La settimana del 25 aprile
DOMENICA 23/04/2023
Passato e Presente
L’Expo di Parigi 1900
Il 14 aprile 1900 prende il via, a Parigi, la tredicesima Esposizione Universale, l’evento internazionale più importante dell’epoca. La capitale francese ha già ospitato la manifestazione quattro volte: nel 1855, nel 1867, nel 1878, e nel 1889. Ma questa edizione è il saluto al nuovo secolo, che si preannuncia carico di novità. Cinquanta milioni di persone giungono da ogni parte del pianeta, per vedere le meraviglie di un mondo in rapido cambiamento, a partire dalla prima linea del metrò. Una pagina di storia ripercorsa dal professor Emilio Gentile e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda domenica 23 aprile alle 20.30 su Rai Storia. L’Expo parigina è il culmine di quella che sarà ribattezzata dagli storici la Belle époque. L’Europa immagina un futuro di pace e benessere. Ma non mancano le inquietudini, che da lì a poco si concretizzeranno con lo scoppio della Grande Guerra.
Binario cinema
Uomini e no
Milano, inverno 1944. Numerosi sono gli eccidi e i rastrellamenti compiuti dai fascisti, guidati dallo spietato Cane Nero, tentativo estremo di tenere lontana la incombente sconfitta. Il C.N.L. prosegue la sua azione, avvalendosi di uomini nascosti ovunque e pronti a colpire. Tra questi c'è Enne Due, uno scrittore, ora con i compiti di comandante. Un giorno, casualmente, N2 incontra Berta, la ragazza siciliana di cui era innamorato e della quale aveva perso le tracce. Regia di Valentino Orsini, con Flavio Bucci, Monica Guerritore Ivana Monti, Renato Scarpa, “Uomini e no” andrà in onda per il ciclo “Binario cinema” domenica 23 aprile alle 21.10 su Rai Storia.
LUNEDI’ 24/04/2023
Passato e presente. Adelaide di Borgogna, la prima imperatrice
Adelaide di Borgogna è una figura di primo piano nella storia europea del X secolo. Un personaggio analizzato da Paolo Mieli e dalla la professoressa Tiziana Lizzari a “Passato e Presente”, in onda lunedì 24 aprile alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Figlia di Rodolfo II, re di Borgogna, una delle realtà geopolitiche nate dalla frammentazione dell’Impero carolingio, sposa Lotario II, sovrano del regno d’Italia e, rimasta vedova, si unisce in seconde nozze con Ottone I di Germania. Regina italica e prima imperatrice d’Occidente, incoronata con Ottone nel febbraio del 962, nella sua lunga e intensa esistenza dimostra l’importanza e il potere assunti dalle donne nel suo tempo. Adelaide, intelligente, risoluta e tenace, esprime un’azione pubblica determinante che sarà sempre intrecciata alle sue vicende personali e familiari. Rimasta vedova per la seconda volta nel 983, sarà reggente dell’impero in nome di suo nipote ancora minorenne, Ottone III, dapprima con Teofano, madre dell’erede, poi, da sola, dal 991. Solo quando Ottone III raggiungerà la maggiore età, si ritirerà a vita privata, per finire i suoi giorni nel conforto della fede.
Cronache di donne leggendarie. Donne romane tra scandali e potere
Clodia, amante di Catullo, Giulia figlia di Augusto, e Messalina moglie di Claudio: donne “scandalose” tra la fine della repubblica e i primi decenni dell’impero, le cui vicende raccontano i cambiamenti nel costume, nella cultura e nelle arti di quel momento decisivo nella storia di Roma. Le donne romane sono al centro del nuovo appuntamento con Cristoforo Gorno e con “Cronache di donne leggendarie” in onda lunedì 24 aprile alle 21.10 su Rai Storia. Interviene nella puntata Maria Teresa D’Alessio, professoressa di Archeologia classica, Università di Roma La Sapienza.
