Resilienza dal 27 febbraio
Teatro Coccia, Novara
da Febbraio a Giugno 2021
Resilienza Inverno Primavera
Nuovi format, commissioni inedite, spazio ai giovani, officina di creatività e connessioni con la città
Si parte Sabato 27 Febbraio con I Viaggi di Gulliver: Chi ha paura del Melodramma?
A un anno esatto dall’ultimo spettacolo ospitato in teatro (il 23 febbraio 2020), come nuovo simbolo della Resilienza che è filo conduttore di questa stagione, il Teatro Coccia di Novara annuncia i nuovi titoli per la programmazione inverno/primavera e getta le basi per l’estate.
La stagione inverno/primavera arriva dopo intensi mesi di programmazione online sia sul canale YouTube del Teatro Coccia, sia su quello del Comune di Novara A-Novara, inseriti nel progetto La Cultura è Essenziale. Un cartellone che da Ottobre 2020 a Febbraio 2021 ha registrato circa 20.000 visualizzazioni per spettacoli andati in onda per poche ore o massimo due giorni sul canale del Teatro, una settimana “in differita” su quello del Comune. Il segno che seppure il web non potrà mai sostituire gli spettacoli in presenza, il pubblico abbia voglia e bisogno dello spettacolo e dell’arte.
I primi mesi del 2021 saranno caratterizzati dalla nascita di nuovi format, produzioni originali, commissioni inedite, lavori che si adattano con facilità alla formula in streaming, ma che sono pronte per essere portate sul palcoscenico in qualsiasi momento venga dato il “via libera”.
Chi ha paura del melodramma? interamente dedicato al pubblico dei più piccoli, Micro e Mini opere commissionate a giovani compositori; Concert in Design, spazio alla multidisciplinarietà al fine di supplire alla mancanza del Teatro di parola.
Si parte Sabato 27 e Domenica 28 Febbraio con l’opera da camera I Viaggi di Gulliver per teatro d'ombre, ispirata al romanzo di Jonathan Swift, su testo di Rosa Mogliasso e su musica originale di Bruno Moretti, messinscena e regia Contro Luce Teatro d’Ombre, allestimento ripreso da Alberto Jona. Nel ruolo di Gulliver Federico Cavarzan, la cantante è Giulia Bolcato. I costumi visionari e fantasiosi sono firmati da Giuseppe Palella, che si è potuto avvalere della “collaborazione a distanza” per i centrini che adornano gli abiti degli ospiti della Casa di Giorno Don Aldo Mercoli, che hanno donato con entusiasmo le loro mani e la loro maestria artigiana a questa nuova produzione.
Questa nuova produzione novarese dei Viaggi di Gulliver è un libero adattamento del romanzo di Swift affidato al mondo delle ombre: un attore–cantante che impersona Gulliver, racconta gli episodi più incredibili del viaggio, dialogando con una voce femminile di volta in volta principessa, dea della Fortuna, ministro di Lilliput e così via, mentre l'ensemble accompagna, sottolinea e scherza con i narratori cantanti. Lemuel Gulliver, medico e viaggiatore, ha deciso di abbandonare il mondo degli umani, e si domanda il perché... Così inizia il racconto a ritroso nel tempo. A corto di soldi decide di imbarcarsi, ma nell'oceano indiano una tempesta lo spinge, naufrago, sulle spiagge di un paese sconosciuto: Lilliput, abitato da un popolo di uomini minuscoli... Non solo la differenza di taglia è sorprendente, anche abitudini e costumi. Ecco che lo sguardo stupito e divertito di Gulliver porta lo spettatore verso un diverso modo di osservare e giudicare l'uomo e la società, uno sguardo antropologico ora comico ora serio, che a sua volta sprigiona immagini inattese e poetiche. E da Lilliput in avanti sarà tutto sorpresa ...Gulliver nel paese delle ombre e della musica. Ora epico ora triviale, ironico e sentimentale, il viaggio di Gulliver non cessa di affascinare.
