L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Quando la musica è donna

  di Federica Fanizza

Francesca Dego, violino, Silvia Chiesa, violoncello, Mariangela Vacatello, pianoforte, rendono omaggio al Romanticismo cameristico.

TRENTO 25 febbraio 2016 - Può essere chiamata come una “associazione temporanea” d’impresa, e in questo caso di genialità interpretative ed esecutive, quella che ci ha offerto venerdì 26 febbraio a Trento la Società Filarmonica Trentina per la stagione 2016 con una esecuzione d’eccezione nel panorama concertistico italiano e non solo.

Tre interpreti ormai affermate a livello internazionale, giovani nate fra il 1982 - Mariangela Vacatello, presenza ormai affermata nel mondo pianistico, e Silvia Chiesa, violoncellista italiana tra le più apprezzate - e il 1989 - la violinista Francesca Dego, ormai avviata ad una consolidata carriera internazionale. Riunite assieme per l’occasione,  si sono confrontate con un programma che comprendeva Felix Mendelssohn, Trio n. 2 op. 66 in do min, Franz Schubert, Trio Notturno op. 148 in Mi bem. magg. D. 897, e Johannes Brahms con il famoso Trio n. 3 op. 101 in do min.: un’antologia della letteratura romantica per questo organico cameristico.

Nel concerto, con la musicalità e le singole capacità tecniche delle interpreti, si è imposto quel senso di complicità strumentale che traduce lo spirito amichevole fondamentale nella pratica cameristica e la confidenza personale che ha prodotto omaggi alle capacità di un artista dedicatario, come, soprattutto il Trio di Brahms, pensato per Clara Schumann.

E la complicità tra le musiciste era evidenziato proprio dal pianoforte della Vacatello sostegno autorevole per gli archi soprattutto nel brano di Mendelssohn, lasciando spazio al violoncello della Chiesa nel continuo gioco di passaggi tra le varie parti strumentali. E brava, ancora, la pianista che nel Notturno schubertiano non eccedeva nell’impeto romantico esaltando invece la cantabilità della scrittura. L'affiatamento d'assieme trovava compimento nel Trio op. 101 di Brahms dimostrando forza e carattere.

Un successo caloroso ha colmato lo spazio concertistico che sta diventando troppo ristretto per l'affluenza del pubblico, che è stato congedato con il primo movimento del trio di Mendelssohn op. 49. Da rimanere, per dirla con l'autore e con lasua celebre raccolta pianistica, ohne Worte.


 

 

 
 
 

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