L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

La settimana di Rai Storia

DOMENICA 28/04/2024

Grandi della Tv
Renato Rascel

Pantaloni larghi, giacca lunga con un taschino dietro, la caciottella calcata in testa: sul palcoscenico di “Grandi della Tv” – il programma con Edoardo Camurri, in onda domenica 28 aprile alle 17.30 e lunedì 29 aprile alle 22.00 su Rai Storia sale il “piccoletto nazionale”: Renato Rascel, maestro della metamorfosi e della comicità gentile e un po’ bambina.

Rascel, al secolo Renato Ranucci, regala al pubblico una comicità in completa rottura con quella dei suoi coevi: pulita, adatta a tutta la famiglia, dell’assurdo nel senso della curiosità impertinente e della meraviglia, come solo lo sguardo dei bambini sa essere. La polvere del palcoscenico lo battezza, letteralmente: nasce il 27 aprile 1912, mentre i suoi erano in tournée a Torino. Trascorre i primi giorni di vita, prima di rientrare a Roma, in una cesta di vimini, tra le quinte. Un imprinting che lo farà esibire già a 14 anni nell’avanspettacolo in qualunque ruolo, fino a farlo diventare – dopo parecchi nomi d’arte – Rascel, dal nome di una famosa cipria francese adocchiata in una vetrina. Significativo è il debutto con “Il cielo è tornato sereno” avvenuto sul finire degli anni Quaranta a Roma, al Teatro Adriano. L’esordio si configura inizialmente come un disastro, dalle soubrette che entrano con i vestiti sbagliati in scena, alla rovinosa rottura di un disco giallo che avrebbe dovuto rappresentare il sole. “Mi dispiace, signori, ma si è rotto il sole” si ritrovò ad annunciare Rascel al pubblico, scatenando risate a non finire, trascinandolo in un’improvvisazione per tutta la durata dello spettacolo – che quindi si rivelò contro ogni pronostico un successo - da cui nascerà uno dei suoi numeri principali, il corazziere.

La sua comicità dell’assurdo si consolida e si sfaccetta negli anni del trionfo del fascismo: Rascel (che deve in quel periodo cambiare il cognome in Rascele) riesce a creare consapevolezza nel suo pubblico e a criticare aspramente il regime sfuggendo la retorica del tempo e i dettami della censura attraverso il nonsense linguistico, la mimica, parodie musicali e canzoncine di apparente poco spessore. Il 1952 è l’anno in cui incontra il cinema impegnato e Alberto Lattuada, regista che ne intravede le potenzialità patetiche e tragiche: vestirà i panni dell’umile scrivano comunale Carmine de Carmine ne “Il cappotto”, che si ispira all’omonimo racconto dello scrittore russo Gogol: “A me non è mai piaciuto il vincente: uno può essere anche un eroe, ma non si deve dare troppe arie. Sono un personaggio russo… A me Il cappotto andava bene di taglia e di cervello”. Lunedì 29 aprile alle 22.00, poi “Grandi della TV ripropone una monografia dedicata a Renato Rascel, trasmessa per la prima volta nel 1982. L’attrice Claudia Vegliante, come Alice nel paese delle meraviglie, incontrerà ed esplorerà i numeri più famosi di Renato Rascel, in compagnia di Carlo Verdone.

Passato e Presente
Cinecittà: la Hollywood del regime

Alla fine degli anni Venti, il settore cinematografico è investito dalla crisi economica, ma una serie di investimenti privati e statali prima e l’avvento del sonoro poi, rappresentano il possibile rilancio della produzione nazionale. Gli anni Trenta vedono così, in Italia, la riorganizzazione dei vecchi stabilimenti di produzione, la costruzione di nuovi dotati di apparecchiature all’avanguardia e l’ammodernamento delle sale cinematografiche per le proiezioni. Nel 1937, ai margini della città di Roma, viene inaugurata la Città del cinema, Cinecittà. Un luogo e una storia ripercorsi dal professor Mauro Canali e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, riproposto domenica 28 aprile alle 20.30 su Rai Storia in occasione dell’anniversario dell’inaugurazione. Gli stabilimenti su via Tuscolana diventano ben presto il fiore all’occhiello del Regime. Nella stessa area sorgono anche le nuove sedi dell’Istituto Nazionale Luce e del Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal settembre 1943, gli stabilimenti di Cinecittà vengono occupati dai Nazisti e trasformati in un campo di concentramento per prigionieri Alleati. Dopo la Liberazione di Roma, gli imponenti studi diventano il campo profughi più grande e importante dell’Italia centrale.

