ricordi da telespettatori di Renzo Arbore e Bruno Vespa e i commenti sull’“italiano televisivo” del linguista Giuseppe Antonelli. Il programma è firmato da Enrico Salvatori e Fabrizio Marini, con la consulenza di Aldo Grasso. Produttore esecutivo Emanuela Capo. Regia di Eva Frerè e Matteo Bardelli.

MARTEDI’ 06/08/2024

Passato e Presente
1941: quando gli italiani invasero la Jugoslavia

Il 6 aprile 1941, con un bombardamento a tappeto, che rade quasi al suolo Belgrado, inizia l’invasione del regno della Jugoslavia da parte degli eserciti dell’Asse. Una pagina di storia raccontata dal professor Raoul Pupo e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda martedì 6 agosto alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.

In pochi giorni, il giovane regno balcanico, nato alla fine della Prima Guerra Mondiale dalla dissoluzione dell’impero asburgico, cessa di esistere. I Paesi vincitori si spartiscono buona parte dei territori e Mussolini pensa a questo punto di poter finalmente impiantare sull’Adriatico quel grande impero che da decenni era uno dei punti principali del nostro nazionalismo irredentista. Ma, già nell’estate del ’41, iniziano le azioni di guerriglia dei partigiani jugoslavi, che vanificano i sogni di gloria fascisti. Con l’8 settembre, il tragico epilogo: oltre 300 mila soldati italiani si ritrovano a passare improvvisamente da occupanti a perseguitati, finendo a migliaia nei campi di concentramento tedeschi.

5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”
Elisabeth Smith Friedman. La signora dei codici

L’affascinante storia di Elizebeth Smith Friedman, “The Codebreaker”, l’innovativa crittoanalista il cui scrupoloso lavoro di decodifica di migliaia di messaggi per il governo degli Stati Uniti avrebbe mandato in prigione famigerati gangster e abbattuto un enorme e quasi invisibile giro di spie naziste durante la Seconda Guerra Mondiale. La ricostruisce “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”, con Giorgio Zanchini, in onda martedì 6 agosto alle 21.10 su Rai Storia. Ospite in studio la professoressa Raffaella Baritono. Moglie e madre che conduceva una doppia vita segreta, Elizebeth fornì straordinari contributi alla scienza della crittografia che sarebbero venuti alla luce solo decenni dopo la sua morte, quando i fascicoli segreti del governo furono aperti. Ma insieme a suo marito, il leggendario crittologo William Friedman, Elizebeth ha contribuito a sviluppare i metodi di decifrazione dei codici che hanno portato alla creazione della nuova potente scienza della crittografia e ha gettato le basi per la moderna decifrazione dei codici di oggi.

L'ascesa di Hitler
Nascita del Terzo Reich 

Il 31 gennaio 1933: Hitler viene nominato cancelliere. Lo racconta la seconda puntata della Bbc “L’ascesa di Hitler”, introdotta e contestualizzata dallo storico Emilio Gentile, in onda martedì 6 agosto alle 22.10 su Rai Storia. Hitler si disinteressa completamente dell’amministrazione statale, non ascolta le relazioni degli esperti e l’unico suo obiettivo è quello di smantellare il sistema politico tedesco diventando dittatore. Due figure fondamentali si impongono per il consolidamento del suo potere: Hermann Goering ed Heinrich Himmler. Il primo viene nominato ministro, riorganizza la polizia creando l’Istituto di ricerca per le intercettazioni e la Gestapo, braccio operativo. Himmler comandante delle SS, otterrà poi il controllo della polizia di tutto il Reich.

MERCOLEDI’ 07/08/2024

Alla ricerca di Mata Hari
Il reportage di Piero Angela nel 1964

Il 7 Agosto 1876 nasce Mata Hari, danzatrice, spia, avventuriera. Il suo vero nome è Margaretha Geertruida Zelle, olandese, l’agente segreto più celebre e più romanzato della storia. Nel giorno della nascita di Mata Hari, Rai Cultura ripropone “Alla ricerca di Mata Hari” in onda mercoledì 7 agosto alle 17.45 su Rai Storia. Realizzato da Piero Angela nel 1964 quando era inviato a Parigi e prossimo al trasferimento a Bruxelles, il documentario raccoglie le testimonianze di tutti coloro che conobbero la sensuale ballerina e agente segreto di origine olandese.