Cronache dal Rinascimento. Caterina Sforza, la tigre di Forlì
Quando Luigi XII sale al trono di Francia, vanta diritti sul Regno di Napoli e sul Ducato di Milano. Si assicura innanzitutto l’alleanza dei Savoia, di Venezia e di papa Alessandro VI. Questi trova l’alleanza conveniente alle sue mire di costituire per il figlio Cesare un dominio in Romagna, sotto il potere temporale pontificio. Una volta caduto il Ducato di Milano di Ludovico il Moro, la via per la Romagna è aperta. Il 9 marzo 1499 attraverso una bolla pontificia dichiara decadute tutte le investiture di quei territori, compresa quella di Caterina Sforza. Cesare Borgia la assale con le armi francesi. Al 25 novembre 1499 risale la resa di Imola, mentre il 19 dicembre dello stesso anno il Valentino entra a Forlì. Ad attenderlo c’è Caterina Sforza che a 36 anni ha la fama di coraggiosa e spietata guerriera. E’ lei la protagonista di “Cronache dal Rinascimento”, in onda lunedì 24 aprile alle 21.40 su Rai Storia. La donna dirige la difesa della rocca di Ravaldino, che viene assediata dagli avversari. I due rivali pongono entrambi una taglia di diecimila ducati l’uno sull’altro. La rocca cade il 12 gennaio 1500. Caterina Sforza viene consegnata a Cesare Borgia, portata a Roma e incarcerata dal papa. Sarà liberata il 30 giugno 1501 per volere dei Francesi. Alessandro VI le impone la definitiva rinuncia alle sue terre. Si ritira in Toscana e muore a Firenze il 28 maggio 1509.
Italia. Viaggio nella bellezza. Capodimonte, una Reggia per l'arte
Su una collina che domina il golfo di Napoli si staglia la Reggia di Capodimonte, voluta nel 1738 dal re di Napoli Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta, regina di Spagna e ultima erede della dinastia farnese. La reggia, destinata fin da subito a essere residenza di corte e prestigiosa sede museale, è stata trasformata definitivamente in museo nazionale nel 1957. A questa “Reggia per l’arte”, è dedicato lo speciale di Keti Ricciardi, con la regia di Antonio Masiello, per “Italia. Viaggio nella bellezza”, in onda lunedì 24 aprile alle 22.10 su Rai Storia. Ad accompagnare i telespettatori in questo viaggio sono Sylvain Bellenger, direttore del Museo di Capodimonte; Angela Cerasuolo, capo restauratore del Museo di Capodimonte; Renata De Lorenzo, storica; Riccardo Lattuada, storico dell’arte; Patrizia Piscitello, Alessandra Rullo e Antonio Tosini, che lavorano in diversi settori del museo.
E qui è possibile ripercorrere tutta la storia dell’arte attraverso i più grandi maestri della pittura da Simone Martini, a nomi illustri della pittura contemporanea come Burri e Warhol.
“Capodimonte – dice Sylvain Bellenger - è un palazzo reale e un museo. I palazzi reali che sono stati trasformati in un museo non sono così numerosi. Sono tre: c’è Capodimonte, il Louvre, l’Ermitage. Già questa cosa è una cosa rara. E non solo Capodimonte racconta tutta la storia dell’arte ma tutti i grandi nomi ci sono. Abbiamo Michelangelo, Raffaello, abbiamo Botticelli, abbiamo Masaccio. Abbiamo tutti”.
Un museo che nel corso dei secoli si è arricchito via via di oggetti di arredo, arazzi, preziose suppellettili, come il meraviglioso cofanetto farnese in argento massiccio, cristalli di rocca e lapislazzuli, capolavoro dell'oreficeria rinascimentale. Ricchissima la collezione settecentesca di manufatti in porcellana biscuit, che testimonia tutto il fasto della corte borbonica. Un viaggio in questa meravigliosa Reggia, inserita in un contesto paesaggistico di grande pregio. Circondata da un parco e da un bosco, vero polmone verde della città, che si è conservato intatto fin dai tempi in cui fu scelto come luogo prediletto dai Borbone per la caccia, un’attività al tempo considerata una vera e propria funzione di stato. Capodimonte è tutto questo. Un patrimonio di storia, arte e natura di singolare bellezza.
