Rivoluzioni, cinema e musica
DOMENICA 10/11/2024
Iconologie quotidiane
La Cripta di San Magno ad Anagni
Un viaggio alla scoperta dell'universo iconologico, parte fondante delle arti pittoriche, raccontando grandi dipinti e raffigurazioni. Al via la nuova stagione di “Iconologie quotidiane” con lo storico dell'arte Rodolfo Papa, in onda da domenica 10 novembre a sabato 16 novembre ogni giorno in terza serata, e in replica alle 8.45 e alle 20.15, su Rai Storia. Nel primo appuntamento, domenica 10 novembre, la Cripta di San Magno ad Anagni. Costruita, tra il 1072 e il 1104, dal vescovo Pietro da Salerno, insieme alla Cattedrale di Santa Maria Annunziata di Anagni, la cripta di San Magno è considerata una straordinaria 'summa' delle credenze teologiche, filosofiche e scientifiche del Medioevo. Le sue volte sono infatti decorate da un ciclo pittorico che racconta la storia della Salvezza dell’uomo, dalla sua creazione fino alla fine dei tempi. Gli affreschi sono attribuiti a tre botteghe di artisti anonimi conosciuti come Primo Maestro di Anagni, Secondo Maestro di Anagni e Terzo Maestro di Anagni.
Ennio Morricone
Il compositore assoluto
Un ritratto di Ennio Morricone, dalla formazione artistica presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, agli inizi come arrangiatore per i più grandi cantanti della musica leggera italiana, fino alla maturità come compositore di "musica assoluta" e di colonne sonore per il grande cinema italiano e internazionale. Una carriera che lo ha visto vincitore di due premi Oscar nel 2007 e nel 2016. In omaggio al grande musicista, in occasione dell’anniversario della nascita (10.11.1928) Rai Cultura propone lo speciale “Ennio Morricone - Il compositore assoluto”, per la regia di Pierluigi Castellano, in onda domenica 10 novembre alle 18.15 su Rai Storia.
Le canzoni che dagli anni Sessanta hanno accompagnato la gioventù italiana, e non solo, contribuendo alla sprovincializzazione culturale della società e segnando l’epoca del “miracolo economico” e della presa di coscienza delle nuove generazioni, hanno spesso i suoi arrangiamenti: per citarne alcune “Sapore di sale” cantata da Gino Paoli, “Il mondo” cantata da Jimmy Fontana, “C’era un ragazzo che come me...” cantata da Gianni Morandi. “Se telefonando” cantata da Mina è stata composta da lui. Morricone crea, successivamente, per il cinema indimenticabili colonne sonore, capaci di trasmettere un’idea di universale bellezza e armonia: per Sergio Leone “Il buono, il brutto e il cattivo”, “C’era una volta il West”, “C’era una volta in America”; per Roland Joffe’ “Mission”, per Brian De Palma “Gli intoccabili”, e che hanno contribuito al premio Oscar alla carriera nel 2007. Nel 2016 si aggiudica l’Oscar per la migliore colonna sonora per il film di Quentin Tarantino “The Hateful Eight”. Le note della sua “musica assoluta” (come lui stesso ha sempre amato definire la sua “musica contemporanea”) accompagnano il Concerto di Natale di Assisi nel 2012 e la “Missa Papae Francisci” del 2015, creata, composta e diretta appositamente per Papa Francesco.
Passato e presente
Gioacchino Volpe, tra storia e politica
Fra i massimi esperti italiani dell’età medievale, Gioacchino Volpe, a partire dal primo dopoguerra, si avvicina alla storia contemporanea. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dal professor Giovanni Belardelli a "Passato e Presente", in onda domenica 10 novembre alle 20.30 su Rai Storia. Di fede monarchica, Volpe aderisce al fascismo, pur conservando una certa indipendenza di giudizio nei confronti del regime. Fra i più importanti intellettuali del Ventennio, in epoca repubblicana verrà epurato, finendo per essere escluso dall’insegnamento universitario.
Binario cinema
“Official secrets. Segreto di stato”
La storia vera dell'analista inglese Katharine Gun, interpretata da Keira Knightley, che, rischiando la prigione e la vita, svelò i tentativi di Stati Uniti e Inghilterra di giustificare la prima guerra del Golfo. La racconta il docu-drama “Official Secrets”, diretto da Gavin Hood, in onda domenica 10 novembre alle 21.10 su Rai Storia per “Binario cinema”. Gennaio 2003. Katharine Gun impiegata presso il Government Communications Headquarters, riceve una e-mail segreta nella quale si espone un'operazione di spionaggio della National Security Agency, finalizzata a guadagnare voti per sostenere l'imminente invasione dell'Iraq. Correndo un grande rischio, sia personale sia professionale, Katharine passa la nota a un'amica affinché la comunichi alla stampa. Martin Bright, giornalista del The Observer, la pubblica in prima pagina. Mentre il caso diventa di portata internazionale, Katharine viene arrestata e accusata di aver violato la legge sui segreti ufficiali.
