Così Torre del Lago celebra Puccini
Per Celebrare Giacomo Puccini a 100 anni dalla scomparsa il Festival Puccini di Torre del Lago alla sua 70.a edizione presenta un cartellone che ripercorre la parabola artistica del compositore.
Firma il cartellone di questa edizione straordinaria Pier Luigi Pizzi con la proposta di 6 nuovi allestimenti di capolavori pucciniani rappresentati in ordine cronologico secondo la loro prima esecuzione: LE WILLIS- EDGAR, MANON LESCAUT, LA BOHEME, TOSCA, TURANDOT.
Completa il programma pucciniano l’evento speciale MADAMA BUTTERFLY, in occasione delle celebrazioni dei 120 anni dalla nascita dell’opera, con la ripresa di due rappresentazioni il 31 agosto e il 7 settembre 2024
“La musica e il teatro di Giacomo Puccini” sono al centro dell’attività del Festival Puccini che attraverso nuovi allestimenti delle sue opere intende offrire una particolare esperienza estetica, artistica e musicale.
17 serate d’opera nella cornice unica del Gran Teatro all’aperto sulle sponde del Lago Massaciuccoli per l’unico Festival al mondo dedicato al compositore toscano che segna la tappa di 70 edizioni
Viareggio e Torre del Lago Puccini da tempo si sono preparate per celebrare nel 2024 il loro genius loci che in questa provincia toscana, dal 1891 e fino alla sua partenza per Bruxelles, scelse di vivere. “Spiagge assolate, fresche pinete, il lago sempre calmo, ovvero l’Eden”: Puccini aveva due grandipassioni, la musica e la caccia e per lui Torre del Lago rappresentò il luogo ideale dove coltivarle; un luogo pittoresco e quieto dove far sgorgare il suo genio creativo.
Nel 1930 in omaggio al Maestro prematuramente scomparso (29 novembre 1924) la Città di Viareggio scelse di celebrarlo proprio nel luogo che lui aveva eletto a dimora con un Festival, che quest’anno giunge alla sua 70.a edizione e che nell’anniversario dei 100 anni dalla scomparsa presenta un cartellone straordinario che vede in scena ben 7 titoli del suo repertorio operistico. Un’edizione che la Fondazione FestivalPucciniano presieduta da Luigi Ficacci ha affidato per la direzione artistica a Pier Luigi Pizzi “Abbiamo voluto che il Festival del Centenario fosse una sintesi del suo genio creativo -afferma Pier Luigi Pizzi-. Il progetto artistico, concepito come unico, prevede i primi cinque titoli, Le Willis con Edgar, Manon Lescaut, La Bohème, Tosca, messi in scena in ordine cronologico secondo la loro nascita, seguendo il percorso del compositore e la sua crescita artistica, dagli inizi e fino all’ultima opera, Turandot, rimasta incompiuta e da noi proposta come lui ce l’ha lasciata. A un secolo dalla scomparsa, la popolarità di Giacomo Puccini non è mai diminuita, semmai è cresciuta. A renderlo attuale sta il fatto, che nel suo teatro e nella profonda umanità delle sue creature ci si continua a riconoscere. Il suo teatro parla a tutti, è universale. Ancora oggi credo sia un modello, per chi voglia scrivere per l’opera lirica. Sono note le sue complicate vicende familiari e non solo, ma si sa anche quanto fosse legato alla sua terra e al lago Massaciuccoli, dove sfogava la passione per la caccia. In tutte le sue opere Puccini ha magistralmente costruito dei personaggi indimenticabili, pensiamo a Calaf, Mario Cavaradossi, Rodolfo, De Grieux, per non citare che i più popolari, ma ha regalato a quelli femminili i momenti più sublimi. Manon, Mimì, Cio-Cio-San, Liù che continuano a commuoverci fino alle lacrime”.
Un Festival che Pier Luigi Pizzi ama definire “Imperdibile!” per tutti gli appassionati pucciniani e per tutte le persone interessate alla musica che a Torre del Lago, oggi Torre del Lago Puccini, potranno ritrovare l’atmosfera di dolce quiete che ancora si respira camminando sul Belvedere di questo borgo toscano da cui Puccini trasse ispirazione durante i trent’anni in cui vi abitò. Nella sua casa, oggi Mausoleo, sono custodite dalla Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini le testimonianze della sua straordinaria vita artistica e umana. La musica e il teatro di Giacomo Puccini sono dunque al centro dell’attività del Festival Puccini che attraverso nuovi allestimenti delle sue opere intende offrire una particolare esperienza estetica, artistica e musicale.