Binario cinema
I compagni

Torino. A seguito dell’ennesimo grave incidente, gli operai di una fabbrica tessile decidono di lottare per richiedere migliori condizioni lavorative, portando l’orario da 14 a 13 ore. Malgrado le proteste, la proprietà respinge ogni richiesta dei lavoratori. E’ il film di Mario Monicelli “I compagni” in onda domenica 28 aprile alle 21.10 su Rai Storia per “Binario cinema”. Interpretato da Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Folco Lulli e Annie Girardot, il film fu scritto dal regista insieme alla coppia Age & Scarpelli e fu candidato ai Premi Oscar 1965 per la migliore sceneggiatura originale.

LUNEDI’ 29/04/2024

Officina patrimonio
Cagliari. Piccolo tessitore per un giorno

Officina Patrimonio, il nuovo programma realizzato da Rai Cultura e dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura, fa tappa a Cagliari. Nell’appuntamento in onda lunedì 29 aprile alle 19.15 in prima visione su Rai Storia, un gruppo di bambini della scuola primaria in visita al Museo archeologico di Cagliari osserverà gli antichi tessuti conservati nelle vetrine, apprenderà le caratteristiche della tessitura e le diverse tecniche di realizzazione e, infine, creerà il proprio tessuto con piccoli telai e lane colorate.

Passato e Presente
Prigionieri politici nel Risorgimento

I nomi più noti sono Silvio Pellico e Luigi Settembrini. Ma i prigionieri politici del nostro Risorgimento furono migliaia. Il loro sacrificio seppe infatti alla causa italiana le simpatie dei liberali e delle grandi potenze europee. È il caso in particolare di alcuni detenuti politici del Regno delle Due Sicilie, condannati dopo i moti del 1848 da Re Ferdinando II alla detenzione dura o all'ergastolo, ma accolti infine in Gran Bretagna come eroi, dopo avventurose vicissitudini. A 'Passato e Presente', in onda lunedì 29 aprile alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, la professoressa Elena Bacchin, insieme a Paolo Mieli, ne ricostruisce la storia ne racconta la storia.

Illuminate
Monica Vitti, la donna che visse due volte

Carla Signoris racconta la grande Monica Vitti, il suo immenso talento e la sua carismatica personalità, nel secondo appuntamento con "Illuminate", la docu-serie prodotta da Anele in collaborazione con Rai Cultura dedicata alle storie di quattro grandi protagoniste del Novecento raccontate da altrettante attrici, in onda lunedì 29 aprile alle 21.10 su Rai Storia.

Ironica, seducente, mattatrice, unica: Monica Vitti è stata una delle attrici più straordinarie e amate di tutti i tempi. Una fuoriclasse definita da Mario Monicelli il "quinto colonnello della commedia all’italiana" che, con la sua voce roca e la sua innata verve, ha raccontato le inquietudini femminili e rappresentato donne coraggiose, brillanti, anticonvenzionali, stravolgendo per sempre i canoni del cinema e gli stereotipi della bellezza dell’epoca.

In questo docu-film, Carla Signoris, influenzata dalla lettura dei libri su Monica Vitti, attrice che ha sempre ammirato, sogna di rivivere una "giornata particolare" della vita dell’indimenticabile interprete, ovvero il 3 maggio 1988, quando il giornale francese "Le Monde" pubblicò l’errata notizia della sua scomparsa. Un sogno lungo un giorno, vissuto attraverso lo sguardo e le parole di Monica Vitti, in cui si ricostruiscono i momenti fondamentali della sua vita privata e professionale che l’hanno resa un’icona del cinema, unica e indimenticabile, donando ai telespettatori un ritratto intimo e inedito di una donna sincera, vera, curiosa, sempre pronta a trasformare le sue paure in emozioni.

