La battaglia dei virtuosi
di Francesco Bertini
La rara occasione di asoltare in Italia il controtenore australiano David Hansen si è concretizzata in un programma raffinato e intrigante dedicato all'età dell'oro dei castrati contemporanei di Farinelli. Con lui l'Academia Montis Regalis diretta da Alessandro De Marchi.
PORDENONE, 18 dicembre 2014 - La polposa stagione sinfonica del Teatro comunale Giuseppe Verdi di Pordenone ripartisce equamente l’ampio spazio della sala grande tra prosa, musica cameristica, danza e progetti di natura trasversale. È in questo multiforme nugolo di eventi che si inserisce una serata più unica che rara, specie nel panorama italiano. Si tratta di un concerto interamente dedicato alla musica barocca, con assoluti specialisti del settore. Il pubblico, non molto a fronte dell’occasione imperdibile, ha potuto ascoltare l’Academia Montis Regalis capitanata dal direttore principale, Alessandro De Marchi, e il controtenore australiano David Hansen.
Il cantante, di spicco internazionale, è raramente presente in Italia dove la sua vocalità fatica alquanto a trovare spazio, in particolare con programmi interamente dedicati. Rivals, i rivali di Farinelli si intitola l’album di esordio di Hansen che a Pordenone presenta alcuni brani riscoperti appositamente per l’incisione. L’idea di dar vita alle competizioni in atto, fra Seicento e Settecento, tra i più famosi evirati cantori trova riscontro nella successione di arie impervie. Dietro ai soprannomi, Senesino, Siface, Caffarelli, Cusanino, Farinelli, si celano alcuni dei cantanti più celebri della storia, vere e proprie star nel vivace panorama musicale barocco. I fanciulli che subivano l’operazione in quel periodo provenivano da una formazione musicale che si sarebbe protratta per gli anni a venire. L’ovvia aspirazione era volta alla carriera solistica ma molti si dovevano accontentare dei cori ecclesiastici i quali, bandite le donne, necessitavano di voci “acute”. Il giovane artista oceanico conduce il suo pubblico in una viaggio che tocca alcuni dei compositori più celebri a cavallo tra XVII e XVIII secolo, riservandosi però l’opportunità di inserire nomi attualmente meno frequentati. Un caso importante è rappresentato da Antonio Maria Bononcini, prolifico autore modenese, del quale si ascolta "In te, sposa Griselda… Cara sposa da Griselda", opera del 1718.
Hansen esibisce il colore ambrato della zona centrale che lascia spazio a frequenti incursioni nella regione grave dove si percepisce qualche lieve nasalizzazione. Il controllo dell’emissione e il candore dell’acuto, unito alla padronanza degli abbellimenti, gli consentono di affrontare con morbidezza "Se in fiorito ameno prato" da Giulio Cesare di Händel, duettando con arguzia con il violino concertante di Olivia Centurioni, e il temibile "Sento due fiamme in petto" da Il Medo di Leonardo Vinci, questa volta con l’oboe solista di Aviad Gershoni. Dello stesso Vinci e dalla medesima opera si ascolta anche "Taci, o di morte", lungo intervento del protagonista che alla prima rappresentazione, nel 1728, fu il celebre e osannato Antonio Maria Bernacchi. Uno degli allievi di quest’ultimo, Giovanni Carestini, prese parte, nei panni del re Poro, all’Alessandro nelle Indie di Vinci. Hansen propone "Risveglia lo sdegno", brano posto in apertura del terzo atto dell’opera. Il furore musicale che pervade la scrittura consente al controtenore di palesare, ancora una volta, la convincente agilità vocale. È sempre Carestini ad affrontare la parte principale nell’Ariodante di Händel. E Hansen, in chiusura di concerto, è accolto da fragorosi consensi in seguito all’esecuzione dell’aria "Dopo notte, atra e funesta". È proprio questo brano a evidenziare le potenzialità dell’artista che maschera, con intelligenza, alcuni limiti per dare pieno sfoggio al fraseggio e alla brillante estensione acuta.
I puntuali interventi dell’Academia Montis Regalis denotano la preparazione dei singoli strumentisti. Casi esemplari sono quelli di Maria De Martini, esecutrice del virtuosistico Concertino in do maggiore RV 443 per flautino, archi e continuo di Antonio Vivaldi, e di Giovanna Barbati impegnata con il Concerto in do minore RV 401 per violoncello, archi e continuo dello stesso autore. Del “prete rosso” si ascoltano anche il Concerto in sol maggiore RV 151 “Alla rustica” per archi e continuo e il Concerto in sol maggiore RV 149 per archi e continuo. Lo zelo di Alessandro De Marchi è assolto tanto dall’operato al clavicembalo, dove estrinseca elegante musicalità, quanto dalla direzione della compagine. L’armonia dei componenti l’ensemble è sorretta dal rigore tecnico richiesto per l’esecuzione che, pur con qualche piccola smagliatura, risulta bilanciata e frizzante al contempo. Le numerose e calorose richieste di bis vengono accolte dal controtenore il quale replica il da capo di Se in fiorito ameno prato, con l’inserimento di cadenze sui temi di We wish you a Merry Christmas e Stille Nacht,a mo’ di augurio natalizio, e il da capo di "Sento due fiamme in petto".