Alta, affascinante elegante, colta e intelligente, parla sei lingue ed è dotata di enorme intraprendenza. Quando arriva a Parigi nel 1904 non ha un soldo ma prende subito alloggio al Grand Hotel. Il successo artistico giunge abbastanza presto. Fa vita mondana e, dopo aver divorziato dal marito, passa da un amante all’altro. Con la guerra, Mata Hari diviene, col numero di codice h31, una delle più abili spie dei servizi segreti tedeschi. La fine di Mata Hari arriva quando, confidando troppo sulle sue protezioni altolocate, inizia a fare il doppio gioco servendo anche lo spionaggio francese. ‘Bruciata’ dagli stessi servizi segreti tedeschi e arrestata dal controspionaggio francese, Mata Hari viene fucilata il 15 ottobre 1917.

Passato e Presente
Nasser, l'ultimo faraone

Grande protagonista della storia egiziana contemporanea, Nasser è uno dei più prestigiosi leader arabi del XX secolo. Dopo aver partecipato al colpo di stato militare che abbattuto la monarchia di re Faruk e avviato l’Egitto sulla strada della modernizzazione, Nasser, diventato Presidente della Repubblica, si afferma sulla scena internazionale, segnata dalla Guerra Fredda, con un disegno politico autonomo. A “Passato e Presente”, in onda mercoledì 7 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e la professoressa Alessia Melcangi ricostruiscono la vita dell’”ultimo faraone”. Primo passo del percorso di Nasser è liberare il Paese dal pesante condizionamento esercitato dalla Gran Bretagna. Il 26 luglio 1956 Nasser annuncia la nazionalizzazione del Canale di Suez, portando il mondo a un passo da una nuova guerra globale. Ma i suoi progetti, in un’area delicata, sul piano geopolitico, come il Medio Oriente, rappresentano una missione troppo rischiosa, destinata a infrangersi contro i timori dell’Occidente e, soprattutto, contro Israele, determinata a tutelare la propria sicurezza a ogni costo.

Gli esploratori
Ernest Shackleton

A inizio Novecento Ernest Shackleton è uno dei più noti esploratori della corsa al Polo Sud. È lui il protagonista dell’appuntamento con la serie di Rai Cultura dedicata agli esploratori, in onda mercoledì 7 agosto alle 21.10 su Rai Storia. La sua impresa più celebrata resta il salvataggio di un intero equipaggio bloccato in Antartide, in condizioni ai limiti dell’impossibile, nel 1914.

Muore nel 1922, nella cabina della nave con cui s’apprestava a una nuova impresa. Quella cabina, ora, è riemersa inaspettatamente, facendo riaffiorare la vita del suo illustre occupante di un secolo fa. La puntata è introdotta e contestualizzata dallo storico Franco Cardini.

"Enzo Ferrari: Il rosso e il nero"

