Qual violenza
di Ramon Jacques
Restano le perplessità per la produzione di Tosca firmata nel 2013 dal John Caird per Los Angeles, Houston e Chicago. Convince invece il cast capitanato da Angel Blue, Michael Fabiano e Ryan McKinny.
Dorothy Chandler Pavilion Los Angeles CA. 4 dicembre 2022. L'Opera di Los Angeles (LA Opera) chiude il primo semestre della sua stagione 2022-2023 programmando uno dei titoli più eseguiti di Giacomo Puccini: Tosca. Il titolo è stato visto su questo palcoscenico per l'ultima volta nella stagione 2017 e nella stagione 2013, contando entrambe le volte sulla brillante presenza e interpretazione del soprano Sondra Radvanoksky nel ruolo principale. Come in quelle due occasioni, anche questa volta si tratta della coproduzione con la Chicago Lyric Opera e la Houston Grand Opera, che la proporrà in questa stagione, firmata dalll'inglese John Caird (meglio conosciuto per il musical Les Misérables). Come alla prima del 2013, è stato possibile confermare che si tratta di un'idea registica poco attraente e convincente. Sebbene Baird collochi l'azioni in un'epoca vicina alla prima guerra mondiale, nell'allestimento non c’è alcun riferimento che suggerisca che il luogo in cui si svolge sia Roma. Forse lo si può dedurre dal testo cantato dai personaggi, ma ciò che ha distorto il tutto è stata la violenza eccessiva e superflua cui si è assistito, con esecuzioni violente, torture e sangue versato sul palco. Il teatro è uno specchio della realtà, e purtroppo la violenza è qualcosa con cui si vive nella vita quotidiana, quindi non dovrebbe sorprenderci, ma sorge la domanda su quale sia il rapporto con l'opera di qualcosa che non è specificato nel libretto. Oggi tutte le idee sceniche sono valide e benvenute, ma non quando si altera la storia e si creano situazioni inesistenti. Il primo atto si svolgeva in una chiesa semidistrutta dove un enorme quadro con impalcature su tre livelli occupava metà del palcoscenico; nel secondo atto ci troviamo in un magazzino abbandonato pieno di opere d'arte sacra trafugate da Scarpia; e il terzo atto – il più cruento per come Cavaradossi viene giustiziato o Tosca muore pugnalandosi allo stomaco, che è ciò che la fa cadere dall'alto – si svolgeva in un campo di concentramento con corpi impiccati appesi al soffitto. Oltre alla recitazione esagerata nella maggior parte dei personaggi ha lasciato un'immagine errata di com'è davvero l'opera. I costumi sembravano adeguati e insieme alle scene sono stati ideati da Bunny Christie. Le luci di Duane Schuler, con una carriera di oltre trentasei produzioni in questo teatro, hanno dato un tocco cupo alla scena.
Fortunatamente la parte musicale e vocale ha compensato la parte visiva, con il soprano Angel Blue che ha dato di Tosca un'interpretazione convincente, con lucida presenza e misura, esibendo una voce ampia, sfumata e omogenea, commoventi piani e acuti. Blue, è una cantante “home made”, per essere nata in questa città e per essere stato parte dell'ensemble del teatro, per cui è stata accolta con immenso entusiasmo dal pubblico. Al suo fianco si è distinto il tenore Michael Fabiano, che ha dato temperamento a Cavaradossi ed è stato molto solido e sicuro delle sue notevoli qualità vocali di tenore lirico-spinto. Le ultime recite sono state cantate da Gregory Kunde, che sarebbe interessante ascoltare in questo repertorio nei teatri americani dove ancora lo si ricorda come tenore più leggero; a Los Angeles lo scorso anno ha fatto il suo debutto locale come Manrico nel Trovatore. Il basso-baritono Ryan McKinny ha caratterizzato uno Scarpia perverso e violento, in linea con quanto già descritto, anche se non è stato necessario sovraccaricare la sua recitazione e cantare con eccessiva forza per enfatizzare la natura sinistra del personaggio. Il resto degli interpreti si è esibito in modo soddisfacente in ciascuno dei loro interventi, in particolare Philip Cokorinos nei panni del Sgrestano, e il tenore Anthony León, nei panni di Spoletta, membro dell'ensemble e al quale si augura una carriera di successo dopo aver vinto il primo posto quest'anno al concorso Operalia. Bene Wei Wu come Angelotti, Zachary James come Sciarrone, Ryan Wolfe come il carceriere e Deepa Johny, nella parte del pastore, questi ultimi tre cantanti membri dell'ensemble. Una menzione per la buona performance del coro e per la direzione d'orchestra delll'americano Louis Lohraseb, che ha debuttato qui prendendo il posto lasciato dall'originariamente annunciata Oksana Lyniv, dimostrando bravura e trovando coesione tra le forze musicali, sul palco e in buco.
Ramón Jacques