MARTEDI’ 25/04/2023
Passato e presente. Operazione Teodora, la liberazione di Ravenna
Operazione Teodora è il nome in codice dell’azione armata che il 4 dicembre del 1944 libera la città di Ravenna dall’occupazione nazi-fascista. Protagonisti dell’impresa sono i partigiani comandati da Arrigo Boldrini, il comandante Bulow, e l’esercito alleato guidato dal Generale Richard McCreery. Boldrini in particolare guida una spedizione dietro le linee tedesche per convincere gli alleati a non bombardare il capoluogo romagnolo, come era nei loro piani. Anche per preservare il grande patrimonio artistico della città, come i famosi mosaici bizantini dell’imperatrice moglie di Giustiniano da cui l’operazione prende il nome. Nel quadro della lunga liberazione d’Italia dal nazifascismo, l’Operazione Teodora è probabilmente l’episodio più significativo sotto l’aspetto della collaborazione tra partigiani ed alleati.
19 settembre 1943. La strage di Boves ore 21.10
In attesa di sinossi. Milano in guerra
Uno speciale che racconta la storia di Milano durante il secondo conflitto mondiale e la vita quotidiana dei milanesi: è “Milano in guerra”, in onda martedì 25 aprile alle ore 21.40 su Rai Storia. In primo piano, i bombardamenti, la fame, il razionamento, gli sfollati, ma anche gli scioperi del marzo 1943, la caduta del fascismo, l’armistizio, l’occupazione nazista e il periodo della Repubblica Sociale Italiana. Uno dei periodi più tragici della storia d’Italia. Tra il 1943 e il 1945 Milano rappresenta uno dei principali centri della lotta partigiana. Qui, dopo l’8 settembre, nascono le Brigate Garibaldi e la resistenza si organizza militarmente, ma la repressione nazifascista è durissima: arresti, deportazioni, torture e stragi. Attraverso filmati di repertorio, interviste, documenti inediti dell’Archivio Centrale dello Stato e riprese nei luoghi della memoria (la Loggia dei Mercanti, Via Santa Margherita, Via Rovello, Piazza dei Piccoli Martiri, Piazzale Loreto) la storia di una città – Milano – Medaglia d’oro della Resistenza.
L’intellettuale e la spia. Il caso Pitigrilli
“L’uomo che sta scrivendo questo dossier è una spia dell’Ovra, ed è lo stesso uomo che abbiamo visto passeggiare tra gli artisti di Montparnasse. E’ nato a Torino nel 1893, di mestiere fa lo scrittore, il giornalista. È famoso in Italia e all’estero. Si chiama Dino Segre, ma tutti lo conoscono come Pitigrilli”. Dino Segre e gli altri intellettuali antifascisti torinesi, membri di Giustizia e Libertà sono al centro dello speciale “L’intellettuale e la spia: il caso Pitigrilli” che andrà in onda martedì 25 aprile alle 22.40 su Rai Storia.
MERCOLEDI’ 26/04/2023
Passato e Presente. La catastrofe di Chernobyl
Chernobyl, 26 aprile 1986: esplode uno dei quattro reattori della centrale nucleare situata a 104 chilometri a nord della capitale Kiev e a 16 chilometri dal confine con la Bielorussia. Dopo pochi secondi dalla prima avviene una seconda esplosione, ancora più forte. La nube radioattiva si alza per oltre un chilometro sopra la centrale. Una pagina tragica che Paolo Mieli rilegge con il professor Leopoldo Nuti in questa puntata di "Passato e Presente" in onda mercoledì 26 aprile alle 13.15 su Rai3 e alle 20:30 su Rai Storia. A un primo ed immediato bilancio le vittime sono 31, oltre 500 i feriti: ma gli effetti del materiale radioattivo rilasciato nell'atmosfera colpiscono come un killer invisibile le aree limitrofe. La città più vicina alla centrale è Pripyat, a soli 3 chilometri. Le autorità sovietiche decidono di evacuare tutti i 50 mila abitanti. Viene mobilitato l'esercito e organizzato un convoglio di 1200 autobus. In poche ore Pripyat diventa una città fantasma. Nei giorni successivi la nube tossica sorvola gran parte dell'Europa, costringendo i governi di molti stati a prendere misure precauzionali per la salute delle popolazioni. Gli effetti delle radiazioni si faranno sentire per molti anni, causando danni irreparabili alla salute fisica e mentale di migliaia di persone.