Le strade di Roma fanno da sfondo al viaggio nella vita della celebre attrice e, parallelamente alle sequenze di fiction, e il racconto si arricchisce di materiali di archivio e dei contributi di testimoni illustri del mondo dello spettacolo e del cinema, tra cui Elliot Gould, Carlo Verdone, Sergio Rubini, la giornalista e scrittrice Laura Delli Colli, il regista e compositore Stefano Reali, gli attori Francesco Siciliano e Orsetta Gregoretti, la costumista Nicoletta Ercole, la scrittrice Patrizia Carrano, la sceneggiatrice Silvia Napolitano e il fotografo Gianni Bozzacchi.

GRANDI DELLA TV – 1^TX
Renato Rascel/Come Alice

MARTEDI’ 30/04/2024

Passato e Presente
Francesco Giuseppe l’ultimo monarca assoluto

Il sovrano impiccatore, il detestato Cecco Beppe, come lo hanno chiamato generazioni di italiani, o invece il paterno sovrano modello che ha ispirato tanta letteratura austriaca della bella époque? Certo è che sono molti gli storici che negli ultimi anni sono pronti a riconoscere nel lunghissimo regno dell’imperatore Francesco Giuseppe - iniziato a 18 anni e finito a 86 - l’ultimo baluardo ai nazionalismi che avrebbero sconvolto l’Europa. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli con il professor Gilles Pécout a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda martedì 30 aprile alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità
Hatshepsut, la regina che divenne faraone

Oggi considerata una delle sovrane più potenti e di successo d'Egitto, per secoli Hatshepsut è stata conosciuta come un re anziché come una regina poiché chiedeva di essere rappresentata come maschio completo di barba nelle raffigurazioni. È lei l protagonista del nuovo appuntamento con Giorgio Zanchini e con “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”, in onda martedì 30 aprile alle 21.10 in prima visione su Rai storia. Come faraone supervisionò immense opere di ingegneria, come la costruzione del Tempio di Deir el-Bahri e sviluppò importanti rotte commerciali in tutta la regione. Ha guidato spedizioni e ha portato ricchezza e abilità artistica nella regione. Ci racconta le vicende della regina Hatshepsut la professoressa Paola Buzi.

Catilina, cronaca di una congiura
Un colpo di stato dell’antichità

Negli ultimi anni della Repubblica, Roma presenta una scena politica particolarmente violenta. Le conquiste in Africa e in Oriente hanno sconvolto lo scenario sociale. Grandi quantità di schiavi sono affluite in Italia, provocando un crollo del costo del lavoro, l’impoverimento della classe media e lo sviluppo del latifondo. La battaglia politica tra la nobiltà, che controlla il Senato, e la plebe, che ha diritto di veto sulle leggi, si è fatta molto dura. Nel 63 a.C. questo scontro sfocia in un tentativo di colpo di stato. Il protagonista si chiama Lucio Sergio Catilina. A duemila anni di distanza, attraverso un’attenta ricostruzione dei fatti e un confronto con le fonti storiche, Cristoforo Gorno rilegge questa pagina di Storia in “Catilina, cronaca di una congiura”, in onda martedì 30 aprile alle 22.10 su Rai Storia.

Gli storici latini definiscono Catilina intelligente e audace, ma anche ma pieno di vizi, crudele e perverso. Anche se è di origine nobile, si è più volte candidato al consolato, la massima magistratura romana, per la fazione dei populares, ma le ripetute sconfitte, causate da brogli e accuse varie, lo spingono ad organizzare una rivolta armata contro l’ordine costituito. Il suo antagonista si chiama Marco Tullio Cicerone. Viene dalla provincia, ma si è distinto nei tribunali per la sua arte oratoria e ha fatto una brillante carriera politica che lo ha portato al vertice della Repubblica come console. Anche se non è nobile, è diventato l’alfiere della fazione dei patres, l’aristocrazia senatoriale. Con le sue mosse astute, le straordinarie orazioni e la forza delle legioni, Cicerone sventa la congiura di Catilina, che trova la sua tragica fine in una battaglia senza speranza.

