Addio al re dei tenori
Era nato l'11 luglio del 1925 a Stoccolma, con il cognome Ustinov, ereditato dal padre russo-svedese. Adottato dagli zii paterni, che ne notarono e incoraggiarono la vocazione musicale, assunse il cognome della zia: Gedda. Così divenne noto al mondo dell'opera come uno dei più grandi tenori del XX secolo, di certo il più versatile, capace di affrontare la coloratura dell'Idomeneo mozartiano e il belcanto del Barbiere di Siviglia e di Guillaume Tell (entrambi affrontati integralmente) come il Romanticismo, ruoli eroici, tragici, comici e brillanti.
Nicolai Gedda ha spaziato, in oltre settanta parta e duecento incisioni, dalle Passioni di Bach al Candide di Bernstein, dalla letteratura liederistica all'opera russa, italiana e francese, da Mozart a Rossini, da Donizetti e Bellini a Puccini e Verdi, dall'operetta parigina e viennese a quella americana di Bernstein, sempre ai massimi livelli, sia come protagonista sia in camei. Proprio con i piccoli ruoli dell'imperatore Altoum in Turandot e del Gran Sacerdote in Idomeneo aveva chiuso all'inizio del XXI secolo una carriera di oltre cinquant'anni.
Con Nicolai Gedda, attivo fino agli ultimi anni anche come insegnante, si è spento l'8 gennaio 2017 un modello per molti versi ineguagliato di tecnica e stile al di là di ogni specializzazione.