In casa Bach
di Roberta Pedrotti
Notenbüchlein für Anna Magdalena Bach
Cipriana Smarandescu, clavicembalo
Furio Zanasi, baritono
registrato nella chiesa di San Giovanni Battista a Sacrofano (Roma), nell'ottobre 2014
CD Continuo Records CR113, 2015
Ogni tanto si cerca di lanciare qualche scoop giornalistico musicale su una presunta rivelata attribuzione di capolavori di Bach (Johann Sebastian) alla seconda moglie Anna Magdalena. Fuor d'ogni clamore mediatico e titolo enfatico, più semplicemente, quel che è indubbio resta che la numerosa famiglia del kantor lipsiense fosse a tutti gli effetti una famiglia musicale, che la pratica non si esaurisse alla sfera professionale ma si rinnovasse amabilmente fra le mura domestiche e che la stessa Anna Magdalena dovesse avere una preparazione di prim'ordine. Quella cui si debbono ben tredici figli non fu, evidentemente, l'unica passione a unire i coniugi Bach e là dove il concetto di creazione non era quello demiurgico romantico, là dove si creava per un'occasione, e anche per un'occasione familiare, l'effettiva paternità – o maternità – di una pagina di musica poteva bene collocarsi in un limbo indefinito, come la destinazione strumentale di alcune opere speculative o eminentemente didattiche per la formazione dei figli.
Per respirare un po' della musicalissima atmosfera di casa Bach, un viatico assai utile possono essere i Notenbüchlein für Anna Magdalena, due albi (1722 e 1725) manoscritti redatti amorevolmente da Johann Sebastian a uso della moglie. Vi sono raccolte pagine proprie e altrui in una pratica antologia di quel che doveva essere il suono delle serate al cembalo della numerosa famiglia.
La cembalista Cipriana Smarandescu seleziona trentatré di trentotto brani (d'autori e provenienze differenti) dal secondo album e lo integra con la proposta integrale della Suite de clavecin di Christian Petzold, pubblicata solo nel 1726, ma senza dubbio nota anche precedentemente in pezzi staccati giacché il celeberrimo Minuetto già noto come BWV Anh. 114 e il seguente BWV Anh. 115, già attribuiti a Bach, sono stati accertati come opera di Petzold ed erano stati inclusi nel Notenbüchlein für Anna Magdalena prima di esser stati stampati nella Suite. Ascoltare due volte questi due minuetti non è una semplice ripetizione, perché Cipriana Smarandescu coglie l'occasione propizia per differenziarne l'interpretazione: tempi leggermente più rapidi, tocco più fiorito con variazioni e abbellimenti nella Suite, un senso di maggior riserbo e semplicità nel corpus del Notenbüchlein. Tanto basta a dire quante possibilità apra la prassi esecutiva nel plasmare l'affetto di un brano, a suggerire le mille e mille vite che un tema poteva rinnovare nella continua circolazione d'idee e pentagrammi che innervava l'Europa musicale ai tempi di Bach. Quando, cioè, poco ci interessava di diritti d'autore e genio creatore, ma il dibattito e lo scambio di materiali s'animava a ritmo intensissimo, dando frutti copiosi quanto difficilmente abbracciabili anche con lo sguardo panoramico odierno.
In generale, giostrando bene le finalità pubbliche o private di questa o quella raccolta, la Smarandescu dimostra sensibilità d'artista e competenza storica, valorizza il timbro della corda pizzicata sì che il suo metallo non risulti rigido, bensì elastico e brillante, dimostra che è possibile fraseggiare anche su un clavicembalo (basta trattarlo per quello che è e non come un pianoforte meno fortunato), fa apprezzare la potenzialità dello strumento con eloquenti saggi del registro di liuto.
A impreziosire il CD giunge poi, per quattro pagine dal Notenbüchlein, la voce baritonale di Furio Zanasi, con la calda naturalezza del suo colore chiaro, il porgere cordiale e sensibile che coglie perfettamente, e con grande eleganza, la dimensione domestica di questo canto, connotandolo di un'eloquenza ben distinta da quella teatrale profana o sacra.
Nel libretto d'accompagnamento mancano, è vero, i testi cantati, ma vanno lodati i saggi della stessa Smarandescu, che illustra il programma, di Augusto Bonza e Andrea Riderelli, ad approfondire le caratteristiche del cembalo utilizzato e delle tecniche d'incisione (parole non fini a se stesse, ma ben fondate sull'effettiva resa sonora del CD).