Mixer. Vent’anni di televisione h.21.10
Italiani Guglielmo Marconi
il 12 ottobre del 1931, in un lussuoso appartamento in via Condotti, a Roma, un uomo spinge il pulsante di un trasmettitore: un flusso di invisibili onde attraversa l’oceano Atlantico e raggiunge la capitale del Brasile, Rio de Janeiro, a più di 9 mila chilometri di distanza, dove accende dei fari che illuminano la statua del Cristo Redentore, appena terminata. E’ l’ennesima prova della potenza e dell’efficacia della telegrafia senza fili, la nuova tecnologia wireless che, grazie alle onde elettromagnetiche, unisce popoli e continenti. Ma chi è quell’uomo che, con la semplice pressione di un dito, ha acceso il Cristo Redentore a Rio, e l’anno prima il municipio di Sidney, ancora più lontano, e sempre nel ‘31 ha portato la voce del Papa nel mondo grazie alla “Stazione Radiofonica Vaticana” da lui progettata? È un inventore, uno scienziato, un imprenditore italiano, si chiama Guglielmo Marconi, e sta portando l’uomo nel futuro. È lui il protagonista di “Italiani”, in onda mercoledì 26 aprile alle 22 su Rai Storia.
La sua avventura nasce nel 1895, quando, senza una laurea e nemmeno un diploma alle spalle, ma armato solo di ingegno, passione e ambizione, il giovane Marconi, con lo stesso gesto, la pressione di un dito sul tasto di un trasmettitore, emette un segnale che parte dal giardino della casa paterna, a Pontecchio, nei pressi di Bologna, percorre due chilometri, scavalca una collina, la collina dei Celestini, e raggiunge un ricevitore posto in mezzo alla campagna. E’ quella la prima trasmissione di telegrafia senza fili nella storia. Ma nel giro di soli 6 anni quei 2 chilometri diventano più di 3 mila e i segnali di Marconi scavalcano l’Atlantico e uniscono le sponde dell’Inghilterra con quelle del Canada. Un inventore, uno scienziato, un imprenditore? Gli americani lo definiranno un mago, the “wireless wizard”.
GIOVEDI’ 27/04/2023
Passato e presente. El Salvador tra guerra e pacificazione
Negli anni ’20 del secolo scorso era noto come la “Repubblica del Caffè” poi, a partire dal 1979, El Salvador, il più piccolo stato dell’America Centrale, si è trasformato nel teatro di una devastante guerra civile. Un Paese analizzato da Paolo Mieli e dal professor Massimo De Giuseppe a “Passato e Presente”, in onda giovedì 27 aprile alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Durante la guerra civile, da un lato ci sono i militari sostenuti dai latifondisti e dagli Stati Uniti, che non hanno esitato a finanziare uno dei più sanguinari governi al mondo; dall’altro il Fronte Farabundo Martì, formato dalle sinistre. Lo scontro, durato 12 anni, miete 75.000 vittime. Tra queste, l’arcivescovo di San Salvador Oscar Romero, ucciso da un militare durante la celebrazione della messa. Nel 1992 è stata firmata la pace, ma il Paese è ancora lontano dal raggiungimento di un’autentica pacificazione.
“Nel secolo breve”: i momenti cruciali del Novecento * 1953. Primi sull’Everest
La Storia del Novecento in sei anniversari che punteggiano il 2023: è la nuova serie di Rai Cultura “Nel secolo breve”, introdotta e commentata dal professor Alessandro Barbero, in onda da giovedì 27 aprile 2023 su Rai Storia.
La prima puntata, curata da Emanuele Colarossi, ripercorre la storica impresa degli alpinisti Tenzing Norgay ed Edmund Hillary che, primi al mondo, il 29 maggio 1953 scalarono l’Everest, la montagna più alta della Terra con i suoi 8.848 metri.
