L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

** I CONCERTI**

I DUE VOLTI DI SCHUMANN

martedì 9 ottobre 2018 - Accademia di Musica

h 20:30 guida all’ascolto - h 21 concerto

Trio Johannes

Francesco Manara violino

Massimo Polidori violoncello

Claudio Voghera pianoforte

Simonide Braconi viola

Fabrizio Meloni clarinetto

Integrale cameristica di Robert Schumann

Fantasiestücke op. 73

Märchenbilder op. 113

Märchenerzählungen op. 132

Quartetto in mi bemolle maggiore op. 47

Prosegue il ciclo dedicato all’integrale della musica cameristica di Robert Schumann presentato dal Trio Johannes, composto dal pianista Claudio Voghera e dalle prime parti della Scala di Milano, accompagnati dal primo clarinetto e dalla prima viola dell’Orchestra scaligera. Il programma offre la possibilità di scoprire i due volti di Schumann camerista: quello della cosiddetta Hausmusik e quello del compositore delle grandi forme. Al primo genere si riferiscono le prime tre composizioni presentate che esprimono una maturità compositiva consolidata e contengono, pur nella semplicità della “musica da salotto”, i germi della malattia mentale i cui sintomi si acuiscono durante il soggiorno a Düsseldorf: allucinazioni sonore, amnesie, visioni che lo costringono ad abbandonare il suo ruolo di Direttore musicale nell’importante città tedesca. Il quartetto in mi bemolle appartiene invece agli anni di Lipsia. In questo periodo Schumann concentrò la sua attenzione sulla musica da camera, esplorando le innumerevoli possibilità timbriche attraverso la composizione di varie opere per ensemble diversi.

LA POESIA DI SCHUBERT

mercoledì 31 ottobre 2018 - Accademia di Musica h 20:30 guida all’ascolto - h 21 concerto

Ian Bostridge tenore

Saskia Giorgini pianoforte

Franz Schubert

da Improvvisi op.142

n. 1 Allegro moderato in fa minore

n. 3 Andante in si bemolle maggiore

Die schöne Müllerin D. 795

Ad accompagnarci attraverso questo viaggio all’interno della poetica di Franz Schubert saranno due artisti internazionali. Il tenore Ian Bostridge dopo essersi laureato al Corpus Christi di Oxford, ha cantato presso prestigiose sale da concerto in tutto il mondo ed è artista in residence presso le più importanti stagioni concertistiche da Berlino a Vienna, da Londra a New York e per le Schubertiadi di Schwarzenberg. Saskia Giorgini è una giovane pianista italiana, vincitrice di numerosi concorsi internazionali e vanto dell’Accademia di Pinerolo presso cui ha terminato la sua formazione pianistica. Aprono il concerto due dei quattro Improvvisi per pianoforte op. 142, malinconici e sognanti nella loro semplicità, composti nell’ultimo anno di vita del compositore. Segue La bella mugnaia, un ciclo di lieder di Schubert tra i più eseguiti e rappresentativi del genio viennese. Protagonista della raccolta è, a dispetto del titolo, un giovane mugnaio che lascia la propria casa e, incamminandosi lungo la via indicata da un ruscello, arriva in un altro mulino. La bellezza del posto e l’amore che prova per una giovane e bella mugnaia lo trattengono in quel luogo. Il suo amore non è contraccambiato e la tristezza non permette al giovane di sopravvivere e il desiderio di morte viene cantato dallo stesso ruscello. L’elemento essenziale della raccolta è dunque l’acqua che attraverso il suo fluire fa da guida, da anima e da testimone alla vita del giovane mugnaio.