LUNEDI’ 11/11/2024
Iconologie quotidiane
Il pavimento della Cattedrale di Santa Maria Annunziata a Otranto
La cattedrale di Santa Maria Annunziata di Otranto ospita un bellissimo mosaico pavimentale del XII secolo, che copre tutta la navata centrale ed è caratterizzato da una straordinaria ricchezza di colori. Ne parla Rodolfo Papa nel nuovo appuntamento con “Iconologie quotidiane” in onda lunedì 11 novembre in terza serata, e in replica alle 8.45 e alle 20.15, su Rai Storia. Il mosaico rappresenta un ciclo iconografico che va dalla Creazione del mondo al Diluvio Universale, dalla storia di Giona a quella di Sansone. La figura centrale del mosaico è l’Albero della vita, da cui si dipanano le varie rappresentazioni. Al suo vertice vi è l’immagine del peccato originale, con la cacciata di Adamo ed Eva dal giardino dell’Eden.
Omaggio a Wanda Osiris
“Ieri e Oggi” del 1980
A 30 anni dalla scomparsa di Wanda Osiris, Rai Cultura ripropone, lunedì 11 novembre alle ore 11 su Rai Storia, la puntata di “Ieri e Oggi” del 1980 condotta da Luciano Salce, nella quale sono ospiti appunto l’attrice, cantante e soubrette italiana del teatro di rivista e Roberto Benigni. Insieme guardano e commentano i repertori che li riguardano.
Passato e Presente
I prigionieri politici nel Risorgimento
I nomi più noti sono Silvio Pellico e Luigi Settembrini. Ma i prigionieri politici del Risorgimento furono migliaia. Il loro sacrificio, infatti, seppe portare alla causa italiana le simpatie dei liberali e delle grandi potenze europee. È il caso in particolare di alcuni detenuti politici del Regno delle Due Sicilie, condannati dopo i moti del 1848 da Re Ferdinando II alla detenzione dura o all'ergastolo, ma accolti infine in Gran Bretagna come eroi, dopo avventurose vicissitudini. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 11 novembre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, la professoressa Elena Bacchin, insieme a Paolo Mieli, ne ricostruisce la storia.
Odissea
Il viaggio
Da Itaca, l'isola di Odisseo, e da Cefalonia, in Grecia, prosegue l'indagine di Cristoforo Gorno nei poemi di Omero con “Odissea”, la cui prima parte andrà in onda in prima visione lunedì 11 novembre alle 21.10 su Rai Storia. Dopo l'Iliade è la volta dell'Odissea: nella prima parte si raccontano il viaggio di Telemaco alla ricerca del padre, la tela di Penelope, i pretendenti e le avventure di Odisseo da Troia, al ciclope Polifemo, a Circe, a Calipso, ai Feaci fino allo sbarco, dopo vent'anni nella sua Itaca. Con l'aiuto di Massimo Cultraro, dirigente di ricerca del Cnr e studioso del mondo miceneo, Cristoforo Gorno mette a confronto Omero con i ritrovamenti archeologici delle isole Ionie e dell'Egeo, in cerca delle verità storiche del poema.
“a.C.d.C.”
gli Stuart. Un regno di sangue: La Gloriosa Rivoluzione
Il re Giacomo II succede al fratello Carlo II nel 1685, ma l’ultimo re Stuart regnerà solo per tre anni: il tentativo di imporre la religione cattolica innesca la Gloriosa Rivoluzione. Insieme al marito Guglielmo d'Orange, è proprio la figlia di Giacomo, Maria, a porre fine alla dinastia degli Stuart. È l’ultimo episodio della serie “Gli Stuart. Un regno di sangue”, in onda lunedì 11 novembre alle 21.40 su Rai Storia per “a.C.d.C.” con l’introduzione del professor Alessandro Barbero.