La prima grande crisi della Guerra fredda - il Blocco di Berlino messo in atto dall’Unione Sovietica nel 1948 – è, invece, al centro della seconda puntata realizzata da Paola Lasi, mentre la terza, curata da Vanessa Roghi, torna a Dallas il 22 novembre 1963, il giorno dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, il 35° presidente degli Stati Uniti d’America, uno dei momenti più drammatici nella storia del secondo dopoguerra.
Lo sbarco alleato in Sicilia il 10 luglio 1943 è il tema del quarto appuntamento, realizzato Antonio Carbone con la storica Isabella Insolvibile, cui sarà affidato il racconto dai luoghi degli eventi. E’ la prima di un trittico di tre puntate dedicato agli ottant’anni dal 1943, anno di svolta nella storia d’Italia nella II Guerra mondiale. Il racconto segue l’avanzata delle truppe anglo-americane e indaga il ruolo, tra leggenda e realtà, della mafia nelle vicende che seguono l’occupazione dell’isola, fino allo scontro tra Regio Esercito e l’Evis, il braccio armato del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia.
Ancora Isabella Insolvibile sarà a Cefalonia per raccontare sul luogo degli eventi l’eccidio della Divisione Acqui, sterminata da reparti dell’esercito nazista dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, cui è dedicata la quinta puntata di Elio Mazzacane. La storia del più importante episodio della Resistenza dei militari italiani nella Seconda guerra mondiale.
A chiudere il ciclo sarà la puntata sulla Repubblica Sociale Italiana – curata da Giancarlo Di Giovine - la cosiddetta “Repubblica di Salò” sorta il 23 settembre 1943 per volontà di Hitler dopo l’armistizio e la liberazione di Mussolini al Gran Sasso. E’ uno dei momenti più tragici della nostra storia, in un Paese divenuto teatro di guerra tra gli Alleati e la Resistenza antifascista da un lato, e l’esercito nazista e le milizie fasciste dall’altro. Emanuela Lucchetti dipanerà il racconto direttamente dai luoghi che ne furono teatro.
“Nel secolo breve” è un programma di Alessandra Bisegna, Peter Freeman, Andrea Orbicciani, Clemente Volpini e la regia di Nicoletta Nesler.
Archivi. Miniere di storia. L’Archivio di Stato di Napoli
Raccontare la storia di Napoli è una vera impresa. Ci prova Marco Mondini entrando nei magazzini dell’Archivio di Stato - uno dei luoghi più suggestivi del capoluogo partenopeo – in “Archivi. Miniere di Storia” in onda giovedì 27 aprile alle 22.40 su Rai Storia. La memoria storica della città è talmente voluminosa da essere in gran parte ancora inesplorata. La capitale del Regno, infatti, ha prodotto una tale mole di documentazione in grado di fornire materiale di ricerca e bacini di storie per molti anni a venire. Il direttore Paolo Franzese, assieme alla collaboratrice Sonia Mustaro, mostra le splendide miniature del Codice di Santa Marta che si compone di 72 pergamene di stemmi nobiliari tra il ‘400 e il ‘600. Il dottor Gaetano Damiano racconta, invece, un documento relativo al processo ad alcuni dei cosiddetti “Rei di Stato” della Repubblica Napoletana del 1799; mentre Marco Rovinello esplora i concetti di identità e cittadinanza del post Restaurazione in una Napoli multietnica attraverso le Carte del Supremo Consiglio di Cancelleria, ricche di petizioni degli stranieri nella fase preunitaria. Grazie al contributo di Fortunata Manzi, infine, obiettivo sui carteggi privati della scrittrice Anna Maria Ortese, il cui archivio è stato donato in tempi relativamente recenti e la cui corrispondenza professionale e privata racconta un’intellettuale del Novecento e il suo tormentato rapporto di amore e odio con la città partenopea.