I Viaggi di Gulliver si inseriscono in un nuovo percorso dedicato ai più piccoli, “Chi ha paura del melodramma?”: un giocoso modo per avvicinare anche i più giovani al mondo della lirica. Gulliver è il primo dei titoli scelti per il progetto. A traghettare i bambini e raccontare loro qualcosa di più sull’opera, ma soprattutto sul mondo del teatro, sarà il Bianconiglio, amato e riconosciuto personaggio di Alice nel Paese delle Meraviglie, interpretato da Leonardo Pesucci, che panciotto e cipolla alla mano condurrà il pubblico nei meandri della narrazione e del luogo.
Ogni operina inizierà per le strade di Novara con il Bianconoglio che arriva correndo al Teatro Coccia e ogni volta con un mezzo di trasporto differente, a piedi, in monopattino, in bicicletta, in tandem con altri personaggi... È in ritardo come sempre, guarda l'orologio, entra nel foyer, cerca il biglietto, dalle tasche tira fuori di tutto, ora un libro, ora un cannocchiale, una scarpina di cristallo ecc., trova finalmente il biglietto, lo dà alle maschere e sale verso i palchetti; quale sarà il suo palchetto? Comincia ad aprirli in ansia uno dopo l'altro... e chi trova dentro? le sorellastre di Cenerentola in baruffa (reazione), la Strega di Hänsel e Gretel piena di dolciumi (reazione), Mowgli in mezzo a una foresta tropicale (reazione) il principe porcaro con i maiali (reazione) e infine Gulliver, il personaggio a cui è dedicata la prima operina del progetto. Entra nello storico retropalco del Conte Caccia e lì i piccoli modelli di teatro saranno la “porta” attraverso cui accedere al racconto dell'opera, che spazierà una parte didattica affidata ora al direttore d'orchestra, al regista, al cantante e momenti dell'opera in questione.
Delle diverse opere inserite in questo format verranno scelti per le operine tascabili solo alcuni momenti significativi sia dal punto di vista musicale, sia dal punto di vista drammaturgico. Il resto della vicenda sarà raccontato dal personaggio che di volta in volta ci farà da guida, con un gioco interattivo in cui saranno i bambini stessi a scegliere ora gli incontri dei singoli personaggi ora lo sviluppo della vicenda, entrando virtualmente nel percorso narrativo del progetto.
La seconda opera da camera parte de ciclo “Chi ha paura del melodramma?” è Cendrillon di Pauline Viardot nella nuova versione scritta da Paola Magnanini, allieva di composizione AMO, con la traduzione del testo in italiano di Vincenzo De Vivo; è una breve opera composta originariamente per sette voci e pianoforte, ma nella sua brevità – poco più di un’ora di musica – Paola Magnanini ha voluto articolare l’opera in tre atti intramezzati da vere e proprie parti recitate. Nell’intera composizione sono presenti ed esposti il sapore e l’atmosfera del salotto ottocentesco.
Cenerentola è la favola per eccellenza, la favola che ha fatto sognare tante generazioni. Un soggetto amato nel cinema, nella televisione, nel balletto e nel teatro di prosa, ma soprattutto nell’opera lirica grazie a Rossini e Massenet, ma anche a compositori minori che sono riusciti a dare una loro lettura di questa fiaba eterna; è una fiaba fatta di magia, un’opera che ci colpisce per le atmosfere evocate dal carattere antico e con l’ironia che contraddistingue alcuni personaggi e la semplicità di altri.
La Cendrillon che viene rappresentata al Teatro Coccia è un ritorno alla tradizione fiabesca, un immergersi all’interno della fiaba e della magia con l’aggiunta di un velo di modernità non solo nell’allestimento, che si presenta come se ci catapultassimo all’interno delle vecchie incisioni dei libri di favole in bianco e nero, ma soprattutto nei personaggi che vivono all’interno di questa storia, tutti ben caratterizzati da elementi nuovi su una impostazione classica, a volte ironici altre fantastici e magici che attirano l’attenzione dello spettatore.