Cronache di terra e di mare
Longobardi. Il tesoro dei barbari
Altro che “crudi signori”, come li chiamava Manzoni nell’Adelchi: tutta colpa del pregiudizio ottocentesco nei confronti dei Longobardi, gli uomini “dalle lunghe barbe”, giunti in Italia dopo un lungo cammino dal sud della Scandinavia e attraverso l’Europa, fino ad arrivare in Italia, passando dal Friuli con Re Alboino, quando l’Impero Romano d’Occidente è già caduto. E tutt’altro che barbari, anche se Paolo Diacono, il loro storico ufficiale, descrive così il loro arrivo: “Segni terribili furono visti spesso in Italia di notte, spade fiammeggianti apparvero in cielo, scintillanti di quel sangue che stava per essere versato”. Un popolo raccontato da Cristoforo Gorno e da “Cronache di terra e di mare”, in onda lunedì 11 novembre alle 22.40 su Rai Storia. Un racconto che parte da Brescia, la Brixia romana, una città che ben appresenta la capacità longobarda di raccogliere l’eredità classica e trasformarla, contribuendo alla formazione della nuova Italia. Perché, nonostante il “buco nero” delle invasioni barbariche, la cultura di Roma sopravvive e finisce così che i “conquistati” vincano, almeno culturalmente, i conquistatori.
La basilica di San Salvatore a Brescia, ad esempio, è la sintesi perfetta dell’ibridazione culturale dei Longobardi, che in altri ducati hanno dato vita ad altrettanti patrimoni artistici, come il Tempietto di Clitunno, nel ducato di Spoleto, un riferimento alla classicità perduta, riportata in vita come un modello a cui ispirarsi. La loro non è solo una contaminazione culturale, ma anche della vita sociale. Sul Gargano, fanno proprio il culto locale di San Michele Arcangelo, che diventa loro patrono. Come Odino, anche lui è un combattente.
La regina Teodolinda - figlia di un re franco e moglie di due re longobardi - poi, traghetta il suo popolo verso il cattolicesimo, ed è lei a scegliere Monza come capitale longobarda. E c’è Re Rotari, che codifica la prima raccolta scritta delle leggi tradizionali longobarde. È scritta in latino, ma la sostanza resta germanica.
Il viaggio di Cristoforo Gorno si chiude dove comincia: a Brescia, nel complesso museale di Santa Giulia, con la sua domus, il chiostro e il monastero benedettino di Santa Giulia. È qui che muore Ermengarda, figlia di Desiderio, ultimo Re longobardo, dopo il ripudio di Carlo Magno. “Sparse le trecce morbide sull’affannoso petto”. Così Alessandro Manzoni descrive nell’”Adelchi” i suoi ultimi momenti, che sono anche gli ultimi momenti dell’era longobarda.
MARTEDI’ 12/11/2024
Iconologie quotidiane
Sibille e Profeti nella Volta della Cappella Sistina di Michelangelo
Ai lati della volta della Cappella Sistina Michelangelo raffigura sette Profeti e cinque Sibille, disposti alternativamente. Sono Zaccaria, Gioele, la Sibilla Delfica, la Sibilla Eritrea, Isaia, Ezechiele, la Sibilla Cumana, la Sibilla Persica, Daniele, Geremia, la Sibilla Libica, Giona. Perché Michelangelo ha raffigurato questi personaggi? Ne parla Rodolfo Papa nel nuovo appuntamento con “Iconologie quotidiane” in onda martedì 12 novembre in terza serata, e in replica alle 8.45 e alle 20.15, su Rai Storia. I profeti hanno anticipato la venuta di Cristo per il popolo di Israele. Le sibille, pur appartenendo al mondo pagano, con le loro doti divinatorie testimoniano la continua attesa della Redenzione da parte dell’umanità.
Incontro con Guido Piovene (50^ anniversario scomparsa – 12.11.1974)
Passato e presente
La galassia Lefebvre
Nessun documento del concilio Vaticano II è stato votato all’unanimità, ma i contrari sono sempre state poche decine, su un totale di quasi 2.300 padri conciliari. Tra questi, uno ha sempre votato ostinatamente contro qualsiasi cambiamento apportato dalla più grande assemblea riformatrice della Chiesa Cattolica. È l’arcivescovo francese Marcel Lefebvre. Ne parlano Paolo Mieli e lo storico Alberto Melloni a “Passato e presente” martedì 12 novembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. La sua opposizione non si ferma qui. Dopo anni di inutili colloqui, nel 1983 consacra, senza il consenso del Vaticano, quattro nuovi vescovi. L’atto determina uno scisma e comporta l’automatica scomunica di Lefebvre. Sullo sfondo c’è lo scontro circa il ruolo e la missione della Chiesa Cattolica nel mondo.