FIGLIE D’ARTE

martedì 6 novembre 2018 - Accademia di Musica h 20:30 guida all’ascolto - h 21 concerto

Nora Romanoff viola

Lily Maisky pianoforte

J. Brahms, Sonata fa minore op. 120 n. 1

S. Rachmaninov, Songs

A. Piazzolla, Grand Tango

S. Prokof’ev, da Romeo e Giulietta (arrangiamenti per viola e pianoforte)

Due amiche e figlie d’arte si uniscono per questo concerto ricco di emozioni. Nora Romanoff Schwarzberg, figlia della grande violinista Dora Schwarzberg, docente di violino anche presso l’Accademia di Pinerolo, e Lily Maisky, figlia del grande violoncellista russo Mischa Maisky, ci accompagnano in questo viaggio alla scoperta della musica cameristica dedicata alla viola. Al più antico strumento ad arco non è stato riservato storicamente un posto di rilievo come solista all’interno della produzione dei grandi compositori. All’ultima produzione di Brahms risalgono le due sonate dell’op. 120, di cui stasera ascolteremo la prima, per clarinetto o viola e pianoforte. Un clima malinconico ed introverso ma tuttavia sereno si evince in queste sonate, testimoni dell’approssimarsi di una carriera giunta ormai a conclusione per stessa volontà del compositore che, ritiratosi presso la campagna di Bad Ischl, decide di porre fine alla sua carriera da musicista. Gli altri brani che compongono il programma sono invece trascrizioni di grandi opere destinate ad altri strumenti ma calati e regalati al timbro caldo e accomodante della viola.

LA MUSICA SPIEGATA I. GRATTACIELI E PRATERIE AMERICANE domenica 18 novembre 2018 - Accademia di Musica h 17 concerto

In coproduzione con EstOvest Festival

Emanuele Arciuli pianoforte

J. Cage, In a Landscape

L. Ballard, Four American Indian Piano Preludes

P. Garland, Walk in Beauty

F. Rzewski, Winnsboro Cotton Mill Blues

L’attività concertistica di Emanuele Arciuli, docente dell’Accademia di Pinerolo, lo vede regolarmente ospite delle più importanti istituzioni italiane ed estere. Nel suo vastissimo repertorio una particolare attenzione è riservata alla musica contemporanea americana, i cui più importanti esponenti gli hanno dedicato loro opere. Il programma inizia con una breve e poetica pagina di John Cage risalente al 1948, basata su semplici strutture scalari e ci porta nella seconda metà del novecento con i Four AmericanIndian Piano Preludes di Louis Ballard, compositore di origini Cherokee, brani composti nel 1963 ericchi di originalità per il modo non stereotipato con cui il materiale dei nativi americani viene trattato. Walk in Beauty, di Peter Garland è un brano del 1989 dipanato in 5 brevi movimenti ispirati allacerimonia del peyote fra i Navajos. La scrittura, solo apparentemente semplice, cela tesori di raffinatezza timbrica e contrappuntistica ed è fra le opere pianistiche più significative degli ultimi anni. Il programma si conclude con Winnsboro Cotton Mills Blues di Frederic Rzewski (1979) quarta e più celebre delle Four American Ballads, pagina dalla scrittura grandiosa in cui la celebre canzone di protesta degli operai dei cotonifici del North Carolina emerge lentamente da un ostinato di cluster nel registro grave, per poi esplodere liberatoria, superato un vero tour de force di invenzioni pianistiche, poco prima della dissolvenza finale.

BEETHOVEN: VIOLINO E PIANOFORTE

martedì 27 novembre 2018 - Accademia di Musica

h 20:30 guida all’ascolto - h 21 concerto

Sonig Tchakerian violino

Andrea Lucchesini pianoforte

Integrale delle Sonate per violino e pianoforte di Ludwig van BeethovenSonata in fa maggiore op. 24 Primavera Sonata in la maggiore op. 30 n. 1 Sonata in la maggiore op. 47 à Kreutzer

