Natale con Beethoven
Il 22 dicembre Franz Welser-Möst dirige un programma interamente dedicato al compositore di Bonn. In primo piano il Coro diretto da Bruno Casoni.
Differita su Rai1 il 24 dicembre alle 9.30.
Martedì 22 dicembre il tradizionale Concerto di Natale del Teatro alla Scala, diretto da Franz Welser-Möst, sarà interamente dedicato a pagine di Ludwig van Beethoven. Sui leggii l’Ouverture Leonore n°3, la Fantasie per pianoforte, coro e orchestra op. 80 e la Messa in do maggiore op. 86, solisti il pianista Andrea Lucchesini, il soprano Luba Orgonášová, il mezzosoprano Gerhild Romberger, il tenore Christian Elsner e il basso Wilhelm Schwinghammer con la partecipazione, nella Fantasia Corale, dei solisti dell’Accademia Teatro alla Scala Kristín Sveinsdóttir e Martin Piskorski. Franz Welser-Möst tornerà alla Scala dal 26 ottobre 2016 per la nuova produzione di Le nozze di Figaro.
Il Concerto di Natale sarà trasmesso in diretta radiofonica in Italia su RAI - Radio Tre e in differita televisiva in Italia su RAI Uno il 24 dicembre alle 9.30; e in Austria e Germania su Servus Tv il 25 dicembre alle 11.35. La regia televisiva del concerto è curata da Lorena Sardi.
Il programma è la continuazione ideale del Concerto di Natale dell’anno scorso, in cui Philippe Jordan aveva diretto, sempre di Beethoven, la Missa Solemnis, e si inserisce nel quadro dell’impegno del Teatro alla Scala per l’esecuzione dei capisaldi del repertorio sinfonico-corale. In questa prospettiva un ruolo assolutamente decisivo è giocato dall’eccellenza del Coro preparato da Bruno Casoni. Il prossimo appuntamento, di assoluto rilievo, è Ein deutsches Requiem diretto da Bernard Haitink nella Stagione Sinfonica dal 31 gennaio.
L’ouverture Leonore n°3 è la seconda e più celebre delle 4 ouverture scritte per le diverse versioni dell’opera Fidelio. Le ouverture sono nell’ordine: Leonore n°2, n°3, n°1 – pubblicata postuma nel 1838 – e Fidelio. Di grandi dimensioni, quasi un tempo di sinfonia, fece dire a Furtwaengler che “se si esegue la Leonore n°3 non è necessario eseguire il resto dell’opera”. Una tradizione esecutiva non risalente a Beethoven ma alla necessità di preparare il cambio di scena la vuole collocata non all’inizio ma prima del Finale dell’opera.
La Fantasia Corale fu presentata al pubblico nel 1808 al Theater an der Wien nel corso di un’Accademia in cui si eseguirono per la prima volta anche la Quinta e la Sesta sinfonia e il Quarto concerto per pianoforte oltre alle arie della Messa in do maggiore dell’anno precedente. Nota per essere stata l’embrione tematico dell’Inno alla gioia, la Fantasia Corale è un’opera sperimentale che include un’introduzione per pianoforte solo che alla prima fu eseguita dall’autore e l’inserimento del coro in una pagina sinfonica che troverà compimento appunto nella Sinfonia n°9.
La Messa in do maggiore fu composta da Beethoven nel 1807 su commissione del principe Esterházy, che desiderava ricordare la moglie Marie di Lichtenstein continuando una tradizione di mecenatismo che aveva già dato origine ad alcune delle più belle messe di Haydn. Il principe tuttavia non apprezzò la messa e dopo la prima esecuzione rivolse al compositore parole di condiscendenza. Beethoven, irritato, lasciò la corte lo stesso giorno e dedicò la messa al principe Ferdinand Kinsky.