Cultura europea, vizi e virtù
In una serata non sempre inappuntabile nell'organizzazione - di marca tedesca - sfilano nella splendore della Staatsoper viennese grandi personalità della cultura e dell'arte in Europa, da Sophia Loren a René Pape e Nina Stemme.
Il 20 Ottobre 2019, alla Wiener Staatsoper, è stata la serata del Europäische Kulturpreisgala, durante il quale sono stati consegnati i premi a personalità che, a discrezione della giuria, abbiano contribuito alla cultura europea.
Trasmissione in leggera differita sulla ORF (il canale nazionale austriaco) e discreta presenza di pubblico in sala. A livello organizzativo si sono riscontrate le mende maggiori, poiché la gestione dell'evento non era diretta responsabilità dell'Opera di Vienna - come sempre ineccepibile -, ma veniva da Dresda.
Già in principio non era chiaro dove si dovessero ritirare gli accrediti, finché il capo ufficio stampa di Vienna è uscito a darne comunicazione, vista la sostanziale confusione delle colleghe tedesche. Il biglietto era da ritirare a uno dei soliti tavoli utilizzati per consegnare le Pressekarten in occasione delle Premieren dell'Opera e qui ci si aspetterebbe venisse consegnata una locandina, una scaletta. Niente, l'unico dato è un piccolo depliant rimediato ben lontano dal banco stampa (e quindi non consegnato ai giornalisti), contenente qualche saluto delle istituzioni, un elenco di ospiti, senza biografia, in un collage fotografico e l'indicazione dei brani musicali che sarebbero stati eseguiti in ordine - poi ce ne saremmo accorti - assolutamente casuale.
Quindi, com'è facilmente intuibile, diviene piuttosto ostico realizzare una cronaca della serata, anche considerando la scarsa precisione nell'indicazione dei singoli brani musicali; leggere “Ouverture dall'Opera Fidelio”, è piuttosto generico per chi conosca il lavoro di Ludwig Van Beethoven e, ancora una volta, è l'opera di Vienna a venire in aiuto dello spettatore che, per suo diritto, poteva non conoscere quale musica fosse da eseguire. Era la Leonore n° 3, famosa, famosissima, è vero, ma perché non indicarla con maggior precisione, allora?
Tutti i brani musicali che si sono avvalsi dell'orchestra della Wiener Staatsoper sono stati diretti dalla bacchetta di Simone Young, che si è dimostrata guida affidabile in un repertorio che andava dal Don Giovanni di Mozart, fino a Richard Wagner, passando per Beethoven e Verdi.
Le Laudationes sicuramente più aplaudite sono state quelle pronunziate dal grande Otto Schenk (per il premio a Dominique Meyer) e quella dell'ex intendente dell'Opera di Vienna Ioan Holender.
Fra gli artisti premiati, come italiani, non possiamo evitar di citare Sophia Loren (Laudatio a cura del di lei figlio Carlo Ponti) e, come habitué dell'opera, Thomas Hampson, René Pape e Nina Stemme. Molto simpatico il filmato che ha salutato la premiazione di Pape, nel quale il basso tedesco si avventurava per le strade di Vienna a bordo di una Trabant , mentre per la Laudatio in onore di Thomas Hampson, abbiamo ascoltato il discorso della collega Annette Dasch, la quale ha chiamato il pubblico a intonare, sulle note di “Fra' Martino campanaro” un collegiale “Thomas Hampson, Vielen Dank”, che sarebbe stato anche simpatico come idea, se il discorso precedente non fosse stato prolisso all'eccesso.
Di conseguenza, anche gli orari della scaletta pubblicata dall'Opera di Vienna (non per colpa dell'Opera di Vienna) non sono stati rispettati, con una conclusione della serata assai tardiva.
Nel complesso il pubblico, composto prevalentemente da invitati, è uscito piuttosto soddisfatto; se, tuttavia, l'organizzazione tedesca fosse stata all'altezza di quella austriaca, l'esito della serata ne avrebbe certamente giovato.