<p">Chi è stato davvero Enzo Ferrari, al di là della leggenda? All’uomo dai proverbiali occhiali scuri al cui nome è legato il mito della Rossa, Rai Documentari dedica, all’interno della collana “Ritratti”, “Enzo Ferrari: Il rosso e il nero” in onda mercoledì 7 agosto alle 22.10 su Rai Storia. Scritto e diretto da Enrico Cerasuolo, coprodotto da ARTE G.E.I.E, Seppia Film e Zenit Arti Audiovisive, con la partecipazione di Rai Documentari, Histoire TV e RTS – Radio Télévision Suisse, il documentario ripercorre, tra successi e drammi la carriera e la vita personale di uno degli italiani più famosi al mondo che ha dedicato la vita all’amore per l’automobile. E, dietro l’uomo di successo, che incarnava i miti del Novecento – velocità e fede nella tecnica e nel successo individuale - emerge un inatteso personaggio tragico che ha dedicato tutto sé stesso alla realizzazione di sogni: “Quando sogno una macchina, quando intraprendo una nuova costruzione, evidentemente la mia mente e tutte le mie energie vengono spese per il raggiungimento di questo scopo. Io penso che quest’ansia creativa sia la sola molla che mi tiene in vita. Gli uomini passano e le opere restano. Io ho sposato l’automobile, è il mio ideale e non ho mai pensato di divorziare”. La Ferrari, icona che ancora oggi appassiona milioni di tifosi in tutto il mondo e oggetto del desiderio che non passa mai di moda, è nata dal sogno di un bambino di nome Enzo, affascinato dalla velocità e dalle vetture. L’amore quasi sensuale per le automobili lo ha portato prima a sognarle e guidarle, poi a costruirle. Dal rifiuto in FIAT all’esordio come pilota, correndo storiche gare come la Parma-Poggio di Berceto nel 1919 o la Targa Florio alla guida di un’Alfa Romeo, che sancirà l’inizio della sua collaborazione con la Casa del Biscione a fianco di talenti come Ugo Sivocci, Giuseppe Campari e Antonio Ascari. Questa passione lo ha portato a creare la Scuderia più longeva della storia, dando vita nel 1929 a Modena a una fabbrica di provincia che sarebbe stata capace di produrre auto sempre più veloci ed efficienti, protagoniste di vittorie indimenticabili in tutto il mondo. “Agitatore di uomini” come lui stesso amava definirsi, Enzo Ferrari ha saputo scegliere i collaboratori più validi e riconoscere il talento dei campioni - tra questi Tazio Nuvolari - alla ricerca costante della prossima vittoria, soffrendo disperatamente ogni volta che un incidente distruggeva il frutto del suo lavoro. Il Commendatore ha vinto tutto ma ha dovuto sopportare una serie di tragedie e dolori: la morte del padre e del fratello Dino durante la Prima guerra mondiale, la malattia e la perdita dell’amato figlio Dino e di piloti che hanno corso per lui, come Alberto Ascari e Gilles Villeneuve, vittime di terribili incidenti. Enzo Ferrari ha passato molti anni nascosto dietro i suoi celebri occhiali scuri, ma si è raccontato in modo sincero in alcune interviste, tra cui quella radiofonica di Sergio Zavoli ai microfoni della Rai. Questi materiali, insieme agli archivi d’epoca delle corse automobilistiche e alla straordinaria collezione modellistica di Piero Quaglino, hanno permesso di far rivivere la storia prima di tutto di un uomo e della sua complessità, al di là del glamour del marchio. Ad arricchire il racconto le testimonianze dirette di chi ha lavorato al suo fianco e lo ha conosciuto, tra questi Mauro Forghieri, Carlo Tazzioli, Jody Scheckter, Luca Dal Monte, Massimo D’Elia e Gian Paolo Ormezzano.

“Enzo Ferrari: Il rosso e il nero” è stato prodotto con il sostegno di Piemonte Doc Film Fund, Fondo regionale per il documentario, Centre national du cinéma et de l’image animée, Région Grand Est, in collaborazione con CNC PROCIREP, Société des auteurs e ANGOA.

Giugiaro. Disegnando il futuro

Un viaggio intorno alla natura e al metodo di un designer che ha fatto scuola perché non si è rinchiuso in una torre d’avorio, ma si è messo in viaggio per il mondo nutrendosi di arte e vita. E' "Giugiaro. Disegnando il futuro", un documentario prodotto da SIRI Video in collaborazione con Rai Documentari, in onda mercoledì 7 agosto alle 23 su Rai Storia.

Gli autori hanno intervistato famiglia, amici, critici e giornalisti che hanno raccontato chi è Giugiaro, anche al di là dei suoi successi professionali. E lo stesso Giorgetto si racconta e descrive le autovetture a cui è più affezionato: da Panda e Golf fino a vetture ormai considerate icone dell’automobilismo come la Chevrolet Corvair Testudo, la DeLorean DMC-12, l’Alfa Romeo GT Junior o la più recente GFG Sibylla.

Lo si vede mentre dipinge un trittico di tre tele da 5 metri per 4 per la chiesa del suo paese natale, Garessio, o mentre scala le sue montagne in sella a una moto da trial, per provocare quel pizzico di adrenalina che aiuta a mantenersi giovani e attivi.

E se c’è una persona, a 85 anni compiuti, che può dirsi ancora giovane, curiosa e soprattutto attiva quella è Giorgetto Giugiaro, che insieme al figlio Fabrizio continua a sperimentare soluzioni estetiche e tecnologiche innovative in diversi ambiti del design: dalla progettazione architettonica e disegno industriale con Giugiaro Architettura, all’impegno nell’automotive del centro stile avanzato GFG Style, fino al settore del trasporto su rotaia con GFG Rail.

