Fra Gagarin e le bellezze d'Italia
Rai3 e Rai Storia, #maestri dal 12 al 16 aprile
Passato e Presente
Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio, è stato l’eroe russo più popolare e amato al mondo. Nato in una famiglia povera, ha lavorato come operaio prima di realizzare il sogno di diventare pilota e cosmonauta. A “Passato e Presente", in onda lunedì 12 aprile alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e il professor Adriano Roccucci ripercorrono le tappe principali della sua biografia. Sessant’anni fa, il 12 aprile 1961 Gagarin è uno dei due passeggeri della prima navicella mai lanciata in orbita con degli esseri umani a bordo. La sua impresa, unita alla sua origine umile, ne fanno il perfetto eroe sovietico: l’incarnazione dell’uomo nuovo che Mosca intende promuovere. Portato a esempio dell’efficienza socialista, Krushev ne fa l’“ambasciatore” del successo sovietico nel mondo. Una gabbia dorata nella quale Gagarin non resiste a lungo. Tornato a guidare gli aerei da caccia, muore in volo a soli 34 anni, in un misterioso incidente.
La Sicilia dei Viceré. Pubblicato per la prima volta nel 1894, il capolavoro di Federico De Roberto, I Vicerè è al centro di questa puntata di "Passato e Presente", in onda su Rai Storia il 12 aprile alle 14:20. Del romanzo - che narra la vicenda della nobile famiglia Uzeda di Francalanza, dalla metà degli anni cinquanta dell'Ottocento al 1882 - parlano il professor Giovanni Sabbatucci e Paolo Mieli. Discendenti in linea diretta dai dominatori spagnoli, dai cui il titolo "vicerè", gli Uzeda vantano origini principesche e il filo conduttore del romanzo è costituito dalla lotta tra familiari per un'eredità. Sullo sfondo, gli eventi della storia nazionale: la spedizione dei Mille, la rivolta di Palermo del '66, la presa di Roma. Il romanzo è un atto di denuncia sociale contro la mentalità, le pratiche e le istituzioni dell'antico regime, ma descrive anche la tragica continuità di quelle pratiche nell'Italia post unitaria.
Storia delle nostre città. Ancona
Una città fondata dagli antichi greci per sfruttare il riparo naturale fornito dal suo golfo e la sua posizione strategica proprio in mezzo all’Adriatico: Ancona è la protagonista di “Storia delle nostre città”, in onda in prima visione lunedì 12 aprile alle 21.10 su Rai Storia. Non è solo una città che profuma di salsedine: Ancona è un vero museo a cielo aperto, un luogo ancora perfettamente vestito dei fasti del suo secolare passato, che si ritrova nel maestoso Arco di Traiano o nel prestigioso Museo Archeologico Nazionale delle Marche, fino alla splendida Cattedrale di San Ciriaco, bellissimo duomo della città. Oggi Ancona è una città elegante dal fascino ricercato, ma conserva ancora quell’aria da antico scalo portuale, crocevia di scambi e di storie.
Italia. Viaggio nella bellezza
L’ingresso dell’esercito sabaudo con la breccia di Porta Pia è l’ultimo atto del difficile processo risorgimentale italiano. Il 20 settembre 1870 termina il potere temporale del papa, e Roma, la piccola e verde città papalina di Pio IX deve divenire nel più breve tempo possibile la nuova capitale del regno. Il 26 settembre la giunta provvisoria emette le prime disposizioni sulle soppressioni delle corporazioni religiose e il conseguente incameramento dei beni ecclesiastici. Seguendo lo sviluppo di questo storico passaggio di consegne tra la Chiesa e lo Stato, che a Roma è stato più drammatico, eclatante e denso di significati che altrove, “Italia. Viaggio nella bellezza”, in onda lunedì 12 aprile alle 22.10 su Rai Storia, racconta il patrimonio architettonico e artistico delle chiese di Roma Capitale ancora oggi di proprietà dello stato italiano.
Dopo quella data del 1870, come nel resto d’Italia, i conventi, monasteri, congregazioni si trasformano così in scuole e ospedali, tribunali, caserme e manicomi. Per soddisfare le esigenze amministrative della nuova capitale, inoltre, vengono espropriati otto tra i più prestigiosi e storici edifici religiosi di Roma per trasformarli in Ministeri del Regno. Anche le chiese vengono naturalmente annesse alle proprietà demaniali, ma con una sostanziale differenza rispetto ai conventi: vengono preservate con gran parte degli arredi e lasciate in uso agli stessi Ordini religiosi che continuano ad officiarle sino ai giorni nostri. E alcuni di quei tesori artistici, oggi, sono ancora tutelati e conservati dal ministero dell’Interno attraverso le attività del Fondo Edifici di culto.