MERCOLEDI’ 01/05/2024

1° maggio 1947: la strage di Portella della Ginestra

Crocevia della storia non solo della Sicilia, ma anche dell’Italia del secondo dopoguerra, la strage di Portella della Ginestra rappresenta la prima manifestazione della strategia della tensione nella storia della Repubblica. Le ricostruzioni si tingono di giallo e fioriscono le ipotesi complottistiche sui “misteri” che le circondano, su mandanti, esecutori e complici. Lo Speciale in onda lunedì 1° maggio alle 18.30 su Rai Storia, grazie al progetto di ricerca “La memoria e il lutto: la strage di Portella della Ginestra nel vissuto dei protagonisti” si propone, invece, di tornare al vissuto, mettendo in risalto la percezione che i protagonisti ne ebbero. Le voci sono quelle delle tante persone che hanno conservato memoria, palesemente o silenziosamente, della strage all’interno della stessa comunità. In un periodo in cui si discute molto, e talvolta impropriamente, di “uso pubblico della storia”, il documentario su un “luogo della memoria,” come Portella della Ginestra permette di mostrare con maggior forza la capacità della storia di farsi discorso pubblico, valorizzando le diverse storie di vita legate a quel terribile evento.

Passato e presente
Le Acli nell’Italia repubblicana

Le Acli vengono fondate da Achille Grandi il 28 agosto 1944, a guerra ancora in corso, per rappresentare la componente cristiana all’interno del neonato sindacato unitario, la Cgil. La loro storia è ripercorsa da Paolo Mieli e dal professor Agostino Giovagnoli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in mercoledì 1° maggio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.

L’organizzazione dà vita a numerose attività al servizio dei lavoratori diventando un punto di riferimento sociale e politico nell’Italia della Ricostruzione. Durante gli anni 60, pur mantenendo intatta la loro identità cristiana, le Acli si spostano politicamente a sinistra, raccogliendo le istanze di rinnovamento che maturano nella società. La loro spinta dà un contributo importante anche alla nascita dei primi governi di centrosinistra. Ma a fine decennio entrano in rotta di collisione con il Vaticano. Un conflitto che culmina nella “deplorazione” di Paolo VI, che giudica il nuovo orientamento discutibile e pericoloso. Poi, negli anni 70 e 80 ci sarà un lento e graduale riavvicinamento, che si compirà pienamente sotto il pontificato di Giovanni Paolo II.

Inimitabili
Gabriele D’Annunzio

Quattro personaggi fuori dal comune, i loro pensieri, le loro azioni: Gabriele D’Annunzio, Filippo Tommaso Marinetti, Giovannino Guareschi, Giuseppe Mazzini. Edoardo Sylos Labini va alla scoperta di quattro vite "Inimitabili" nel nuovo programma di Rai Cultura, riproposto da mercoledì 1° maggio alle 21.10 su Rai Storia.

Un viaggio in quattro puntate che intreccia il documentario storico all’interpretazione teatrale in compagnia di quattro protagonisti della cultura italiana: sognatori, anticonformisti, visionari. Uomini di rottura e di passione, raccontati nelle pieghe della loro vita interiore e fatti rivivere in quattro potenti "atti unici" dalle interpretazioni di Sylos Labini, che via via si incarna e dà vita agli "Inimitabili", attraverso le loro parole e i passaggi cruciali delle loro esistenze fuori dall'ordinario. Un racconto arricchito dalle interviste agli esperti, ai familiari e agli storici e dalle riprese dei luoghi dove i protagonisti hanno vissuto e agito.
Apre la serie "Gabriele d’Annunzio, tra amori e battaglie". Il poeta, l’amatore, il soldato, uno dei personaggi più discussi tra l’Ottocento e il Novecento, Gabriele d’Annunzio è il Vate che ha saputo fare della propria vita un’opera d’arte, dalla scalata della nobiltà romana all’esplosivo amore con la diva Eleonora Duse, dal volo su Vienna all’impresa di Fiume. 

