Prokof’ev, Debussy e Ravel
per il primo concerto della
Stagione Sinfonica 2013-2014 al Teatro Filarmonico
sabato 11 gennaio 2014 ore 20.00
domenica 12 gennaio ore 17.00
Sabato 11 gennaio alle ore 20.00, in replica domenica 12 gennaio alle 17.00, riprende la Stagione Sinfonica 2013-2014 della Fondazione Arena di Verona con il primo concerto al Teatro Filarmonico. Direttore il M° Rengim Gökmen, solisti il pianista Giuseppe Albanese ed i mezzosoprani Marina De Liso e Alice Marini per un programma che presenta Prokof’ev, Debussy e Ravel.
Apre la serata il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 op. 26 in do maggiore di Sergej Prokof’ev, tra i brani sinfonici più amati dal pubblico e fra i più eseguiti del repertorio novecentesco, nonché il più noto dei cinque concerti pianistici di Prokof’ev, in cui sarà protagonista al pianoforte Giuseppe Albanese.
La lunga genesi della composizione vede impegnato Prokof’ev a più riprese dal 1912, finché nel 1921 un invito a Chicago per rappresentare la sua opera L’amore delle tre melarance gli offre l’occasione per terminare il progetto. Ne nasce una partitura fatta di tradizione e modernità: la chiarezza formale dell’impianto è di impronta classica e l’autore vi riversa suggestioni tardoromantiche che guardano al folclore russo, unitamente ad un vitalismo ritmico prorompente,ricco di effetti a sorpresa. Il Terzo concerto viene eseguito per la prima volta il 16 dicembre 1921 dalla Chicago Symphony Orchestra, con la direzione di Frederick Stock e con lo stesso Prokof’ev al pianoforte, riscuotendo però solo una tiepida accoglienza da parte del pubblico americano; dovrà attenderediverse esecuzioni in Europa per guadagnarsi l’approvazione del pubblico e diventare un lavoro di repertorio.
Il concerto al Teatro Filarmonico prosegue con La damoiselle élue per mezzosoprano, coro femminile e orchestra di Claude Debussy, che vedrà esibirsi Marina De Liso (mezzosoprano) e Alice Marini (Une récitante) insieme al Coro femminile dell’Arena di Verona preparato dal M° Armando Tasso.
La composizione di questo poema lirico ha inizio nel 1887 a Roma per il Prix de Rome e viene terminata a Parigi, dopo un frettoloso ritorno in patria del compositore; la prima esecuzione è del 1889 nella Salle Érard della capitale francese, con protagonista il giovane soprano Thérèse Roger. Il testo è tratto da un poemetto del poeta e pittore preraffaellita Dante Gabriele Rossetti, tradotto in francese da Gabriel Sarrazin ed illustrato anche dallo stesso Rossetti con un quadro che raffigura la fanciulla mentre attende in cielo il suo diletto. Il musicista è attratto dal testo rossettiano per la commistione di elementi trascendenti di estatica attesa e di desiderio inappagato, attraverso i quali si dispiega l’anelito all’amore oltre la morte invocato dalla fanciulla per il proprio amato. Il tema dell’inespresso, del non raggiungibile, è pervadente e assente al tempo stesso nella composizione di Debussy, emblema musicale di un’inafferrabilità e di un’ineluttabilità che il compositore insegue quale cifra ultima di tutto il suo mondo poetico. Nella Damoiselle élue si trova infatti quel che egli dirà a proposito del Pelléas et Mélisande: «sogno poemi [...] che mi forniscano scene mobili [...] dove i personaggi non discutano, ma subiscano la vita e la sorte». Come sostiene la musicologa Laura Och, «La damoiselle élue segna un importante punto di svolta nella parabola compositiva di Debussy; il giovane musicista dimostra con quest’opera di aver acquisito una padronanza stilistica e un’originalità inventiva sconosciuti alla sua produzione precedente».
Conclude il concerto l’esecuzione di Daphnis et Chloé, Suite n. 2 di Maurice Ravel. La partitura nasce dalle musiche per balletto che Ravel compone su commissione dell’impresario teatrale Sergej Diaghilev. Completato nella primavera del 1912, il balletto va in scena l’8 giugno dello stesso anno al Théâtre du Châtelet con la coreografia di Michel Fokine, le scene dipinte da Leon Bakst, la direzione d’orchestra di Pierre Monteux e nei ruoli principali Tamara Karsavina e il celebre Vaclav Nijinskij. L’accoglienza del pubblico è scarsa, ma Ravel ne trae due Suites che da quel momento godranno di maggior fortuna in veste sinfonica autonoma. La musica della seconda Suite, qui proposta, si riferisce all’ultimo dei tre quadri del balletto e apre «con un Lever du jour in cui tutta l’orchestra si risveglia progressivamente in un’alba radiosa e brulicante di vita; nella successiva Pantomime i due protagonisti mimano le vicende che nella narrazione mitologica legano il dio Pan alla ninfa Siringa e che danno luogo alla costruzione del flauto di Pan, in un voluttuoso intreccio fra allusioni erotiche e reminiscenze grecizzanti, prima che nella Danse générale l’unione tra Dafni e Cloe si risolva in una scatenata festa collettiva magistralmente resa da un turbinio sonoro travolgente cui partecipa l’intera orchestra» (L. Och). In questa partitura si evidenzia l’intenzione di Ravel di comporre «un vasto affresco musicale», come egli stesso sosterrà nella sua autobiografia, fedele alla Grecia dei suoi sogni, molto vicina a quella immaginata dagli artisti francesi della fine del Settecento.
Con l’anno nuovo riprendono le proposte formative del progetto Anteprima Giovani 2013-2014. Sabato 11 gennaioi giovani Under 30 ed i ragazzi delle scuole potranno assistere con soli 3 euro alla prova generale del concerto alle ore 10.30 al Teatro Filarmonico.
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Ricordiamo che sono acquistabili le formule Carneta 4 e 9 ingressi ai concerti,che permettono di risparmiare sul biglietto singolo e costruire una propria agenda di appuntamenti con gli spettacoli proposti dalla Fondazione Arena di Verona al Teatro Filarmonico.
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