Nel salotto del tenore
di Roberta Pedrotti
Ramon Vargas torna a Pesaro e propone, con emozione ed entusiasmo, un percorso dalle arie da camera di Donizetti, Rossini e Verdi alle romanze di Tosti fino alla canzone classica messicana.
PESARO, 14 agosto 2024 - Si legge negli occhi di Ramon Vargas la gioia di essere di nuovo a Pesaro. Sono passati più di trent'anni dalle sue partecipazioni al Rof (Die Schuldigkeit des ersten Gebots di Mozart nel 1991 e nel Maometto II nel 1993) e Rossini era stato un autore importante nella prima fase della sua carriera (ricordiamo senz'altro numerosi Almaviva, ma fra gli altri anche Argirio, Don Narciso e piccole parti nel Viaggio a Reims con Abbado a Vienna o in Adina al fianco di Rockwell Blake a Roma). Insomma, è stato uno dei primi frutti della Rossini Renaissance a non disdegnare di affiancare il repertorio puramente lirico al belcanto serio e buffo.
Oggi la scelta di un classico programma salottiero non sembra inopportuna e permette di apprezzare quel che il tenore messicano (classe 1960) ha da offrire con la sua vocalità sempre piacevole e accattivante nel modo di porgere. Nel panorama eterogeneo dei Concerti di Belcanto, Vargas propone un percorso che dalle romanze da camera di Donizetti (Una lagrima, Ah! Rammenta o bella Irene), Rossini (La promessa, La danza) e Verdi (Deh! Pietoso, o addolorata, Il poveretto, Ad una stella) passa ai classici di Tosti (Ideale, 'A vucchella, L'alba separa dalla luce l'ombra) per approdare a canzoni classiche messicane di Lara, Grever e Manzanero. Anche i bis spaziano con gioiosa libertà nel repertorio “leggero” tenorile, fra Parlami d'amore, Mariù e altri brani della tradizione latina, come a ribadire una linea di scambio e di continuità fra colto e popolare nel tempo e nello spazio.
La pianista Mzia Bakhtouridze getta nei suoi due interventi solistici un ponte fra il Rossini dei Péchés de vieillesse e il messicano Manuel María Ponce parallelo al viaggio proposto da Vargas nel canto. Tutto all'insegna di uno spirito gioioso, del dichiarato piacere di comunicare e superare i confini grazie alla musica.
Il resto lo dice il sorriso che brilla negli occhi del tenore, felice di essere qui, di cantare e condividere questo pomeriggio con un pubblico affettuosamente partecipe.