Nasce un nuovo ciclo dedicato alle opere nuove, ma in formato ridotto, sotto i dodici minuti: le “MicroOpere”, commissionate a compositori del nostro tempo, che avranno tutte le caratteristiche ed il sapore di una vera e propria opera, ma dalla dimensione di una singola aria. Anche il testo sarà commissionato ad un librettista e la “storia” ad opera di un drammaturgo. Per le prime due in calendario ci si è avvalsi della collaborazione di due scritto in residence per il Teatro Coccia: il librettista Vincenzo De Vivo e il giornalista e scrittore Stefano Valanzuolo che firma la drammaturgia. Si tratta di Un paio in tre opera buffa scritta da Paola Magnanini, firmata dalla regia di Salvatore Sito con il soprano Maria Grazia Piccardi, il mezzo soprano Caterina Dellaere e il pianista Riccardo Massolin nell’inedito ruolo anche di attore. La storia è quella di due giovani studentesse che vivono nella stessa casa, condividono spese e mansioni... Un bel giorno, però, una delle due s'innamora e decide di andare a vivere con il suo compagno. L'altra non si rassegna e fa di tutto per sabotare il progetto. Alla fine, però, preferirà prenderli in casa tutti e due, felice di poter dividere spese e mansioni per tre! L’opera sarà trasmessa su YouTube a partire da Sabato 13 Marzo.
Dormire, guarire forseil titolo della seconda micro opera. La storia si ispira a fatti recenti. Ad un rapporto improvviso ed emozionante che lega, per un attimo solo, un'infermiera ad una malata. Un rapporto leggero, costruito su piccolissimi gesti, ma importante. La scena mi è stata suggerita dall'immagine famosa dell'infermiera addormentata sul PC, durante la prima ondata di Covid. La musica è di Musica di Salvatore Passantino, la regia di Stefano Ferrara; soliste i soprani Laura Ali e Miryam Marcone, al pianoforte Eunmi Ahn.
L’opera andrà in onda Mercoledì 12 Maggio - giorno in cui si celebra la Giornata dell’infermiere – si sta valutando anche la possibilità di riallestirla nello stesso giorno con piccolo ensemble orchestrale nello splendido Quadriportico in Corso Mazzini, per uno spettacolo unico offerto al personale sanitario.
Queste prime due Micro Opere sono totalmente il frutto di Accademia AMO: i compositori, i registi, i solisti e i pianisti coinvolti, sono infatti gli allievi rispettivamente di Marco Taralli, Roberto Recchia, Paoletta Marrocu e Margherita Colombo, docenti dell’anno accademico attualmente in corso.
Spazio poi alla Danza con uno spettacolo dedica e omaggio al centenario dalla nascita di Astor Piazzolla: Sabato 6 e Domenica 7 Marzo Un secolo di Tango.
“Sulle note di Astor Piazzolla si ripercorre l’evoluzione di una coppia di amanti che vive la propria relazione come il riproporsi delle stagioni – commenta il coreografo Giuliano De Luca - Un ciclo di emozioni ed eventi sommergono i due danzatori in un turbine di sensazioni che, avvolte nella sensualità del tango, portano lo spettatore a immedesimarsi nell’avvincente emotività dei due protagonisti”.
Il trio orchestrale che darà vita alle note di Piazzolla è composto dai giovani artisti novaresi Riccardo Bisatti al pianoforte, Anna Molinari al violino, Lucia Molinari al violoncello.
“Le Estaciones Porteñas (Quattro stagioni di Buenos Aires) del compositore argentino Astor Piazzolla rappresentano una raccolta di quattro composizioni basate sul genere del tango, originariamente concepite e trattate come composizioni individuali, per poi venir raggruppate in una suite solo successivamente – spiega Lucia Molinari - Originariamente scritte per quintetto con violino, pianoforte, chitarra elettrica, contrabbasso e bandoneón, nell’arrangiamento di José Bragato trovano una ricca elaborazione che mette in luce le caratteristiche ora cantabili ora ritmiche dei tre strumenti. L’aggettivo porteño, letteralmente “uomo di porto” è per estensione indicativo dei nativi di Buenos Aires, capitale argentina, che diviene l’esplicita ambientazione geografica delle stagioni. Ricche di elementi propri del tango, seducente danza argentina, a cui si accostano tecniche di natura contrappuntistica classica, ampie e cantabili melodie, armonizzazioni e ritmi dal sapore jazz, la commistione di stili rende le Estaciones composizioni di grande suggestione.
La struttura interna di ogni brano, suddiviso in una sezione veloce-lenta- veloce e alcune allusioni melodiche, rendono esplicito il legame con le celebri Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi.