Edoardo Sylos Labini accompagna i telespettatori nella vita inimitabile dell’autore del "Piacere" e de "La pioggia nel pineto", e - tra passioni e gesti eroici - si scopre il rapporto con Mussolini ed il Fascismo, l’inconfondibile stile dandy dell’amante guerriero attraverso l’analisi di storici e studiosi come Giordano Bruno Guerri, Francesco Perfetti e Giuseppe Scaraffia, del direttore dello storico Teatro la Pergola di Firenze, Marco Giorgetti e dell’attrice Franca Minnucci. 
Un viaggio tra Palazzo Altemps, dove il poeta sposò la duchessina Maria Hardouin, il camerino della Duse al teatro La Pergola fino alla casa museo del Vittoriale a Gardone Riviera.

Ora tocca a noi”
Storia di Pio La Torre

Con il docufilm “Ora tocca a noi - Storia di Pio La Torre”, Rai Documentari ricorda un eroe della lotta alla mafia, assassinato il 30 aprile 1982. Prodotto da Gianluca Curti e Santo Versace per Minerva Pictures, con Rai Documentari e Luce Cinecittà e con il contributo di Rai Teche, scritto e diretto da Walter Veltroni, con la collaborazione di Monica Zapelli, è riproposto mercoledì 1° maggio alle 22.00 su Rai Storia.

Il docu-film restituisce per la prima volta, la storia di un’esistenza esemplare interamente dedicata all’impegno civile, attraverso il ricco materiale d’archivio e le interviste originali che si alternano alle immagini che ricostruiscono gli anni della infanzia e della giovinezza di Pio La Torre, in un racconto unico e compatto. La forza dei gesti e delle parole irrompe dalle immagini di repertorio dei comizi, dei suoi interventi ai congressi di partito, in Parlamento, come il vibrante discorso dopo l’omicidio di Piersanti Mattarella. Ed emerge attraverso preziose testimonianze, prima fra tutte quella del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ricorda quanto sia stato determinante il contributo di Pio La Torre: “La Legge che porta anche il suo nome contiene elementi che si sono dimostrati essenziali per colpire e sconfiggere la mafia”. E quella di Giuseppe Tornatore, che riporta al momento in cui alla sede Rai di Palermo arrivarono le prime, terribili, immagini dell’attentato. O ancora di, Emanuele Macaluso, dell’attuale Procuratore Capo di Palermo Maurizio De Lucia, l’ex capo della Squadra Mobile di Palermo Francesco Accordino, la figlia di Rosario Di Salvo, Tiziana di Salvo, e il figlio di Pio, Franco La Torre.

GIOVEDI’ 02/05/2024

Passato e presente
Emma Goldman, l’anarchia dell’individuo

Emma Goldman nasce in Lituania nel 1869, emigra negli Stati Uniti nel 1885 e vive a lungo in Francia, in Inghilterra, in Canada. Ribelle fin dall’adolescenza, abbraccia l’anarchismo a vent’anni e ne fa la sua principale ragione di vita. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dal professor Emilio Gentile nel nuovo appuntamento con “Passato e Presente”, in onda giovedì 2 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Emma Goldman vuole liberare la società dall’oppressione e dall’ingiustizia, rovesciare il sistema, e fare la rivoluzione, salvo accorgersi che nulla di tutto questo è possibile se non passando per la liberazione di ogni singolo individuo. Mai dottrinario, il pensiero di Emma Goldman è in continua trasformazione, restando sempre aperto alle principali idee del suo tempo e alle lezioni della storia. E così, Passando attraverso i conflitti industriali dell’America di fine Ottocento, la Prima guerra mondiale, la Rivoluzione russa e la guerra civile spagnola, la fautrice del terrorismo anarchico diventa, gradualmente, una teorica dell’individualismo libertario.

a.C.d.C
Celestino V, il Papa fuori dal mondo

Nonostante siano trascorsi secoli, la vicenda di Pietro da Morrone, eletto Papa come Celestino V nel 1294, per diventare poi famoso con la sua rinuncia, è ancora uno degli episodi storici più discussi e controversi del Medioevo. Influenzato dalla profezia di Gioacchino da Fiore che prevedeva l’avvento di un Papa riformatore e l’inizio dell’età dello Spirito Santo, il già ottantenne Pietro del Morrone – che godeva di fama per il dono dei miracoli attribuiti alla sua intercessione – accettò per fede e sottomissione a Dio il ruolo da Papa, al quale rinunciò però dopo meno di quattro mesi. Un personaggio fatto rivivere da documentario firmato dalla regista Cinzia Th Torrini e prodotto da Cassiopea Film Production e Fondazione Pescarabruzzo, che Rai Cultura propone giovedì 2 maggio alle 21.10 su Rai Storia per “a.C.d.C”, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero.