Prosegue l’integrale delle sonate per violino e pianoforte di Ludwig van Beethoven eseguite da due grandi solisti. Sonig Tchakerian e Andrea Lucchesini, docenti di fama internazionale, eseguiranno alcune delle sonate più note del genio di Bonn. Ad aprire il concerto sarà la celeberrima sonata Primavera, la quinta in ordine di composizione. Quest’opera dal tono idilliaco, si evolve in un climasereno che la pervade in tutti i suoi movimenti e mette in grande evidenza il debito mozartiano che Beethoven ha nei confronti di questa forma. La prima sonata dell’op. 30 è pervasa da un clima quasi pastorale e animata da un lirismo profondo ma delicato. Inizialmente Beethoven aveva pensato di aggiungere un quarto movimento alla sonata op. 30 n. 1, che utilizzò poi invece per la monumentale sonata à Kreutzer, che è forse la più nota del corpus beethoveniano. Il soprannome è dovuto alla dedica al violinista francese Rodolphe Kreutzer, che però, curiosamente, non la eseguì mai. Un vero e proprio colosso, quest’opera è composta di tre movimenti in cui il pianoforte e il violino si avvicendano in uno scambio serrato, un dialogo conturbante e sempre appassionato. Il rapporto tra i due strumenti colpì persino Tolstoj che decise di lasciarsi ispirare da questa sonata per scrivere il suo romanzo intitolato appunto Sonata a Kreutzer.

CAPODANNO A VIENNA

domenica 2 dicembre 2018 - Accademia di Musica

h 16:30 guida all’ascolto - h 17 concerto

Orta Festival Ensemble

Amedeo Monetti direttore

J. Strauss jr., Wein, Weib, Gesang op. 333 (Vino, donne e canto) J. Strauss jr., Kaiser-Walzer op. 437 (Valzer dell’Imperatore)

P. Čajkovskij, Valse. Moderato. Tempo di Valse (Dalla Serenata per archi op. 48) J. Strauss jr.

G’schichten aus dem Wienerwald op. 325 (Storielle del bosco viennese) Annen-Polka op. 117

Wiener Blut op. 354 (Sangue viennese)

Kunstlerleben op. 316 (Vita d’artista)

A. Dvorák, Tempo di Valse. Trio. Tempo di Valse (Dalla Serenata per archi op. 22)

J. Strauss jr., Pizzicato - Polka An der schönen blauen Donau op. 314 (Sul bel Danubio blu)

L’Orta Festival Ensemble è un’orchestra da camera formata da musicisti provenienti da prestigiose orchestre e gruppi da camera e da giovani musicisti provenienti da importanti scuole italiane ed europee. Nel loro vasto repertorio un posto di rilievo è riservato all’esecuzione dei brani più celebri della famiglia Strauss, più volte presentati al pubblico in collaborazione con Amedeo Monetti che, oltre ad essere direttore stabile del Teatro Filarmonico di Verona, è invitato a dirigere le più importanti istituzioni lirico-sinfoniche italiane e a collaborare con numerose orchestre all’estero. Il celebre concerto di Capodanno dei Wiener Philarmoniker in diretta mondiale dal Musikverein di Vienna è dedicato alla famiglia Strauss, in particolare a Johann jr., la cui fama è legata alle oltre cinquecento danze che compose, soprattutto ai valzer. Molte di queste danze vennero create in occasione dei festeggiamenti del Carnevale e altre festività del calendario viennese, altre per celebrare il matrimonio di membri della famiglia reale e la visita di sovrani stranieri; alcune descrivono scene di vita quotidiana delle famiglie dei boschi viennesi e altre sono di carattere ludico. I valzer di Čajkovskij e Dvorák, entrambi movimenti delle rispettive serenate per archi, ben si adattano all’atmosfera dalla sala dorata del Musikverein del primo dell’anno, pur mantenendo il tono malinconico e il sapore amaro del mondo Čajkovskijano il primo e un orientamento più popolareggiante il secondo.