Nel secolo breve
1944, l'estate di Parigi
La svastica sventola su Parigi quando Hitler ci arriva all’alba del 23 giugno 1940. Il dittatore con la passione per l’arte, l’ex pittore fallito che lì sognava di studiare trascorrerà solo tre ore della sua vita nella Ville Lumière, senza scorta, insieme allo scultore Arno Breker. Tre ore passate alla storia per le foto davanti alla torre Eiffel, che fanno il giro del mondo. È solo della sera prima la resa che costringerà la Francia sotto il giogo nazista per quattro anni. L’occupazione e la Liberazione della capitale francese sono al centro dello Speciale di Elio Mazzacane con la regia di Agostino Pozzi “1944 l’estate di Parigi”, proposto per “Nel secolo breve” con Paolo Mieli e la consulenza del professor Francesco Perfetti, in martedì 12 novembre alle 21.10 su Rai Storia.
La narratrice Charlotte Marincola – anche attraverso gli interventi degli storici Olivier Dard e Olivier Wieviorka, dell’accademico di Francia Maurizio Serra e dello storico dell'arte Giovanni Carlo Federico Villa - ripercorre le tracce della Parigi occupata a partire dal rapido e inatteso crollo della Francia, che si sgretola non appena la Linea Maginot viene aggirata dai nazisti. Un trauma che porta i parigini a fuggire dalla loro città. E con loro, fugge anche la grande arte, in direzione del castello di Chambord, nella Loira, dove oltre 5000 casse piene di capolavori come La Gioconda, la Venere di Milo e la Nike di Samotracia rimarranno fino alla fine della guerra. Parigi viene dichiarata città aperta per evitarne la distruzione. Da Londra arriva l’appello dell’allora sconosciuto Charles De Gaulle a non arrendersi. Nasce la Resistenza francese. Una Resistenza costellata da eroi silenziosi, come Rosa Valland, curatrice del Jeu de Paume, dove i nazisti raccolgono i capolavori sequestrati da musei e da collezionisti ebrei prima di portarli in Germania. Sarà grazie al suo lavoro di spionaggio che alla fine della guerra oltre 60mila opere d’arte torneranno in Francia.
Quella di Parigi, è un’occupazione politica, simbolica e restrittiva per gli abitanti della città. E piena di contraddizioni, come la presenza di Picasso che continua a vivere in città indisturbato, nonostante il suo quadro-denuncia dei bombardamenti tedeschi sulla Spagna. È un’occupazione che impone alla città due anime: lo sfarzo della Ville Lumière per occupanti e collaborazionisti, e la fame e i razionamenti per i parigini. Ma anche l’orrore delle deportazioni di uomini, donne e bambini ebrei, culminate nell’episodio del Velodromo d’inverno, dove i gendarmi francesi arrestano oltre 12.000 persone.
Con l’avvicinarsi alla capitale degli Alleati sbarcati in Normandia, Parigi sta per cadere, lo sanno tutti, eccetto Hitler. L’insurrezione popolare e i partigiani danno il via alla Liberazione. Le truppe francesi di Leclerc entrano nella capitale francese seguite da quelle di Eisenhower. È il 25 agosto 1944, il generale Charles De Gaulle finalmente parla alla Parigi liberata dal balcone dell'Hotel de Ville: “Paris outragé! Paris martyrisé! Mais Paris libéré!”.
Storie contemporanee
La comunità ebraica di Pitigliano
Pitigliano è una delle città del tufo più suggestive della Maremma. Il suo centro storico, conosciuto come la Piccola Gerusalemme, ospita una delle più antiche comunità ebraiche toscane. In seguito all’emanazione delle leggi razziali nel 1938 e all’occupazione tedesca dell’Italia nel 1943, questo piccolo borgo vede la furia nazifascista scagliarsi contri gli ebrei pitiglianesi. La storia della piccola comunità ebraica toscana che venne aiutata e salvata da altri concittadini è al centro del nuovo appuntamento con Michela Ponzani e con “Storie contemporanee”, il programma Rai Cultura in onda martedì 12 novembre alle 22.40 in prima visione su Rai Storia. Insieme a Michela Ponzani, il professore Angelo Biondi, la testimone Elena Servi e la professoressa Lidia Picciotto.
MERCOLEDI’ 13/11/2024
Iconologie quotidiane
Discorso sulle immagini sacre e profane di Gabriele Paleotti
Per alcuni critici il Discorso intorno alle immagini sacre e profane del cardinal Gabriele Paleotti, edito nel 1582, afferma la fine del manierismo e la nascita del barocco, stile per eccellenza della Controriforma. Ne parla Rodolfo Papa nel nuovo appuntamento con “Iconologie quotidiane” in onda mercoledì 13 novembre in terza serata, e in replica alle 8.45 e alle 20.15, su Rai Storia. “Il primo libro... analizza le arti che danno forma alle immagini, confrontando pittura e scultura. La seconda divide le immagini in immagini profane e immagini sacre… La terza parte mostra l’uso delle immagini sacre, le origini, lo scopo, il fine e l’effetto che devono produrre. Nel libro secondo si tratta dei principali abusi che si trovano spesso nelle immagini”.
