Gli Etruschi e i Re di Roma
Rai3 e Rai Storia, #maestri dal 26 al 30 aprile
Viaggio in Italia. La Toscana e i toscani
Immagini d’altri tempi, per raccontare il fascino di un territorio che – da Firenze a Livorno, da Pisa ad Arezzo, passando per la Val d’Orcia e la Versilia - concentra arte, cultura, storia e paesaggi riconosciuti come patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Fino al 5 maggio è la Toscana la meta di “Viaggio in Italia”, il programma di Rai Cultura in onda da lunedì 19 aprile alle 12.00 su Rai Storia.
Lunedì 26 aprile, il viaggio prosegue al Mugello con lo scrittore Nicola Lis.
Passato e Presente. Rasna, il nome degli Etruschi
I Greci li chiamavano Tyrrenoi o Tyrsenoi, i Latini li chiamavano Tusci o Etrusci, loro si definivano Rasna. Dagli insediamenti più antichi nella valle dell’Arno e in quella del fiume Tevere, il popolo etrusco si è spinto fino ai territori della pianura Padana, e, a sud, fino al Vesuvio, dominando lo scenario politico ed economico della penisola italica fino all’avvento di Roma. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 26 aprile alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Franco Cardini. Le necropoli scavate nell’alto Lazio e nell’Etruria marittima hanno restituito camere tombali riccamente affrescate, come quella dei Leopardi o quella degli Aùguri di Tarquinia. Affreschi carichi di vitalità, che rompono il silenzio della morte: banchetti di lusso, musici, danzatori, animali esotici, simbolo di prestigio e vitalità. Carico di vita è anche il Sarcofago degli sposi, del VI secolo a. C., nel quale la coppia è ritratta in un momento di tenera intimità. Così come gli Etruschi sono stati influenzati dai contatti con la cultura greca, i Romani hanno acquisito molti elementi della civiltà etrusca. Gli ultimi tre re di Roma - Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo - erano etruschi. La dominazione etrusca ha cambiato il volto di Roma, preparandola a diventare la città protagonista dei secoli a venire.
Passato e Presente. Gli Scout e la resistenza
RaiStoria, lunedì 26 aprile ore 14:20. Il tentativo di Mussolini di "fascistizzare" la gioventù italiana legata alle organizzazioni cattoliche: tra il 1927 e il 1928, il governo scioglie tutte le formazioni e organizzazioni non facenti capo all'Opera Nazionale Balilla, comprese le organizzazioni scoutistiche. Una decisione analizzata da Paolo Mieli e dal professor Agostino Giovagnoli in questa puntata di "Passato e Presente". Il papa Pio XI intuisce il pericolo che corre la Chiesa e decide di trovare un accordo con il regime. Così l'11 febbraio 1929 vengono firmati i Patti Lateranensi. Malgrado l'accordo raggiunto, Mussolini punta al controllo totale delle masse giovanili e della loro educazione. Dopo la momentanea chiusura dei circoli dell'Azione Cattolica e l'enciclica "Non abbiamo bisogno", il regime e la Santa Sede giungono ad un ulteriore compromesso nel settembre del 1931. Non tutto il mondo cattolico però è concorde nella scelta di scendere a patti con il regime. Da tempo esistono in Italia delle minoranze che si oppongono al fascismo continuando segretamente le proprie attività associative. Ne sono un esempio le esperienze scout clandestine come quelle delle Aquile Randagie in Lombardia o quelle dei riparti romani. Fra queste storie spicca quella del gruppo di Piazza Montecitorio, che fa capo a Don Paolo Pecoraro, e che dall'8 settembre 1943 prende parte attivamente alla guerra di Liberazione.
I sette re, la leggenda di Roma
Le origini di Roma si confondono nella leggenda. La tradizione, ripresa dagli storici latini di età imperiale, attribuisce la fondazione della città a un re di origine divina, Romolo, che il 21 aprile del 753 a.C. traccia alle pendici del colle Palatino il recinto sacro che delimita il nuovo villaggio. A lui succedono tre re di origine latina, Numa Pompilio, Tullo Ostilio e Anco Marzio, e tre re di origine etrusca, Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo. Quest’ultimo viene cacciato nel 505 a. C. quando Roma diventa una Repubblica. I dati archeologici indicano che il Palatino, il colle su cui sorge Roma, era già occupato da una comunità di pastori nel 1000 a.C. Gli scavi hanno però rivelato la presenza delle fondazioni di un muro che delimita il colle, databile alla metà dell’VIII, l’epoca della mitica fondazione. Con la guida di Cristoforo Gorno e con l’aiuto di storici e archeologi, “I sette re, la leggenda di Roma” - di Cristoforo Gorno, scritto con Giancarlo Di Giovine per la regia di Graziano Conversano - in onda lunedì 26 aprile alle 21.10, vuole riscoprire gli eventi leggendari legati alla nascita della città eterna, confrontarli con i dati scientifici e le scoperte archeologiche, comprendere e analizzare i passaggi e i motivi della fortuna di Roma. Gli episodi tramandati dalla tradizione e dagli storici latini, il ratto delle sabine come la sfida tra gli Orazi e i Curiazi, vanno infatti letti e interpretati come momenti diversi della crescita di Roma: lo scontro e l’integrazione tra le diverse tribù presenti nella zona, il consolidamento delle istituzioni e l’espansione militare. Quella della Roma dei re è un’avventura avvincente, scandita da episodi leggendari e personaggi fantastici, attraverso i quali si raccontano i momenti e le caratteristiche della crescita di Roma e del suo dominio sul territorio.
Travelogue. Destinazione Italia. Mary Shelley
Per lei il Nord Italia fu la porta d’accesso alla penisola, ma anche la via di ripartenza verso la sua patria, l’Inghilterra, al termine del suo singolare e tragico Grand Tour nel 1823. È Mary Shelley la protagonista dell’episodio di “Travelogue, destinazione Italia”, in onda lunedì 26 aprile alle 22.10 su Rai Storia. Molti conoscono Mary Shelley per aver scritto “Frankenstein”, ma pochi conoscono il forte legame che esiste tra l’Italia e la scrittrice che fu testimone del clima politico durante i Moti Risorgimentali. Partendo dal Cimitero Acattolico di Roma, dove sono sepolti un figlio, il marito e alcuni amici intimi di Mary Shelley, Tobias Jones, attraverso le pagine dei Travelogue e delle opere letterarie della scrittrice inglese, segue le sue tracce a Genova e sulla costa ligure-toscana (Sarzana, San Terenzo, Viareggio): ultime tappe del suo Grand Tour, finito tragicamente con la morte di suo marito Percy B. Shelley per mare proprio mentre cercava di raggiungere con la sua barca il “Golfo dei Poeti”.