DAL XVIII AL XXI SECOLO: ANDATA E RITORNO

martedì 8 gennaio 2019 - Accademia di Musica

h 20:30 guida all’ascolto - h 21 concerto

Edoardo Turbil pianoforte

M. Clementi, Sonata in sol minore op. 50 n. 3 "Didone abbandonata"

J. Cziner, Seven Character Piecesprima esecuzione assoluta

C. Debussy, Etudes II Libro

Bach-Busoni, Ciaccona in re minore BWV 1004

Edoardo Turbil è un giovane pianista torinese che ha fatto di New York la sua nuova casa, divenendo prima studente e poi docente presso la Juilliard School of Music. Il programma del concerto è molto vario: a ricordare le origini italiane la sonata di Clementi, un vero e proprio capolavoro nel genere sonatistico, beethoveniamente inteso, ispirata al racconto virgiliano della Didone abbandonata. Grande interesse per i sette pezzi caratteristici, in prima esecuzione assoluta, composti da un altrettanto giovane compositore americano, Jonathan Cziner. I 12 studi di Debussy sono l’ultima opera pianistica cui si dedicò il compositore francese, del quale tra l’altro quest’anno ricorre il centenario della morte. In particolare nel secondo libro vengono esplorate sonorità astratte, sospese ed estremamente contrastanti tra loro. Conclude il concerto la Ciaccona in re minore di Bach, l’ultimo movimento della seconda Partita per violino solo dello stesso autore. Ferruccio Busoni, che oltre ad essere un grande concertista e compositore era un importante revisore e trascrittore, si colloca tra la schiera di compositori che rimasero ammaliati e stimolati dalla Ciaccona tanto da cercare di trascriverla per altri strumenti o addirittura per formazioni più ampie. La celebre versione pianistica di Busoni risulta particolarmente riuscita grazie alla visione “organistica” che seppe dare nel passaggio dal violino alla tastiera.

LA MUSICA SPIEGATA II: HOMMAGE À SCHUMANN

domenica 20 gennaio 2019 - Accademia di Musica

h 17 concerto

Dimitri Ashkenazy clarinetto

Dominik Fischer viola

Bernd Glemser pianoforte

R. Schumann, Märchenerzählungen op. 132

G. Kurtag, Hommage à Schumann

Dimitri Ashkenazy è uno dei clarinettisti più importanti della scena musicale internazionale: ospite di prestigiose orchestre e associazioni ha eseguito in prima assoluta molte composizioni per clarinetto. Ha collaborato spesso con Bernd Glemser, pianista tedesco vincitore di importanti premi internazionali e con numerose registrazioni discografiche all’attivo. Il violista Dominik Fischer ha fatto parte di importanti quartetti d’archi, e attualmente ricopre il ruolo di prima viola nell’orchestra da camera del Lucerne Festival. Le opere dell’ultimo Schumann rivelano una salute mentale precaria; il demone della schizofrenia contro cui aveva lottato per anni incombeva nuovamente. Nonostante ciò i Racconti Fiabeschi op. 132 sono una pagina estremamente poetica, sebbene a tratti instabile e dai contorni sfumati. Uno dei momenti più intensi è il terzo movimento, che ricorda quasi un tramonto, forse della vita dello stesso compositore. Hommage à Schumann di Kurtág è una delle opere più moderne per questa inusuale formazione. Il brano è composto da cinque movimenti, tutti di breve durata ad eccezione dell’ultimo, un elogio funebre dal carattere enigmatico, omaggio alla memoria di un compositore, Schumann, che in vita purtroppo non ricevette gli onori che avrebbe meritato. Nei movimenti le idee si intrecciano tra loro creando un dialogo tra due epoche diverse: il linguaggio unico di Kurtág si fonde con la poetica schumanniana, dando vita così ad una musica estremamente innovativa.