VENERDÌ 28/04/2023
Passato e presente. Falkland, le isole contese
Per gli inglesi sono le Falkland, per gli argentini le Malvinas, uno sperduto arcipelago di isole dell’Atlantico meridionale sopra l’Antartide, diventato famoso quarant’anni fa - nella primavera del 1982 - per una guerra passata alla storia per essere stata l’unica dopo la Seconda guerra mondiale combattuta da due grandi paesi occidentali, entrambi amici degli Stati Uniti d’America. Una storia ripercorsa da Paolo Mieli e dal professor Alessandro Barbero a “Passato e Presente”, in onda venerdì 28 aprile alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.
L’Argentina, governata dal 1976 da una dittatura militare e guidata in quel momento dal generale Galtieri, vive un momento di crisi e cerca di recuperare consenso attraverso la chiamata del popolo alla causa nazionale. Di fatto però la guerra delle Falkland-Malvinas segna la fine della dittatura in Argentina, determinando invece la svolta nella carriera politica della Thatcher che stravincerà le elezioni politiche dell’anno successivo ancorando saldamente il suo potere.
La nuova stagione di “Telemaco” Alla ricerca di storie e dei loro luoghi
Quattro giovani storici alla ricerca di storie poco conosciute e dei luoghi legate ad esse: Emanuela Lucchetti, Carla Oppo, Pietro Sorace e Charlotte Marincola sono i protagonisti e gli “esploratori” della nuova edizione di “Telemaco”, in onda per otto puntate da venerdì 28 aprile alle 21.10 su Rai Storia. I quattro giovani storici nel corso dei loro studi hanno raccolto notizie, racconti, suggestioni, e si avventurano poi sul campo per avere esperienza diretta dei luoghi e raccontare le storie attraverso incontri con i testimoni, uomini e donne che li hanno vissuti, o con i loro discendenti, e con i custodi della memoria, storici locali, liberi studiosi, curatori di archivi e musei, che tramandano la conoscenza di particolari personaggi e avvenimenti.
Nel primo appuntamento, Emanuela Lucchetti racconta la tragedia di Ribolla dove, il 4 maggio del 1954 un’esplosione di grisou in un pozzo della miniera di lignite, a 260 metri di profondità, provoca la più grave tragedia mineraria italiana del secondo dopoguerra. Quarantatré minatori perdono la vita. Il processo contro i dirigenti della società si conclude con l'assoluzione di tutti gli imputati. La storia ha tuttavia sancito la responsabilità morale di chi, all'epoca, probabilmente non fece tutto il possibile per garantire maggiori misure di sicurezza. Tra i più strenui difensori dei minatori della Toscana, lo scrittore Luciano Bianciardi che dalla tragedia di Ribolla fa partire la storia del suo capolavoro La vita agra. Domenico Gamberi, minatore di Ribolla, figlio di minatori, ricorda quel giorno tragico della sua infanzia e come ha cambiato la storia del villaggio operaio.
Piero Sorace, invece, è a Pomposa per narrare la storia della sua l’abbazia di Pomposa, dal fiorire nell’anno Mille alla crisi alla rinascita nel Trecento, mentre Charlotte Marincola entra nel “Bunker Soratte”, un dedalo di gallerie antiaeree fatto costruire da Mussolini e riconvertito, negli anni ’60, in bunker anti-atomico, per ospitare il governo italiano e il Presidente della repubblica in caso di attacco atomico sulla capitale.
La puntata si chiude con Carla Oppo a Ferrania, nell’entroterra di Savona, il paese che ha dato il nome alla pellicola cinematografica più famosa degli anni ’60. Quello di Ferrania è stato uno dei primi e dei pochissimi stabilimenti produttori di pellicole al mondo e ha funzionato fino agli anni 2000, dando lavoro a migliaia di famiglie della Val Bòrmida. Oggi un museo raccoglie le testimonianze, gli oggetti e i filmati amatoriali di questa esperienza. Lo dirige un ex dipendente Ferrania, Alessandro Bechis.