L’importanza del suo pontificato è ancora oggi presente nella festività della Perdonanza, il primo giubileo nella storia cristiana che si celebra da più di 700 anni ogni agosto nella basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila e che dal 2019 è iscritto dall’Unesco nella lista del “Patrimonio culturale immateriale dell’umanità”. Quest’anno, per la prima volta in 728 anni di storia, Papa Francesco ha aperto la Porta Santa della Basilica aquilana.
Il documentario - con la co-regia di Ralph Palka e la musica del compositore abruzzese Marco Marrone - si chiede se Pietro del Morrone fu artefice del proprio destino o strumento del potere ecclesiastico e politico. La ricostruzione narrativa della sua vita avviene attraverso dieci interviste a storici, scrittori, giornalisti e prelati che, con le loro analisi, si concentrano sulle dinamiche della sua "rinuncia al potere" e sul suo rapporto con il cardinale Caetani, il futuro Papa Bonifacio VIII. Non manca l’aspetto della profonda armonia di Celestino con la natura. 
L'Abruzzo con i suoi eremi, luoghi e paesaggi incontaminati diventa un set naturale. Le immagini significative provenienti da archivi storici illustrano il racconto e avvicinano emozionalmente lo spettatore alla “leggenda” del mitico personaggio. Le scene con ricostruzioni storiche che ricordano momenti cruciali e intimi della vita del santo eremita, sono state girate nei borghi di Capestrano e di Bominaco, nella Basilica di Collemaggio all'Aquila e in vari eremi dove ha vissuto il santo. Per il volto del Santo è stato scelto l'attore italo-canadese Marc Fiorini.

a.C.d.C.
Il Cavallo di Troia, sulle tracce di un mito

Una delle leggende più famose di tutti i tempi raccontata alla luce di nuove scoperte: “a.C.d.C.”, in onda giovedì 2 maggio alle 22.10 su Rai Storia, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero, fa rivivere la città e la guerra Troia. Le ricerche di diversi studiosi, archeologi navali ed esperti nel campo dell’ingegneria navale antica, gettano nuova luce su un mito antichissimo: il “cavallo di Troia”. Probabilmente non era realmente un grande cavallo di legno, ma, come alcuni ricercatori ipotizzano, un’imbarcazione fenicia con la prua a forma di testa di cavallo, solitamente usata per trasportare preziosi. 

VENERDÌ 03/05/2024

David di Donatello 2024

Ai nastri di partenza dell'edizione numero 69 dei David di Donatello, celebre premiazione indetta dall'Accademia del Cinema Italiano. Lo speciale di Enrico Salvatori, in onda venerdì 3 maggio alle 19.45 su Rai Storia, ne ripercorre la storia con un omaggio particolare ai premiati scomparsi nel corso dell'ultimo anno.

Passato e presente
Benazir Bhutto, una donna alla guida del Pakistan

Rawalpindi, Pakistan, 5 luglio 1977. Alle prime ore del mattino, l’esercito pakistano arresta il primo ministro Zulfiqar Ali Bhutto. È un colpo di stato, organizzato dal capo di stato maggiore Mohammed Zia-ul-Haq. Bhutto sarà poi accusato di essere il mandante di un omicidio politico e giustiziato due anni dopo. Sarà Benazir, sua figlia, all’epoca poco più che ventenne, ad assumersi il compito di proseguire l’opera politica del padre. A lei è dedicato il nuovo appuntamento con Passato e Presente, in onda venerdì 3 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. In studio con Paolo Mieli la prof.ssa Elisa Giunchi. Nominata primo ministro del Pakistan nel 1988, sarà la prima donna a ricoprire tale incarico in un Paese musulmano. Lotterà per la democrazia, il pluralismo religioso e l’uguaglianza dei sessi, nel tentativo di portare una speranza di cambiamento a migliaia di persone in condizioni di povertà ed emarginazione.