I CONCERTI A TORINO: KRYSTIAN ZIMERMAN

mercoledì 23 gennaio 2019 - h 21:00 - Auditorium Agnelli del Lingotto

Concerto dell’Unione Musicale in convenzione con l’Accademia di Musica riservato agli abbonati

Krystian Zimerman pianoforte

Programma da definire

Krystian Zimerman è considerato uno dei più grandi pianisti viventi. Scrupoloso e attento a ogni dettaglio, porta sempre con sé il suo pianoforte, che accorda personalmente prima di ogni concerto in assoluta solitudine. La continua ricerca della perfezione sonora – che fa di Zimermann un punto di riferimento nella storia del pianoforte – passa anche attraverso la collaborazione con la casa Steinway e la conoscenza di tutti i particolari costruttivi del suo strumento. Molto meticoloso anche nei confronti della registrazione, con i suoi dischi Krystian Zimerman ha vinto importanti premi: Gramophone Award, Grand Prix du Disque e Diapason D’Or. Per questo non sopporta di essere registrato dal pubblico durante i concerti. È anche capitato che abbia abbandonati il palco durante un’esecuzione, protestando: «Questo si chiama furto, Youtube distrugge la musica!» Ogni suo recital è un evento imperdibile (ma lasciate a casa il cellulare!)

LE GRANDI SONATE PER VIOLONCELLO martedì 5 febbraio 2019 - Accademia di Musica h 20:30 guida all’ascolto - h 21 concerto

Julia Hagen violoncello

Annika Treutler pianoforte

L. van Beethoven, Variazioni su Bei Maennern welche Liebe fuehlen WoO 46

J. Brahms, Sonata in mi minore op. 38

C. Debussy, Sonata in re minore

C. Franck, Sonata in la maggiore

Julia Hagen e Annika Treutler, nonostante la giovane età, sono ormai da anni presenti sulla scena musicale internazionale, ospiti di numerose e importanti stagioni concertistiche grazie anche ai numerosi premi e riconoscimenti ottenuti in diversi concorsi internazionali. Oltre a cinque sonate, Beethoven compose tre serie di variazioni per violoncello e pianoforte, delle quali due su temi del Flauto Magico di Mozart, le variazioni WoO 46 sono infatti composte sul tema del duetto tra Pamina ePapageno del secondo atto dell’opera mozartiana, che Beethoven rielabora mettendo in luce le possibilità sonore e virtuosistiche del violoncello. Entrambe le sonate per violoncello e pianoforte di Brahms nacquero dietro sollecitazione di un amico violoncellista del compositore e furono un’occasione per trovare un personale stile cameristico. L’intera sonata op. 38 è densa di citazioni bachiane e schubertiane per quanto riguarda i temi e soprattutto per la forma. La sonata per violoncello e pianoforte fu la prima delle Six Sonates pour divers instruments che Debussy decise di comporre nel 1915. Il progetto purtroppo non fu mai portato a termine poiché il compositore morì nel 1918. La sonata di Franck, originale per violino e pianoforte, è considerata tra i più grandi lavori cameristici mai compiuti. L’opera fu dedicata all’amico e grande violinista Eugène Ysaÿe in occasione del matrimonio di quest’ultimo, che contribuì alla fortuna di questa sonata.

PALCO PER DUE

martedì 19 febbraio 2019 - Accademia di Musica

h 20:30 guida all’ascolto - h 21 concerto

Marina Scalafiotti pianoforte

Giacomo Fuga pianoforte

J. Brahms, Variazioni in si bemolle maggiore su un tema di Haydn op. 56b F. Busoni, Duettino concertante nach Mozart

S. Prokof’ev,Tre pezzi dalle musiche di scena per il "Luogotenente Kije"(Marcia nuziale - Romanza- Troika)

S. Rachmaninov, Suite n. 2 op. 17

(Introduction - Valse - Romance - Tarantelle)