Le parole del sindaco Giorgio Del Ghingaro
Viareggio, 23 aprile 2024
Ricorrono quest’anno i 100 anni dalla morte di Giacomo Puccini. Da tempo siamo al lavoro con un comitato di esperti e, di concerto con tutti gli Enti coinvolti, abbiamo messo a punto un programma di eventi che sia all’altezza delle celebrazioni. Per Viareggio e Torre del Lago il culmine sarà, inevitabilmente, il nostro Festival. L’unico dedicato a Puccini, il solo che si tiene nei luoghi d’elezione del Maestro.
I luoghi, appunto.
Il Belvedere di Torre del Lago è un invito alla bellezza. Un posto dove il tempo sembra sospeso. Le sponde placide, il soffio del vento fra i falaschi, le colline che segnano l’orizzonte, sono un controcanto ineguagliabile alla sonorità tipica delle spiagge che si stendono solo a qualche chilometro di distanza.
Puccini scelse questo luogo: decise che qui avrebbe vissuto. Da un lato la villa museo, dall’altro il teatro, più recente ovviamente, ma che era il sogno del Maestro, che qui ancora riposa, dopo tutta una vita, segnata dai tanti successi e dalle moltissime sfaccettature.
In questi mesi abbiamo ritrovato l’artista poliedrico, musicista prima di tutto, ma anche pittore, poeta, scrittore. Abbiamo riscoperto bellissimi epistolari, foto d’epoca, eccentricità.
Ma è qui, su questo Belvedere, che riscopriamo l’uomo, la persona. Passeggiando lungo i sentieri di una vita di 100 anni fa.
Per questo abbiamo deciso di concentrare il grosso dei finanziamenti ricevuti dal Ministero in occasione del centenario, proprio sui lavori di rifacimento e restauro degli edifici che insistono sulla piazza. Piazza, anche quella, oggetto di riqualificazione. Tutto dovrà armonizzarsi in un’unica partitura.
Infine, ma non per ultimo in quanto ad importanza, ci tengo a sottolineare la strettissima collaborazione che stiamo portando avanti fra tutte le Fondazioni e gli Enti che si occupano di Puccini: un impegno corale che attirerà eventi, turismo e contribuirà alla bellezza del territorio.
Il 70° Festival Puccini di Torre del Lago: Puccini nel contesto consapevole della sua singolarità creativa.
Due anniversari fissano quest’anno il parametro d’impegno per il Festival di Torre del Lago. La celebrazione dell’anniversario della morte di Giacomo Puccini coinvolge l’intero mondo della musica nel solo modo per esserne degni: interpretazioni in grado di rinnovare intelligenza e meraviglia per le qualità musicali delle sue partiture.
Il Direttore Artistico Pier Luigi Pizzi vi si dedica con tutta la sua sapienza. L’auspicio con cui ci si approssima alla prova è di risultare adeguati a tanto obiettivo. I settant’anni del Festival riguardano invece una particolarità della vita di Puccini che solo dai suoi luoghi può essere significata: cioè l’eccezionalità della sua scelta, totalizzante ed esclusiva, d’immersione esistenziale e spirituale nello habitat di Torre del Lago. Una personalissima ricerca di autenticità umana e naturale, perseguita quale condizione sostanziale dell’esistenza. Tenendosi lontano dalle capitali della produzione musicale e del suo consumo più elevato, limitandovi la propria presenza al necessario, peraltro con efficacissimo, abile e affascinante uso di professione e di mondo, Puccini dimostrò una determinazione assoluta nel cercare riparo dall’invadenza del condizionamento sociale, per raggiungere l’apice delle capacità creative. Si tratta di una singolarissima secessione, nel complessivo panorama europeo del suo tempo, che pone gli odierni abitanti dei suoi luoghi in una posizione di eccezionale responsabilità.