GIOVEDI’ 08/08/2024

Uomini del mare”
Un viaggio di quindici mesi

“Quarantamila miglia per cinque storie di mare” titolava a grandi caratteri il Radiocorriere del 1973 per lanciare “Uomini del mare” serie del 1973 di Bruno Vailati, a cura di Mario Saraceno, che Rai Cultura ripropone da giovedì 8 agosto alle 16.45 su Rai Storia. Insieme a una troupe di quattro persone Vailati ha peregrinato per 15 mesi sugli oceani, dall’Australia ad Haiti, da Bora Bora alle coste californiane, per tradurre in immagini il mare in tutte le sue forme e l’eterno fascino dell’esplorazione e dell’avventura. In questi cinque episodi ha cercato di ricostruire il rapporto tra il suo grande amore, il mare, e gli uomini: da Ray Cannon, promotore di un movimenti diretto a convincere i pescatori sportivi a rimettere in libertà le prede catturate dopo averle “targate” per ottenere maggiori informazioni ai fini di studio e ricerca sulle migrazioni e sulle abitudini dei pesci, al caso dei molluschi pettini dell’isola di San Marcos; dagli enormi depositi di gusci di ostriche perlifere, testimoni del fasto degli Atzechi, alle conchiglie fossili appartenenti agli Indios più di diecimila anni fa nelle acque di Escondido. Nella prima puntata, “Ron e il pescecane”: insieme a Ron Taylor, il primo a riprendere da vicino il grande squalo bianco, decidono di ripetere insieme l’impresa grazie alla protezione di due gabbie di acciaio. Ne emergono incredibili sequenze nelle quali lo squalo cerca in tutti i modi di raggiungere le sue prede.

Passato e Presente
Dresda 1945, l'inferno di fuoco

E' durante la Grande Guerra che vengono effettuati i primi bombardamenti sulle città. Ma i primi studi teorici sulla guerra aerea iniziano al termine delle ostilità. In Italia è il generale Giulio Douhet a riconoscerne le potenzialità: l’aviazione, per lui, è l’unica arma in grado di risolvere rapidamente un conflitto, bombardando gli obiettivi militari, ma anche le città, per colpire il morale della popolazione. Queste tesi ottengono ovunque ampi consensi e nella Seconda guerra mondiale, dopo i progressi compiuti dall’aviazione negli anni Trenta, trovano la massima applicazione. Ciò che accade a Dresda nel febbraio del 1945 è il culmine di un’escalation di terrore cominciato col bombardamento tedesco di Varsavia, nel settembre del ’39. Ne parla il professor Alessandro Barbero con Paolo Mieli nell’appuntamento con “Passato e Presente” in onda giovedì 8 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. La capitale della Sassonia, la “Venezia sull’Elba” è devastata dai bombardieri alleati.

Marcinelle
Memorie dal sottosuolo

L’8 agosto 1956, un incendio scoppiato nella miniera di carbone del Bois du Cazier presso Marcinelle, in Belgio, causa la morte di 262 persone, di cui 136 italiani. Rai Cultura ricorda le vittime della tragedia con lo speciale “Marcinelle, memorie dal sottosuolo” di Giuseppe Giannotti, in onda giovedì 8 agosto ore 21.10 su Rai Storia, riproposto in occasione dell’anniversario della strage l’8 agosto 1956. I minatori restano intrappolati nella miniera senza via di scampo e vengono uccisi dalle esalazioni di gas. Le operazioni di salvataggio vanno avanti fino al 23 agosto. Inutilmente, perché non ci sono sopravvissuti. Lo speciale ripercorre gli anni delle massicce migrazioni italiane in Belgio e la tragedia di Marcinelle, con testimonianze, interviste e filmati di repertorio.

Firenze 1944”
La vigilia della Liberazione

La documentazione sonora realizzata nei giorni che precedettero la Liberazione di Firenze nell'agosto del 1944, con eventi registrati con un microfono clandestino a rischio della vita, tra il 31 luglio e il 30 settembre 1944 a Firenze da Amerigo Gomez e Victor De Sanctis. È “Firenze 1944”, in onda giovedì 8 agosto alle 22.10 su Rai Storia. Mandato in onda per la prima volta nel 1954 e successivamente arricchito dai materiali d'archivio italiani, britannici, tedeschi, neozelandesi, statunitensi lo Speciale è stato prodotto dall’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, realizzato da Film documentari D’arte per la regia di Massimo Becattini e con la consulenza storica di Renzo Martinelli.