Cronache di terra e di mare
I popoli del mare. Enigma Mediterraneo

Da Segesta, in Sicilia, Cristoforo Gorno e “Cronache di terra e di mare” - in onda venerdì 3 maggio alle 21.10 su Rai Storia – raccontano i misteriosi “popoli del mare”, che sul finire dell’età del bronzo si misero in movimento e aggredirono il Mediterraneo orientale mettendo in ginocchio grandi imperi. Una crisi politica, secondo le ricerche recenti, innescata da cambiamenti climatici. 

RAInchieste
Salute sotto inchiesta (1966) p.5 – 1^TX

‘Questa meravigliosa avventura che è la vita, la stiamo conducendo molto male. Stentiamo, infatti, più del previsto ad adattarci al ritmo impresso dalla scienza all'evoluzione, e per ciò stesso mettiamo a repentaglio, ogni giorno, la nostra salute’.

Così il Radiocorriere, nel giugno del 1966, inizia la presentazione di “Salute sotto inchiesta”, il nuovo lavoro in sei puntate di Ugo Zatterin al centro del nuovo appuntamento con Giorgio Zanchini e con RAInchieste, in onda venerdì 3 maggio alle 21.40 in prima visione su Rai Storia.

Ugo Zatterin è un giornalista di razza, e nel 1966 decide di esplorare in lungo in largo gli effetti della modernità sulla società italiana. Il benessere, il progresso e le comodità, sostiene l’inchiesta, hanno molteplici risvolti che destano preoccupazione. I cittadini contemporanei, infatti, sono soggetti a stress e ansia da lavoro, a cattive abitudini alimentari, a sedentarietà con conseguenze sulla salute, vivono in ambienti urbani inquinati e anche la natura è piena di sostanze chimiche. 

Dopo La donna che lavora, e Viaggio nell’Italia che cambia, Zatterin ripropone un’indagine a metà strada tra lo stile giornalistico e l’attitudine sociologica.

Ugo Zatterin punta i riflettori della sua inchiesta sull’incapacità dell’uomo moderno di adattarsi al mondo sempre più meccanizzato e frenetico. Basti pensare che la prima puntata dell’inchiesta viene intitolata Il cosiddetto logorio, e ci ricorda tanto il claim di una pubblicità in cui l’attore Ernesto Calindri, al centro di un trafficatissimo incrocio cittadino, stigmatizzava il logorio della vita moderna. Al logorio si accompagna l’aumento progressivo della vita media che già nel 1966 portava Zatterin a proporre un ragionamento quanto mai attuale: in una società che vive così a lungo, le necessità legate all’età, così come le problematiche, diventano una delle questioni al centro del dibattito della spesa pubblica. Rivedere Salute sotto inchiesta ci azzera le distanze in modo sorprendente e ci pone senza appello di fronte alle nostre responsabilità, quelle del passato recente e forse anche quelle di oggi. Altro tema dell’inchiesta di Zatterin è il doping, a cui arriva parlando del crescente abuso dei farmaci come tendenza generalizzata nella popolazione. L’argomento della quinta puntata dell’inchiesta è infatti il cosiddetto ‘surrogato’. La lente d’ingrandimento viene puntata sull’uso massiccio del derivato chimico in sostituzione dei prodotti naturali, sia per quanto riguarda gli oggetti di uso quotidiano, sia per la preziosa salute pubblica, in un’epoca in cui il camice bianco è ancora investito di un’autorevolezza da non mettere in discussione.

Infine, si approda anche sul terreno delle malattie infettive, come una delle principali cause di morte, soprattutto per le fasce più giovani della popolazione.

Il viaggio di Ugo Zatterin si interroga sul futuro della scienza così come su quello dell’uomo e si ferma di fronte all’ignoto, lasciando allo spettatore una domanda che ci suona ancora attualissima: riusciremo a trovare il giusto equilibrio tra progresso e benessere, riuscirà l’uomo a fare tesoro delle conoscenze acquisite?