Letteralmente “oblio”, Oblivion, è un tango nuevo dalla natura sospesa, introspettiva e struggente, originariamente composto per il film “Enrico IV” di Marco Bellocchio, è qui proposto nell’arrangiamento per trio di José Bragato.Si tratta di un breve brano commovente e nostalgico in cui il lento ritmo della milonga (genere musicale e danza dell’Uruguay, considerato l’antenato del tango) lasciano spazio allo sviluppo di una malinconica melodia d’amore e di tristezza”.
Ancora opere da gustare tutte d’un fiato, Sabato 8 e Domenica 9 Maggio I corti del Coccia. Tutto in una notte: sette corti, cinque micro opere a firma di compositori di esperienza che donano il loro lavoro per guidare i giovani compositori nel loro percorso formativo e le due micro opere a firma di Paola Magnanini e Salvatore Passantino.
Si intensificano anche i rapporti con il Conservatorio Guido Cantelli di Novara riconosciuto quale una tra le Istituzioni Musicali più brillanti e dinamiche nel panorama nazionale in ambito dell’alta formazione.
Andrà in scena Venerdì 28 Maggio l’opera Una Domanda di Matrimonio, tratta dal lavoro di Anton Cechov, una opera buffa in un atto solo del compositore ferrare Luciano Chailly, padre del direttore d'orchestra Riccardo Chailly. Proposta per la prima volta alla Piccola Scala di Milano nel 1957, arriva a Novara come vera coproduzione tra Teatro Coccia e Conservatorio.
Il libretto è del regista televisivo Claudio Fino e dello sceneggiatore Saverio Vertone. La regia è firmata da Alfonso Cipolla.
Nella sua prima messa in scena, venne rappresentata insieme a L'Histoire du soldat di Stravinskij con la regia di Giorgio Strehler.
Lomov, pretendente timido e goffo, non riesce a fare la sua domanda di matrimonio alla zitella Natalia perché ogni volta, anche con l'intervento del padre Ciabukov, la tiepida profferta si tramuta in litigio… come andrà a finire? L’impianto è tradizionale nel solco dell’opera buffa, arie, duetti, terzetti, con un’attenta caratterizzazione dei tre personaggi, così diversi tra di loro, ciascuno con una propria cifra ritmica, armonica e timbrica.
Il Teatro Coccia non poteva mancare un appuntamento così importante come le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. L’opera, nuova commissione della Fondazione, che chiuderà questa parte di stagione è Rapimenti d’amore, l’opera commissionata al compositore Cristin Carrara su libretto di Davide Rondoni, poeta in residence del Teatro Coccia, apre ufficialmente le celebrazioni del teatro dedicate al Sommo Poeta.
“Maggio fiorentino, mese dei mesi,/ che festa a Firenze sta per scoppiare/cortei e danze, non mancherà da bere…”. Fosca, ragazza vivace e di temperamento, si dispera con la sua serva, alla vigilia della festa di maggio, a Firenze. Il padre, un tipo autoritario e formale, l’ha promessa in sposa ad un ragazzo che non ama. Sullo sfondo della vicenda, una Firenze divisa in fazioni, guelfi e ghibellini si fronteggiano.
Simone, ragazzo allegro con nel fondo un po’ di mestizia, amico di Fosca, raccoglie dalla serva la confidenza del matrimonio combinato. Anche lui si dispera. Non crede nell’amore, ma lungo la vicenda ne riscopre il senso, proprio scoprendosi innamorato di Fosca.
Dante e Cavalcanti, amici di Simone, si ingegnano per aiutarlo. Da loro nasce l’idea di inscenare il rapimento di Fosca.
Sullo sfondo della vicenda, le discussioni sull’amore tra Dante e Cavalcanti. I due si stimano, ma diversa è la loro visione della vita e dell’amore. Per Cavalcanti “non conduce a canoscenza/ la nostra umana, povera semenza”. Per Dante, invece, la questione è diversa: “io non so se è come dici/ vedo una strana luce di verità/ come una sfiorata maestà/ negli occhi d’amor felici”.