VENERDÌ 09/08/2024

Enzo Biagi, giornalista
Dalle origini agli anni 60: l'uomo 'sbagliato' al posto giusto

Il 9 agosto 1920 nasceva uno dei più gradi giornalisti e scrittori italiani: Enzo Biagi. Un personaggio che Rai Cultura racconta in “Enzo Biagi, giornalista”, in onda venerdì 9 agosto alle 12 su Rai Storia in occasione dell’anniversario della nascita. Cinque puntate per altrettante tappe che scandiscono la storia di Biagi attraverso i suoi programmi, le sue parole ai microfoni Rai, la sua vita e il suo lavoro testimoniato dalle sue figlie, Bice e Carla, da Sergio Zavoli e dai suoi collaboratori: Franco Iseppi, Loris Mazzetti, e molti altri. Nella prima puntata, i primi 49 anni di vita e lavoro di Enzo Biagi, nato a Pianaccio, frazione di Lizzano in Belvedere (Bologna) il 9 agosto 1920, le prime esperienze giornalistiche al Carlino Sera, dove entra nel 1939, gli anni della guerra, durante i quali sposa Lucia ed entra nella Resistenza nelle fila di Giustizia e Libertà: quattordici mesi che saranno il faro della sua vita interiore. Nel dopoguerra è uno degli inviati del Resto del Carlino, della Stampa e del rotocalco Oggi, e animatore di tante iniziative a Bologna, dal teatro a una radio "di piazza". Nel 1951 si trasferisce a Milano, chiamato dall’editore di Epoca Arnoldo Mondadori. Con l'amico Sergio Zavoli, nel '52 registra un documentario radiofonico per la Rai, “Questa sera si vive a soggetto”. E' nominato direttore di Epoca nel 1956, dopo che la sua intuizione di portare la cronaca dei grandi gialli fa crescere la tiratura del settimanale, e cura la critica televisiva, proprio nel momento in cui il mezzo, grazie a “Lascia o raddoppia”, sta assumendo una dimensione di massa. Le sue critiche sono un anticipo della sua idea di televisione. Lascia la direzione di Epoca nel luglio 1960, dopo il suo editoriale "Dieci poveri inutili morti" è in dissenso con l'editore, e nel settembre 1961 viene chiamato da Ettore Bernabei, direttore generale Rai, alla direzione del Telegiornale. In un anno, porta numerose novità: la cronaca nera, i collegamenti internazionali, i giornalisti della carta stampata, e inventa RT-Rotocalco Televisivo, dove trovano ospitalità temi difficili e inconsueti come la mafia, le raccomandazioni, la guerra fredda. Alcune proteste da parte di alcuni politici, per la sua scarsa attenzione agli equilibri di potere, lo inducono a definirsi "l'uomo sbagliato al posto sbagliato". Dopo le dimissioni dal Telegiornale nell'agosto 1962, Enzo Biagi continua a collaborare con la Rai con grandi reportage di viaggio. Nel 1965 è nominato direttore editoriale della Rizzoli, e nel 1969 conduce Dicono di lei, un formato nuovo di intervista televisiva, preludio dei suoi programmi per la Tv.

Passato e Presente
L'Albania di Enver Hoxha

Quando, alla fine del 1944, i partigiani albanesi sconfiggono le armate tedesche e i gruppi di fascisti e nazisti locali, alla guida del Paese si pone il Fronte di Liberazione nazionale che si autoproclama governo provvisorio. Presidente e ministro della difesa del nuovo governo è Enver Hoxha, il leader del partito comunista d’Albania. Un paese e un personaggio raccontati dal professor Roberto Morozzo Della Rocca e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda venerdì 9 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Nato a Argirocastro, con esperienze di studio all’estero, Hoxha segue da subito il modello sovietico e abbraccia in modo ortodosso l’ideologia stalinista. Rimane al potere per oltre 40 anni, isolando il paese dal consesso internazionale e trasformando l’Albania in una dittatura autarchica, nella quale è abolita ogni libertà civile, politica e religiosa: un paese dal quale nessuno può fuggire, pena la morte o la condanna a lunghi anni di carcere.

