Sotto la Luna
di Irina Sorokina
Tornano all'Arena e rinnovano il loro successo i Carmina Burana di Carl Orff diretti quest'anno da Michele Spotti.
Verona, 01 settembre 2024 - Dopo due anni, si corre di nuovo iall'Arena di Verona per ascoltare Carmina Burana, una delle opere più celebri del Novecento, nata dalla penna del compositore tedesco Carl Orff. Del suo catalogo molto nutrito, solo questa celebre cantata sui testi medievali in lingue diverse riuscì a entrare stabilmente nel repertorio di cori e orchestre. Ma la vera celebrità è il brano d’apertura per coro, “O Fortuna”, conosciuto e amato – ci si può scommettere – da una larga fetta del pubblico. E non solo: viene usato nel cinema, impiegato nelle pubblicità, fa da sottofondo nei videogiochi, accompagna l’apertura di gare sportive ed è adorato da gruppi rock. Il motivo di questa larga popolarità è comprensibile, “O Fortuna” è di una semplicità disarmante, si basa su poche note e su motivi semplici che si ripetono a più non posso. La tonalità e le armonie sono sempre le stesse, i contrasti sono ridotti al forte e il piano.
In modo forse bizzarro, la musica di Orff si adatta bene al grandioso monumento lasciato in eredità ai veronesi di tutti i tempi, cioè l’amatissima Arena: lì è stata eseguita nel 2014, nel 2015 è stata diretta da Andrea Battistoni, nel 2019 da Ezio Bosso, ed è riapparsa nel 2022 sempre sotto la direzione di Battistoni. Al giorno d’oggi è quasi un must areniano e alla bellezza titanica del monumento antico si unisce il gioco di luci con prevalenza dei colori azzurro e arancione scelti dal light designer Paolo Mazzon; c’è anche un vero e proprio personaggio, la luna gigantesca che, come la fortuna, cambia colori e sfumature.
Come due anni fa, riscuote gran successo il trio dei solisti. Dall’edizione precedente rimane il controtenore Filippo Mineccia, ormai un vero specialista della parte: il suo timbro particolare e l’emissione morbida sono indispensabili per i Carmina Burana e il pubblico aspetta il sul cavallo di battaglia, l’assolo del ciglio arrostito, un vero capolavoro d’interpretazione, che con i giochi timbrici e l’uso variegato della parola provoca una risposta vivace nelle anime di chi l’ascolta. Gilda Fiume debutta nella parte sopranile della cantata, e, come d’abitudine, si distingue per il timbro lucente, la tecnica impeccabile e la versatilità stilistica: penetra profondamente nello stile dei Carmina Burana e gioca sapientemente sulla parola cantata. Completa il cast il baritono coreano Youngjun Park, dalla voce ben impostata, sonora e vellutata: tra le sue virtù ci sono la pronuncia chiarissima e l’ottima musicalità. I magnifici tre ottengono un'accoglienza generosa dalla parte del numeroso pubblico areniano.
L’edizione attuale ottiene il notevole successo grazie alla bacchetta del giovane Michele Spotti che si rivela da subito efficace. Giovane, ma di tante qualità, come conferma lo svolgimento della sua carriera. Il suo gesto chiaro e preciso determina una lettura dinamica, un po’ troppo quadrata, ma senza dubbio godibile: il pubblico lo premia con applausi a non finire.
I ben tre cori impegnati nei Carmina Burana, della Fondazione Arena di Verona diretto da Roberto Gabbiani e A. LI. VE. e A. D’Mus. di voci bianche diretti rispettivamente da Paolo Facincani e Elisabetta Zucca, non possono che confermare la loro alta reputazione artistica.
Alla fine, grande successo e applausi lunghissimi.