L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

karina gauvin

Del canto barocco

 di Giuliana Dal Piaz

La rara apparizione in patria del soprano canadese Karina Gauvin è l'occasione per una serie di concerti di meritato successo.

TORONTO, 23 marzo 2017 - Il concerto The Baroque Diva, in programma presso la Koerner Hall fino a domenica 26, segna il ritorno alla Tafelmusik Baroque Orchestra di due artisti già molto noti e apprezzati a Toronto: l’anglo-brasiliano Rodolfo Richter come direttore ospite e violino solista, e il soprano canadese Karina Gauvin, già esibitasi in passato con l’ensemble. La loro notorietà e la fugace presenza della Gauvin, costantemente in tournée in Europa e negli Stati Uniti, hanno richiesto uno spazio più capiente della chiesa di Trinity-St. Paul’s, rinunciando così al raccoglimento della sede abituale ma guadagnando un’acustica decisamente più brillante.

Il concerto si è aperto con la prima assoluta di Entwined: Sesquie for Canada’s 150th (Intrecciati: “sesqui” per il 150º del Canada), del giovane violinista e compositore canadese Colin Labadie. Dimostrando una notevole abilità compositiva (anche se non un’equivalente variazione espressiva), l’autore ha creato un pezzo per archi caratterizzato da vari strati musicali sovrapposti, come sovrapposti e intricati sono vicende e destini della multiculturale popolazione canadese. Il ritmo serrato, quasi incalzante, delle note mi ha portato alla mente la visione delle cascate del Niagara, il cui nome, indigeno, significa “tuono d’acqua”...

Dopo quest’inizio “fuori epoca”, il programma ha alternato brani solo strumentali alle arie interpretate da Karina Gauvin. Particolarmente godibili le opere di Telemann, il Concerto per violino in La maggiore “La rana”, -caratterizzato da un “verso” particolare con cui il violino solista suggerisce a un tratto il gracidio dell'anfibio, poi imitato e condiviso da tutti gli altri strumenti, come uno stagno intero che sembra gracidare al sole - e il Concerto in Re minore TWV 53:d1, dove i 4 tempi del concerto vedono un’alternanza dell’attacco e della linea portante della melodia: l’attacco è degli archi nel 1º e nel 4º tempo, mentre la linea melodica sottostante è data dai due oboi e dal fagotto; nel 2º e nel 3º tempo sono i fiati ad iniziare il movimento poi sostenuti dagli archi. Tra i due pezzi strumentali, il soprano ha interpretato l’aria di Fulvia, “La mia costanza”, dall’opera di Händel Ezio. La cantante ha poi concluso il primo tempo del concerto interpretando il mottetto di Vivaldi O qui coeli terraeque serenitas, RV 631.

Nella seconda parte, i brani strumentali sono stati del meno noto compositore e straordinario violinista Johann Georg Pisendel – la Sonata da chiesa in Do minore e il Concerto da chiesa in Sol minore –, mentre Händel ha dominato con le arie “Ah, mio cor” dall’Alcina, “Furie terribili” di Armida nel Rinaldo e “Mio caro bene” da Rodelinda, eseguito come bis.

Il programma è stato molto ben formulato, mettendo in risalto la particolare complementareità dei quattro autori, contemporanei e in provato contatto tra loro. I due concerti di Telemann appartengono entrambi al suo primo periodo di compositore, dal carattere più contrappuntistico che melodico, e non vedono la partecipazione del clavicembalo con le sue note metalliche, sicché la musica risulta particolarmente morbida e a tratti perfino presaga dello stile romantico del secolo successivo. Il mottetto di Vivaldi, scritto forse per il Cardinale Ottoboni durante il “periodo romano”, rimanda al suo crescente interesse per l’opera e fu probabilmente concepito per una delle sue interpreti abituali. Quanto ai due brani “da chiesa” di Pisendel, ci mostrano un compositore di grandissimo livello anche in pezzi che servivano solo a inserirsi tra i diversi momenti della liturgia. Lascio per ultime le considerazioni sullo Händel autore di opere “all’italiana” perché costituisce una costante scoperta, con la sua inesauribile capacità di sottolineare, accompagnare e commentare gli stati d’animo dei personaggi: la sua musica possiede una qualità comunicativa che non stanca mai, e, in questo senso, a mio avviso preferibile perfino al “divino” Johann Sebastian Bach. Quanto al soprano Karina Gauvin, è un’ottima interprete barocca e händeliana in particolare: la sua voce, di grande purezza, è agile e morbida, anche se non particolarmente potente. Dotata di buona coloratura, tende a tratti a esagerare il vibrato, rendendolo a tratti troppo “visibile” sul labbro inferiore.

Straordinario Rodolfo Richter sia nella sua veste di primo violino - grande virtuosismo combinato con una precisione e un vigore non comuni - sia nel suo ruolo di concertatore, ottenendo anche dagli altri strumentisti una prestazione ai limiti dell'incredibile.

 

Toronto, 23-III-2017. Koerner Hall, TELUS Centre for Performance and Learning. Stagione 2016-17 della Tafelmusik Baroque Orchestra, THE BAROQUE DIVA (23-26 marzo 2017) con il soprano Karina GAUVIN. Musiche di Colin LABADIE, Georg Philipp TELEMANN, George Frederick HAENDEL, Antonio VIVALDI, e Johann Georg PISENDEL. Direzione Musicale: Rodolfo Richter. Orchestra Barocca TAFELMUSIK di Toronto: primi violini: Rodolfo Richter, Geneviève Gilardeau, Elizabeth Loewen Andrews, Aisslin Nosky, Christopher Verrette. Secondi violini: Patricia Ahern, Thomas Georgi, Emily Eng, Julia Wedman. Viole: Patrick G. Jordan, Matt Antal, Brandon Chui. Violoncelli: Christina Mahler, Allen Whear, Felix Deak. Contrabbasso: Alison Mackay. Oboe: John Abberger, Marco Cera. Fagotto: Dominic Teresi. Liuto barocco: Lucas Harris. Clavicembalo: Charlotte Nediger.


 

 

 
 
 

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