SABATO 04/05/23

Grande Torino
Il romanzo di una squadra

Un romanzo sportivo e una leggenda nazionale entrati nella storia dello sport e del Paese: l'epopea degli invincibili in maglia granata, la squadra del Grande Torino, vittima della sciagura aerea di Superga, il 4 maggio 1949. Un racconto affidato allo speciale “Grande Torino”, che Rai Cultura propone sabato 4 maggio alle 16.30 su Rai Storia per un omaggio a quell’imbattibile squadra granata. A raccontare le storie dei giocatori e ricordare le gesta del Grande Torino, Guido Vandone e Umberto Motto, i ragazzi delle giovanili che presero il posto dei “grandi” nelle ultime quattro giornate del campionato 1948/49. E poi i giornalisti Giampaolo Ormezzano e Italo Cucci, lo storico Mauro Canali, e i famigliari dei calciatori, tra cui Susanna Egri, figlia dell'allenatore Egri Erbstein, Franco Ossola, Pierluigi Gabetto, e Sandro Mazzola, ex calciatore e figlio del capitano della squadra, Valentino Mazzola.

Quel Torino era una squadra che aveva vinto tre campionati di fila, dal 1946 al 1948, macinando record e fornendo l'ossatura alla Nazionale italiana, valorizzando campioni come Virgilio Maroso, Guglielmo Gabetto, Mario Rigamonti, Franco Ossola, e il capitano Mazzola. La loro storia è quella dei ragazzi degli anni ‘40, giovani uomini simbolo dell'Italia che si risollevava dopo la guerra, rimboccandosi le maniche alla ricerca di normalità. La tragedia distrugge i sogni di migliaia di ragazzini e apre le porte della leggenda ai 17 giocatori, periti con tre allenatori, tre dirigenti, tre giornalisti e quattro uomini dell'equipaggio. Superga diventa il primo lutto collettivo dell'Italia moderna, l'anno zero del calcio italiano, la pietra d'inciampo della memoria condivisa del Paese. 

Passato e Presente
Superga, la fine del Grande Torino

Il 4 maggio 1949, alle 17.04, l’aereo con a bordo l’intera squadra del Grande Torino si schianta sulla Basilica di Superga. Scompare l’intera squadra. La tragedia, che colpisce al cuore non solo la città di Torino, ma l’intera nazione, è ripercorsa dal professor Paolo Colombo e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, programma di Rai Cultura in onda sabato 4 maggio alle 20.30 su Rai Storia. Il Grande Torino è una squadra fortissima, che ha dominato tutti i campionati (dal 1945 al 1949) in un periodo difficile per il Paese: quello della ricostruzione post Seconda Guerra Mondiale. Mazzola, Gabetto, Loik, Bagicalupo sono alcuni dei giocatori che oltre a vestire la maglia del Toro, difendono anche i colori azzurri. Sono eroi per i bambini, sono idoli per la gente che, in quegli anni, si affida anche al calcio (e al nascente totocalcio) per ricominciare a sognare una vita migliore dopo gli anni bui della guerra e della dittatura.

Cinema Italia
India

Un grande affresco sull'India moderna, realizzato da Roberto Rossellini negli anni di Nehru. La vita quotidiana di un paese sospeso tra tradizione e modernità, raccontata attraverso le storie di un conducente di elefanti, un tecnico impegnato nella costruzione di una diga, un vecchio contadino e un uomo con la sua scimmietta. Regia di Roberto Rossellini, “India” andrà in onda per il ciclo “Cinema Italia” sabato 4 maggio alle 21.10 su Rai Storia.

Documentari d' autore
The Rossellinis”

All'età di 55 anni Alessandro Rossellini, nipote di Roberto, decide di incontrare tutti i componenti della famiglia per comprendere se anche loro siano affetti da una malattia che lui definisce come 'rossellinite'. È cioè convinto che l'ingombrante figura del nonno, sia sul piano professionale sia su quello privato, abbia finito con il condizionare l'esistenza dei suoi consanguinei nonché di coloro che con essi hanno avuto legami affettivi, a partire da sua madre, la ballerina afroamericana Katharine Brown. Nasce, così, “The Rossellinis” in onda sabato 2 maggio alle 22.45 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”. Al doc partecipano Alessandro Rossellini, Isabella Rossellini, Renzo Rossellini, Tommaso Rossellini.


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