Omaggio a Vittorio De Sica
Il ricordo di Rai Cultura a 50 anni dalla scomparsa
A 50 anni dalla scomparsa di Vittorio De Sica, Rai Cultura ricorda uno dei protagonisti del cinema italiano con una programmazione dedicata mercoledì 13 novembre su Rai Storia.
Si inizia alle 8.30 con l’almanacco de “Il giorno e la storia” (in replica alle 11.45, alle 14 e alle 20): nato nel 1901, Vittorio De Sica esordisce dietro la macchina da presa nel 1939 con “Rose scarlatte”. Ma il suo nome è legato in maniera indissolubile alla grande stagione del Neorealismo. Con “Sciuscià” e “Ladri di biciclette” vince l’Oscar per il miglior film straniero. Dirige Sophia Loren in “La ciociara”, “Ieri, oggi e domani” e “Matrimonio all’italiana”. Con quest’ultimo, è ancora Oscar.
Alle 13.00 è la volta di Vittorio De Sica a 'Canzonissima', lo spettacolo televisivo Rai abbinato alla Lotteria Italia nel quale è stato più volte gradito ospite. In una puntata del novembre 1970 e nella finalissima del 1971/72 è ospite di Raffaella Carrà e Corrado, che prova a dirigere con risultati clamorosi, e poi dà prova di recitazione decantando la poesia di Salvatore di Giacomo “Lassame fa a Dio”, e ritorna a Canzonissima con il figlio Christian, ospiti di Pippo Baudo e Loretta Goggi nel 1972.
Alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, poi, Paolo Mieli e lo storico Ermanno Taviani rileggono la figura di De Sica in “Passato e Presente”, tratteggiando il ritratto di un artista completo che ha lasciato una traccia indelebile nel cinema italiano e mondiale. E se la stagione più conosciuta è quella breve e intensissima del neorealismo, Vittorio De Sica ha avuto la capacità di cambiare stile, rinnovandosi completamente, tanto da far dire a Roberto Rossellini, che De Sica è forse l’unico regista italiano, a possedere così tanti registri espressivi. Una carriera inimitabile segnata da quattro premi Oscar e numerosissimi premi nazionali e internazionali.
A seguire - alle 13.30 su Rai Storia - in “Stasera: Gina Lollobrigida”, programma con la regia di Antonello Falqui, Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida si cimentano in uno sketch nel quale replicano la celebre scena dell’episodio “il processo di Frine” di “Altri Tempi” (1952) di Alessandro Blasetti nel quale De Sica è un distratto avvocato d’ufficio di una procace cittadina, interpretata da Gina Lollobrigida. Nella versione televisiva del 1969, si ironizza sull’eccessiva sensualità dell’attrice per gli standard della TV dell’epoca, e l’avvocato dell’accusa è interpretato da Riccardo Garrone.
Alle 17.30 è in scena “Vittorio De Sica: autoritratto”, nel quale Vittorio De Sica, dal teatro Eliseo, racconta la sua vita di attore e regista e incontra alcune figure importanti per la sua carriera come Emma Gramatica, Sergio Tofano e Cesare Zavattini, in un documentario per la TV firmato da Giulio Macchi, pioniere della divulgazione scientifica in Rai con “Orizzonti della scienza e della tecnica”. Completa la programmazione la nuova puntata di Passato e Presente a lui dedicata, in onda mercoledì 13 novembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.
Passato e Presente
Vittorio De Sica l’arte del cinema
È stato attore, drammatico e leggero, intrattenitore, cantante, sceneggiatore, regista, produttore e compositore musicale. Ed è riuscito ad eccellere sempre in tutti i campi. È Vittorio De Sica, protagonista del nuovo appuntamento con “Passato e presente”, a 50 anni dalla sua scomparsa, in onda mercoledì 13 novembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. In studio, con Paolo Mieli, lo storico Ermanno Taviani. Un artista completo che ha lasciato una traccia indelebile nel cinema italiano e mondiale. E se la stagione più conosciuta è quella breve e intensissima del neorealismo, Vittorio De Sica ha avuto la capacità di cambiare stile, rinnovandosi completamente, tanto da far dire a Roberto Rossellini, che De Sica è forse l’unico regista italiano, a possedere così tanti registri espressivi.
Una carriera inimitabile segnata da quattro premi oscar e numerosissimi premi nazionali e internazionali.
