Il ritorno del Pirata
Dopo Rossini e Donizetti, il nuovo corso belcantista del Teatro tocca Vincenzo Bellini
con una nuova produzione del capolavoro nato per la Scala nel 1827.
Protagonisti sono Sonya Yoncheva, Piero Pretti e Nicola Alaimo diretti da Riccardo Frizza
in uno spettacolo di Emilio Sagi con scene di Daniel Bianco e costumi di Pepa Ojanguren.
Dal 29 giugno al 19 luglio va in scena alla Scala con la direzione di Riccardo Frizza, la regia di Emilio Sagi e Sonya Yoncheva e Piero Pretti protagonisti Il pirata di Vincenzo Bellini, nuova tappa del processo di valorizzazione dei grandi titoli del Belcanto che negli ultimi anni ha visto riproporre importanti titoli di Rossini e Donizetti. Una tappa particolarmente attesa perché l’ultima opera belliniana andata in scena alla Scala è stata una ripresa di Beatrice di Tenda agli Arcimboldi nel 2004 mentre Il pirata, opera nata per il nostro Teatro nel 1827, vi manca dalla leggendaria edizione diretta da Antonino Votto nel 1958 con la regia di Franco Enriquez e Maria Meneghini Callas, Franco Corelli ed Ettore Bastianini nelle parti principali. Il successo della Callas aprì la strada alla riscoperta moderna dell’opera (da ricordare almeno il debutto italiano di Montserrat Caballé al Maggio nel 1967) e alla sua fortuna critica.
Oggi Il pirata torna alla Scala con alcune tra le migliori voci belliniane del nostro tempo: Sonya Yoncheva, dopo aver iniziato la carriera con il repertorio barocco, si è rivelata al mondo musicale interpretando magistralmente Norma al Covent Garden nel 2016. Da allora è tra i soprano più ammirati nei principali teatri internazionali e il suo repertorio si è ampliato fino a includere Mimì (anche alla Scala), Elisabetta (recentemente con grande esito a Parigi), Tosca (altro successo recente per l’apertura del Metropolitan). Alla Scala è attesa nella prossima Stagione come Violetta ne La traviata. Nelle ultime repliche le succederà Roberta Mantegna, palermitana, classe 1988, una rivelazione tra le giovani voci italiane. Piero Pretti, di cui il pubblico scaligero ricorda Edgardo in Lucia di Lammermoor nel 2014 e Percy in Anna Bolena nel 2017, unisce eleganza e squillo belcantistici al temperamento necessario per la parte di Gualtiero. Tra i suoi prossimi impegni nei maggiori teatri spiccano il Duca di Mantova a Monaco e Manrico a Firenze e Madrid. Nicola Alaimo è uno dei baritoni più amati dal pubblico scaligero, che lo ha ascoltato come Falstaff nel 2015 ma anche come Neri ne La cena delle beffe nel 2016. Interprete di un vasto repertorio che spazia da Luna a Rigoletto e Germont, sarà di nuovo a Milano come Dandini ne La Cenerentola nel 2019.
Riccardo Frizza è oggi un direttore di riferimento per il repertorio italiano, come già dimostrato anche alla Scala nel 2013 con Oberto, Conte di San Bonifacio con la regia di Mario Martone, e uno dei più autorevoli sostenitori delle opere del primo Ottocento in festival e teatri come il Rossimi Opera Festival, il Maggio Fiorentino, Aix en Provence, il Metropolitan di New York. Reduce da Luisa Miller a Zurigo e da L’elisir d’amore e Norma alla Fenice, tra i suoi prossimi impegni conta Roberto Devereux a San Francisco, Semiramide alla Fenice e Il castello di Kenilworth al Festival Donizetti di Bergamo.
Debutta nella sala del Piermarini Emilio Sagi, che aveva già curato la regia di Luisa Fernanda con Plácido Domingo nel 2003 al Teatro degli Arcimboldi. Dopo gli studi di musicologia a Londra, è stato Direttore artistico del Teatro de la Zarzuela e quindi, dal 2001 al 2005, del Teatro Real di Madrid e dal 2008 al 2016 del Teatro Arriaga di Bilbao. Nella sua copiosa produzione spiccano gli allestimenti di opere del primo Ottocento italiano: tra i prossimi impegni, oltre alla ripresa annuale del delizioso Viaggio a Reims per il Festival Rossini, Il turco in Italia a Oviedo, La fille du régiment a Bologna e Lucrezia Borgia a Tolosa.
Il pirata segna una svolta nella carriera di Vincenzo Bellini: è il suo debutto alla Scala, dove l’opera fortemente voluta da Domenico Barbaja vede la luce il 27 ottobre 1827, la sua prima collaborazione con Felice Romani e il suo maggior successo fino a quel momento. Segna però una svolta anche nella storia dell’opera italiana: l’eroe byroniano che supera il carattere del tenore amoroso per indossare i panni del ribelle libertario e l’eroina trascinata nella follia dal conflitto tra passione e dovere politico-coniugale (Lucia di Lammermoor è del 1835) aprono anche nel Paese del belcanto rossiniano la stagione del Romanticismo. Il successo, propiziato dallo splendore vocale di Henriette Méric-Lalande, Giovanni Battista Rubini e Antonio Tamburini, fu immediato e folgorante, tanto che Il pirata divenne anche il titolo di una gazzetta musicale. Eppure le riprese si limitano al 1830 (con i medesimi interpreti) e al 1840: la stessa funzione di apripista dell’opera di Bellini la condannava a soccombere ai capolavori successivi, fino alla ripresa del 1958.