La città di Viareggio, la sua Amministrazione, la Fondazione che rappresento, si stanno dedicando con impegno a conservare la percezione di questa condizione naturale, per quanto possibile e compatibile con la trasformazione delle funzioni e della globale richiesta di accesso, conoscenza, esperienza di quest’area geografica della Toscana, caratterizzata da un’ampia sedimentazione di mitologie attrattive. Alcuni adeguamenti saranno pronti ad accogliere il pubblico per questa stagione, ulteriori sono programmati e i loro progetti saranno presentati nell’occasione del Festival, quali iniziative strutturali, rese possibili dalle disponibilità finanziarie disposte dal Governo per la ricorrenza del centenario del compositore. Ma questi lavori di recupero e manutenzione, dalla rilevante finalità paesaggistica e funzionale, hanno la finalità di rivelare ragioni ed effetti della radicale ricerca di Puccini di vivere in una condizione di autenticità, di luoghi quanto di frequentazioni. L’obiettivo esclusivo di tale bisogno di libertà è la creazione artistica, attraverso l’opera lirica, in costante, perfino angoscioso confronto con l’universo della storia della musica. Il nostro, di presentare al pubblico Puccini entro un contesto consapevole della sua singolarità creativa, perfino della profonda solitudine della sua autonomia, nel confronto inquieto con se stesso e col mondo, teso fino all’angoscia, benché superlativamente dissimulato nel gusto del vivere, dell’abitare e dell’intrattenimento conviviale. Attraverso l’esecuzione della sua opera, nei luoghi della loro creazione, nostro intento è produrre per il pubblico l’esperienza dal vivo degli elementi intrinseci al suo genio, in una condizione speciale, distinta dalle deformazioni e dagli equivoci impliciti nella riproduzione musicale e nel suo abuso fuorviante.
Luigi Ficacci
Presidente della Fondazione Festival Pucciniano
Le parole del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani
L’edizione numero 70 del Festival Puccini di Torre del Lago assume un significato particolare perché coincide con i 100 anni dalla scomparsa di Giacomo Puccini, un artista che appartiene all’intera umanità e che ci ha lasciato in eredità opere che sono un concentrato di genio e bellezza. Come presidente della Regione Toscana è per me motivo di orgoglio poter salutare lo straordinario cartellone preparato per questa edizione speciale dal direttore artistico Pier Luigi Pizzi, con i primi cinque titoli - Le Willis-Edgar, Manon Lescaut, La Bohème, Tosca - messi in scena in ordine cronologico in base alla loro nascita e infine con Turandot, l’opera rimasta incompiuta: sei opere che raccontano in modo perfetto la grandezza di Puccini.
Da toscano e amante delle opere di Puccini sento in modo particolare questo centenario della sua morte e trovo che la sua musica non abbia perso niente della sua freschezza, della sua capacità di parlare ai nostri tempi, di rinnovare le emozioni che ha sempre destato. Così, anche quest’anno avremo modo di godere dei capolavori pucciniani nell’appuntamento atteso ogni estate, l’unico festival al mondo dedicato al grande artista toscano, in grado di richiamare da tutto il mondo a Torre del Lago quanti amano la lirica ed hanno, come chi scrive, una passione particolare per questo genio musicale. Infine, rivolgo un ringraziamento sentito a tutti coloro che con impegno e grande professionalità contribuiranno al successo anche di questa edizione.
Eugenio Giani
Presidente Regione Toscana
Le parole del direttore artistico Pier Luigi Pizzi
Abbiamo voluto che il Festival del Centenario della morte di Giacomo Puccini fosse in qualche modo una sintesi del suo genio creativo. Il progetto prevede che le sue prime cinque opere, Le Willis con Edgar, Manon Lescaut, La Bohème e Tosca si rappresentino in ordine cronologico seguendo il percorso del compositore e la sua crescita artistica. Infine la rassegna si conclude con Turandot, nella versione incompiuta che Puccini ci ha lasciato. Di Le Willis, presentiamo la prima versione in un atto, di Edgar, quella in quattro atti, coi tagli che il compositore ha operato per la revisione in tre atti, ma mantenendo il quarto ridimensionato, di particolare interesse perché anticipa temi che ritroveremo in altre sue opere successive.
Sei nuove produzioni concepite come un progetto artistico unitario.
Il dispositivo scenico di base è unico ma versatile, per permettere una nuova organizzazione dello spazio e avremo anche un grande ledwall. Una novità per il Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago. Ovviamente ogni opera si completa e si caratterizza con altri elementi diversificati e peculiari.
L’impostazione è classica, nel senso che non considera la sistematica attualizzazione come un comune imprescindibile denominatore.
