L’Ape musicale

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Svelate le motivazioni del 43° Premio della critica musicale “Franco Abbiati”

La cerimonia si è svolta nel Foyer del Teatro Regio di Torino

Si è svolta a Torino, nel Foyer del Teatro Regio, la cerimonia di consegna del 43° Premio della critica musicale “Franco Abbiati”, assegnato dall’Associazione Nazionale dei Critici Musicali, inaugurando così la nuova versione “itinerante” del Premio, dedicato al critico musicale bergamasco Franco Abbiati, che sino ad ora ha visto nella città orobica la sede della cerimonia di premiazione.

Da questa edizione il Direttivo dell’Associazione ha deciso di scegliere di anno in anno la sede della cerimonia di consegna dei diplomi, coinvolgendo una delle istituzioni legata ai premi assegnati. Quest’anno è stato dunque il Regio di Torino ad accogliere vincitori e critici musicali in quanto istituzione produttrice de La Juive, eletto miglior spettacolo dell’anno 2023, con la direzione di Daniel Oren e l'allestimento firmato dal registra Stefano Poda che ha ritirato il riconoscimento insieme al Sovrintendente Mathieu Jouvin e al direttore artistico Cristiano Sandri.

La premiazione ha visto la partecipazione dei vincitori, e sono state rese note le motivazioni delle differenti categorie: come miglior direttore d’orchestra Daniele Gatti, come miglior regista Andrea Bernard (Don Carlo, OperaLombardia), Mel Page per le migliori scene e costumi (Mefistofele, Teatro dell’Opera di Roma), il soprano Olga Bezsmertna e il controtenore Carlo Vistoli migliori cantanti, il clavicembalista Erico Baiano miglior solista; il Premio speciale è stato assegnato al Festival Mahler della Fondazione Orchestra Sinfonica di Milano; novità per l’Italia è stata l’esecuzione di Neroli, concerto per violino di Lisa Streich e migliore iniziativa musicale è stata la produzione di Pigmalione di Giovanni Alberto Ristori del Teatro Sociale di Rovigo. Il “Premio Siebaneck” è stato assegnato all’iniziativa Opera in carcere promossa dal Teatro Regio di Parma, mentre il “Premio Farulli” è andato al Trio Sheliak che è stato protagonista di un momento musicale durante la premiazione.

La commissione della 43a edizione del Premio della critica musicale “Franco Abbiati”, presieduta da Angelo Foletto, era formata dal direttivo dell’Associazione Nazionale dei Critici Musicali (Andrea Estero (presidente), Alessandro Cammarano, Carlo Fiore, Gianluigi Mattietti, Carla Moreni e Roberta Pedrotti) e da sette critici eletti dai soci dell’ANCM fra i suoi iscritti (Sandro Cappelletto, Gregorio Moppi, Cesare Orselli, Stefano Ragni, Francesco Arturo Saponaro, Susanna Franchi, Lorenzo Tozzi).

Ecco di seguito le motivazioni:

Spettacolo
La Juive (direttore Daniel Oren; regia, scene costumi, coreografia e luci Stefano Poda; Torino, Teatro)
Alla Juive di Fromental Halévy, inconsueto grand opéra assente da Torino da quasi centocinquant’anni, che ha aperto la stagione del Regio con l’accurata e appassionata la direzione di Daniel Oren, che ha tradotto il connubio romantico tra ricostruzione storica ed esasperate passioni guidando un cast vocale scelto nel quale splendevano Gregory Kunde (lirico/epico Eléazar) e Mariangela Sicilia, commossa Rachel. In scena la macchina teatrale sontuosa e di grande suggestione interamente firmata da Stefano Poda giocava sull’incontro/scontro fra cristiani ed ebrei nella cornice del concilio di Costanza del 1404.

Premio speciale
Festival Mahler (Fondazione Orchestra Sinfonica di Milano)
Per il coraggio del progetto di esecuzione integrale e ravvicinata del catalogo orchestrale di Gustav Mahler, reso possibile attraverso il coinvolgimento di varie istituzioni orchestrali milanesi e nazionali. Dimostrando la possibilità di costruire un cartellone facendo lavorare insieme complessi musicali diversi, sfidando gelosie e diffidenze istituzionali. Restituendo al contempo una sfaccettata immagine d’autore e il progresso tecnico-esecutivo dei musicisti.

