L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Il walzer di Apollo e Dioniso

di Roberta Pedrotti

R. Strauss

Also sprach ZarathustraTod und Verklärung, Till Eulenspiegels lustiges Streiche, Salomes Tanz der sieben Scheleier

direttore Riccardo Chailly

Lucerne Festival orchestra

registrato a Lucerna l'11 e il 12 agosto 2017

CD Decca 483 3080, 2019

In vista dell'attesa Salome che dirigerà alla Scala nel marzo 2020, Ricchardo Chailly fa per Decca il suo esordio discografico straussiano. Lo fa con un programma ben pensato, a partire proprio dal pezzo forte iniziale, Also sprach Zarathustra. Ecco l'incipit celeberrimo che riesce a sorprendere ancora, con quel silenzio, con quel suono che nasce come dal nulla, nel nulla, arco di un unico soffio vitale che si materializza e prende forma come in una cosmogonia musicale. Un palpito trionfale che non defragra, ma è pulsazione naturale che si trasforma in danza cosmica, Dioniso che ricorre ad Apollo per mostrarsi in una forma che tuttavia non si ferma, ma si rinnova in mille volti, ombre, luci, spessori e trasparenze, movimenti continui, violenze, impeti, canti dolcissimi. L'Orchestra del Festival di Lucerna è strumento terso e duttile per esplorare tutte queste gradazioni di densità, specialmente là dove il tessuto strumentale si fa sottilissimo, traslucido, quasi una filigrana iridescente la cui trama può improvvisamente infittirsi.

Così, dal poema sinfonico nietzschiano, senza colpo ferire si scontorna il clima riflessivo di Tod und Verklärung, sapientemente livido, diafano, cupo, una foschia in cui gli interventi degli strumenti solisti appaiono come fuochi fatui. Da lì guizza inafferrabile Till Eulenspiegel con i suoi Lustige Streiche, ancora rovescio della medaglia fra morte e vita, fra forma e movimento, sorriso leggero, irrisione beffarda, racconto intorno a fuoco in cui lo scoppiettio gioioso del camino potrebbe odorar di zolfo. Ma Chailly non calca la mano, allude in punta di bacchetta lasciando trasparire tutta quella perturbante ambiguità che poi si muove fra i veli della danza di Salome, inevitabile chiusura del programma discografico, bis del concerto (il disco è registrato dal vivo). Eros perverso e candore fanciullesco si danno il braccio in giri di walzer; sofisticato più che barbarico, pulsante di vita più che di bizantina decadenza, la danza sinuosa, preziosa serpeggia seducendo ancor più crudele in un gioco continuo di metamorfosi fra Apollo e Dioniso. 


 

 

 
 
 

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