Cari amici vicini e lontani
Ricordando Monica Vitti
È Monica Vitti l’ospite d’onore della settima puntata di “Cari amici vicini e lontani”, il programma Rai Cultura con Renzo Arbore in onda mercoledì 13 novembre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia: l’attrice, che ha partecipato a numerose trasmissioni prima di diventare una diva del grande schermo, è stata più volte ospite a “Gran Varietà”, lo spettacolo della domenica mattina trasmesso dal 1966 al ’79 per la regia di Federico Sanguigni e Paola Tomassini, ospiti a “Cari amici” con gli autori Amurri e Verde e il produttore Maurizio Riganti. Assente Johnny Dorelli, primo conduttore di Gran Varietà, previsto per affiancare la Vitti in un duetto, prontamente sostituito da Renzo Arbore che con l’attrice romana interpreta la spiritosa “La paloma blanca”.
Dopo questo intermezzo, Arbore intervista Federica Taddei su ‘Chiamate Roma 3131’, trasmissione rivoluzionaria nata nel 1969 che per prima utilizzava le telefonate dal pubblico da caso per raccontarsi. Arbore presenta poi Dina Luce per ‘Buon pomeriggio’, primo talk show della radio (dove esordisce Maurizio Costanzo, assente), a cui le dedica “Madunnella”. Arbore intervista Marcello Casco per “Il giocone” e il gruppo di “Cara Rai”, Elena Doni, Giovanni Gigliozzi e Franco Torti. Tutti nomi che hanno fatto grande la “seconda giovinezza” della radio, quella degli anni ‘60 e ‘70.
E’ il turno di Peter Van Wood -cantante e chitarrista di grande popolarità negli anni 50 e ha fatto poi parte del cast di “Quelli che il calcio…” con Fazio negli anni 90)- canta fantasia suoi successi con “I Senza vergogna”, segue la presentazione del gruppo di conduttori di “Un certo discorso” (Radio3) e di “Raistereonotte”: questi ultimi, ironicamente, vengono chiamati a cantare “La notte è piccola”. La puntata si chiude con un omaggio a Vittorio De Sica radiofonico, con il “dura minga” con Umberto Melnati: ricorreva infatti il decennale della scomparsa, il 13 novembre 1974, e proprio il giorno previsto della prima messa in onda cade il cinquantenario. Un programma di Renzo Arbore, Ugo Porcelli ed Enrico Salvatori, con la collaborazione di Lucia Ciancaglini. Produttore esecutivo Alessandra Giorgi. Regia di Luca Nannini e Agostino Pozzi.
GIOVEDI’ 14/11/2024
Iconologie quotidiane
La Sagrada Familia di Antoni Gaudí
Gaudì eredita il progetto della Sagrada Famila alla fine del 1883. Il suo nuovo progetto, molto più ambizioso del precedente, prevede la costruzione di un tempio a 5 navate, 3 facciate e 18 torri, che racconti la vita di Gesù e la storia della fede. Le 18 torri sono dedicate a importanti figure della Bibbia: 12 di esse rappresentano gli apostoli, 4 gli evangelisti, uno la Vergine Maria e la più alta di tutte Gesù Cristo, che sarà sormontata da una croce che raggiungerà i 172 metri di altezza. Una volta completata, la Sagrada Familia sarà la chiesa più alta del mondo. Ne parla Rodolfo Papa nel nuovo appuntamento con “Iconologie quotidiane” in onda giovedì 14 novembre in terza serata, e in replica alle 8.45 e alle 20.15, su Rai Storia.
Passato e presente
Giulio Douhet il dominio dell’aria
Nessuno è profeta nella propria patria è un detto che ben si addice a Giulio Douhet, secondo lo storico Giorgio Rochat “l’unico teorico militare italiano, dopo Machiavelli, noto in tutto il mondo, forse più all’estero che in Italia”. Lo raccontano Paolo Mieli e il professor Gregory Alegi a “Passato e presente” in onda giovedì 14 novembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.
Il primato di Douhet, vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo, è quello di essere stato il primo a teorizzare l’utilizzo strategico dell’arma aerea per superare gli ostacoli e le distanze sulla superfice, diversi anni prima dell’invenzione dei moderni aerei a reazione.
Mente brillante capace in un certo senso di prevedere l’andamento delle guerre moderne, non ha mai avuto l’opportunità di ricoprire ruoli apicali nelle forze armate, soprattutto a causa del suo carattere spigoloso, la sua incapacità di mediare con i superiori, la sua insistente abitudine a denunciare per iscritto tutto quello che per lui non andava bene. Oggi la sua figura di brillante studioso di caratura internazionale è stata apprezzata in larga parte del mondo.