La Gran Bretagna della Belle Époque a colori
Il regno di Edoardo VI

La Gran Bretagna edoardiana nel periodo che va dal 1901 al 1910, con sequenze restaurate e colorate. La “dipinge” la seconda parte dello speciale “La Gran Bretagna della Belle Epoque a colori”, in onda venerdì 9 agosto 21.10 su Rai Storia. Il Paese era il più ricco e potente del mondo, ma cosa significava questo per gli uomini, le donne e i bambini che lavoravano duramente nei mulini e nelle miniere? Sequenze di film rari, restaurati e colorati per la prima volta, offrono una finestra intima su come vivevano, lavoravano e socializzavano i britannici di tutti i giorni in quegli anni. L'era edoardiana vide nascere, tra l’altro, la creazione del tempo libero di massa, il movimento per il suffragio e la Prima guerra mondiale.

14-’18. Grande Guerra cento anni dopo
Il viale del tramonto dell'impero ottomano

Dei quattro imperi che scompariranno durante la Prima Guerra Mondiale, il primo a disintegrarsi è l’Impero Ottomano, alleato di Germania e Austria - Ungheria. E’ la storia tumultuosa e piena di capovolgimenti di fronte raccontata da “Grande Guerra 100 anni dopo” - la serie di Rai Cultura presentata da Paolo Mieli, con la narrazione di Carlo Lucarelli e con la consulenza storica di Antonio Gibelli e Mario Isnenghi – in onda venerdì 9 agosto alle 22.10 su Rai Storia. Tutto comincia con lo sbarco anglo-francese nella Penisola di Gallipoli, in Turchia, nell’aprile del 1915. La spedizione incontra un’accanita resistenza turca e gli anglo-francesi sono costretti a ritirarsi. L’Impero Ottomano è però attraversato da una profonda crisi interna, l’ascesa dei Giovani Turchi e le spinte indipendentiste culminano nella rivolta araba e nell’avventura esotica di Lawrence d’Arabia.

SABATO 10/08/23

Passato e Presente
Italiane nelle due guerre

Nel parlare di guerre, la storiografia tradizionale - di fatto sempre al maschile – ha incentrato l’attenzione sulle azioni di guerra, su ciò che accade là dove ad agire sono gli uomini. I nuovi studi di genere hanno cambiato prospettiva e cominciato a rivolgere l’attenzione anche verso le zone intorno ai teatri guerra, quelle in cui si muovono i civili. A “Passato e Presente”, in onda sabato 10 agosto alle 20.30 su Rai Storia Paolo Mieli ne parla con la professoressa Silvia Salvatici. A emergere è uno sguardo nuovo che restituisce un quadro molto più complesso dei periodi bellici. Un quadro in cui protagoniste sono spesso le donne. Durante i due conflitti mondiali che hanno coinvolto l’Italia, alle donne restava il compito di resistere, facendosi carico della famiglia, sostituendo gli uomini al fronte in mansioni che fino ad allora le avevano viste completamente esclude, portando avanti il paese. La puntata propone un excursus nell’Italia delle due guerre mondiali con un approfondimento su alcuni eventi tragici, arretrati rispetto al fronte, che hanno coinvolto personaggi minori della storia - principalmente le donne – mettendone in luce la resilienza.

Cinema Italia
Caro papà

Leggendo il diario del figlio, un ricco uomo d’affari scopre che il ragazzo milita tra le file dei terroristi e sta preparando un attentato. E’ la storia che Dino Risi racconta in “Caro papà” con Vittorio Gassman, Aurore Clement, Andrée Lachapelle, Stefano Madia, in onda sabato 10 agosto alle 21.10 su Rai Storia (canale 54) per il ciclo “Cinema Italia”. Il film – con soggetto e sceneggiatura di Bernardino Zapponi, Dino Risi e Marco Risi – nel 1979 fece vincere il David di Donatello a Vittorio Gassman come miglior attore protagonista e a Stefano Madia il premio come miglior attore non protagonista al Festival di Cannes.

Documentari d' autore
Sulle tracce di Goethe in Sicilia

Il viaggio in Sicilia di Wolfgang von Goethe alla ricerca della classicità, iniziato a Palermo il 2 aprile 1787: lo racconta ilel docufilm del grande regista teatrale Peter Stein “Sulle tracce di Goethe in Sicilia”, in onda sabato 10 agosto alle 23 su Rai Storia per il ciclo Documentari d’autore. Con Peter Stein, Andrea Josè Di Pasquale, Vincenzo Guarrasi, Leoluca Orlando, Padre Gaetano Ceravolo, Manlio Speciale, Michele Cometa, Michele Buffa, Agata Villa, Giuseppe Parello, Elio Galvagno, Ruggero Moncada, Paolo Cipolla, Boris Behncke, Nicola Aricò.


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