La figura di Beatrice, non compare mai, ma è presente, in maniera soffusa lungo tutta l’opera. E’ presente nei suoi ripetuti “passaggi” da lontano, e nelle parole di Dante che canta Firenze e la sua amata: “Firenze di sera, bellezza così/ vera da far male (…)” “Ma nessuna eguaglia lei,/ la Beatrice dei miei occhi/ la gentilezza del portamento (…)”.
E da qui prende le parti la vicenda.
L’Orchestra I Virtuosi Italiani è diretta da Matteo Beltrami. Regia e scene sono di Andrea Chiodi. Nel ruolo diFosca il contralto Sonia Prina, Dante è il baritono Quirijn de Lang, Guido Cavalcanti è il tenore Valerio Borgini, la serva il soprano Veronica Niccolini (Accademia AMO), Padre di Fosca è il baritono Salvatore Grigoli, Simone il controtenore Ettore Agati, Randazzo il basso Mario Tatouhe, il padre di Duccio il basso Antonio De Gobbi.
I momenti di commemorazione dedicati a Dante Alighieri culmineranno nella stagione 2021/2022 e si arricchiscono con il concerto Un itinerario dantesco con protagonista il soprano Manuela Custer, Raffaele Cortesi al pianoforte e il Quartetto d’Archi Dafne. Il concerto sarà registrato a Novara e diverrà una nuova pubblicazione Da una ricerca nata quasi per caso e spinti dalla curiosità di esplorare un repertorio che via via schiudeva piacevoli ed impreviste sorprese all’orecchio, la corrente ricorrenza dantesca ci ha spinto a consultare cataloghi digitalizzati e a frequentare sale di consultazione di biblioteche per sfogliare con una certa emozione fondi che racchiudevano le preziose collezioni di nobili personaggi appassionati dilettanti di cose musicali. Il fil rouge del testo dantesco, se da una parte poteva indurre un accostamento reverenziale in questi autori, stimola dall’altra uno sviluppo della suggestione poetica spesso fuori dai canoni compositivi coevi.
Come si evince, in questa parte prendono vita nuovi format e un cantiere sempre aperto fatto di “maestri della composizione, della scrittura e della drammaturgia”, che collaborano con il Teatro Coccia e ai quali la direzione del Teatro commissiona nuovi lavori da inserire nel cartellone, A questi artigiani è dato anche il compito di guidare i giovani nel cammino verso la crescita professionale ed artistica; torna e si arricchisce. Si rafforza la connessione con le istituzioni del territorio, e prende ancora più spazio la multidisciplinarietà. Tutte specificità che si moltiplicheranno e radicheranno nella stagione 2021/2022.
Si gettano anche le basi per una programmazione estiva “fuori dal Coccia”, facendo seguito anche alla bella esperienza di rete nata con l’Estate Novarese 2020. Un mini festival che partirà con un concerto omaggio a Ennio Morricone, e si snoderà tra danza, lirica, zarzuela con un occhio ai bambini con l’Aida Gomalan Brass Quintet, alla convivialità al cibo e al vino del territorio.
Gli spettacoli saranno messi in onda sul canale YouTube del Teatro Coccia e sul canale del Comune di Novara A-Novara nel progetto La Cultura è Essenziale, fino al momento in cui non sarà riconsentito ospitare pubblico in sala. Si invita a rimanere aggiornati tramite e i canali di comunicazione del teatro.
Tra le novità del 2021 che verranno annunciate con momenti ad hoc l’adesione del Teatro Coccia e della Città di Novara al Movimento Internazionale della Gentilezza, che prende le parti Dall’incontro tra una scienziata di Harvard, Immaculata De Vivo, e un esperto internazionale di meditazione Daniel Lumera, coautori del libro “Biologia della Gentilezza”.
Inoltre sta prendendo sempre più corpo la realtà dei Giovani dietro le Quinte. Il gruppo nato nel corso del Premio Cantelli 2020 sta assumendo una propria fisionomia, accogliendo al momento 11 ragazzi tra i 18 e i 25 anni che stanno iniziando a conoscere proprio in questo periodo così fuori dall’ordinario la realtà del teatro dal suo interno.
La Stagione Resilienza 2021 è realizzata con il contributo di Comune di Novara, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Piemonte, Fondazione Banca Popolare di Novara, Fondazione DeAgostini, Fondazione Cariplo, Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo, Mirato SpA.