Verismo a Hollywood
di Carlos Rosas T
Per la stagione della Los Angeles Philharmonic il dittico verista composto da Cavalleria rusticana e dai Pagliacci richiama oltre settemila persone nello spazio aperto dell'Hollywood Bowl.
Los Angeles, 27 luglio 2014 - L'atteso appuntamento estivo con l'opera della Los Angeles Philharmonic (LA Phil), all'aperto nell'Hollywood Bowl, ha radunato più di settemila persone, secondo la capienza del luogo, che hanno assistito, e partecipato, al celeberrimo dittico composto dai melodrammi di Mascagni e Leoncavallo. La recita ha avuto luogo in forma di concerto e coinvolgeva per lo più cantanti statunitensi.
L'impegno annuale con titoli operistici, come il recente ciclo Mozart- Da Ponte, oltre ad Aida, Carmen e altre, ha cominciato a dare i suoi frutti e l'orchestra mostra maggior disinvoltura, sonorità più duttili, e una sensibilità lontana dal rigido perfezionismo cui spesso aspirano le formazioni sinfoniche di questo paese. Questa orchestra ha rinnovato organico e fisionomia inserendo giovani e talentuosi strumentisti. Il risultato musicale è stato ampiamente soddisfacente.
Gustavo Dudamel, concertatore, è un discorso a parte e, conoscendolo fin dagli esordi, non possiamo non notare come ora latiti l'entusiasmo esplosivo che tanto lo distingueva quando prese le redini dell'orchestra californiana. Tutto si è come diluito, e oggi abbiamo un direttore misurato, che accompagna, che ricerca la precisione, ma che cade nella routine, asettico e povero di idee.
Sorge spontaneo il dubbio se sia realmente il prodigio che ci hanno fatto credere o se solo si è trattato di una bolla di sapone, di un fenomeno pubblicitario creato da un contesto che lo ha sempre appoggiato incondizionatamente.
In entrambe le opere si è potuta ascoltare la voce robusta e corposa di Stuart Neill come Canio e Turiddu, al pari dell'inespressività e della freddezza di Christopher Maltman nei panni di Alfio e Tonio, voce più adatta per Mozart che per il verismo. Michelle DeYoung ha dato vista a un'appassionata e solida Santuzza e Nancy Maultsby non si può dire esser stata una riservata e misurata Mamma Lucia. Emergeva anche con il suo garbo scenico la Lola offerta dal mezzosoprano Tamara Mumford, che ha convinto interpretando il personaggio con calore e sonorità impressionanti. Nei PagliacciJulianna Di Giacomo ha reso un'apprezzabile Nedda, è una artista di voce generosa e gradevole, mentre l'attrice è assai contenuta. Francamente insignificanti Christopher Tiesi come Beppe e Lucas Mecheam come Silvio. Il Los Angeles Master Chorale ha fornito un contributo di buon livello.