Marina Scalafiotti e Giacomo Fuga insegnano pianoforte presso il Conservatorio di Torino e da diversi anni si esibiscono in duo proponendo al pubblico il grande repertorio per questa formazione insieme a trascrizioni di altre celebri opere. Robert Schumann per primo individuò nel giovane Brahms una forte predisposizione verso la scrittura sinfonica, ne sono testimonianza le variazioni op. 56b, basate sul celebre tema del Corale di S. Antonio, qui proposte nella prima versione per due pianoforti. Il Duettino concertante di Busoni, basato sul finale del Concerto KV459 di Mozart, è un perfetto esempio della sua grande capacità di trascrittore: lo scambio di brillanti figurazioni senza soluzione di continuità dei due pianoforti mantiene la vivacità e la gioia che rendono la musica di Mozart tanto coinvolgente. Come molti altri compositori dell’epoca, Prokof’ev si cimentò nella composizione di colonne sonore per pellicole cinematografiche: Il Luogotenente Kije non riscosse grande successo, ma Prokof’ev, convinto di aver prodotto del notevole materiale sinfonico, ricavò da quest’ultimo una suite orchestrale in cinque movimenti, trascritta poi anche per due pianoforti. La seconda suite op. 17 di Rachmaninov fu composta in Italia e insieme al secondo concerto per pianoforte e orchestra op. 18 contribuì a restituire al compositore la creatività perduta dopo l’insuccesso della prima sinfonia.

LA MUSICA DA CAMERA DI ROBERT SCHUMANN martedì 5 marzo 2019 - Accademia di Musica h 20:30 guida all’ascolto - h 21 concerto

Trio Johannes

Francesco Manara violino

Massimo Polidori violoncello

Claudio Voghera pianoforte

Integrale cameristica di Robert Schumann

Fantasiestücke op. 88

Fünf Stücke im Volkston op. 102

Trio in sol minore op.110

Si conclude il ciclo dedicato all’integrale della musica cameristica di Robert Schumann presentato dal Trio Johannes, composto dal pianista Claudio Voghera e dalle prime parti della Scala di Milano. I Trii di Schumann e i Fantasiestücke op. 88 per violino, violoncello e pianoforte furono fortemente influenzati dai lavori cameristici di Beethoven, Mendelssohn e Schubert, che Schumann venerava. I Fantasiestücke op. 88 furono il primo brano cui Schumann si dedicò per questa formazione: originariamente concepito come Trio, fu messo da parte per poi essere ripreso e rimodellato anni dopo la prima stesura. Il Trio op. 110 fu composto durante l’ultimo periodo di serenità della famiglia Schumann, presso Düsseldorf. Il carattere generale dell’opera è quello dei brani pianistici della gioventù: carico e travolgente con un intenso, seppur breve, momento contemplativo nel secondo tempo, cui segue l’esplosione del movimento conclusivo, addolcita da una sezione più distesa al suo interno. A differenza di altri brani di Schumann nei quali vi è un rapporto di uguaglianza tra il pianoforte e gli altri strumenti, nei Cinque pezzi in stile popolare il violoncello ha un ruolo predominante. In questo ciclo vengono rielaborate delle melodie di carattere popolare in brani di breve durata, come la romanza, e danze stilizzate.

LA MUSICA SPIEGATA III: TRA RIVOLUZIONI E NOSTALGIA domenica 10 marzo 2019 - Accademia di Musica h 17 concerto