“5000 anni e più. La lunga storia dell'umanità”
Costantinopoli, l’assedio
29 maggio 1453: la data che segna la caduta di Costantinopoli. La capitale romana d’Oriente, dopo quasi due mesi di lungo assedio, cede all’esercito guidato da Maometto II. Quello che è considerato uno degli eventi cardine della Storia è al centro del nuovo appuntamento con “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”, con Giorgio Zanchini, in onda giovedì 14 novembre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. In studio, Luigi Mascilli Migliorini, professore di storia moderna all’Orientale di Napoli.
“a.C.d.C.”, Apocalissi del passato
Tra il 250 e il 900 d.C. la civiltà Maya fiorisce nel centro America, sfruttando le avanzate conoscenze matematiche e astronomiche per realizzare imponenti centri urbani e una complessa organizzazione sociale. Ma a partire dall’ottavo secolo un rapido declino e l’abbandono delle grandi città segnano la fine di quella civiltà. Una parabola raccontata da “Apocalissi del passato”, in onda giovedì 14 novembre alle 22.10 su Rai Storia per “a.C.d.C.”. L’archeologia è ancora alla ricerca di una spiegazione esauriente dello spettacolare crollo dei Maya.
VENERDÌ 15/11/2024
Iconologie quotidiane
Arte e colore di Johannes Itten
L’Arte del colore è un compendio delle intuizioni e delle esperienze artistiche di Johannes Itten, come pittore e come insegnante presso il Bauhaus, dove ha concepito il progetto di una sistematizzazione delle regole cromatiche in arte. Ne parla Rodolfo Papa nel nuovo appuntamento con “Iconologie quotidiane” in onda venerdì 15 novembre in terza serata, e in replica alle 8.45 e alle 20.15, su Rai Storia. Itten considera il testo come «un veicolo che possa riuscire di aiuto a coloro che si interessano dell’uso artistico del colore», il suo intento è quello di portare il lettore a una conoscenza delle leggi oggettive dell’accostamento delle tinte, analizzando lo studio fisico della luce e il ruolo della componente termica nella percezione visiva.
Passato e presente
Rosa Luxemburg, la rivoluzionaria senza partito
Rosa rossa del socialismo, ma per i suoi nemici, Rosa la sanguinaria, l’intellettuale polacca Rosa Luxemburg, fondatrice insieme a Karl Liebknecht della Lega spartachista, attraversa la storia della socialdemocrazia europea tra il XIX e il XX secolo, lasciando l’impronta profonda del suo pensiero, irriducibile ad ogni compromesso. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dal professor Marcello Flores a Passato e presente in onda venerdì 15 novembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Attivista instancabile, più volte arrestata, viene uccisa brutalmente poche settimane dopo la fine del I conflitto mondiale.
Le ragazze
Susanna Egri, Rita dalla Chiesa e altre storie al femminile
È Susanna Egri, ballerina e coreografa, figlia del celebre sportivo Ernst Erbstein, allenatore del Grande Torino scomparso nella tragedia di Superga nel 1949, ad aprire l’appuntamento con “Le ragazze”, il programma di Rai Cultura realizzato da Pesci Combattenti, in onda venerdì 15 novembre alle 21.10 su Rai Storia. Pioniera della danza nella televisione italiana, è stata la prima ballerina a esibirsi, il 3 gennaio 1954, nel corso della prima trasmissione ufficiale della Rai, sulla musica tratta dal film di Charlie Chaplin "Luci della ribalta". A seguire si intrecciano i racconti di due donne che sono state ventenni negli anni Sessanta. Una è Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato dalla mafia a Palermo nel 1982, e compagna per quindici anni di Fabrizio Frizzi, conosciuto negli studi Rai della trasmissione "Pane e Marmellata" che co-condussero tra l’‘84 e l’‘85. L’altra è Niella Penso, esule istriana, che con la mamma lasciò Fiume all’età di quattro anni per crescere in un campo profughi in provincia di Ascoli Piceno. La disgregazione della famiglia e il desiderio primario di una casa propria l’accompagneranno in ogni momento della vita.
Dopo di loro spazio agli anni ’90 con la scrittrice Valeria Parrella. Dall’infanzia a Nocera Inferiore in una cooperativa edilizia fondata da quaranta persone tutte iscritte al Partito Comunista - tra cui i suoi genitori - alla scoperta della scrittura. Il suo racconto si interseca con quello di Francesca Di Marco, insegnante fiorentina, che ha partecipato al G8 di Genova nel 2001, dove si trovava per manifestare pacificamente e da cui è tornata segnata nel corpo e nell’anima.
In chiusura il racconto della venticinquenne Veronica D’Ascenzo, sopravvissuta al crollo della scuola di San Giuliano di Puglia nel 2002. Aveva solo sette anni quando è stata estratta dalle macerie dopo otto ore.