Inferno sotto i mari. Il guerriero ferito
Nella Seconda guerra mondiale, sia l'Asse sia gli Alleati ricorrono a una spietata guerra sottomarina per mettere in ginocchio i loro nemici: in particolare prendono di mira le rotte commerciali per distruggere le forniture alimentari e militari. Durante la Guerra Fredda, il controllo è più sottile a causa della reale minaccia nucleare: monitorare ciò che sta facendo l'altra parte è fondamentale e Stati Uniti e Unione Sovietica usano l’“invisibilità” dei sottomarini per spiare e riportare informazioni o per condurre missioni segrete, nel tentativo di cambiare l'equilibrio di potere globale. Storie raccontate dalla nuova stagione di “Inferno nei mari” in onda venerdì 28 aprile alle 22.10 su Rai Storia, introdotta e contestualizzata dallo storico navale Maurizio Brescia.
Nel primo appuntamento si torna al maggio 1942. Durante la sua quarta missione di pattugliamento nel Pacifico, sia bombe di profondità che ordigni sganciati da aerei nemici danneggiano un sommergibile americano e bloccano gli alettoni di prua, costringendo il battello a rischiare la propria integrità immergendosi a grandi profondità. Un siluro armato si inceppa nel tubo di lancio e il farmacista di bordo è costretto a eseguire un intervento chirurgico di emergenza nei pressi di una base giapponese. E’ la storia della USS Silversides.
SABATO 29/04/23
Passato e Presente. Claretta e Mussolini
Nel 1926, a poche settimane dal fallito attentato di Violet Gibson al Duce, sulla scrivania di Benito Mussolini finisce la lettera della quattordicenne Clara Petacci che manifesta tutto il suo trasporto verso il capo del fascismo. Ma dovranno passare dieci anni prima che tra i due inizi una vera e propria storia sentimentale. Una storia d’amore raccontata dal professor Francesco Perfetti con Paolo Mieli nell’appuntamento con “Passato e Presente”, in onda sabato 29 aprile alle 20.30 su Rai Storia. La vicenda raggiungerà un vero e proprio punto di svolta solo nell’estate del 1943, quando, dopo il 25 luglio, entrambi sono fatti prigionieri e incarcerati. Liberati dall’esercito tedesco, Mussolini e la Petacci si ritrovano a Salò, dove si scambiano lettere molto dense sia dal punto di vista personale che da quello politico, e che rivivremo attraverso le interpretazioni che ne hanno fornito Michele Placido e Maya Sansa.
Cinema Italia. Guarda il cielo (Stella, Sonia, Silvia)
Come conciliare lavoro e vita privata? È il filo rosso che collega tre storie di donne, ambientate in epoche diverse, in “Guarda il cielo (Stella, Sonia, Silvia)”, di Piergiorgio Gay, in onda sabato 29 aprile alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Nel cast Sandra Ceccarelli, Paolo Pierobon, Antonio Latella, Denis Fasolo, Margareta Von Krauss, Lina Bernardi, Raffaele Fallica, Giuseppe Battiston, Antonio Catania Si inizia con Stella, contadina nata negli anni ’40, che lavora duramente per acquistare un pezzo di terra ma che, per le continue gravidanze, non riesce a realizzare il suo sogno. Primi anni '70, Milano: qui si svolge la storia racconta Sonia, laureanda milanese che vince una borsa di studio a Roma ed è costretta a rimandare la data delle nozze e di conseguenza litiga col fidanzato. La terza, ambientata negli anni '90, è la storia di Silvia, un'operatrice telefonica di una ditta che vende per corrispondenza in cui è impiegato anche suo marito come caporeparto: la diversa visione dei problemi sindacali e occupazionali crea continue tensioni tra loro.
Documentari d’autore: Materia oscura
Sardegna. In una regione compresa tra le province di Cagliari e Nuoro è situato il Poligono Sperimentale del Salto di Quirra: qui, per oltre cinquanta anni, sono state testate “armi nuove” dai governi di tutto il mondo. Anche il governo italiano ha fatto brillare i vecchi arsenali militari compromettendo inesorabilmente il territorio. Regia di Massimo Adinolfi, Martina Parenti, “Materia oscura” andrà in onda per il ciclo “Documentari d’autore” sabato 29 aprile alle 22.50 su Rai Storia.