NABUCCO
NOTE DI REGIA
di Arnaud Bernard
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Ho sempre pensato, e lo dico da francese, che il Risorgimento italiano sia stato uno dei momenti storici, intellettuali, popolari più importanti della storia d’Italia; un periodo in cui si sono visti grandi atti di eroismo, di abnegazione e di fermenti popolari guidati da grandi personalità politiche e intellettuali, tutte orientate all’unificazione e alla libertà della propria patria.
Sicuramente la colonna sonora di questo periodo storico è stato il melodramma italiano e in particolare le opere di Giuseppe Verdi. Potremmo, anzi, dire che Giuseppe Verdi è stato l’Ennio Morricone del Risorgimento italiano.
Uno dei film che più mi ha colpito - e di cui ho un ricordo sempre vivido fin dalla prima volta che l’ho visto da bambino - è Senso, capolavoro creato da Luchino Visconti. Come tutti sanno, il film inizia al Teatro La Fenice di Venezia durante una rappresentazione del Trovatore di Verdi e nel pubblico vi sono ufficiali e soldati austriaci, popolani italiani, ferventi patrioti, tutti uniti e presenti in sala per assistere allo spettacolo; ma poi un momento particolarmente dinamico e musicalmente trascinante dell’opera fa scaturire una rivolta e una caduta di volantini tricolori dal loggione contro gli austriaci e la loro dominazione sul Regno Lombardo-Veneto. Questa scena così efficace e significativa ha segnato profondamente la mia fantasia, per cui non ho potuto resistere alla tentazione di unire il Risorgimento e l’opera di Verdi quando ho accettato di realizzare la regia di Nabucco all’Arena di Verona, città dove gli austriaci sono stati presenti per quasi mezzo secolo.
Il melodramma, e l’opera italiana in genere, è la forma di spettacolo musicale e culturale che più di ogni altra narra e descrive la storia d’Italia. Anche dal punto di vista letterario possiamo leggere l’evoluzione storica e di costume del popolo italiano attraverso le varie fasi e periodi culturali.
Il libretto di Nabucco, per esempio, è stato realizzato da Temistocle Solera, librettista e compositore dell’Ottocento che visse fra patriottismo e avventura, il cui padre Antonio Solera, avvocato e pretore, fu arrestato nel 1820 assieme ad altri carbonari del Polesine con l’accusa di tradimento e cospirazione da parte degli austriaci, e addirittura condannato a morte. Successivamente la condanna fu tramutata in vent’anni di detenzione nel durissimo carcere dello Spielberg. Sicuramente questo è un fatto casuale, ma è significativo di quanto il patriottismo e il Risorgimento italiano fossero radicati, ramificati e sostenuti da tutto il popolo.
Il Nabucco che ho voluto descrivere è ambientato idealmente a Milano durante le Cinque Giornate e, nel fare questo, mi sono avvalso di uno dei maggiori simboli della cultura musicale italiana nel mondo: il Teatro alla Scala.
L’azione si svolge quindi attorno al teatro durante una reale rappresentazione di Nabucco, per sottolineare maggiormente quanto l’opera e la musica di Verdi potessero entusiasmare ed accendere gli animi ancor più di mille proclami.
A Milano il Risorgimento italiano si è diffuso attraverso i vari movimenti della Carboneria ispirata da Giuseppe Mazzini; a Milano Alessandro Manzoni, scrittore risorgimentale, ha ambientato
I Promessi Sposi durante la dominazione spagnola del 1600, e anche in questo grandissimo romanzo storico si possono identificare semi di ribellione. Non a caso da Giuseppe Verdi Manzoni è stato ammirato e venerato al punto da dedicargli la sua Messa da Requiem.
Arnaud Bernard