SABATO 16/11/24
Iconologie quotidiane
Le origini dell’iperrealismo europeo
L’Iperrealismo è una corrente artistica contemporanea, fondata sul ritorno alla figurazione. Ne parla Rodolfo Papa nel nuovo appuntamento con “Iconologie quotidiane” in onda sabato 16 novembre in terza serata, e in replica alle 8.45 e alle 20.15, su Rai Storia. Gli Iperrealisti vogliono recuperare non solo il valore della forma e la supremazia della verosimiglianza, ma anche rivalutare il patrimonio di abilità tecniche e manuali che le avanguardie artistiche hanno contestato. Dopo averci raccontato le origini americane di questa corrente e aver specificato le differenze tra gli artisti della costa Est e di quella Ovest degli Stati Uniti, in questa puntata lo storico d’arte Rodolfo Papa presenta gli esponenti europei di questa corrente.
Passato e Presente
Panagulis e la Grecia dei colonnelli
Nel 1967 il “golpe dei colonnelli” instaura in Grecia una dittatura militare. Presto l’uomo forte del regime diventa Giorgio Papadopoulos, che reprime duramente qualunque forma di opposizione. Alessandro Panagulis è un ufficiale che decide di disertare perché considera un tradimento servire l’esercito di una dittatura. Nell’anniversario della caduta del regime (17.11.1974), un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dal professor Mauro Canali a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda sabato 16 novembre alle 20.30 su Rai Storia. Panagulis entra in clandestinità e organizza un attentato a Papadopoulos, che però fallisce. Viene arrestato e sottoposto a indicibili torture; è processato e condannato a morte; la pena viene sospesa e lui viene sepolto per cinque anni in una cella minuscola. Ma Panagulis non si piega, affronta i suoi aguzzini in modo spavaldo. Per la Grecia è il simbolo della Resistenza, e in tutto il mondo si manifesta per lui. Nel 1973 il regime, ormai al tramonto, lo libera in seguito a un’amnistia. Panagulis conosce Oriana Fallaci, con cui inizia una relazione intensa e tormentata. Tornata la democrazia si presenta alle elezioni ed entra in parlamento, dove conduce una lotta contro i politici collusi col vecchio regime. Forse è quest’ultima battaglia a condurlo alla morte, il 1° maggio 1976, in un misterioso incidente stradale da molti interpretato come un omicidio politico.
Cinema Italia
La ragazza di Bube
Nell’immediato Dopoguerra, Mara, una giovane contadina toscana, si innamora di un ex partigiano, Bube, che purtroppo si è macchiato di un omicidio politico ed è costretto alla latitanza. È la storia raccontata dal film “La ragazza di Bube”, tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Cassola, in onda sabato 16 novembre alle ore 21.10 su Rai Storia per la serie “Cinema Italia”. Luigi Comencini porta sullo schermo le tante difficoltà del dopoguerra italiano, a cominciare da quelle legate al reinserimento di chi ha combattuto per la libertà e ora vive la quotidianità come una sconfitta degli ideali in cui ha creduto. Nel cast George Chakiris e Claudia Cardinale, per la prima volta con la sua vera voce, Grolla d’oro nel 1964 e Nastro d’argento nel 1965 come migliore attrice. David di Donatello e Nastro d’argento a Franco Cristaldi come miglior produttore.
Documentari d’autore
Una squadra
È il dicembre del 1976, quando a Santiago del Cile si gioca la finale tra l’Italia e i padroni di casa. Una vicenda sportiva, ma molto tormentata sotto il profilo politico: non era scontato andare a giocare in un Paese governato al tempo da una feroce dittatura, quella di Pinochet. Il mondo politico si astenne dal prendere posizione, lasciando la decisione alla Federazione Italiana Tennis che, non senza esitazioni e polemiche, decise che la finale si sarebbe giocata. “Una squadra”, di Domenico Procacci, scritto da Domenico Procacci, Sandro Veronesi, Lucio Biancatelli, Giogiò Franchini, in onda per “Documentari d’autore” sabato 16 novembre alle 23.00 su Rai Storia, è un documentario destinato non solo agli appassionati di tennis, considerando, fra l’altro, la spiccata umanità dei protagonisti che sono stati tutti coinvolti: “Se uno soltanto di loro mi avesse detto di no non avrei fatto niente” - spiega Procacci, che è riuscito, grazie a un montaggio agile e puntuale, a comporre le interviste realizzate nel 2021 con il materiale dell’epoca. La stagione del 1976 della Davis italiana, oltre a essere un piccolo monumento mitologico del tennis e del nostro sport, contiene risate e musi lunghi, scherzi e dispetti, litigi e riconciliazioni, dramma e commedia. Il docufilm è prodotto Fandango, Sky, Luce Cinecittà.