Direttore
Daniele Gatti
A Daniele Gatti per l’attività di direttore principale del Maggio Musicale Fiorentino: specie per l’impaginazione di programmi concertisti culturalmente stimolanti (come l’integrale delle sinfonie di Čajkovskij e il ciclo “Beethoven-Honegger e l’Europa”), impegnati anche a tracciare relazioni suggestive fra autori, epoche e generi diversi, di cui ha offerto interpretazioni originali, di estrema lucidità intellettuale.

Novità per l’Italia
Lisa Streich, Neroli, concerto per violino
Per la scrittura poetica, minuziosa, olfattiva di questo concerto, ispirato all'olio essenziale di neroli, ottenuto dalla distillazione dei fiori di arancio. Esempio della sua musica sensoriale, è una partitura ricca di impurità spettrali e di inflessioni quasi vocali, che creano una foschia microtonale di grande forza espressiva, magistralmente restituita nell'esecuzione di Carolin Widmann e dell'Orchestra Calamani diretta da Tito Ceccherini.

Regia
Andrea Bernard (Don Carlo, OperaLombardia)
Ad Andrea Bernard per aver saputo affrontare l'ampiezza e la complessità della drammaturgia di Don Carlo realizzando con coerenza e intelligenza una rete di violenze fisiche e psicologiche sempre intellegibile e stimolante nella ricchezza di riferimenti simbolici e artistici, senza patire le esigenze dei diversi palcoscenici del circuito lombardo.

Scene e costumi
Mel Page (Mefistofele, Teatro dell’Opera di Roma)
Per l’impianto scenico e costumi che, nella loro incorporea e rigorosa sobrietà, hanno organicamente contribuito a una rilettura moderna dell’opera di Arrigo Boito. Lontana dal corredo di orpelli diavoleschi – che in passato avevano coadiuvato la fortuna esecutiva di “Mefistofele” – la geometria di un grande contenitore, bianco anche negli arredi e negli abiti, ha assecondato la creazione di quell’ambiente irreale dal quale l’insieme dell’allestimento, musicale e visivo, ha ricavato la tempra della propria novità.

Solista
Enrico Baiano
A Enrico Baiano, tastierista che dimostra come studio diuturno e scelte poetiche siano il sentiero più luminoso verso la musica. Le sue esecuzioni delle Sonate di Domenico Scarlatti, per esempio, coniugano gli aspetti di fantasia inventiva e sistematicità formale ora con una pulsante vena melodica, ora con un eloquio che va dalla logica più stringente al paradosso visionario.

Cantanti
Olga Bezsmertna
A Olga Bezsmertna, voce limpida e dal timbro seducente che nella produzione scaligera dell’opera di Dvořák, ha disegnato una Rusalka animata da un fraseggio appassionato e mai sopra le righe il tutto a dare del personaggio una visione ben sfaccettata e perfettamente aderente al dettato musicale.

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Carlo Vistoli
A Carlo Vistoli, per aver dato vita al personaggio di Tolomeo nel Giulio Cesare di Händel al Teatro dell’Opera di Roma, rendendo le innumerevoli sfaccettature della melodia händeliana attraverso una vocalità rigogliosa cui si uniscono l’interpretazione meditata e non comuni doti attoriali.

Iniziativa musicale
Pigmalione (Teatro Sociale di Rovigo)
Con la rinascita del Pigmalione di Giovanni Alberto Ristori il Teatro Sociale di Rovigo, sposando convintamente il progetto di Federico Guglielmo, ha saputo mostrare lungimiranza artistica e capacità produttiva realizzando uno spettacolo in cui il rigore musicologico e la fantasia realizzativa trovano ammirevole sintesi.

Premio “Piero Farulli”
Trio Sheliak
Emanuele Brilli, violino
Matilde Michelozzi, violoncello
Sergio Costa, pianoforte

Premio “Filippo Siebaneck”
Opera in carcere (Teatro Regio di Parma)
Al progetto Opera in carcere del Teatro Regio di Parma, che, attraverso i laboratori Corali tenuti da Gabriella Corsaro e dagli artisti e coerentemente con i principi enunciati nel Manifesto etico del Teatro Regio di Parma nell’ambito della programmazione di Verdi Off, ha fatto dell’opera un veicolo di coinvolgimento civico ed emotivo, di incontro, riscatto, riscoperta di sé e del prossimo.


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