Gruppo nanou in Xebeche, l’eco del sogno
Artificerie Almagià, mercoledì 8 giugno ore 21.30 (repliche 9 e 10 giugno)
Mercoledì 8 giugno alle 21.30 (repliche 9 e 10 ) alle Artificerie Almagià va in scena in prima assoluta “Xebeche” terzo passo, firmato da Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci, del nuovo progetto coreografico “J.D.” di gruppo nanou che trova ispirazione nella vertigine del bianco e nero del film “Dead Man” di Jim Jarmusch e scava nel tema della perdita di identità.
Il titolo deriva dal nome di uno fra i protagonisti del film “Dead Man”(1995) di Jarmusch, appunto Xebeche: «Colui che parla ad alta voce senza dire nulla», un indiano esiliato dalla propria tribù dopo esser stato deportato in Europa, che preferisce essere chiamato Nessuno. La struttura sperimentale e soprattutto onirica del film, che parte dall’omonimia del personaggio centrale, William Blake, con il poeta inglese, sono il cuore di “Xebeche”. Per la prima volta, Nanou si confronta con la struttura coreografica dell’ottetto, attraverso il procedimento rigoroso di una strategia creativa, giocata sulla formalizzazione della figura e del recinto che la perimetra. «È un lavoro sugli echi, sulle assonanze. Isolando la figura, la situazione, annullando la narrazione, si creano scene di avvicendamento onirico. Più ancora che nei lavori precedenti – sottolineano Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci che firmano il lavoro - si gioca a isolare i corpi nel tempo e nello spazio. Continua la tendenza a creare ambienti attraverso luci e scenografie, in questo caso separando con cesure ancora più nette ogni possibile collegamento: cerchiamo di afferrare la pittoricità dell’azione, quadri in movimento che si incalzano in continuazione in più ambienti netti e definiti».
In scena Carolina Amoretti, Sissj Bassani, Marta Bellu, Rhuena Bracci, Enrica Linlaud, Marco Maretti, Rachele Montis, Davide Tagliavini. Il suono è curato da Roberto Rettura - terzo fondatore, con Amico e Bracci, di gruppo nanou – mentre il light design è di Fabio Sajiz.
Lo spettacolo è una coproduzione E / gruppo nanou - Ravenna Festival con il sostegno di L’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Cantieri, Centrale Fies, Olinda – Ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini e Santarcangelo dei Teatri.
Gruppo nanou si è da subito identificato come linguaggio cinematografico dal vivo. Il corpo, la luce, il suono, la scena sono elementi della composizione coreografica che escono dalle gerarchie per creare un progetto visivo comune. Come nel cinema, le figure del regista, del direttore della fotografia, del montatore, del sound designer possono divenire comprimari. «Nella nostra idea compositiva coreografica – precisano gli stessi fondatori di nanou Amico e Bracci fondatori - il suono si fa corpo, la luce si fa tempo e il corpo si fa traccia di un percorso». Il lavoro di gruppo sta alla base del nome e così come dalla fondazione hanno scelto un nome femminile per indicare la compresenza di autorialità che determinassero una terza persona, così hanno scelto di non perdere la desinenza “gruppo” per rafforzare una spersonalizzazione che diviene forza e molteplicità di linguaggi.
Giovedì 9 giugno, alle 16.30, sempre all’Almagià, un doppio incontro (ingresso libero) a completamento del progetto che consentirà, grazie a due delle massime specialiste del settore, di dare uno sguardo speciale sulla prolifica scena contemporanea di teatro e danza in Italia a partire dagli anni ’70 e che vede la cosiddetta ‘Romagna Felix’ protagonista. Valentina Valentini presenterà il proprio libro “Nuovo teatro made in Italy (1963-2013)”, recentemente edito da Bulzoni. Insieme a lei Marinella Guatterini parlerà della preziosa collana di libretti pubblicati nell’ambito del Progetto Ric.Ci (Reconstruction Italian Contemporary Choreography), sulla memoria storica della coreografia italiana, ed i cui spettacoli sono stati tutti ospitati nelle ultime edizioni di Ravenna Festival.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: ingresso 12 euro (ridotto 10).
Speciale giovani: under 18 e studenti universitari 5 euro
Il gruppo nanou nasce a Ravenna nel 2004, dall'incontro artistico di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci e Roberto Rettura.
La comune frequentazione della scena performativa italiana favorisce l’incontro di Marco Valerio, che si diploma alla Paolo Grassi di Milano, con Rhuena, ginnasta e danzatrice già collaboratrice delle Compagnie Bassini-Bruni e Monica Francia, e infine con Roberto Rettura, fonico e musicista attivo nella scena indipendente bolognese. Il loro primo lavoro Namoro, 2005, parabola coreografica sull’incontro di due esseri umani e la costruzione dei primi scambi amorosi. Vincitore del premio GD'A – Giovani Danz'Autori e inserito in una programmazione nazionale. È poi la volta di desert-inn [il quarto uomo] (2006, ripreso nel 2008), una sorta di viaggio nel subcosciente a partire da un romanzo noir di James Ellroy, che mescola atmosfere astratte a particolari estremamente quotidiani e riconoscibili. Erotismo e bestialità sono i temi di Sulla conoscenza irrazionale dell'oggetto [tracce verso il nulla] (2008). Tra il 2008 e il 2011 viene prodotto il progetto Motel, trilogia composta da Prima Stanza, Seconda Stanza e Anticamera che costruisce un viaggio in una dimensione spazio-temporale quasi ciclica. Sport (2011) è un solo che ragiona sulla fragilità trapiantando alcuni esercizi ginnici in un ambiente buio, attraversato da fasci di luce e da un soundscape che riproduce, insieme, la dimensione interna e quella pubblica di un atleta nel suo esercizio. Gli ultimi tre lavori sono progetti composti da più step: Dancing Hall (2012/2013), Strettamente Confidenziale (2013/2015) e J.D., ancora in corso, incentrato sulla perdita dell’identità e diviso nei passi dal titolo John Doe, Baby Doe , Xebeche e Jane Doe.