Delian Quartett

Adrian Pinzaru violino

Andreas Moscho violino

Georgy Kovalev viola

Miriam Prandi violoncello

Gabriele Carcano pianoforte

A. Webern, 5 pezzi per quartetto d’archi op. 5

A. Schönberg, 3 pezzi per pianoforte op. 11

D. Šostakovič, Quartetto n. 4 in re maggiore op. 83

J. Brahms, Quintetto in fa minore op. 34

La grande personalità del Delian Quartett ha spalancato ai suoi membri le porte delle più importanti sale da concerto. Ospite stabile di numerosi festival, ha anche all’attivo numerose pubblicazioni discografiche. Gabriele Carcano, docente dell’Accademia di Pinerolo, si è esibito come solista e camerista per le più importanti associazioni italiane ed estere. Fu una vera e propria rivoluzione musicale quella che Schoenberg e i suoi allievi attuarono all’inizio del novecento, scardinando il sistema tonale e aprendo la via dell’atonalità e della dodecafonia, qui rappresentata dai Cinque pezzi op. 5 di Webern, segnati da atmosfere elusive e rarefatte e dai tre pezzi op. 11 di Schönberg, caratterizzati da un’espressività intensa e lacerata. Fu rivoluzione politica e sociale, quella dell’ottobre 1917, a lasciare ampia traccia di sé nella musica di Dmitrij Šostakovic, che dovette spesso fare i conti con la censura del partito, costringendolo ad alternare uno stile “pubblico” a uno più personale. Ne è un esempio il quartetto n. 4, non a caso eseguito per la prima volta solo dopo la morte di Stalin. Ben altra atmosfera caratterizza infine il quintetto op. 34 di Brahms, opera dalla lunga gestazione, in cui la cui scrittura epica, i gesti grandiosi di un compositore poco più che trentenne non riescono a mascherare un velo di nostalgia, uno sguardo intimo sul proprio essere che forse è la cifra più vera dell’empatia che quest’opera infonde fin dalla sua apparizione negli ascoltatori.

L’EMPIREO PIANISTICO

martedì 2 aprile 2019 - Accademia di Musica

h 20:30 guida all’ascolto - h 21 concerto

Alexander Gadjiev pianoforte

L. van Beethoven, Sonata in do maggiore op. 53 Waldstein

F. Liszt, Après une lecture de Dante - Fantasia quasi sonata

P. I. Čajkovskij, Tema e variazioni op. 19 n. 6

S. Prokof’ev, Sonata n. 6 in la maggiore op. 82

Alexander Gadjiev è uno dei pianisti di punta della nuova generazione. Dopo la vittoria al Premio Venezia s’impone anche al prestigiosissimo Concorso di Hamamatsu in Giappone, che gli ha aperto la strada a una importante carriera internazionale. Le prime battute della sonata Waldstein di Beethoven sono tra le più famose dell’intera letteratura pianistica; la stupefacente modernità di quest’opera è data da un importante aspetto virtuosistico che si tramuta in un risultato sonoro e timbrico mai udito prima. La Dante è uno dei simboli del pianismo lisztiano, fatto di un virtuosismo trascendentale e di momenti di lirismo estremamente intenso. Il brano è ispirato al V Canto dell’Inferno, quello di Paolo e Francesca, il cui vorticoso abbraccio insieme alla straziante supplica dei dannati pervade l’intera opera. Molti dei lavori giovanili di Čajkovskij sono pianistici, in particolare i sei pezzi dell’op. 19 furono commissionati dal suo editore e presentano tratti tipici della musica di Schumann, fatta di continui cambi di umore e melodie struggenti tipiche invece della tradizione russa. Le sonate n. 6, 7 e 8 di Prokof’ev furono soprannominate Sonate di guerra e vennero composte una di seguito all’altra, come le tre ultime sonate di Beethoven e le ultime tre di Schubert. La stesura della sesta sonata coincise, da qui il soprannome, con l’inizio del secondo conflitto mondiale; l’incipit dell’opera è, non a caso, un’invocazione alla lotta e un canto di guerra.

