Il canto degli uccelli dal Trecento ai Beatles
Dal Trecento ai Beatles, il canto degli uccelli ha fornito infiniti spunti alla musica:
Kammerton e L'Archipiano ci fanno volteggiare e cinguettare con gli abitatori del cielo nello spettacolo musicale "Alata genia che adoro"
Il canto degli uccelli ha sempre affascinato gli umani. Innumerevoli canzoni popolari e tanti grandi compositori hanno preso spunto dal canto di questi abitatori del cielo, che volano liberi dal peso che lega gli uomini alla terra. Il vocal ensemble Kammerton e il gruppo strumentale L'Archipiano dedicano a loro il concerto (o piuttosto è uno spettacolo musicale?) di mercoledì 2 marzo alle 18.00 nell'Auditorium "Ennio Morricone" dell'Università di Roma "Tor Vergata"(Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1) per la stagione di concerti di Roma Sinfonietta.
Il Kammerton, votato nella sua ormai quasi trentennale attività all'esplorazione delle possibilità della voce umana, ha varato un progetto che riunisce alcuni degli infiniti omaggi dei compositori al canto arcano della “Alata genìa che adoro”.
Degne di meraviglia sono anche le tante allusioni al gorgheggio dei pennuti ottenute con gli strumenti musicali, quindi ecco che il gruppo strumentale L'Archipiano interagisce con le voci e si mescola con loro.
Il programma del concerto accosta musiche di epoche e stili diversissimi, che però non stridono affatto tra loro, perché sono accumunate dalla stessa incantata ammirazione per il canto degli uccelli.
Dal Trecento dell'Useletto selvaggio di Jacopo da Bologna si passaal Cinquecento, rappresentato dal Grillo è bon cantore (non propriamente un uccello, ma pur sempre un animaletto capace di volare, o quasi) di Josquin Des Pres, dalContrapunto bestiale di Adriano Banchieri e da Les chants des oiseaux di Clément Janequin, quasi un catalogo di uccelli e dei loro cinguettii, che fu ammiratissimo e costituì sicuramente un esempio per innumerevoli musicisti presi nei secoli successivi da simile passione ornitologica. Non è così lungo come potrebbe sembrare il passo per arrivare da Janequin al Novecento di Trois beaux oiseaux di Maurice Ravel, de LaGallina di Ottorino Respighi, di Le réveil des oiseaux di Olivier Messiaen.
A questi grandi compositori del filone classico si affiancono i due mitici Beatles John Lennon e Paul McCartney con Blackbird. E tanti altri, come l'argentino Carlos Guastavino, scomparso pochi anni fa ma immerso ancora in un mondo musicale romantico, tanto da essere definito "lo Schubert delle pampas". E inoltre un musicista come Fabrizio Cardosa, indaffaratissimo in cento diversi campi, dalla musica antica al cinema e al musical: è suo Alata genia che adoro, il brano che apre il concerto e gli dà il titolo.