C’è tuttavia un filtro estetico necessario ad eliminare ogni eventuale incrostazione della peggiore tradizione ed ogni sospetto di museografia.
Questa scelta di unificare stilisticamente tutte le opere tiene conto anche delle difficoltà tecniche nell’alternanza degli spettacoli e dunque in una estrema semplificazione, facilitando così il compito di chi deve far funzionare il complesso meccanismo.
Mi sono assunto l’impegno di mettere in scena nella serata di apertura Le Willis ed Edgar e di chiudere il festival con una nuova Turandot. A metà percorso ripropongo Tosca, che è stato nel 2022 il mio debutto a Torre del Lago, ma qui in una ambientazione classica rispetto a quella già vista ambientata negli anni quaranta del novecento.
Per le altre due opere Manon Lescaut e La Bohème, ho affidato l’incarico a Massimo Gasparon, di cui seguo da più di trent’anni la crescita artistica e l’attività internazionale, l’unico in grado di condividere lo stesso progetto artistico, per affinità di intenti ma con l’apporto indispensabile di una diversa personalità.
Convinto da sempre che il mestiere del teatro ha bisogno di un lavoro di squadra, ho cercato da subito di riunire un gruppo di sperimentati collaboratori.
A parte Massimo, onnipresente, il quotidiano punto di riferimento nelle frequenti riunioni a Torre del Lago o telefonicamente è Franco Moretti, che da più d’un ventennio è l’anima del Festival, di cui conosce ogni più segreto ingranaggio. Accanto a lui Alessandra Delle Fave, responsabile della comunicazione, Massimiliano Bertuccelli, che fa funzionare, col suo prezioso staff, la colossale macchina scenica, Antonia Pagliuca della segreteria artistica, Adalgisa Mazza e tanti altri collaboratori tutti animati dalla passione per il proprio lavoro, e soprattutto tutti devoti al Genius Loci.
Nei due anni che mi hanno legato al Festival Puccini, ho avvertito una passione speciale fra la gente che vive e ama questo teatro con convinzione vera. Ho frequentato tanti teatri senza conoscere i componenti del CDA. Qui invece li incontro: Paolo Spadaccini, Marialina Marcucci, Maria Laura Simonetti, Stefano Pozzoli li sento partecipi di quello che sto facendo e apprezzo la loro fiducia. Tutto questo aggiunge energia. È raro ricevere manifestazioni d’affetto come ho avuto dagli Amici della Fondazione Puccini. Recentemente una cinquantina di loro è venuta a festeggiarmi in occasione di un mio debutto veneziano. Lo dico sempre. Non si può mai stare tranquilli.
Come avete capito il Festival ha un Presidente. Luigi Ficacci, amico di lunga data attraverso la pratica comune dell’arte, con cui l’intesa è stata immediata.
Chi mi conosce sa che metto nei miei progetti per il teatro lirico al primo posto, la musica.
Con i direttori d’orchestra Daniele Callegari, Michelangelo Mazza, Renato Palumbo, Massimo Zanetti ho avuto molti fortunati precedenti; con Beatrice Venezi, al suo primo incontro con me, ho potuto da subito stabilire una felice comunione di intenti artistici. Grande impegno nella composizione dei cast, in cui accanto a tanti nomi già celebri nel repertorio pucciniano, ci sono molti giovani sentiti nelle numerose audizioni a Torre del Lago, scegliendo voci valide, senza trascurare la credibilità fisica per ogni personaggio.
Sono previsti numerosi interventi di danza. Per queste coreografie ho voluto ancora una volta contare sul grande talento di Gheorge Iancu, da anni complice di tante memorabili avventure.
Tanto lavoro anche per il coro, presente in ogni opera e grande impegno per il bravissimo maestro Roberto Ardigò e naturalmente anche per Viviana Apicella e Chiara Mariani che dirigono il coro delle Voci bianche.
Quando sono stato Direttore Artistico a Macerata ho invitato un grande protagonista della danza nel mondo intero, Roberto Bolle, che è anche un amico, dopo tanto lavoro insieme. Mi piaceva che in queste celebrazioni pucciniane ci fosse anche lui. Ci sarà! Tra poco saremo tutti in trincea e ci staremo per almeno due mesi, armati fino ai denti. State tranquilli, lavoriamo per voi.
Pier Luigi Pizzi