Brundibar al Comunale di Bologna
In occasione del Giorno della Memoria 2014
Musica di Hans Kraśa Libretto di Adolf Hoffmeister Versione di Terezìn (1944)
Traduzione di Clara e Daria Dominici
Ensemble strumentale del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna
Coro di Voci Bianche del Teatro Comunale di Bologna
Maestro del Coro Alhambra Superchi Direttore Stefano Chiarotti
Personaggi e interpreti:
Pepiček Diego Bolognesi,
Aninka Caterina Zanardi,
Brundibàr Nicolò Donini
Passero Valeria Cammarata,
Gatto Annalisa Taffettani,
Cane Alice Bertozzo
Poliziotti Anna Dondini/Noemi Collina,
Fornaio Odo Paganelli,
Lattaio Olivia Scagliarini,
Gelataio Sebastian Gubbelini
Domenica 26 gennaio 2014, alle ore 17.00, nella Sala Bibiena del Teatro Comunale di Bologna, in occasione della Giornata della Memoria, va in scena Brundibar, opera per bambini in due atti di Hans Kraśa su libretto di Adolf Hoffmeister, nella versione del 1944 di Terezìn tradotta da Clara e Daria Dominici. Lo spettacolo è un progetto del Teatro Comunale di Bologna in collaborazione con il Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna, la Cineteca di Bologna, la Scuola di Teatro Alessandra Galante Garrone. Al termine dello spettacolo verrà proiettato il documentario di Carlo Di Carlo dal titolo Terezìn, realizzato nel 1964 sulle musiche di Vittorio Gelmetti. L’omaggio del teatro Comunale alla Giornata della Memoria si conclude con delle letture tratte dalle memorie di Terezìn e da Se questo è un uomo di Primo Levi. Le voci sono di Cristina Carrisi, Paolo Cupido, Roberto Giovenco, Giulia Quadrelli e Simone Susani. Le musiche sono di Valentino Corvino eseguite dal vivo dallo stesso Autore. Brundibar, riproposta nella Sala Bibiena del Teatro Comunale, vede la partecipazione dei giovani musicisti dell’Ensemble strumentale del Conservatorio “G. B. Martini”, diretto da Stefano Chiarotti, e dei Solisti e Coro di Voci bianche del Teatro Comunale di Bologna, preparati da Alhambra Superchi. La messa in scena dell’opera è stata realizzata grazie alla affettuosa collaborazione di Claudia Busi, Romeo Castellucci, Silvia Costa, Gianni Marras Daniele Naldi. “[….] Brundibàr è un’opera per l’infanzia in due atti, per dieci bambini solisti, coro di bambini ed ensemble strumentale, scritta dal musicista ceco di origini ebraiche Hans Kràsa su libretto di Adolf Hoffmeister. Originariamente pensata e composta nel 1938 per partecipare a un concorso, potè andare in scena solo nel 1942. Il concorso era stato infatti cancellato e Kràsa sarebbe stato in seguito arrestato e deportato a Theresienstadt. Aveva fatto in tempo però ad organizzare, a partire dal 1941, le prove per la prima rappresentazione di Brundibàr presso l’orfanotrofio di Praga. Brundibàr vi andò in effetti in scena nell’inverno del ’42 - protagonisti i piccoli ospiti dell’orfanotrofio - ma senza che Kràsa potesse vederla realizzata. […] Theresienstadt, o Terezìn, come si dice in ceco, era una città-fortezza in territorio boemo. A partire dal 1940 Reinhard Heydrich, governatore per il Terzo Reich del Protettorato di Boemia, ne fece un campo di concentramento e un ghetto. Il campo divenne il punto di smistamento per un grande numero di ebrei provenienti da tutta la Cecoslovacchia occupata, ma anche dalla Germania e dall’Austria. I settemila abitanti non-ebrei che vivevano a Theresienstadt vennero espulsi dalla città. Il ghetto venne costruito e presentato come il modello nazista di insediamento per ebrei, ma era, a tutti gli effetti, un campo di concentramento e transito per gli ebrei destinati ad Auschwitz e ad altri campi di sterminio. […] Non c’era sovraffollamento, a Theresienstadt (i prigionieri impresentabili erano già stati smistati ad Auschwitz); c’erano piazze, giardini, allegri caffè, fiori alle finestre, staccionate dipinte e tantissima musica nell’aria. Qui, in questo angoscioso simulacro di villaggio di fiaba, il prigioniero Kràsa raduna tutti gli interpreti del Brundibàr di Praga. Tutti coloro che riesce a ritrovare. Ritrova František Zelenka, lo scenografo, e alcuni giovani cantanti e coristi bambini e ricostruisce lo spartito, andando a memoria, adattandolo agli strumenti disponibili in quel momento: flauto, clarinetto, chitarra, fisarmonica, pianoforte, percussioni, quattro violini, violoncello e contrabbasso. La scena rappresenta alcuni palazzi, e vi spicca un fondale con i disegni del gatto, del cane e dell’allodola, con buchi al posto delle teste degli animali perché gli interpreti vi si affaccino a cantare. I protagonisti sono Aninka e Pepiček, due fratellini orfani di padre, che devono comprare il latte per la mamma malata, ma non hanno danaro a sufficienza e si avventurano soli per il paese ad elemosinare, cantando e danzando, come già fa il cattivo Brundibár. E’ proprio lui il nemico, il tiranno, a minacciare la felicità dei due piccoli, e di tutti i bambini del paese. L’opera si conclude con un felice epilogo: la sconfitta di Brundibár il tiranno da parte dei fratellini e dei loro amici, un impavido uccellino, un gatto astuto e un cane saggio, con chiare allusioni alla situazione reale. A Theresienstadt, la “prima” si svolse il 23 settembre del 1943 e le repliche furono 55. Brundibàr fu rappresentato anche durante la visita della Croce Rossa: una parte della recita venne inserita nel film di propaganda nazista Der Führer schenkt den Juden eine Stadt (Il Führer regala una città agli ebrei, 1944) di cui Sebald ci ha raccontato e di cui rimane solo qualche frammento. Ma Hans Kràsa a quel punto è già stato deportato ad Auschwitz, da dove non tornerà. […] Dalla presentazione di Rossana Fioravanti Lo spettacolo è ad ingresso gratuito sino ad esaurimento dei posti disponibili.