E ALLORA TANGO!

martedì 16 aprile 2019 - Accademia di Musica

h 20:30 guida all’ascolto - h 21 concerto

Valentina Valente voce

Massimo Pitzianti fisarmonica

Pedro Josè Rodriguez Larranaga pianoforte

J. Turina, Poema en forma de canciones

M. De Falla, Siete Canciones populares Españolas

J.Rodrigo, Cuatro Madrigales Amatorios

M. Ravel, Cinq Mélodies populaires grecques

F. Mompou, Damunt de tu només les flors

A. Piazzolla, Adios nonino; Oblivion

C. Gardel, Por una cabeza

F. Poulenc, Improvisation n. 15 Hommage à E. Piaf

J. Kosma, Les feuilles mortes

A. Cabral /M. Rivgauche, La foule

Canciones e mélodies disegnano un viaggio musicale a passo di tango da Sevilla a Buenos Aires,passando per Parigi, grazie agli arrangiamenti di Massimo Pitzianti, che da vent’anni fa parte dell’orchestra di Paolo Conte, con il quale ha suonato nei più prestigiosi teatri d’Europa e degli Stati Uniti, partecipando come strumentista alle sue ultime incisioni discografiche. Al suo fianco Valentina Valente, artista poliedrica e raffinata liederista e Pedro José Rodriguez Larrañaga, pianista e clavicembalista spagnolo.

I CONCERTI A TORINO: ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE DELLA RAI venerdì 3 maggio 2019 - ore 20:00 - Auditorium RAI Arturo Toscanini

Concerto dell’OSN RAI in convenzione con l’Accademia di Musica riservato agli abbonati

Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI Maxime Pascal direttore Beatrice Rana pianoforte

J. Brahms, Concerto n.1 in re minore per pianoforte e orchestra

M. Ravel, Daphnis et Chloé, Frammenti sinfonici per orchestra, Suite n. 1 e n. 2

Tra le numerose vittorie in altrettanti concorsi internazionali, è la medaglia d’argento al Van Cliburn di Forth Worth a lanciare Beatrice Rana verso una grande carriera che oggi la vede ospite delle più importanti orchestre e stagioni concertistiche del mondo. Ad affiancarla ci sarà il giovane direttore d’orchestra francese Maxime Pascal, già fondatore di un’orchestra e ospite dei più importanti Festival e orchestre europee. La nascita del primo concerto di Brahms per pianoforte e orchestra fu piuttosto complessa e travagliata poichè inizialmente doveva essere una sinfonia; la versione definitiva dell’opera di Brahms, dopo un’interminabile serie di modifiche e ripensamenti, vide la luce dopo quasi dieci anni dalla prima stesura, ma la sua consacrazione dovette attendere la nascita del secondo concerto, il cui successo si riflesse anche sul primo. Daphnis et Chloé è un balletto in un atto per orchestra e coro senza parole la cui musica fu commissionata a Ravel da Sergey Diaghilev, direttore dei Ballets Russes. Elemento centrale dell’opera è la scoperta dell’amore carnale da parte dei due protagonisti; trattandosi di un balletto, al corpo è conferito un ruolo di grande rilievo, e per Ravel non fu semplice modellare il materiale sinfonico su una così marcata sensualità e un così forte elemento erotico. Tuttavia la fortuna dell’opera furono proprio i frammenti orchestrali del compositore francese, che dal materiale prodotto trasse anche due suite orchestrali.

TANDEM

martedì 7 maggio 2019 - Accademia di Musica

h 20:30 guida all’ascolto - h 21 concerto

Fabrizio Bosso tromba

Julian Mazzariello pianoforte

Tandem significa pedalare insieme, con lo stesso ritmo e con complicità. Tandem è, non a caso, il titolo del progetto di Fabrizio Bosso, la tromba più virtuosistica del jazz italiano, e di Julian Oliver Mazzariello, legati da un’amicizia ventennale e da una comune passione per la musica e la sperimentazione tra generi. “La formula del duo è così intima, scarna ed essenziale che - racconta Bosso - ti permette di esplorare territori anche più lontani, difficili”. Ed è così che nei loro concerti, ogni volta nuovi, ogni volta diversi e costantemente in dialogo con gli spettatori sul filo delle emozioni condivise, si alternano canzoni e temi della musica internazionale come Lady Be Good di George Gershwin o Luiza di Antonio Carlos Jobim o, ancora, il tema di Taxi Driver a brani originali a firma di entrambi.


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